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Originariamente inviata da abii.ne.viderem
Cari amici,
dopo aver letto gli interventi di biker boyz mi sono trovato costretto a rivedere la mia situazione di uomo e di motociclista. Quando acquistai la prima bmw usata, la splendida R850R, credevo di aver ceduto alla fascinazione di un mezzo elegante, versatile, compatto. Ovviamente mi sono precipitato presso il più vicino concessionario per abbigliarmi nella maniera più consona al mezzo, scegliendo i capi BMW che, soli, si possono abbinare alla motocicletta per qualità, eleganza, impatto visivo. Ma mi sbagliavo. La scelta di un mezzo non è mai il frutto di una serie di valutazioni, o solo di suggestioni; non è semplicemente la corrispondenza al proprio gusto e al proprio modo di interpretare il viaggiare. No. La moto e l’abbigliamento sono una sorta di proiezione, verso l’esterno, di quello che siamo. La moto e l’abbigliamento sono la risposta preconscia ad una serie di denegazioni che si sono potute risolvere e manifestare solo attraverso la scelta delle due ruote. Quando sfiliamo davanti alle vetrine dei negozi non ammiriamo, riflessa, soltanto la nostra immagine, ma la concretizzazione dell’idea che ci siamo fatti di noi. Quando parcheggio la moto di fronte al ristorante, mi accorgo che passo più tempo a guardare il mezzo che la persona che ho di fronte; che il cibo si raffredda perché la mia attenzione è catturata più dal luccichìo delle cromature che dal riverbero rubino del vino servito a tavola; che sto più attento all’afrore dell’olio bruciato che al profumo del tartufo spruzzato come pennellata d’artista sul risotto all’onda. Non siamo tanto quello che siamo, quanto quello che di noi vogliamo rendere percettibile. Dal noumeno al fenomeno. Questo ci vuol dire B.B. In fondo lo diceva Pindaro, ripreso con insistenza da Nietzsche: “Si diventa quello che si è”. Dunque, se un giorno cambiate moto (io stesso l’ho fatto in un momento di agnizione) è il subconscio che cerca una nuova corrispondenza tra il vostro nuovo “voi” e la cornice che più si adatta al vostro nuovo ritratto. Ma è vero anche il percorso inverso: non solo la mia natura, in potenza, mi spinge verso l’acquisto di una BMW; ma è l’acquisto di una BMW che ci spinge, spesso, a diventare persone diverse: da quando ho acquistato BMW sono un uomo più responsabile, mi pettino regolarmente, mi si è sviluppato un gusto per le cose belle della vita, che solo un approccio superficiale può definire come effimere. L’apparenza è sostanza. Lo stile va oltre la forma e diventa materia, solida, palpabile, incorruttibile; o almeno così vorremmo che fosse. Vorremmo diventare noi stessi delle moto, anzi, delle BMW. Grazie per avermi fatto capire.
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Mi è piaciuto molto questo spunto.
Del resto non capisco alcune delle risposte, totalmente inaderenti, che potevate evitarvi (non c'entravano niente con l'argomento).
Per me la moto è la potenzialità di fare ciò che voglio. Farmi notare. Essere su un prodigio costruttivo. Non perdere tempo negli spostamenti. Sentire più possibile ciò che ho intorno. Andare con un amico o con la mia ragazza ad esplorare strade sconosciute.
Rileggo i punti, e non posso che farti il verso: è una proiezione, come tante altre, dei miei desideri, delle mie pulsioni, di ciò che voglio diventare (o essere, il che concide) che vedo potenzialmente riconosciuti in un oggetto.
E riprendendo anche silversurfer, ora posso farmi un giro in moto con gli amici. La mia vita sociale è già splendida, ma la moto offre nuove esperienze.
E anche nuovi pretesti (chi vuol capire capisca :P)
Detta semplice e riassumendo, la moto è fighissima.