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Vecchio 06-05-2021, 11:05   #14
Zel
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Intanto auguri, Campione!

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Originariamente inviata da Paolo Grandi Visualizza il messaggio
In Ducati Lorenzo, alla fine, ha decretato la "morte sportiva" di Dovizioso. Ha fatto vedere a Dall'Igna come poteva essere guidata quella moto (con una guida scorrevole). L'ing. ha preso nota: Bagnaia, Miller, Zarco non sono arrivati per caso.
La morte sportiva di Dovizioso (e Rossi) l'ha decretata il ritorno di gomme "da percorrenza" nel 2020, e tuttora. I primi anni di Michelin dal ritorno sono stati anni di gomme che rendevano difficile usare la velocità di percorrenza come arma rilevante.
La cosa ha danneggiato i risultati di chi cavava preferenzialmente molto da una guida più basata su frenata, ripartenza e controllo di una moto precaria. Il paradosso è che ha danneggiato anche Marquez, il quale è letteralmente impazzito quando ha avuto la possibilità di allungare ulteriormente sui rivali (a Jerez prima di sfasciarsi era sul piede dei 4 decimi a giro sul secondo più veloce in pista, pressoché a ogni giro, prima e dopo la prima caduta) e non ha capito che questo vantaggio potenziale comportava rischi enormi a cui non era più abituato, perché fino al 2015 non era ancora un pilota che brillasse particolarmente di percorrenza, o meglio non al livello che offriva in ogni altro "comparto".

Lorenzo è riuscito ad andare forte con le Michelin 2018 e con quelle dal 2020 in poi sarebbe facilmente ritornato sugli scudi con qualunque moto (e un appropriato allenamento, ovviamente).

Però non è vero che lui abbia tracciato la linea per Dall'Igna, è Dall'Igna che al contrario - ricordandosi di Aprilia - aveva visto la potenzialità di Lorenzo anche con quella moto, e quella convinzione aveva avuto un ruolo nel persuaderlo a venire.

Purtroppo ci sono personaggi che - a differenza di Dall'Igna che proprio come, in altro ruolo, Forcada, sarebbe un re ovunque - fuori dalla bolla bolognese non durerebbero un minuto (ricorderei gli eccellenti mesi di Tardozzi in BMW sbk e la fine di essi) e che, complice la testa calda di Lorenzo (la stessa che l'ha portato a quella caduta ridicola a Misano da secondo, e a fare il topolino nei giochetti di Marquez qualche partenza dopo), hanno spezzato un sodalizio destinato a essere molto produttivo.

Il problema di questi piloti è che non sempre sanno amministrarsi, Lorenzo dopo che la pioggia gli ha rubato la vittoria certa di Silverstone 2018 è andato in super-compensazione e non ha accettato di fare in souplesse un finale di campionato regale, con l'umiltà di racimolare un secondo posto dietro al Dovi a Misano e tirare diritto per la sua strada. Di lì solo catastrofi e cadute nei tranelli più ovvii, in piste che (tolta probabilmente Philip Island) sarebbero state tutte favorevoli per lui.

Ma la direzione di sviluppo della moto non l'ha data Lorenzo, Lorenzo ha dato la guida di riferimento assoluto dell'era post-stoneriana, che ha prodotto le telemetrie sulla cui base è stato reimpostato lo standard per vincere (Petrucci ha avuto l'onestà di essere esplicito al riguardo), a maggior ragione dopo l'arrivo finalmente di gomme "da percorrenza" l'anno scorso. Dovizioso non è diventato un brocco di colpo, semplicemente con coperture con cui la gente che guida diversamente da lui è in condizione di esprimere TUTTO il proprio potenziale, si riposiziona dov'eravamo abituati a vederlo nella motogp di Bridgestone.
Se avessimo di nuovo gomme più "problematiche" da domattina, Honda, KTM, Rossi e Petrucci, e anche Vinales, a mio parere risalirebbero un po' la china (e Dovizioso, ad avercelo), mentre probabilmente Suzuki sparirebbe quasi.
Ducati resterebbe il riferimento centrale della moto da velocità, perché a prezzo di maggiore fatica nel guidarla, questo è il prodotto che Dall'Igna e i suoi hanno confezionato.
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本田 シービーアール1000アールアール ファイアーブレード
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