giovedi' 16/07/09, Pisa – Fernetti 460 km
Il momento e' arrivato, oggi si parte finalmente! Alla fine abbiamo deciso di partire dopo cena in modo da viaggiare di notte in Italia e in una parte della Slovenia e avere così tutta una giornata davanti per proseguire fino a che il fisico e la mente lo consentono...

Nel pomeriggio carico la moto (sembra quasi un camion!) e mi riposo, o meglio l'intento e' quello di riposarsi, ma l'adrenalina della partenza e' troppa! Quindi dopo essermi rigirato nel letto per quasi due ore, esco e vado a salutare il mio amico Imdat al suo Kebab Restaurant a Cascina. Lo cito: “Nicola se hai qualche problema, tu chiama che io chiamo subito!”, che mito!

Dopo cena, dopo aver salutato i nostri genitori, alle 9,30 di sera finalmente partiamo, vestiti da buoni motociclisti e caricati al massimo per la vacanza! Direzione: Firenze, Bologna, Ferrara, Padova, Venezia e...
Fernetti:
venerdi' 17/07/09, Fernetti – Nis 850 km
... Trieste con la frontiera Italia-Slovenia vicino a Fernetti! Era ora, sono le 2,30 di notte e ci fermiamo per una sosta all'Autogrill, la seconda dopo aver messo una volta benzina, questa volta piu' lunga anche per rifocillarsi un po' con panino e redbull, il sedere si sta gia' appiattendo... Qui compriamo la vignetta per l'autostrada slovena e un po' di sfortuna ci coglie subito: ci danno quella automobilistica e non quella motociclistica perche' non ce l'hanno e quindi la paghiamo il doppio, vabbeh pazienza! Rimettiamo il pieno di benzina e ripartiamo!

L'entrata in Slovenia e' stata un po' fredda, in moto di notte in autostrada fra le tre e le quattro fa veramente freddo anche se siamo a luglio. Direzione Ljubljana, la capitale slovena, e poi Zagreb, quella croata!!!
Piano piano le ore passano e arriva il giorno, ci vediamo l'alba in moto visto che la direzione e' verso est. Che spettacolo... L'autostrada slovena, non e' per niente male, il paesaggio che ci circonda e' parecchio vario e asfalto e segnaletica sono ottimi, quasi da invidiare rispetto ai nostri!
Lungo il tragitto notiamo sempre piu' auto provenienti da tutta l'Europa: Svizzera, Germania, Austria, Olanda, Belgio. Inizialmente pensiamo, accidenti quanti turisti... Poi ci rendiamo conto, osservando per bene le persone all'interno, che non sono turisti, ma Turchi che rientrano in patria per le ferie estive; migliaia di macchine europee piene di turchi! E infatti alla frontiera fra Slovenia e Croazia, abbiamo la conferma: c'e' una bella coda di auto davanti a noi, quasi tutte piene di famiglie turche, tante delle quali a bordo strada, che prendono il te' e dove la maggior parte delle donne adulte porta un velo in testa. Fortunatamente in moto si riesce a passare oltre la maggior parte dei veicoli in coda e cosi' verso le 10 siamo in Croazia!
La strada ora si fa piu' pesante da percorrere in quanto dal confine sloveno-croato fino a Belgrado, in Serbia, il paesaggio che ci circonda e' una enorme pianura quasi tutta uguale: campi di mais e girasoli alternati a zone di bosco e zone incolte; il caldo e la stanchezza si fanno sentire ancora di piu' su una lunghissima autostrada dritta e tutta sotto il sole di luglio...

Pranziamo con un panino e una redbull in una stazione di servizio dopo aver messo benzina e ci riposiamo un po'. Ah, qui in Croazia accettano tranquillamente l'Euro, speriamo solo che non applichino un cambio tutto a loro favore!

Verso le due del pomeriggio arriviamo alla prima vera frontiera, fra Croazia e Serbia: siamo abbastanza tesi, qui ci vuole il passaporto e devono mettere il timbro di entrata in Serbia, che e' completamente fuori dalla UE e dall'Euro e dove quindi i controlli sono un po' piu' lunghi. Mentre superiamo lentamente la coda di macchine 'euroturche', ci blocca una pattuglia della polizia croata perche' siamo nella corsia di emergenza. Direte: 'Hanno fatto bene, si sta in fila!' Beh, credetemi se aspettaste in fila sotto il sole di luglio in fondo ad una coda di qualche chilometro e tutti vestiti bardati da moto, lo fareste anche voi...

E poi gli automobilisti in fila se possono si spostano per farci passare, quindi no problem, non si da' fastidio a nessuno! I poliziotti comunque, dopo qualche battuta sul fatto che fossimo italiani, con un italiano dall'accento abbastanza meridionale, tendente al siciliano, ci lasciano andare. Vi lascio pensare alla strana sensazione provata in questo momento...

Ed eccoci qua, siamo in Serbia. Che emozione seguire il cartello Beograd! Ormai siamo agli sgoccioli, la stanchezza si fa sentire e quasi ogni 120 km si fa una sosta per far rilassare le chiappe, piu che altro le mie, visto che Silvia e' una roccia ed e' sempre abbastanza carica. Mentre si va avanti sulla nostra strada, iniziamo a scorgere le sagome dei palazzoni grigi di Belgrado davanti a noi. Questa citta' si trova alla fine della pianura che parte dalla Slovenia e all'inizio di una regione collinare che arriva fino quasi in Bulgaria... !
L'autostrada purtroppo finisce alla periferia della citta' e dopo diventa una grande bretella a 4 corsie che passa all'interno con semafori, rampe e incroci a raso, un caos non indifferente, specialmente se pensiamo a tutto lo smog che respiriamo. Eh si' perche' qui in Serbia la maggior parte dei mezzi sono macchine, pullman, furgoni e camion di vent'anni fa, che vanno a gasolio e a benzina rossa e che inquinano un bel po'! Notiamo spesso tante macchine uguali, le Zastava 128 e Yugo, utilitarie dell'epoca socialista degli anni Settanta e Ottanta, quasi tutte rosse e scassate, rispettivamente quasi identiche alle Fiat 128 e 127. Che carine che sono!

Alle sei arriviamo a Nis, ultima citta' serba prima della Bulgaria, immersa tra i monti e in una bella vallata. Nella periferia notiamo che le auto sono vecchie e gli autobus ancora di piu'. La vita scorre tranquilla e non e' per niente frenetica, sembra di essere indietro di una ventina di anni, con tanti piccoli negozi e attivita' di base, come meccanici e gommisti. Ah, ovviamente ogni tanto si vede qualche macchina nuova, ma soprattutto macchinoni BMW, Audi e Mercedes; le proporzioni sono circa otto macchine vecchie a una nuova e abbastanza grossa!

Nis e' piccola e molto accogliente, il centro storico somiglia un po' alle piccole citta' dell'Alto Adige, come Bolzano e Bressanone, con dei begli edifici in stile nordico abbastanza ben tenuti.
Adesso non ci resta che cercare un albergo per la notte e alla fine seguiamo i consigli di due passanti, da cui all'inizio diffidavamo e che conoscono l'inglese meglio di noi, e andiamo al 'The Regent Club', un quattro stelle, il migliore della citta' e con un bel parcheggio chiuso: si sa la moto deve stare al sicuro...

La stanza costa 80 euro compresa la colazione, ma li vale tutti, curata e pulita, diciamo che da noi una stanza simile costa tranquillamente dai 120 euro in su!

Dopo una bella doccia rigenerante ci buttiamo sul corso principale del centro che e' vivissimo! Tanti locali, ristoranti, bar, pub e negozi di abbigliamento pieni di persone. Tutti sono ben vestiti e all'ultima moda occidentale, uomini e donne, soprattutto dai 20 ai 40 anni. Beh, mentre si entrava in citta', sembrava di essere a vent'anni fa, ma qua per niente, evidentemente siamo nella zona piu' chic e ricca.
In un piccolo ristorantino mangiamo un piatto tipico serbo a base di carne, la pljeskvica, con contorno di pomodori, formaggio e una birra a testa. Il tutto per la modica cifra di 9 euro... Che bello!

Ma ora andiamo a letto, anche se sono solo le 10 siamo completamente distrutti, 1310 chilometri in moto in quasi 20 ore... Domani direzione Edirne in Turchia con attraversamento completo della Bulgaria, e vai! La meta e' vicina.
sabato 18/07/09, Nis – Edirne 540 km
Ore 7,30, suona la sveglia... Beh, e' ora di fare colazione per poi ripartire quanto prima! Anche perche' in Bulgaria scatta il fuso orario e l'orologio va avanti di un'ora.
La strada da Nis alla frontiera e' normale, una semplice statale a 2 corsie e di conseguenza e' un po' trafficata, visto che tutti passano da li', compresi i camion. Essendo comunque sabato si scorre abbastanza bene e anzi riusciamo anche a goderci il paesaggio, con tutti i piccoli paesi di campagna vicino a Pirot.
Ma eccoci alla frontiera: alla dogana serba ci chiedono il passaporto, lo timbrano e ci ritirano il cartellino di registrazione alle autorita' che ci hanno dato all'albergo. Alla dogana bulgara invece c'e' una corsia dedicata per i cittadini UE, quindi l'ingresso e' molto rapido. Appena passata la dogana ci fermiamo subito per acquistare la vignetta per l'autostrada bulgara, la quale e' gratuita per le motociclette, ottimo!

Man mano che maciniamo chilometri verso Sofia sulla mitica E80 che arriva fino all'Iran, ci accorgiamo che le strade sono sempre peggio: asfalto pessimo con spaccature, dossi e avvallamenti, dovuto sicuramente al traffico pesante. Arrivati nella periferia di Sofia insieme ai tanti turchi di rientro in patria, imbocchiamo la tangenziale, o meglio la statale che svolge tale funzione... Ci ritroviamo infatti su una strada a due corsie stretta, trafficatissima, piena di buche e molto dissestata. La ciliegina sulla torta sono i tanti posti di blocco della polizia con tanto di radar montato che non aspettano altro di far multe. E noi, essendo al momento l'unica moto in giro, veniamo un po' squadrati. Beh, inutile dire il disagio provato...
Superata Sofia, continuiamo sulla statale per poi prendere l'autostrada verso Plovdiv; uno stradone dritto, anche questo non in buone condizioni, ma si riesce a viaggiare bene per arrivare alla nostra meta!

Qui in Bulgaria le auto sono come in Serbia, se non peggio: tutte vecchie e mezze scassate. Per non parlare di camion, pullman e furgoni, vere e proprie ciminiere! Ma dobbiamo abituarci, anche in Turchia ci saranno tanti mezzi di questo genere. Dopo un pranzo in stazione di servizio ci avviciniamo sempre di piu' a Svilengrad, l'ultima citta' bulgara prima della Turchia. Il traffico e' notevole, centinaia di macchine piene di turchi vanno verso Edirne!
Arrivati alla frontiera l'uscita dalla Bulgaria e' rapida, ma l'entrata in Turchia no, ci parte un'ora buona con tutti i controlli e le registrazioni di routine. Fortunatamente la vista in lontananza di una coppia di minareti di una moschea ci fa trepidare, siamo arrivati!!!

Sono le 7 di sera e siamo appena arrivati nel centro di Edirne, citta' veramente curata, pulita e coloratissima fra edifici vecchi e nuovi e le tante aiuole. Ci fermiamo per cercare l'albergo e Silvia mette subito mano alla guida: se l'e' studiata per bene e ieri sera prima di dormire l'abbiamo ripassata!

La fortuna vuole che imbocchiamo proprio la strada degli alberghi del centro, dove un ragazzo turco e un signore francese in viaggio di lavoro ci assistono nella ricerca di un buon hotel con il posto per la moto. Cosi' troviamo il “Park Hotel”, con tanto di parcheggio sotterraneo chiuso per la notte, ottimo! Staremo qui due notti per la modica cifra di 100 euro colazione compresa, o meglio, kahvalti compresa

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Dobbiamo recuperare un po' di energie dopo i piu' di 1700 chilometri fatti in neanche due giorni... Cosi' dopo essersi sistemati nella nostra stanza, un po' anonima, ma pulita e con aria condizionata, ci facciamo una bella doccia e usciamo. Prima di andare a mangiare qualcosa per cena, cerchiamo un bancomat. Si', infatti abbiamo deciso di prelevare sempre con bancomat e di non cambiare gli euro negli uffici di cambio dove i tassi sono un po' troppo sfavorevoli. Ma arriviamo alla cena! Cosa avremmo potuto mangiare se non un bel piatto di kebab di mucca con tanto di verdure, yogurt e pane tipo piadina? Eheh, qui si inizia e si finisce veramente bene con un dolce tipico, il kunefe, fatto con frumento, formaggio fuso e servito caldo con il miele, una vera delizia!

Prima di rientrare in hotel ci facciamo una passeggiata lungo il corso principale, molto carino e pieno di persone a passeggio. Notiamo subito che in giro ci sono donne tranquillamente vestite alla maniera occidentale e donne con il velo in testa, sia con il viso coperto che scoperto.
Bulgaria:
Dogana di Edirne:
Edirne: