Attenzione: discussione antipatica.
Questa mattina mi sono recato in ospedale per un appuntamento, casualmente in corridoio ho incontrato una persona...su di una sedia a rotelle, spinta dalla moglie con accanto la madre.
Era Marco, un ragazzo che in moto, due anni addietro, ha avuto la sventura di centrare una Toyota dietro una curva in Valnerina.
A tutt'oggi è paralizzato...al punto di non poterti neppure stringere la mano...
per non parlare dello smagrimento, dello sguardo e del modo di esprimersi.
Non ho parole per descrivere l'angoscia che sento in questo momento, ma di sicuro all'uscita di domenica sarò l'ultimo del gruppo.
Lo so il discorso è antipatico, me l'hanno già detto, però visto che si permette di postare discussioni sullo strisciare le teste in terra...spero che nessuno si offenda se ogni tanto qualcuno ricorda che su strada una situazione come quella di Marco può capitare a chiunque ed in qualsiasi momento.
Pensiamoci solo un attimo, magari quando ci troviamo di fronte una curva cieca, sulla strada dietro a quella curva ci può essere davvero di tutto, compreso il nostro destino.
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Dio è morto (Nietzsche)
No, Nietzsche è morto (Dio)
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