La Baviaanskloof Reserve è uno dei pochi parchi in cui sia consentito all’accesso ai motocicli… Addo Elephant… Kruger… solo per citare i più famosi e belli sudafricani, applicano norme severe anche solo per le auto: velocità ridotta, non uscire dai percorsi segnati, non salire sul tetto dell’auto e viaggiare con i finestrini chiusi, campeggio solo nelle aree previste e con prenotazione da fare in largo anticipo a seconda della stagione. Il tutto a proprio rischio e pericolo. Figurarsi per le 2 ruote che sarebbero esposte con i loro conducenti ad eventuali incontri ravvicinati con gli animali presenti.
Per cui non mi sono lasciato sfuggire l’occasione.
Poche decine di km. separano il Makkedaat Caves dall’ingresso occidentale della riserva. Pago la bellezza di 2 euro circa e sottoscrivo lo scarico di responsabilità nei confronti del gestore del parco… annotano i miei dati e firmo anche l’ora d’entrata.
Il guardiaparco mi raccomanda di prestare attenzione ai Baboons. E daglie!... Giuro che non gli offro neanche una caramella e men che meno la giugulare.
I primi guadi fino al passo sono abbastanza secchi e quando pensi di avere passato il più ne arrivano in rapida serie altri 3/4 abbastanza lunghi… frega nulla di lavarsi… il peggio è far andare giù Fotty sulle pietre melmose e provare a rialzarla cercando di stare in piedi, con spettatore qualche animale tra le canne.
Solo in uno, quasi all’uscita ormai, visto l’imminenza del cemento armato ho aperto il gas e mi sono ritrovato in una buca con il posteriore… appoggiandola sulla borsa sinistra. Credo di averci messo 4 secondi netti a tirarla su per evitare che mi entrasse aria dallo snorkel sinistro. “Giocherollona… sempre pronta a rotolarti appena possibile!”
Finora qualche decina di babbuini, alcune antilopi, una famiglia di bufali… ad un certo punto appena dopo un guado in secca ed una curva me lo trovo davanti… messo di traverso con il muso e le corna rivolte verso di me, occupato a masticare un ciuffo d’erba rinsecchita appena raccolta dal ciglio della pista.
M’è tornata in mente in quei lunghissimi 10 secondi in cui ci siamo fissati una sorta di filastrocca che la guida dei Pays Dogon in Mali eseguiva tutte le volte che incontrava un conoscente sulla falesia:
- Buongiorno sig. Bufalo, come sta?
- Bene grazie. E lei?
- Bene. E la sig.ra Bufala?
- In salute. E sua moglie?
- Bene grazie. E il bufalino?
- Ottimamente, non sta mai fermo.
- Ma mi dica… sua mamma è ancora con noi?
- Acciaccata dall’età, ma ringraziando il cielo si.
- Le porti i miei saluti allora.
- Mi scusi se la disturbo… ma mi riesce male girare la moto… sa com’è. Le farebbe niente spostarsi un pochino?
- Uff… sono appena arrivato e qui c’è anche un po’ d’ombra. Non potrebbe attendere una mezzoretta intanto che finisco la digestione al secondo stomaco?
- Ha tutte le ragioni sig. Bufalo… è che la strada è ancora un pochino lunga. Eppoi devo essere fuori prima delle 16.30… sa com’è… i guardiaparco poi si preoccupano se non mi vedono arrivare.
- Si però la prossima volta si premuri di vedere se la strada è libera… non è che posso andare su e giù per il fianco della collina solo per lei.
- Troppo gentile…grazie mille e arrivederci.
- Mi saluti sua moglie.
- E lei la sig.ra Bufala.
- Non mancherò.
- E la cara vecchia Bufalona… che il signore ne abbia cura!
- Sarà servito.
Alla fine faccio l’unica cosa possibile… due colpi secchi alla manopola del gas… lo sbraat sbraat dell’Akra seppur mitigato dal DB killer lo infastidisce quel poco da farlo scendere più sotto nella boscaglia.
A ¾ del percorso c’è la parte più dura… un tratto di circa 3 km. da fare in salita a mezza costa con contropendenza e pietre grosse. Hanno cercato di provi rimedio cementando due lingue di calcestruzzo per la carreggiata delle auto, ma le gettate sono fatte a pezzi di 2/3 metri… poi si interrompono o sono saltate per le piogge lasciando scalini ogni volta di 10/15 cm. Alla fine meglio stare in mezzo alle twospoor sui sassi con un filo di gas e la frizione in mano.
Finalmente il Bergplass e l’ultimo altopiano in terra rossa, il Gate Est dove registrano e firmo la mia uscita dal parco e la discesa fino agli aranceti di Patensie. Scopro grazie al cartello il nome dei piccoli “Bambi” che avevo fotografato in Die Hel.
Non uso videocamere, anche se spesso renderebbero al meglio i percorsi. Sicuramente più delle poche foto che faccio.
Questo video di T4A da una 15a di minuti e fatto con un Suzuki Jimny rende benissimo la mia giornata nel Baviaanskloof... solo un pochino meno acqua nei primi guadi... il fiume era simile. Mi è arrivato pochi giorni fa... l'istinto mi ha fatto tenere la destra, come consigliato dal conducente.
https://www.youtube.com/watch?v=F6YDfM9hQcA
Da Ryad ha fatto oltre 6600 km. In Pirelli dovrebbero spiegarmi come si riesce a consumare completamente la fila da 4 tasselli ed avere ancora qualcosa invece su quella da 5.
Oggi son chiusi è domenica… domani mattina mettiamo la gommina nuova che ci aspetta un po’ di strada Fotty. Il gommista di Harold è a 3 km. dalla camera che ho preso per questa sera a Port Elisabeth.