Sono in parte d'accordo con quello che scrive Aldo. In particolare, trovo che la parte migliore della sua spiegazione sia la seguente:
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[...]Vorrei sottolineare che per sviluppare una coppia di rovesciamento, che poi è una coppia di reazione, ci vuole una coppia motrice. Una coppia motrice può esistere solo in presenza di una resistenza (provate a spingere con forza una piuma che galleggia nell'aria, non ci riuscite perché non oppone alcuna resistenza). Una resistenza può essere generata dal fatto che stiamo producendo un lavoro, stiamo sollevando qualcosa (ad esempio stiamo andando in salita quindi stiamo immagazzinando energia potenziale), o stiamo accelerando qualcosa (siamo in accelerazione con la moto quindi stiamo immagazzinando energia cinetica) o stiamo dissipando dell'energia (stiamo viaggiando a 150 Km/h in autostrada trasformando benzina in riscaldamento dell'aria per attrito). Se non c'è lavoro prodotto non c'è resistenza quindi non c'è coppia quindi non c'è coppia di reazione quindi non c'è coppia di rovesciamento.[...]
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Però, alla luce di questa spiegazione, trovo incongruo il seguente passaggio :
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[...] Sempre considerando che la coppia di rovesciamento è proporzionale non alla velocità ma all'accelerazione delle masse in rotazione, a regime costante non esiste coppia di rovesciamento [...]
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Se per avere coppia di rovesciamente basta trasmettere coppia motrice, questo lo si può fare anche a regime costante, purché si dissipi energia in qualche modo (resistenze meccaniche e aerodinamiche).
Nel passaggio seguente invece trovo un vistoso errore concettuale:
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[...] Il nostro sistema motociclo esce con la ruota motrice. Quindi tutte le forze che il motore riesce a produrre sul sistema sono quelle producibili attrverso la ruota indipendentemente che la trasmissione sia ad albero, a catena, idraulica, a cavo flessibile, ad ingranaggi ecc.
Il nostro sistema è in grado di generare una coppia applicata alla ruota. Dato che la nostra ruota è un organo in grado di trasformare un movimento rotatorio in movimento lineare la rotazione produce una spinta in avanti del perno della ruota. La coppia necessaria per produrre l'accelerazione della massa della moto e del conducente si traduca in una coppia in senso opposto applicata alla scatola della coppia conica, coppia che, essendo contraria alla rotazione della ruota, va a cercare di sollevare la ruota anteriore. Ecco perché quando si parte le forcelle si sollevano. [...]
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Tutto questo non è vero.
La spinta lineare prodotta dalla ruota sul terreno, di per sé considerata, non è una coppia, per definizione, mancando appunto una seconda forza di segno opposto. Essa quindi, isolatamente considerata, non è in grado di impennare la moto.
In realtà, la tendenza ad impennare si manifesta perché la spinta in avanti è applicata, attraverso il battistrada, a livello della strada, mentre il baricentro della moto, su cui invece agisce l'inerzia, si trova molto più in alto: è dall'azione di spinta e inerzia (forze di segno opposto) su due punti distanti tra loro (battistrada e baricentro) che salta fuori una coppia, e notevole, che farebbe impennare la moto anche se per assurdo questa fosse a trazione anteriore (e infatti anche le auto a trazione anteriore cabrano).
L'effetto che dice Aldo, cioè la spinta al sollevamento della ruota anteriore indotto dall'accelerazione della ruota posteriore, si verifica soltanto nelle moto dotate di coppia conica, e quindi di trasmissione cardanica.
Più esattamente, in tali moto, che, come quasi tutte, hanno la sospensione posteriore a braccio oscillante longitudinale infulcrato anteriormente, la coppia di reazione prodotta dalla ruota (per mezzo della corona) sul cardano (attraverso il pignone) tende a sollevare il fulcro della sospensione; l'effetto risultante è che la sospensione si distende in accelerazione (e corrispondentemente si comprime in frenata), effetto visibilissimo nelle BMW non dotate di Paralever e nelle Guzzi senza braccio di reazione.
A riprova di tale fatto, basti pensare che le moto dotate di trasmissione a catena, pur avendo una sospensione geometricamente identica alla vecchia Monolever (o alla tradizionale sospensione Guzzi), non tendono affatto a distendere la sospensione in accelerazione, nonostante l'accelerazione impressa dalla ruota posteriore al terreno.