Caro Guanaco,
Leggo sempre molto volentieri i tuoi interventi, che trovo sempre molto esaurienti ed interessante. Sebbene condivida tutto quello da te scritto in precedenza, cioè il mercato azionario sul lungo termine batte il mattone (mediamente certamente), così come alcuni passaggi dell'ultimo intervento da te fatto.
Di sicuro però non posso condividere l'affermazione che la finanza, soprattutto quella borsistica sia una scienza esatta, ed ora provo a spiegare perchè.
Tralasciando il fatto che estremamente difficile per un operatore stimare il prezzo intrinseco di un azione, così come stabilire il prezzo corrente di un'azione se è corretto o meno, (vedere analisi tecnica - che è quella mostrata precedentemente da smart - o analisi fondamentale), la finanza borsistica è quanto meno imprevedibile perchè entra in gioco un elemento fondamentale, la psicologia si massa. Questa tra l'altro è una propria e vera scienza a parte, studiata dagli psicologi e non sto qui a dilungarmi, ma il fatto è che per uno strano motivo (irrazionale) i mercati si muovo al rialzo o al ribasso proprio sulla psicologia di massa.
Potrei citare molti esempi dei mercati al traino, ma farò l'esempio dei più classici che sono le bolle speculative:
(cmq leggere qui che interessante
http://www.stefanotesta.it/files/bolle.pdf)
Negli anni 70, nel pieno boom dell'elettronica (o se volete della bolla speculativa), un'azienda che si quotava sulla borsa americana aveva un incremento di 30% della valutazione dei suoi
fondamentali solo aggiungendo il suffiso -tronic.
Un esempio più recente, nel 2000 circa, successo anche in Italia che è quello la bolla dell'Information Tecnology. Le aziende si quotavano in borsa con un business plan (senza spesso avere un prodotto o magari nemmeno avere iniziato l'attività, quindi quotando aziende che trattavano aria fritta) per vendere servizi on-line. Solo la parola on-line era garanzia sufficiente per permettere che le quotazioni di queste matricole schizzassero alle stelle.
Perchè questo? La gente era convinta che ci fosse qualcuno disposto a pagare quell'azione un pò di più di quello che l'avevano già pagata loro, inoltre i rendimenti spesso a 2 cifre richiamavano molte persone che non volevano rimanere fuori dalla "festa" e quindi la bolla si auto alimentava.
Ricordi come è crollata la borsa con l'attacco alla Torri Gemelle? Qual'era il motivo razionale se non quello della psicologia di massa per far scoppiare la bolla dell'IT perchè un aeroplano si schianta contro un grattacielo?
Il crollo delle borse degli ultimi tempi, lo sappiamo tutti è fresco, è dovuto ai mancati pagamenti dei mutui suprime e poi l'avanzamento dello spettro di una recessione negli USA. Bene quanti di ieri che avevo le FIAT in portafoglio (ieri -5%) hanno investito sul mercato USA e soprattutto sui prodotti Immobiliari o finanziari, che quindi potrebbero avere una ripercussione.
Viene dato il primo segnale di allarme, la gente si spaventa iniziano le vendite e giù fino alla rottura degli argini. Ed ecco che un quadro negativo, così come quello di questo periodo perchè non nascondiamolo è negativo, diventa ancora più negativo per effetto sempre della psicologia di massa, tutti a vendere le azioni per la paura di avere tra le mani carta straccia.
Onestamente in tutti questi movimenti non ci vedo nulla di scientifico, ma se ciò non dovesse bastare:
http://www.univ.trieste.it/~complex/abstact.htm -MODELLO RANDOM WALK
Alcuni studiosi iniziano a chiedersi se vi siano delle regole di investimento (quel famoso IF THEN prima citato nds)
(trading rules) tramite cui conseguire dei rendimenti più elevati di quelli normali (“above normal returns”, vale a dire rendimenti superiori a quelli attesi dato un determinato livello di rischio, in termini di CAPM)
Test di autocorrelazione lineare: le evidenze dei test condotti negli anni ’60 mostravano valori del coefficiente di correlazione prossimi allo zero. Questo significava che le serie storiche finanziarie erano paragonabili ai numeri generati dal gioco della roulette, da un gioco a sorte. Questo significava che la migliore stima del prezzo futuro di un titolo è il prezzo attuale. I prezzi passati non possono aiutare per predire i prezzi futuri.
In pratica non esiste un IF THEN ELSE, perchè il prezzo di un'azione è governato da nessuna legge fisica, o matematica, ecc. che sono appunto scienze esatte.
E ancora:
http://www.saperinvestire.it/index.p...k=view&id=1577
Le conseguenze di questo modello, che continuano a far discutere da più di 30 anni, non lasciano scampo ai gestori (almeno ai gestori attivi) e ai trader:
* tutte le metodologie di analisi, sia fondamentale sia tecnica, sono inutili al fine di sovraperformare il mercato, cosa che d'altronde risulta impossibile senza l’assunzione di maggiore rischio: le variazioni dei prezzi sono assunte come indipendenti sia dalle variazioni passate sia da altre variabili, come quelle legate ai fondamentali. La migliore previsione del prezzo di domani è il prezzo di oggi;
* l’unica metodologia razionale di investimento è il Buy and Hold: solo comprando i titoli e mantenendoli a lungo in portafoglio è possibile approfittare della componente di drift, ovvero della crescita lenta e costante del prezzo dei titoli.
Tanto da far affermare a
Burton_Malkiel nel suo libro "A Random Walk Down Wall Street" (che vi consiglio di leggere), il fatto che una scimmia possa, tirando a caso una serie di freccette sul Wall Stree Journal aperto sulla pagina dei titoli e prendendo i titoli indicati dalle freccettee, avere più possibilità di battere il mercato (indice della borsa ad per Wall Stree Dow Jones) che non una gestione finanziaria attiva (vedi gestori).
Inoltre, cosa da non dimenticare per la nostra discussione, le aziende non sono all'interno di sistemi isolati, come avviene per esempio nei modelli fisici o matematici dove vengono astratti vari aspetti del problema (ad esempio nel moto dei gravi si astrae la resistenza dell'aria).
Molti dei cambiamenti più importanti che posso influire sulle prospettive di guadagno delle aziende sono sostanzialmente casuali ed imprevedibili.
Ed infine non bisogna dimenticare che molte aziende dichiarano profitti artefatti per influenzare il mercato. Parmalat docet. Chi investiva in obbligazioni Parmalat pensava di investire in un'azienda sana e mai avrebbe pensato di trovrarsi in quel casino

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