La moto
Dal sito: 3percenters.it
La moto
La moto è un modo personale di affrontare le cose, e non necessariamente il più comodo.
Se si sceglie la moto per le proprie esigenze, non si è necessariamente motociclisti: si sta utilizzando il mezzo di trasporto più idoneo.
Che è diverso.
Ecco perchè proliferano gli scooteristi, le copertine paragambe, i caschi integrali multifunzione, il BMW C1 col tettuccio o addirittura le moto a tre ruote.
Per me "andare in moto" equivale ad essere un motociclista, quindi è qualcosa di più.
Non uso la moto perchè c'è traffico o perchè c'è un bel sole né tanto meno "per fuggire dalla vita di tutti i giorni": palle.
Io amo la mia vita di tutti i giorni, la mia famiglia e non voglio fuggire da un bel niente.
Solo che sono un motociclista, il che mi porta a scegliere la moto per definizione, anche quando essa non è il mezzo più indicato.
La moto per me è uno stato mentale: la consapevolezza del fatto che qualsiasi cosa stia facendo, resto un motociclista.
C'è sempre un angolo del mio cervello impercettibilmente sintonizzato su quel mezzo a due ruote. Penso alle modifiche da fare, ai prossimi viaggi, a volte ricordo le ultime sensazioni provate in sella: è una specie di denominatore comune sulle altre cose.
E aggiungo che non amo "le moto" in generale, sono invece piuttosto snob: amo la MIA moto, quella che ho scelto, e che mi identifica perfettamente, mi fa sentire completo, che mi è complementare. Mi somiglia.
E' robusta ma non va fortissimo, è affidabile e generosa, ha una storia e grandi significati legati al passato. Ha un'estetica unica perchè l'ho trasformata piano piano.E' la mia. E' unica.
Questo potrebbe far pensare che, come conseguenza, io debba selezionare i viaggi e le gite, ma non è così: se ho voglia di andare da qualche parte ci vado e uso sempre la stessa moto. Magari la rinforzo, la modifico, la miglioro, ma è sempre lei.
Ecco perchè affronto sterrati e asfalti, neve e sabbia, ma anche il quotidiano dei bambini a scuola, il pavè di Corso Italia, le foglie morte sui tornanti del passo del Bocco (che sono più pericolose della sabbia della Mauritania).
Mi è naturale affrontare queste cose con la MIA moto.
Non mi piace l'idea di cambiare moto a seconda del viaggio, sarebbe come tradire un vecchio amico che fa sempre del suo meglio per starti vicino.
A volte mi fermo a pensare cosa ci sto a fare in moto con una Belstaff anni 70 e un vecchio casco jet sotto la pioggia o all'Elefantentreffen o a 40 gradi sotto il sole africano.
In quelle occasioni ho talvolta la vaga impressione di stare facendo una cazzata, ma nello stesso tempo mi sento più vivo, totalmente padrone delle mie decisioni e della mia libertà, in totale controllo delle mie scelte.
E sono felice perchè sento che sto vivendo esattamente quello che ho deciso di vivere e nel modo che volevo.
E' una sensazione esclusiva e privata, la stessa che unisce i motociclisti mentre si incrociano e si salutano su qualche oscuro tornante, magari verso una meta che ha un senso solo perchè l'hai scelta come punto di arrivo.
E la consapevolezza che tutti e due, per quell≠attimo, stanno provando gli stessi sentimenti.
Poi ognuno sulla strada.
Forse per non incrociarsi mai più.
Roberto Parodi
p.s. concordo in pieno e faccio un plauso all'autore.
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"CI SONO PERSONE CHE SANNO TUTTO E PURTROPPO È TUTTO QUELLO CHE SANNO.
O.W.
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