Discussione: Dakar Rally 2021
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Vecchio 15-12-2020, 13:44   #1
Bladerunner72
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Con la presentazione ufficiale dell'evento, tenutasi giocoforza in videoconferenza lo scorso 25 Novembre è iniziato il conto alla rovescia per quella che sarà la 43ma edizione del leggendario rally marathon, quella sorta di ultima grande avventura che sopravvive imperturbabile ad ogni difficoltà ed il cui successo non accenna a scemare. Lo scenario sarà nuovamente quello della penisola arabica, che ospiterà la carovana per la seconda volta dopo il positivo esordio dello scorso anno.

IL MITO DAKAR, SOPRAVVISSUTO ANCHE AL COVID.

Un evento, quello della akar, destinato da sempre e per sempre a far discutere, un qualcosa che travalica forse i confini stessi dello sport ma il cui enorme successo imporrebbe riflessioni che andassero oltre le scontate considerazioni pseudo moralistiche o le accuse di anacronismo. Perfino la scelta di lasciare inalterata la denominazione del rally nonostante l'abbandono dell'originario scenario africano e quasi sacrilega secondo i più, si è rivelata corretta, perchè la corsa, nel suo significato, prescinde ormai anche dalla collocazione geografica. Negli anni, schiere di critici e facili profeti si sono avvicendati nel decretare, con malcelato compiacimento, la fine dell'ultima avventura che è invece puntualmente sopravvissuta e risorta ad ogni avversità. Dopo il forzato abbandono dell'Africa, dopo la rinnovata linfa dello scenario sudamericano e la forzata trasferta nell'affascinante deserto arabico, la carovana rinnova puntuale l'appuntamento, variegata e compatta, stretta intorno ad un manipolo di fedelissimi alcuni dei quali presenti fin dalla prima edizione.

PERCHE'?

In un'epoca in cui l'ossessiva rincorsa al bene comune ed al politicamente corretto vorrebbe condizionare pure le coscienze ed il personale sacrosanto libero arbitrio, la Dakar rappresenta un pugno nello stomaco. Legioni di censori e profeti dell'ovvio si sono sgolate nel giudicare e nel condannare, sciorinando statistiche di lutti e tragedie a sostegno delle loro tesi, ma hanno fallito. Il mito sopravvive e si alimenta perchè fa leva su qualcosa di troppo profondo e personale, una sorta di istinto primordiale che per alcuni è bisogno imprescindibile, è il senso vero della propria esistenza. Un bisogno che accomuna campioni e professionisti a semplici amatori, con questi ultimi che a prezzo di indicibili fatiche sopravvivono ad ogni giornata, ad ogni tappa tenuti in piedi dal miraggio del traguardo finale. Non è solo una corsa, un'avventura, la Dakar è una maestra di vita. Odi et amo, questa è la Dakar, così come il Tourist Trophy, ultimi retaggi di un motorsport antico, crudo ed affascinante, un motorsport che purtroppo talvolta deve fare i conti con i lutti e le tragedie, perchè comunque la sicurezza assoluta, in questi eventi , è impossibile da raggiungere. E forse ma è un'affermazione scomoda, ne minerebbe anche il significato.

555 PARTECIPANTI PROVENIENTI DA 49 PAESI, AL VIA ANCHE FRANCO PICCO

Nemmeno il Covid è stato capace di fermare l'avventura, e viste le enormi difficoltà create dalla pandemia per la pianificazione e l'organizzazione di una manifestazione di questa portata, i numeri relativi alle iscrizioni sono da record. Sono infatti ben 555 i concorrenti iscritti, di 49 differenti nazionalità e suddivisi in 321 equipaggi. Le varie categorie sono composte da 129 tra moto e quad, 124 tra auto e SSV e 42 camion. Sono inoltre presenti 26 veicoli nell'inedita ed interessante categoria 'Dakar Classic', riservata a mezzi costruiti prima del 2000.
Tra le moto hanno risposto all'appello tutti i grandi nomi, a partire dal Team Honda Monster Energy capitanato dal vincitore dell'edizione 2020 Ricky Brabec affiancato da Joan Barreda, Kevin Benavides ed Ignacio Cornejo. Confermato lo squadrone KTM, desideroso di rivincita dopo lo smacco patito lo scorso anno e composto da Toby Price, Sam Sunderland e Mathias Walkner, tutti vincitori di almeno un'edizione della gara. Agguerrite come sempre anche Husqvarna e Yamaha mentre sarà ancora una volta della partita la bravissima Laia Sanz, nuovamente in sella alla Gas Gas. Sono nove i piloti italiani al via, capitanati dall'inossidabile Franco Picco con la Husqvarna ed affiancato da Gerini, Catanese, Interno, Zacchetti, Piolini, Stigliano, Pedemonte e Cominardi. Assente invece per quest'anno il bravo Jacopo Cerutti.
Tra le auto, sfida al vertice tra gli squadroni Mini e Toyota capitanati da Carlos Sainz e Nasser Al Attiyah, mentre è da segnalare il ritorno di Sebastien Loeb..

LE NOVITA' REGOLAMENTARI

Varie ed interessanti le nuove regole introdotte, prima fra tutte quella relativa ai Road Book 'Last Minute', già sperimentati lo scorso anno per alcune delle frazioni di gara ma che in questa edizione saranno consegnati in tutte le tappe solo venti minuti prima del via. Introdotto anche il numero massimo di pneumatici posteriori a disposizione di ciascun pilota, limitato a sei per l'intera durata del rally. Limite anche alla sostituzione dei pistoni mentre è fatto divieto di qualsiasi intervento meccanico durante i rifornimenti. Infine la novità più auspicata ed attesa, ovvero l'obbligo per tutti i motociclisti di indossare una giacca provvista di airbag.

IL PERCORSO

La corsa prenderà il via il 2 Gennaio a Jeddah con la consueta presentazione dei concorrenti seguita da un prologo di 11 km che servirà a definire l'ordine di partenza della prima tappa. La gara vera e propria partirà sempre da Jeddah la mattina del 3 Gennaio e seguirà un tracciato ad anello, da percorrere in senso antiorario per un totale di 7.646 km di cui 4.767 di prove speciali. Sono 12 le tappe previste, con la giornata di riposo del 9 Gennaio cui farà seguito l'unica tappa Marathon. Traguardo finale, sempre a Jeddah, il 15 Gennaio. Il percorso è in gran parte inedito e l'intento è stato quello di privilegiare i settori tecnici a scapito dei tratti eccessivamente veloci, certamente molto spettacolari ma anche maggiormente pericolosi e stressanti per i concorrenti.

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LE TAPPE

Prologo: 2/01 – Gedda > Gedda- 11 km
Tappa 1: 3/01 – Jeddah > Bisha, 622 km – SS : 277 km
Tappa 2: 4/01 – Bisha > Wadi Ad-Dawasir, 685 km – SS : 457 km
Tappa 3: 5/01 – Wadi Ad-Dawasir > Wadi Ad-Dawasir, 630 km – SS : 403 km
Tappa 4: 6/01 – Wadi Ad-Dawasir > Riyadh, 813 km – SS : 337 km
Tappa 5: 7/01 – Riyadh > Buraydah, 625 km – SS : 419 km
Tappa 6: 8/01 – Buraydah > Ha’il, 655 km – SS : 485 km
9/01 – Ha’il: Giorno di riposo
Tappa 7: 10/01 – Ha’il > Sakaka, 737 km SS : 471 km (Marathon Stage)
Tappa 8: 11/01 – Sakaka > Neom, 709 km – SS : 375 km
Tappa 9: 12/01 – Neom > Neom, 579 km – SS : 465 km
Tappa 10: 13/01 – Neom > Al-Ula, 583 km – SS : 342 km
Tappa 11: 14/01 – Al-Ula > Yanbu, 557 km – SS : 511 km
Tappa 12: 15/01 – Yanbu > Gedda, 452 km – SS : 225 km
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Bmw S1000RR 2009, Bmw S1000RR 2013, Ducati Panigale V4S

Ultima modifica di Bladerunner72; 17-12-2020 a 13:00
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