Il mio limite.
Ieri una tristezza infinita. Tristezza da tutor. Sulla Roma L'Aquila Pescara a 110, senza traffico e senza motivo. Il sole, la temperatura perfetta, il casco quello giusto, la giacca, gli stivali. E 110.
Un gruppo di Ducati, belle, rosse, grosse, una musica, con i piloti tristemente a schiena dritta, li ho incrociati e li ho sorpassati, lentamente, io a 118 loro a 114, ci siamo guardati con gli occhi spenti, abbiamo allargato le braccia, abbiamo proseguito tenendo la moto con una mano sola.
Qualcuno dirà che è giusto così, che la legge, che le regole, che la sicurezza, che la prudenza. Io che forse vengo da un altro pianeta, un pianeta vecchio e estinto, in cui la moto è la moto, la libertà e il sogno, io in questo pianeta tuttinfila ci sto scomodo.
Ho 43 anni, so cosa è la responsabilità, ho un'idea di quello che posso e non posso fare col culo su una moto, ho anche due figli e il grande va verso i sedici anni e parla solo di moto: i ragazzini sono loro e non voglio che nessuno ci tratti me, da ragazzino.
Le leggi e i limiti sono gli stessi da una vita, nel frattempo in questi anni io sono passato dai freni a tamburo dell'Xt all'Abs del Gs. E il limite non è cambiato. Ma tanto loro vanno col lampeggiatore acceso e i limiti non li sfiorano nemmeno, li superano e basta.
Amareggiato.
pm
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Bmw R1200 Gs 2007 / Yamaha Xt 500 1980 / Vespa 50 Special 1978
Libero pensatore.
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