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Originariamente inviata da 3alista
(..) Io ho trovato illuminante la lettura del libro "Storia della corrente del Golfo", si capisce moltissimo di come siano le dinamiche a breve, medio e lungo termine; come tutti i sistemi il sistema Terra reagisce alle sollecitazioni (..) chiaramente e' solo la mia opinione
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Sì, ma è un'opinione pericolosa...
Certo che le piante possono limitare l'effetto serra, assorbendo la CO2, mica è una novità...
Ma le foreste, invece di crescere, diminuiscono in maniera vertiginosa.
L'effetto serra è in gran parte causato dalle attività antropiche, ormai è assodato. Ormai gli studi che lo attestano non si contano...
Allego un articolo comparso oggi su "La Provincia" (zona Insubria, 300'000 lettori), che trovo indicativo e che accenna anche alla Corrente del Golfo:
Negli ultimi giorni il caldo ha toccato livelli eccezionali per la stagione. Caldo record anche a Mosca e New York. Nel centro-nord europeo la tempesta Kyrill ha infuriato a 150 km/h, causando danni ingenti e morti. Nel contempo, sono state formulate previsioni di nuovi freddi. Che sta succedendo? Se lo stanno chiedendo in molti. Le anomalie naturali fanno paura, è normale; è un po’ come vedere il mare placido che si ritira prima che sopraggiunga lo Tsunami.
Alcuni paventano la resa dei conti climatica per i danni arrecati al pianeta, specie in termini di effetto serra. Si tratta forse di un primo assaggio? Questo allarme serpeggiante nei media fa in verità un po’ rabbia… per il come e per il quando. Esso dimostra solo come siamo bravi a piangere sul latte versato. Ci aspettiamo il peggio, ma poco facciamo per evitarlo e finché possiamo non ne parliamo. Poi, improvvisamente, gli alberi in fiore d’inverno rievocano i moniti degli scienziati.
Negli anni ’60 il meteorologo Usa Edward Lorenz descrisse il carattere caotico dell’atmosfera e ricorse al paradigma dell’“effetto farfalla”: un lieve battito d’ali su una parte del globo può scatenare un tifone in un’altra. Questo ci fa intuire che il tempo sovrappone ai suoi cicli stagionali una serie di oscillazioni imperscrutabili. Pertanto, rilevare tendenze climatiche nell’arco di qualche giorno o di qualche anno lascia il tempo che trova e riflette piuttosto una disconoscenza dei problemi veri.
Occorre invece considerare i processi a lungo termine; che non mancano. Ad esempio, il ritiro dei ghiacciai, enormi masse in scambio termico, è una testimonianza eloquente del riscaldamento globale. Eppure, se ne parla più che altro nei documentari. Fa senz’altro più scalpore la comparsa dell’orsa risvegliata dal letargo che con due cuccioli ha attraversato un campo da sci a Madonna di Campiglio.
Uno stupore del tutto normale, come si accennava. Ma è proprio questa nostra normalità col respiro corto che ci farà accantonare i problemi ambientali, non appena avremo un inverno con la neve. Crederemo che le cose si sono riaggiustate, dimenticheremo che l’attuale crisi termica è causata proprio da noi e che nessuna alterazione così ingente si è manifestata da 55 milioni di anni a questa parte.
Ci pare significativo dover ripescare gli annali del 1860 per trovare un dicembre temperato come quello appena passato, mentre difficilmente ci spaventa il rialzo globale di 2-6 gradi previsto nei prossimi 100 anni. Eppure, superato l’incremento di 2,7 gradi, il ghiacciaio della Groenlandia si scioglierà; oltre i 4 gradi di aumento le foreste pluviali spariranno.
Le glaciazioni sono cicliche e tra due di esse, come ora, le tendenze termiche si amplificano. L’attuale riscaldamento antropico rispecchia la condizione di chi pigia il gas in discesa, lungo una strada sempre più ripida e calda. Questa corsa, paradossalmente, potrebbe anticipare una nuova glaciazione. Infatti, lo scioglimento dei ghiacci ha formato nell’Atlantico un colossale fiume d’acqua dolce capace di dissolvere quel flusso calorifero che è la Corrente del Golfo e quindi di gettare l’Europa e l’America del nord in incessanti giornate polari. Per l’ultima glaciazione sono bastati sbalzi di 5-10 gradi.
Rane e rospi sono ovunque in declino, per via di un fungo patogeno favorito dalle temperature più alte. Le rondini iniziano a migrare in Gran Bretagna, anziché in Sudafrica. Negli ultimi 30 anni il Polo Nord ha perso il 40% della superficie, le popolazioni antartiche si sono ridotte di un terzo e le fasce subtropicali si sono allargate di 240 km. La desertificazione minaccia un miliardo di persone.
Per qualche strano motivo noi continuiamo a credere che all’ultimo momento potremo sempre soffiare sul pentolino del latte. Salvo farci sorprendere da qualche giornata calda. Scordiamo che nel pentolino ci siamo anche noi; vicino al bordo.