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Vecchio 16-09-2009, 11:44   #6
gattoplano
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Infatti guidare con i sandali è stata una cosa inutilmente rischiosa, come del resto lo è viaggiare oltre i limiti di velocità e non rispettare le distanze di sicurezza, purtroppo ogni tanto di scemenze se ne fanno, e io non ho le scarpe da motociclista, in realtà a parte la moto e il casco c'è ben poco che fa di me un motociclista.

Fermo restando che consiglio a chiunque di viaggiare munito di tutto l'equipaggiamento di sicurezza, scarpe e pantaloni tecnici compresi, non posso che dire che nello spirito del viaggio non mi sono fermato rispetto ad un'inadeguatezza tecnica che certamente migliorerà nel prossimo viaggio.

Sapete, quello che mi premeva in quel momento era arrivare da Bordeaux a Lione. E' stata la giornata più difficile dell'intero percorso, 6 ore di guida (8 in totale comprese le soste) sotto un diluvio universale fisso a velocità tali che l'acqua fa male sbattendoti sulle mani e sui piedi.

E' stata una piccola pazzia che però oggi posso ricordare con un sorriso, tirando un po' il fiato. Vi riporto dal mio diario:

Ed eccoci qui. Ora… come raccontarlo... Non so, non so proprio come raccontare cosa significa guidare per 600 km in moto, sotto un temporale senza fine, senza equipaggiamento impermeabile.
Non so come raccontare cosa significa stare 8 ore sotto la pioggia, con l’acqua che ti sbatte addosso con una violenza tale da fare male e ti entra ovunque.
Come raccontare cosa significhi per me in quel momento trovare un autogrill in cui bere un the caldo, o cambiarmi i pantaloni.
E ancora, tra le belle collinette erbose di Limousine e nelle regioni vulcaniche di Auvergne, restare sotto un muro di gocce d’acqua, tanto fitto che non si vede a venti metri…
…e intravedere nell’unico spiraglio di luce un’aquila che vola maestosa, come immune alla tempesta, o forse padrona della tempesta stessa.

E ancora in tutto questo disastro mentre ormai non ho piu’ nulla di asciutto da indossare e sto crepando di freddo, ridere e cantare come un matto.

O ancora, fermarmi in un’area parcheggio e fare i movimenti della Kung Ji tra gli alberi per riscaldarmi. E non mollare, per nessun motivo al mondo!

Ma soprattutto non so come raccontare cosa si prova a vedere in questo mondo di nubi grigie una spaccatura nel cielo, proprio lì dove sto andando io, e poi due grandi arcobaleni.

Sentire dopo tante ore sotto l’acqua il calore del sole sulla pelle. Sono cose che si può solo vivere, situazioni che generalmente si evitano volentieri, mettendo in evidenza una delle ragioni per cui un viaggio simile non posso che farlo da solo.


Il viaggio sicuramente avrebbe potuto durare di più, ma vuoi che ogni volta dovevo trovare un posto per lavorare (mi vedevate girare in giro col portatile per le città alle 7 di mattina alla ricerca disperata di un wi-fi spot aperto), vuoi che ho conosciuto tante persone interessanti con cui ho condiviso belle esperienze, vuoi che volevo godermi i luoghi e le persone oltre ai km in sé... Mi sono "contenuto" . Grazie tante a tutti per i complimenti.

Non negatevi mai un bel viaggio, se potete!
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