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Vecchio 05-12-2004, 19:55   #7
Tonyvilla
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Per la cronaca, riporto il post scritto dalla Pat sul sito di Enduro Stradali:
lascio a voi giudicare se il percorso era un'autostrada o no...



Partecipanti: il Presidente MV, Loris, Sergio, Walter, Stefano, Giorgio, Picard, Bob, Pat, Alessandro, Blackman-Alberto, Tony, Missilistica-Enrico, TonyVilla

Il primo pensiero del mattino, dopo aver dato un’occhiata fuori è stato:
“Naaaa, questa notte ha piovuto!!! Miseria ladra, che scusa mi invento?”
Il tempo stringe, non mi viene in mente niente e decido di andare lo stesso.

Causa ritardo di Picard raggiungiamo il gruppo al primo tornante del Grappa, e ci infiliamo in un sentiero “tempestato” di sassi. Alla prima curva mi si spegne la moto, rivolgo a Picard uno sguardo “bovino” e gli dico: “Ma io non ce la faccio!”. Picard minimizza e mi dice che dopo è solo strada bianca…
Tze, strada bianca! Proseguiamo, per un po’ la strada è effettivamente bianca, poi segue un pezzo d’asfalto e quindi un sentierino 100% di puro fango: il Presidente mi è davanti e pluff! un secondo e lo vedo per terra.

Il Presidente a terra?! I dubbi iniziali sulle mie possibilità di uscirne viva diventano certezze:
NON ce la farò mai!
Un altro tratto di asfalto e poi ancora sterrato, o meglio una lunga vasca di fango, acqua e ancora fango.
Le moto, quelle che ho potuto vedere io, scivolavano come fossero sul sapone, il plotone prosegue lentamente, sembriamo dei grossi lumaconi, le cadute non si contano: Bob “sdraia” malamente la moto e finalmente perde quell’aria da bravo ragazzo che non gli dona; Blackman grufola nel fango un paio di volte, Tony si distrae e lo imita.
Tra una caduta e l’altra, decido che sia opportuno osservare il fondo attentamente e da molto vicino, così mi distendo a pancia in giù sul fango in modo da avere un punto d’osservazione che non lasciasse dubbi al fatto che ero nella melma fino al collo.

Riparto, grazie all’impagabile Picard che mi aiuta a rialzare la moto, e raggiungiamo il gruppo: una breve sosta e via ancora.
Non saprei dirvi in che direzione, forse Possagno, so solo che ad un certo punto ci infiliamo in un sentiero a fondo misto: sassi grandi e sassi piccoli con l’aggiunta di fango e acqua.
Non vedo più nessuno e ho un solo pensiero in testa: non lasciare che questa stupida moto ti sbatta per terra! ‘Na guerra: la moto scartava da tutte le parti e il sudore mi colava giù per la schiena: incredibile ma vero ne vengo fuori senza cadere! Ma ormai avevo dato tutto…

Si riparte, in direzione di un guado, a detta degli smanettoni, bellissimo: mi dicono che così i veri uomini lavano le moto… Sarà, penso anche che io non sono un vero uomo, ma non mi sembra il caso di dirlo…
Poco prima del guado mi impanico e non riesco più a ripartire: sono in discesa su ghiaino e la moto mi si spegne in continuazione. Più di qualcuno torna indietro ad incitarmi, Stefano e Picard mi danno dei consigli ma il microprocessore è in tilt: solo l’orgoglio mi permette di resettare il sistema centrale, riparto in "modalità ridotta", e finalmente vedo all’orizzonte il guado. Stefano mi spiega come passarlo e mi lancio: “E vai!!!” ce la faccio anch’io.

Qui i “ragazzacci” si scatenano, Enrico, Tony, Stefano, Picard, Alessandro si scatenano dentro e fuori dal guado: è stato bello guardarli e spero che a breve siano pubblicate le foto a testimonianza dell’impresa.

Si riprende in direzione della trattoria, veloce deviazione (io mi astengo) su un altro piccolo guado e arriviamo a destinazione per il pranzo.

Solita piacevolissima conviviale e poi i saluti: non so se qualcuno è tornato a grufolare nel fango, io me ne sono andata a casa felice e contenta dell’impresa.