x Aspes
Ho letto il tuo post e condivido quanto scrivi.
Non infierisco sulla politica energetica italiana, perché è come sparare sulla croce rossa.
Ho però una riserva su quanto scrivi, dettata dalla mia estrazione tecnica d'origine e che riguarda le centrali idroelettriche.
Questi impianti fanno capo alla seconda fonte rinnovabile (dopo le biomasse), non inquinano, hanno un rendimento elevatissimo e hanno il grande pregio di poter regolare l'output (le grandi centrali termiche funzionano a regimi poco variabili) in funzione della richiesta della rete.
Il loro contributo costituisce il 25% dell’energia elettrica ottenuta sul pianeta, percentuale che potrebbe essere incrementata e che corrisponde a circa il 5% del fabbisogno globale di energia. Tutto vero.
A onor del vero va anche ricordato che questi impianti provocano un impatto ambientale non indifferente e comportano alcuni noti rischi sociali e ambientali. Che poi qualunque soluzione abbia un costo è ovvio, ma è bene ricordarlo, almeno finché intendiamo usare la lavapiatti e far funzionare le fabbriche.
Il fatto cruciale però è che nei paesi industrializzati le possibilità di trovare nuovi siti di captazione sono molto limitate, sia per i salti montani sia per i fiumi (installazioni ad acqua fluente). Praticamente, in Europa non ha senso contare su forti sviluppi dell'idroelettrico, ecco perché si tende piuttosto a rinnovare. Ed ecco perché molte compagnie di utilities legate all'idroelettrico si stanno muovendo verso l'eolico, investendo anche da noi (Campania, Sardegna). L'idroelettrico va bene nei paesi in via di sviluppo dove le azioni delle compagnia sono in costante crescita, diversamente da quelle nostrane che sono tipicamente per "cassettisti".