3 Agosto, giovedì. Parto io
Partire da solo mi è sempre piaciuto. Partire da solo con un incarico da svolgere ancora di più. Trovarsi solo in aeroporti di città che non conosci e che non ti conoscono mi da una sensazione di libertà assoluta. Arrivo a Guayaquil che è il pomeriggio del venerdì, il cielo è plumbeo, fa caldo ma neanche quanto mi aspettavo. Prendo subito un taxi con l’indirizzo dell’hotel california in mano e la promessa che lo pagheranno alla reception visto che io ho solo biglietti di grosso taglio.
Il resto del pomeriggio, come i successivi due giorni, li passo a redermi conto di dove sono, passeggiando lungo il Malecon, salendo sul cerro Santa Ana, andando allo stadio a vedere il Derby locale, invitato da Francisco, l’agente di dogana che seguirà la mia pratica nei giorni successivi.
Guayaquil non è Buenos Aires o Rio, me ne sono accorto dalle volte che sono entrato dentro i centri commerciali. Posso dire di averli visitati tutti.
Una cosa interessante, a dire il vero, mi è capitata. Nell’albergo ho conosciuto un ufficiale dell’esercito impegnato sul fronte della Farc che dalla Colombia spesso si spinge oltre il confine. Mi ha raccontato un sacco di cose allucinanti sulla guerriglia e la vita nella foresta, parlando anche di vulcani e centri energetici. Poi però finiamo a guardare assieme il gran premio di F1...
Finalmente arriva lunedì, che passo tra uffici e uffici assieme al fidato Francisco. E martedì, che passo tra uffici e uffici. Martedì parte il gruppo dall’Italia. E martedì pomeriggio apro il container e scarico una a una le moto, verificando eventuali danni che per fortuna non ci sono.
Mercoledì terminiamo le ultime pratiche di sdoganamento e con Hugo Velarde che è arrivato nella notte dal Perù andiamo a prendere il gruppo all’aeroporto. Sempre col pulmino di Hugo, dopo aver lasciato i bagagli in albergo, andiamo tutti assieme a ritirare le moto dal terminal della Dole. Panico per una moto che non parte, lì per lì non riusciamo a risolvere il problema anche se Mascam ha già capito che basterà escludere l’antifurto. Carichiamo la moto su un pick up della dole e partiamo in gruppo verso l’albergo. Compatti percorriamo i grandi viali di Guayaquil che è già buio. Il traffico è pazzesco, noi distratti dall’emozione di guidare la nostra moto tanto lontano da casa, ma arriviamo senza problemi all’hotel. In garage bastano dieci minuti a risolvere il problema alla GS di Claudio. Invertendo la polarità nel ricollegare la batteria aveva bruciato l’antifurto che quindi escludeva l’accensione del motore. E’ bastato escludere l’antifurto. Cioè, è bastato che Mascam escludesse l’antifurto.
Stanchissimi, resta solo da placare la fame prima di buttarsi sul letto. E lo facciamo in un’anonima tavola calda vicino all’albergo che ci promette piatti veloci, abbondanti e una tavolata unica.
__________________
BabboAle ver. 2.0
|