LA ROTTA
Domenica 30 maggio 2021 | Verona-Viterbo km 464
Ritrovo drive-through alla stazione di servizio Po Ovest sulla brennero e tappa classica al Secchia Est. Caffè, chiacchiere e tanta voglia di partire, di guidare, di lasciarsi alle spalle il nefasto anno di pandemia. Come sempre l’autostrada è stata noiosa ma questa volta anch’essa aveva un sapore diverso, un gusto di libertà, di evasione e di fuga da quelle routine che abbiamo tutti conosciuto.
Usciti a Orvieto ci siamo diretti come schioppettate a Civita di Bagnoregio via SP55. Una strada che inizialmente è curvosa con fondo non ideale per i corsaioli ma c’è da guidare a tratti con “maestria”. Civita mi fu consigliata da un collega amico molti anni fa, ed è da allora che la punto e per altre priorità non mai stata inserita nei diversi percorsi. Che posto raga! Non si può restare indifferenti: una città su una rocca senza strade, unita al resto del mondo tramite un ponte. Merita!
La tappa successiva fu Bomarzo e il suo Sacro Bosco (noto anche come Parco dei Mostri). Cito testualmente:
Pier Francesco Orsini, più noto come Vicino, lo realizzò a partire dalla metà del XVI e concluse la prima parte dei lavori già nel 1552. Vicino, signore di Bomarzo sino al 1581, fece scolpire le rocce sul posto, animandole e dandogli forme, a volte minacciose e a volte suadenti, di oniriche creature. Il bosco si differenzia dai giardini all’italiana e, pur inserendosi nella cultura architettonica-naturalistica del secondo Cinquecento, costituisce un unicum dando vita a un labirinto ermeneutico di silenzi, allusioni e illusioni. Le sculture sono svincolate da vicendevoli rapporti prospettici o proporzionali. La compostezza classica lascia il passo al gusto manierista per il bizzarro e, con i suoi elementi giganteschi, determina un rapporto sconcertante con la natura.
Infine siamo arrivati a Viterbo con tappa all’hotel Viterbo Inn... un’altra sorpresa.
---> MODIFICA - Raga, non so perchè ma non si vedono le foto <----