Allora.
Porca puttana!
Ho provato una moto fatta davvero bene!
Una moto con forcella Marzocchi, gommata Pirelli (tubeless) su cerchi a raggi, pinze Brembo, ABS crucco, della Bosch, mono posteriore Kayaba (giapu), costruita in Italia da una casa ormai di proprietà cinese (come la mia Volvo…).
Una moto su cui sono stato comodo, che mi ha dato l’impressione di esserci nato sopra già dopo i primi 10 metri. Protettiva. Esteticamente piacevole (anzi, rossa è proprio figa!) e che non si ispira più di tanto ad altre. Con una bella ciclistica che meriterebbe un motore più interessante. Una moto che scorre facilmente tra le curve, con i trasferimenti di carico che ci si aspetta da un mezzo pensato anche per l’off. Non è adrenalinica e chiunque sappia leggere, questo lo capisce anche senza provarla (220 kg e 61 cv), ma che neppure soffre particolarmente la scarsa verve. Il motore è molto regolare, pure troppo, come (quasi) tutti i bicilindrici paralleli (KTM è inarrivabile), ma che se sfruttato per questa sua caratteristica, ti fa divertire comunque e tutto sommato ha anche un bel suono. Questa regolarità/piattezza mi faceva usare spesso una marcia in più di quello che pensassi, molto bene per girare in surplace, ma che fa diventare necessario scalare per fare un sorpasso.
L’ho provata su strade tortuose, con qualche tornante e qualche allungo. In queste condizioni, che secondo me sono il suo pane, non ho sentito vibrazioni fastidiose.
L’allungo non è eccezionale, ovviamente, ma meglio di quello che mi aspettassi.
Il cambio l’ho trovato un po’ contrastato, ma spesso è questione di abitudine. Diciamo che non è un cambio “giapponese”, ma comunque più morbido di tanti prodotti che mamma BMW ci ha fatto guidare.
Non sembra essere una moto che ti stufa dopo pochi km. Mi ha ricordato un po’ la Transalp, moto non emozionale in sé, ma passista, capace di portarti ovunque e di godere delle strade alpine come delle digressioni sulla Via del Sale. Non ci farei dell’off da sentierino nel sottobosco, ma neppure è stata pensata per quello.
Parabrezza regolabile. Fanaleria a led. Schermo tft, grande e ben leggibile, da poter connettere al telefono per gestire musica e chiamate (non l’ho provato, mi interessava più guidarla), con un sacco di informazioni, compresa la pressione delle gomme. ABS disinseribile. Manubrio alto, in posizione per me perfetta e che permette la guida in piedi senza dover aggiungere riser. Comandi comodi anche con guanti invernali e retroilluminati (mi dicono… c’era il sole…). Doppia presa USB. Gommini rimovibili sulle pedane. Scarico compatto per essere una Euro5.
Tutto perfetto?
Ovviamente no.
All’inizio ho trovato disturbante gli specchietti asimmetrici, uno è montato sul manubrio e l’altro sull’anello della frizione, quindi pochi centimetri più avanti, ma ci si abitua subito. Fondamentale è aggiungere le protezioni tubulari (altro peso) se non si vuole fare danni alla prima appoggiata a terra. Guardando il telaio si vedono dei fazzoletti di rinforzo che sarebbe stato meglio nascondere alla vista (e che ti spiegano anche il perché del peso non proprio piuma). Quel motore di “ispirazione” Kawasaki devo ancora digerirlo, chissà, magari con uno scarico o una mappa meno castrante... Oggettivamente tutti peccati veniali. Ho fatto di peggio.
Finisco di bere il caffè e vedo entrare anche il tipo che l’ha provata dopo di me. Ci guardiamo. Soffre anche lui. Lo capisco. E’ dura ammettere che le proprie convinzioni non sono sempre corrette.
Una cinesata. Ecco cosa credevamo di provare. Una cinesata… Invece abbiamo trovato una moto ben fatta e a un prezzo corretto.
Esco dal bar e vedo il prete di prima, ora alla luce posso osservarlo meglio e distinguo perfettamente i suoi lineamenti orientali. Sale agilmente su una X-Cape grigia e parte canticchiando “Ho complato la Moto Molini, l’ho complata soltanto pel teeeee….”
Maledetti musi gialli!!
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- Husqvrfgnkinbr Norden
- R1200... 72.ooo km
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