Una cosa interessante che ho tovato in rete riguarda le parti di ricambio,
praticamente su dieci anni di utilizzo di un’auto, il costo di manutenzione e sostituzione delle parti di ricambio dell’automobile è pari a una volta e mezzo il suo costo d’acquisto originario.
In questo scenario, è positivo che, per una volta, il mercato italiano (il cui giro è di 1.770 milioni di euro in un anno) sia all’insegna della liberalizzazione: i pezzi di ricambio possono essere originali oppure prodotti e distribuiti da soggetti indipendenti rispetto le grosse case automobilistiche.
Con una scelta oculata, per il consumatore è possibile un risparmio medio del 10% su ogni parte di ricambio che acquista (paraurti, cofani, parafanghi, parabrezza, fari, fanalini, lunotti o specchi retrovisori) con picchi di risparmio anche del 160% (è il caso del paraurti anteriore).
Praticamente la direttiva 98/71/CE sulla protezione legale dei disegni e dei modelli, ha creato un monopolio fra le varie case automobilistiche, portando i prezzi dei ricambi alle stelle, basta pensare che proprio in Francia è stato calcolato che in media le parti di ricambio Renault sono più care del 25,6% rispetto ai prezzi in Italia e del 27,4% rispetto ai prezzi in Belgio.
Un mercato liberalizzato in Europa può avere effetti benefici per tutti i consumatori, in un settore quale quello dell’auto dove, in Italia, le parti di ricambio da carrozzeria per vetture importate ricoprono
il 60% del totale.