Di tornare indietro non ne voglio sapere, ma so che non è la saggezza a consigliarmi ... guardo gio, siamo in due e dobbiamo essere entrambi consapevoli di quello a cui andremo incontro. Abbiamo tende, acqua e da mangiare, c'è il rischio che le cose potrebbero andare per le lunghe.
Gio suggerisce di scendere con la corda e questa mi sembra una gran idea. Vado avanti io, ho meno da rovinare sulla moto. Tocco a malapena, cerco di non far prendere velocità perchè di aderenza proprio non ce ne è.
Qualche momento di esitazione e qualche sbilanciamento ma gio è li, mi rassicura e riusciamo a portarla giu.
Che fatica, guardo gio che risale a piedi, prendo fiato e piano piano vado verso la moto di gio. Piano piano riusciamo portare giu' anche la sua fino a metà discesa poi perdo la corda e guardo gio scendere l'ultimo pezzo di slancio
... è fatta.
Gio si accascia all'ombra di un'albero, come per pregare, la strana posizione mi preoccupa, vorrei tranquillizzarlo ... mi tolgo casco e guanti.
E' una roccia giusto il tempo di breve esplorazione a piedi da parte mia, ed è già operativo ... gli dico quindi che ci aspetta un'altra discesa, ma un po meno impegnativa.
La stanchezza ci ha fatto perdere lucidità e quella discesa che magari in altre circostanze non ci avrebbe dato problemi ci spinge a procedere con la massima cautela e aiutandoci a vicenda arrivando a superare anche questo ostacolo.
Il peggio dovrebbe essere passato procedo quindi con maggior sicurezza, ottimista di non trovare ulteriori discese, o almeno non così ripide.
Mi giro per controllare se gio mi segue e lo vedo in lontanza girare intorno alla moto
un modo come un'altro per parcheggiare la moto, con calma lo raggiungo, il fatto che la moto sia verticale mi traquillizza
Ecco finalmente il lago, probabilmente il primo segnato sulla mappa, questo vuol dire che siamo tornati sulla retta via o almeno abbiamo di nuovo un riscontro sulla mappa
Ci fermiamo per sistemare un baule, una delle tante pause che hanno interrotto il nostro cammino, telai e borse sono stati messi a dura prova. Un camion incrocia la nostra strada salutiamo, qualche parola, chiediamo quanto manca al prossimo paese, non ci rispondo in ore come loro solito, ma in chilometri, dicono 4 ma non ci convince ...
dopo 14 km ...
... troviamo gli altri laghi
ma ancora lontani dal paese !!!
e finalmente arriviamo all'hotel che precede il villaggio. Chiuso pero'

gio si siede sulla gradinata e conteplando la vista a valle dice "era proprio il posto perfetto per passare la notte".
Il problema che raggiungere un'altro posto dove dormire non è nelle nostre forze, cmq non ci resta che scendere al villaggio.
Gio ferma una ragazzo che lavora i campi lungo la strada e non so in che lingua, riesce a capire che l'hotel aprirà alle 18.30 e che giu' c'è un bar (in uno dei tre posti che ci nomina).
Scendiamo di spinta con la sola voglia di fermare la moto, passiamo il primo villaggio in attesa di un secondo con il bar. In realta' dopo non c'era nulla e tornando indietro ci accorgiamo di non aver visto ben tre bar
in un villaggio di 10 case.
Al bar ci accolgono con gran entusiamo, e cosi un'ora e trenta di attesa passa con gran velocità. Scherzano sulla religione, ci dicono chi è mussulmano, chi cattolico e chi ortodosso.
Le faccie sono veramente diverse l'una dall'altra ma sono tutti cordialissimi. Passano i camion che abbiamo incontrato lungo la strada dei laghi li salutano col sorriso, ma poi appena passati
ci dicono che sono dei "fascisti" e ci spiegano che rubano la legna, ogni giorno.
Arriva anche un Juli, giovane ingegnere che sovraintende ai lavori al lago del generatore elettrico. Ci dice che dormirà in hotel con noi ed anche lui attende con noi che lo aprano. Parla italiano bene, cosi
ci fa da traduttore con tutti gli altri.
Finalmente ci dicono che l'albergo è stato aperto da uno delle due persone del villaggio che lo hanno preso in gestione per il periodo estivo. In moto torniamo su per quella strada piena di sassi, ma la stanchezza,
fa si che non ci faccia neanche piu' caso, ho solo voglia di arrivare.
Poco dopo arriva anche Juli che si è fatto tutta la montagna a piedi e il tragitto non era affatto breve. Ceniamo insieme, cena misera: due fette di buon formaggio ma la compagnia piacevole di Juli e dei suoi aneddoti
compensa egregiamente.
[continua]