Vado avanti...
mercoledi' 29/07/09: Dogubayazit, Van – 180 km
Oggi si riparte, lasciamo la nostra amata Dogubayazit verso le nove e andiamo a Van, dove staremo due notti. Dopo aver salutato e ringraziato Sedef, che ci ha fatto parcheggiare la moto nella hall, e tutti gli altri ragazzi che lavorano con lui all'albergo, carichiamo i bagagli e partiamo. Prima di uscire dalla citta' andiamo tutti bardati a salutare Osman e Norman al negozio e nel vederci confermano che non siamo normali!

La strada per Van e' una sola e sfiora l'Iran, passando attraverso alti pascoli montani sui 2000 e passa metri di altitudine, ma il tempo e' stupendo con un bel sole e un cielo limpidissimo, quindi il tragitto si prevede stupendo. Appena usciti dalla citta' in direzione sud ovest, una sagoma ben nota mi compare nello specchietto retrovisore della moto... E' lui! Il Monte Ararat, l'Agri Dagi come lo chiamano qua! Finalmente riesco a vederne la vetta, dopo due giorni con il cielo coperto dalle nuvole. Mi fermo all'istante a bordo strada e lo faccio vedere a Silvia che subito tira fuori la fotocamera e immortala me, la moto e l'amico dal 'cappello bianco' con il suo fratellino (il piccolo Ararat) sullo sfondo! Uno dei momenti piu' belli fino ad ora in questa vacanza, forse il piu' memorabile a quasi 5000 km da casa: lo ricordero' sempre e custodiro' questa fotografia gelosamente, garantito!
Approfitto per fare benzina, visto che 200 metri davanti a noi c'e' un benzinaio dove il ragazzo ci offre l'ennesimo cay e che noi ovviamente non rifiutiamo, ormai siamo 'cay addicted'...

Al bivio per Van la strada inizia a salire parecchio, e' una statale deserta e l'unico a farci compagnia e' l'Ararat che domina sempre la vista. L'asfalto non e' male, solo un po' grossolano, ma si guida benissimo; la strada e' tutta un saliscendi di curve e il paesaggio e' costituito quasi esclusivamente da pascoli. Ogni tanto troviamo qualche villaggio curdo sperduto con le case di mattoni di fango e paglia, dove le persone vivono di pastorizia. Ci colpisce il fatto che quasi sempre troviamo dei bambini a fare da pastori ai greggi e alle mandrie. Abituati a salutare sempre tutti, ci rendiamo conto che qui non siamo molto graditi. Infatti nessuno risponde al saluto, anzi due bambini pastori sui dieci anni al massimo ci mostrano un dito dall'inequivocabile significato... Forse e' meglio lasciar perdere, non salutiamo piu' e' meglio. Continuando il tragitto verso Caldiran, una citta' vicina, notiamo in lontananza una coppia di ragazzini, ovviamente pastori, che corre verso la strada come per venirci incontro e vederci piu' da vicino, ma non per salutarci... Infatti nel giro di pochissimi istanti, mi vedo arrivare addosso un ramo d'albero di circa un metro, usato come bastone, lanciato da uno di loro con una mira da vero cecchino! Alzo d'istinto il braccio destro, tanto ho la protezione nella giacca e cercare di evitarlo con la moto sarebbe pericoloso, rischieremmo una caduta... Un vero missile, considerato anche che ho accelerato a piu' di 100 all'ora per cercare di evitarlo. Fortunatamente l'impatto avviene col cupolino della moto e non succede niente di piu'... Cavolo! In Italia altri amici motociclisti me lo avevano detto che qui nelle campagne piu' remote avremmo potuto trovare dei bambini pastori che prendono di mira le motociclette, anche se di solito con le pietre.
Dopo questa spiacevole ma particolare esperienza, continuiamo il nostro tragitto e cerco di non farmi sentire troppo con la moto levando un po' di gas quando ci avviciniamo ai bambini pastori. Infatti ne troviamo tanti altri sulla strada e le probabilita' che ci lancino qualcosa sono piuttosto alte...
Superata la citta' di Caldiran, che non e' altro che un villaggione di campagna, ci avviciniamo a Muradiye e quindi al lago di Van. Arrivati sul lago prendiamo la strada verso Van e dove la vetta innevata del monte Nemrut sulla costa settentrionale opposta alla nostra, domina il paesaggio. Anche qua la strada e' semideserta e enorme, al solito e' una superstrada a quattro corsie appena finita non si sa per chi, visto che ci sono poche auto e camion. Troviamo pero' una famiglia intera sopra una motocicletta tutta scassata con tanto di carrello appendice posteriore che ci saluta!

Arriviamo a Van per mezzogiorno e in lontananza, entrando dalla periferia nord che rimane piu' alta rispetto al resto della citta', ci rendiamo conto di quanto e' grande e moderna rispetto agli ultimi posti visitati in questi giorni. Decidiamo di fermarci un attimo e prendere la guida alla mano per poter cercare un albergo in centro. Poco dopo ci troviamo nel caos cittadino, dove tutti guidano un po' come vogliono... Ma tanto anche io ormai ho imparato e guido alla turca!

Arrivati all'albergo che avevamo scelto, il Sahin, parcheggiamo per poi andare a chiedere prezzi e disponibilita'. Beh, nel parcheggiare ci rendiamo conto di essere una vera e propria attrazione per le persone intorno: ragazzi, uomini e anziani, nessuna donna. Tutti sono abbastanza cordiali e salutano, ma non ai livelli delle altre citta' e paesi visitati. Qui infatti rispondono ai miei saluti e basta e ci squadrano per bene. Silvia nota che non ci sono praticamente donne in giro, ma non se la prende, anzi dimostra di essere molto forte e fiera, dopotutto si e' sparata 6000 km da passeggero e non sa quanti di questi uomini farebbero altrettanto! Decido di entrare io nella hall per chiedere il prezzo di una doppia e del garage per la moto. Il portiere parla qualche parola di inglese giusto quello che mi serve e mi spiega che una doppia costa 50 lire. Provo a trattare un po', ma non scende e mi dice che il garage e' 'super'... Cosi' chiedo di vedere la stanza ed un fattorino mi accompagna al piano di sopra. La stanza e' grande e ci sono due letti, uno matrimoniale e uno singolo. Mi spiega a gesti che il grande e' per me e il piccolo e' per 'lei'... Pazzesco, mi viene da ridere e penso gia' a quando lo raccontero' a Silvia!

Chiedo pero' al fattorino se c'e' una stanza piu' piccola e dopo qualche istante arriva un altro ragazzo dell'albergo che parla meglio l'inglese e che mi porta a vedere un'altra camera, piu' piccola e con solo un letto matrimoniale. Beh, potrebbe andare, sicuramente costa meno penso io... E invece quando chiedo il costo, il ragazzo mi 'spara' 55 lire! Ma come? Nella hall mi davano la grande a 50 e questo qui la piccola a 55? Faccio presente la cosa e lui testualmente: 'Mmm... Little fifty, big fiftyfive!'. Beh, sentendomi preso in giro, alzo i tacchi scocciato ed esco! Cerchiamone un altro va...
Cosi' vado all'hotel accanto, il 'Guzel Paris', quasi gemello del precedente, dove sono tutti piu' cordiali e accettano la mia offerta a 90 lire per due notti con colazione e garage. Prima di confermare pero' vado a vedere la camera: e' identica alla prima dell'altro albergo, con un matrimoniale e un singolo... Per chi saranno rispettivamente?

Dopo aver visto la camera voglio vedere anche il garage, definito anche qui 'super'. Cosi' usciamo e un fattorino mi porta davanti ad una larga porta di ferro alta due metri scarsi alla base dell'edificio, apre e... Discesa vertiginosa e buio pesto! Il ragazzo scende e accende una fioca luce, che illumina il garage: uno spiazzo tutto sterrato ricavato nelle fondazioni dell'edificio e con la discesa ripidissima e sterrata! Beh se non altro e' sicuro penso io. Ma come scendo giu'? Non e' facilissimo con 300 chili di moto ed io sopra, anche per il fatto che in fondo alla discesa c'e' una curva secca a sinistra. Come faccio a frenare? Beh, mi viene un'idea e non ci penso due volte!

Torno nella hall e confermo la camera, ma precetto due fattorini ad aiutarmi a scendere giu' nel garage a moto spenta: io salgo in sella e dispongo i due dietro a sostenermi nello scendere! Che risate, dopo neanche mezzo metro i due 'esplodono' e scivolano con i piedi! Cosi' urlo e chiamo il ragazzo di passaggio che assisteva divertito alla scena dalla porta del garage... Beh alla fine in tre piu' io in sella ce l'abbiamo fatta, moto parcheggiata!

Torno all'ingresso da Silvia, che si era divertita nell'assistere alla scena, ma che era anche sbiancata dalla paura di una caduta rovinosa e andiamo nella nostra stanza, doccia e via a cercare un ristorantino in centro!
Il centro di Van e' costituito da Cumhuriyet Caddesi, il corso principale, e da tante viuzze laterali. Questo corso e' veramente particolare per essere nella Turchia povera dell'est: i negozi sono in stile fortemente occidentale e cari! Sembra di essere in una citta' europea, se non fosse per le donne vestite con gli impermeabili lunghi e i foulard in testa. La maggior parte delle persone sono ragazzi giovani tutti vestiti e pettinati all'ultima moda. Gli sguardi su di noi sono pero' un po' troppo 'lunghi', siamo extraterrestri: io perche' in bermuda e cappellino in testa, Silvia perche' donna occidentale e quindi assolutamente da ammirare... Beh, cerchiamo di non pensarci piu' di tanto e cerchiamo un posto dove mangiare. Troviamo cosi' una via piena di ristoranti con i tavoli all'aperto dove i gestori e i camerieri urlano verso di noi per accalappiarci. Alla fine andiamo a sederci in uno di questi dove il menu' e' fotografico e dove dovremmo spendere circa 15 lire a detta del cameriere... Infatti sui menu' di tutti i ristoranti non c'e' nemmeno l'ombra di un prezzo esposto!
Silvia al solito e' l'unica donna in questa via, a tutti i tavoli sono seduti solo uomini, beh pazienza ci stiamo abituando (ma le donne dove mangiano??). A tempo di record ci servono e non appena io finisco il mio piatto, mi chiedono subito se voglio un cay. Silvia mi guarda sbigottita, con la bocca piena e mezzo piatto da finire ed io faccio cenno al cameriere di aspettare. Dopo qualche istante, arrivano i cay ed uno finisce rovinosamente addosso a Silvia! Al ragazzino cameriere scivola il bicchierino, ma come se niente fosse, lo toglie e ne mette un altro sul tavolo andandosene... Cavolo che maleducato! Parecchio scocciati, Silvia e' infuriata, finiamo e ci alziamo per andare a pagare. E qua i nostri amici maschilisti di Van si sono ritrovati davanti una donna occidentale tutta infuriata che chiede loro 'discount' indicando i vestiti tutti sporchi di te'! Purtroppo sorridono facendo finta di niente e addirittura ci salutano. Beh, lasciamo stare... Questo inizio a Van non e' stato dei migliori, per ora sono quasi tutti una massa di cafoni guardoni e maleducati!
Dopo una sosta in albergo per riposino e un po' di bucato verso le quattro del pomeriggio usciamo a fare un giro. Nel centro non c'e' molto da vedere, Van e' una citta' moderna e tutta di recente costruzione, non c'e' piu' un vero e proprio centro storico. C'e' soltanto il castello che decidiamo di visitare domani. Cosi' ci ritroviamo a guardare un po' di negozi e compriamo un CD di musica curda per il nostro amico Imdat in Italia. Passeggiando davanti alla vetrina di un negozio, il titolare ci invita a vedere l'interno e ci offre un te'. Noi accettiamo volentieri e scambiamo qualche parola in inglese: gli parliamo di dove siamo, del giro che stiamo facendo e ne e' molto contento, in quanto in questa regione non vengono molti turisti. E' curdo e ci spiega che Van e' una citta' dove vivono Turchi e Curdi insieme, percio' l'aria che si respira non e' delle migliori, in quanto i Turchi, in minoranza, snobbano e denigrano i Curdi, mentre questi stanno piu' nell'ombra cercando di vivere o come loro o in completo isolamento. Anche se ci sembra un uomo per bene, e' orgoglioso del PKK e ci chiede cosa ne pensiamo. Non e' facile rispondergli, pero' alla fine gli dico che ovviamente non e' giusto che i Turchi vogliano cancellare tutti gli usi e i costumi di questa etnia, ma anche che e' sbagliato rispondere usando la forza e il terrorismo. Lui annuisce ed e' d'accordo con noi, dopo tutto le cose stanno cambiando piano piano ed il terrorismo separatista sta crollando per passare ad un movimento di resistenza piu' intellettuale e democratico. Dopo un secondo cay lo salutiamo e lo ringraziamo della chiacchierata.
Passeggiando in cerca di un ristorante per la cena, riflettiamo su quello che ci ha detto e ci rendiamo conto che in questa citta' effettivamente una via e' turca, come il corso principale, mentre un'altra piu' nell'ombra e' curda. Ed onestamente fra le due quella piu' vera e che ci piace di piu' e' quella curda. Anche se non e' facile distinguere tra le due etnie, i Turchi ci sembrano in generale piu' maleducati, strafottenti e che vogliono essere i superiori in tutto. Non e' facile da spiegare, ma le citta' che abbiamo visitato i giorni scorsi, quindi completamente turche, erano diverse e molto piu' accoglienti, qua sono piu' che altro i Curdi ad essere accoglienti e amichevoli.
Dopo una buona cena in uno dei piu' rinomati ristoranti del centro, rientriamo in albergo e letteralmente crolliamo dalla stanchezza... Buona notte!