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Vecchio 10-05-2006, 23:57   #47
blacktwin
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Grazie a tutti per gli apprezzamenti dei miei "lunghi scritti"... a volte mi faccio prendere la mano... ma almeno, sembra, non vi ho annoiato...

(allora, beccatevi questo post... )

Caspita, Merlino, hai proprio centrato il “nocciolo”…
Come diceva Ramòn (Gian Maria Volontè - Per un pugno di dollari – Sergio Leone), “… devi mirare al cuore… “.
Non ci avevo mai pensato; o forse sì…
Quando usci la K100 mi colpirono subito le scelte ardite del Responsabile Progetto, l’Ingegner Stefan Pachernegg (un motociclista di lungo corso… purtroppo perito in sella, anni dopo, in incidente stradale), che per primo al mondo aveva osato una tale quantità di innovazioni, nel Design e nella Tecnica, in un “campo” quello della moto, che all’epoca era un po’ “stagnante”, andanto perdipiù contro una serie di “dogmi istituzionali” caratteristici della BMW Motorrad all’epoca.
Pensai subito: una moto fatta da un Uomo del genere deve sicuramente essere una gran Moto.
Perché uno che realizza una cosa del genere, in quel “background”, non solo deve avere “le palle”, ma anche deve essere sicuro di non fallire, perché un insuccesso significa la “eliminazione”, quando si è a certi livelli (da interpretarsi come licenziamento in tronco…).
Ovviamente, la “rivoluzione” era tale che la BMW (antesignana anche in questo, oggi lo fanno tutte le Case, ma all’epoca è stata una rarità) targò un “lotto” di esemplari, e la concesse in “prova giornaliera” ai clienti potenziali.
Avendo un boxer all’epoca (R100CS), mi fiondai a provare la K 100.
Due difetti li aveva: una fastidiosissima “risonanza” di vibrazioni sui 4.000/4.500 giri sulla pedana sx (veramente insopportabile, ti informicolava il piede dopo poco), e considerate che ai quei giri corrispondeva la classica velocità di trasferimento 120/130 all’ora, e una linea ai miei occhi “brutta”
(parlo della “nuda”, la prima uscita).
Bon, aspetto la seconda serie, sicuro che sarebbe migliorata sotto i due aspetti.
Alla uscita della K100RS il Design, con pochi e sapienti “ritocchi”, era mozzafiato (ancora oggi mi sembra “inarrivabile” da molte moto – anche recenti – compresa la mia attuale K 1200 RS), ma il difetto della vibrazione non era sparito…
Quando uscì la K75, e vidi quel motore 3 cilindri con albero fasato a 120°, mi dissi: è la mia moto.
Un 3 cilindri a 120° infatti è la metà del Principe dei Motori, il 6 in linea, chiamato dagli intenditori Straight Six. Liscio e rotondo come il Principe (inaccettabile su una moto – qualcuno ci ha provato, e sono stati dolori…), avrebbe l’unica “pecca” di una vibrazione residua sulle forze di II° Ordine, subito “eliminate” dal contralbero pensato dai Progettisti BMW (… sempre il Grande Stefan… uno che in moto ci andava personalmente, con la Squadra Collaudatori…); quindi aveva anche quella certa “cattiveria” nel girare in alto che il 4 non possedeva: non parlo di “spinta”, ma di “linearità” ai regimi prossimi al limitatore. All’epoca ero ragazzino “testa calda”, e ci davo il gas (sempre con cervello) anche su strada (già frequentavo la Pista, con la 125 Sp e poi la 350 RD): mi piaceva ingarellarmi con i “postini” in Futa, e piu’ sono state le volte che sono arrivato davanti, che “pari”… (trucchi: manubrio della “S”, moto “assettata” non originale, freni Discacciati Flottanti - in Ghisa - con pastiglie Ferodo CP, e gomme Pirelli MP7, 110/80 e 130/70, i primi “semiradiali” apparsi sul mercato… un passo avanti incredibile, non “compreso” da tutti subito…).
Iniezione elettronica, accensione a “scintilla persa” (l’avevano solo alcune Porsche, ma quelle “Top”…), bobina “singola”, frizione e albero cardanico controrotante (annullo della “coppia di rovesciamento” tipica del motore longitudinale..), una serie di finezze tecniche vestite da una linea ancora oggi attuale (confrontatela con le “regine” di quegli anni, Honda VF 750 o Yamaha 750 Genesis, e vedete che “catrami” sono oggi quelle solo a guardarle…).
L’unico dubbio di tutta quella Innovazione Tecnica era l’Elettronica: abituato a carburare le mie moto da gara, e conoscendo profondamente accensioni e carburatori “classici” dell’epoca, io che avevo sostituito un bilancere di scarico dell’R100 rotto a Napoli (a ferragosto…) a “cuore aperto” in una Area di Servizio della Circonvallazione, il Silicio mi lasciava francamente preoccupato: non ero mai rimasto “a piedi”, sono sempre tornato a casa sulle ruote (anche con un azionamento frizione spostato sulla leva del freno posteriore, su una Yamaha 750, causa rottura del cavo in Valtellina…), e sapevo bene che in caso di “blackout elettronico” (non imprevedibile, all’epoca, come anche oggi), non avrei avuto alternativa al Carro Attrezzi…
Superati i 40.000 km senza un problema, mi sono tranquillizzato; quella moto era semplicemente eccezionale.
Si è beccata mulattiere, greti del Piave, Misano, Varano, Mugello, Le Mans, Zandvoort, ho limato tutto il limabile, e caricata come un Mulo per i viaggi in Europa (450 Kg complessivi, pesati in Bilancia Pubblica, per il viaggio “Europa Tour” da cui è stata tratta la foto sopra…), Raduni Invernali a –17°C partendo al primo colpo alla mattina (vantaggi di non avere l’albero motore immerso nell’olio…), titillate al limitatore quando “non si poteva togliere il gas”…
A 100.000 km ho sostituito la catena della distribuzione (trovata al 50% dei limiti di usura previsti dalla Casa), e null’altro a parte i tagliandi (eseguiti sempre personalmente), con l’ultima registrazione gioco valvole a 45.000 Km (poi, il naturale e definitivo assestamento non ha piu’ richiesto intervento: a 80.000 le ho trovate in ordine, quindi successivamente ho lasciato perdere…).
Sempre cambiato senza frizione, ho ancora la frizione originale (come tutta la cinematica della trasmissione: usato sempre olio Ipoide classe GL-6, Petrol Caltex, l’unico che supera le Specifiche Militari U.S.A….).
E’ l’unica moto tra quelle avute (… o quelle dei conoscenti…) che non mi ha MAI dato un pensiero.
La guardavo e dicevo: perché non ti rompi, così ti metto le mani addosso???
Ok, vuoi la sfida: allora io ti lavo solamente, ti cambio olio e candele, ti metto la benzina, e aspetto tranquillo sulla sponda del fiume…
Nulla. Allora vuoi la guerra!!!
Bene, ti tolgo da sotto la sella la Trousse dei Ferri (potevi smontare tutta la moto, anche lo Spessimetro c’era…), e matematico che ti succede qualcosa, anche una stupidaggine, magari a 500 km da casa…
Nulla.
La volta che ho smarrito le chiavi nel parcheggio del Neuschwanstein (o come caspita si scrive…), o pensato HA HAAAA… adesso ti smonto !!!!
Pirla, mi ha ricordato la mia compagna di avventure dell’epoca, lo sai che hai messo la chiave di “rispetto” dentro alla freccia posteriore sx, e hai il coltellino svizzero in tasca, con il cacciavite a stella… datti da fare che qui tra un po’ piove, ed è meglio se torniamo in Albergo, che ti do io una “ripassata”… (… donna mitica… soprattutto quando mi dava il cambio alla guida… e io improvvisamente ero “stanco” nei lunghi tratti autostradali di “trasferimento”… hehehehe…).

Che Gran Moto la K75

> Ecco perchè il razionale e pragmatico che è in te, si rifiuta di abbandonarlo, nel tuo razionale sai che non esiste altra moto come lei, nel tuo pragmatismo sai che disfartene lascere un vuoto incolmabile. >

Vero: la K 75 è una moto Razionale e Pragmatica come nessun’ altra, e mi somiglia, nella sua essenza: snella, spigolosa ed essenziale; ma di Carattere, e con contenuti… (e da 25 anni lavoro nel campo delle Moto, le conosco bene…)
… è una moto che – non ridete – per molto tempo ho associato alla immagine di me, quella che ognuno di noi ha dentro sé stesso: mi “rappresentava” adeguatamente.

Oggi ho un po’ di grigio tra i capelli, sono piu’ “tranquillo”, me la prendo piu’ comoda, non vado più a solleticare il limitatore, preferisco la coppia esagerata, e “andar via con un filo di gas”…
Per fare il “ragazzino”, ho una RSV 1000 delle mie ex-gara, in configurazione “solo pista”…

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