La ripartenza procede più a rilento del previsto, soprattutto faccio fatica a ricordarmi il magico sistema elaborato a casa dopo molteplici tentativi che ha permesso di utilizzare ogni centimetro cubo di spazio. Solo dopo qualche giorno la cosa mi verrà quasi automatica, ma oggi perdo parecchio tempo a lambiccarmi il cervello cercando di stipare nuovamente tutta la roba nelle valigie.
Visito l’unica cosa che avevo in mente di vedere in Svezia (poiché di strada), ovvero il
Rökstenen, una pietra di due metri e mezzo con la più lunga iscrizione runica di tutta la Scandinavia.
Il Rökstenen
Dopodiché si prosegue in un paesaggio che non ha la minima intenzione di cambiare, foreste e laghi, laghi e foreste, per lo meno si viaggia spediti e dopo 800 chilometri è ora di trovare una capanna per la notte.
Autostrada in Svezia, urge dose di caffeina
Il laghetto XZK256634
Altro campeggio e nuovamente niente carta di credito. Chiedono anche qui la “camping card” (me ne erano arrivate già 5 dal solerte sito
camping.se, al ritorno ne troverò una sesta nella casella della posta proveniente dai norvegesi che evidentemente se la prendono un pelo più comoda) ma non mi mettono su il bollino annuale (che comporta un esborso aggiuntivo).
La notte come la concepisco normalmente in qualche modo non scende più, ciononostante riesco a dormire senza problemi. Quando apro gli occhi e vedo che è giorno fatto impreco un po’ credendo che sia già tardi, poi guardo l’orologio e mi rendo conto che sono solo le tre di mattina. Qualcosa non va qui, penso prima di riaddormentarmi.
Tramonto sul lago antistante il campeggio