I problemi causati da un eccessivo tempo di riscaldamento al minimo sono vari. Il fattore più importante è però la distribuzione della temperatura. Al minimo, senza aerazione, il motore inizialmente freddo tende a surriscaldarsi in modo diversificato. In pratica, si formano forti gradienti di temperatura, il che significa che ci sono grandi differenze di valore nei gradi centigradi che regnano nelle varie parti centrali (testa, superficie pistoni, valvole, etc.). Tali gradienti provocano stress e deformazioni ai materiali che talora sono irreversibili. La conseguenza è una minore efficienza di funzionamento, un superiore attrito e una maggiore usura. I motori di oggi sono robusti e non sono troppo sensibili a questo, ma resta il fatto che il riscaldamento prolungato è tendenzialmente dannoso.
Meglio partire subito, senza però tirare le marce. Si tratta di avere una guida fluida e a bassi giri, sinché non si raggiungono le condizioni di regime. L'aria che lambisce il motore omogeneizza il processo di riscaldamento. La temperatura cresce in modo più uniforme nella varie parti del motore, senza innescare tensioni termiche nei materiali. Questo discorso vale in modo particolare per le unità raffreddate ad aria, ma anche per i motori liquid cooled le considerazioni sono analoghe.