Niente di importante
Il treno di mia moglie partiva alle 7.53.
Tutto il tempo per accompagnarla, passare dai miei e prenderla.
Casco, guanti giacca. Telefono e palmare nei taschini, sigarette in tasca a sinistra e chiave del cancello accessibile coi guanti.
Si va.
E dopo due settimane, un’influenza con trentanove e mezzo di febbre, di nuovo io e lei.
Rimetto gli occhiali dopo aver allacciato il casco, metto i guanti e giro la chiave.
Pelo lo starter, respiro, tasto grigio… il contagiri che segna mille…
Frrrrrrrrrrrrrrrrrr…
Un attimo gli occhi chiusi.
Poi dentro la prima, senza far rumore e piano, quasi al minimo fino al cancello.
Un colpetto di gas, la mia meravigliosa coppia di rovesciamento; e via in strada.
E ancora gas… un po’ di più stavolta.
Per sentire che il boxer spinge come un treno, per ricordarsi che a venti all’ora duecentotrentacinque chili di moto si buttano giù con un niente di forza sulle pedane. Per vederla, maestosa, fiera, snob, nera e signora. Per accorgermi che se non ci fosse da andare in ufficio arriverei a Capo Nord… Per quel brivido che stamattina, alle 8.15 è passato sulla mia schiena.
Mentre ridevo.
Banale? Se è così, scusate tanto, ma a qualcuno lo dovevo dire.
Gattonero
R65 – 1981 (ex)
R1150R – 2002
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