Non ricordo più se fu l'estate del 1995 o del 96.
Yamaha TDM 850, la mia ragazza di allora come zainetto ed io alla guida. Roma, all'incirca le ore 22.00, all'inizio di via Bissolati, in pieno centro.
Affronto la curva il cima alla strada, che è in leggera discesa. Guido tranquillo mentre scambio 4 chiacchere con lei.
Il tempo intercorso tra lo stare in sella ed il ritrovarsi a terra con il ginocchio chiuso tra la moto ed i sampietrini, è calcolabile nell'ordine dei nanosecondi.
La scivolata dura alcuni metri.
Mi rialzo, controllo lei, rialzo la moto e torno indietro al punto di "decollo". La chiazza, probabilmente lasciata da qualche autobus, è così scivolosa che non ci si può stare sopra neppure in piedi.
Nel frattempo, 2 turisti Americani di una certa età, guardano attoniti la scena, chiedendosi come poter essere d'aiuto.
Andavo piano. Per fortuna, neppure un livido a lei e pochi danni alla moto (salvata dal bauletto e dalla mia gamba ...). Il mio ginocchio è assai gonfio, ma la mattina dopo ho l'aereo per Palermo, dove mi attende una vacanza in barca con degli amici.
E così, siamo partiti in 3, lei, io, ed un ginocchio che quasi pagava un biglietto a parte
Adesso ci scherzo ed effettivamente non ci siamo fatti nulla, ma forse dovrei pensarci ben più spesso, soprattutto quanda non sono da solo ... anzi, grazie di avermelo ricordato