"Quaratatreesima vittima in 27 edizioni" (La Repubblica). Le Parigi Dakar e simili, spiace dirlo, sono trappole. Non esistono oggi corse per professionisti più pericolose. Lo dicono semplicemente i fatti. Adesso si è presa il più grande, e anche il più modesto. Fabrizio Meoni. Qualsiasi caduta sulla sabbia ad alte velocità è potenzialmente fatale, perchè il corpo non scivola, non si trascina, tutto l'impatto si risolve in un unico punto: si potrebbe morire semplicemente per la decelerazione. Magari di infarto dopo la caduta come pare sia successo ora.
Lo sport è una cosa, i terni al lotto un'altra.
I TG nazionali hanno dato prova di imbecillità in fotocopia. Prima hanno dato la futile notizia di Valentino Rossi che sciando investe un commercialista romano, poi ("restando in tema di moto") quella della morte di Meoni.
No comment. Tristezza enorme.
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