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Ciao a tutti.
Rispondo per primo ad una domanda di Cardano, sennò poi mi scordo: il consumo.
Ti dirò, Enrico, io con la moto ho un rapporto particolare.
Considero quelle due ruote le Ali della mia Anima, e non ho mai contato i soldi quando mi alzo in volo.
Non sono un ricco, e nemmeno “benestante”; ma alla mia età qualche soldo in tasca ce l’ho, non devo fare i conti con i 100 Euro a fine mese, per intenderci.
La Moto è l’unico “capriccio” che mi sono sempre concesso, a volte “limando” su tutto il resto (perché i momenti difficili capitano a tutti), e per questo motivo, per la Moto e per le mie “evasioni” in sella, non ho mai tenuto i conti.
L’acquisto sì, ovviamente: non “butto” 14-15.000 Euro su una moto, quando con meno della metà ho comunque un mezzo validissimo che mi permette di divertirmi (vedi la mia RS acquistata a gennaio); ma per tutto il resto, non “conteggio” i soldi; un vecchio detto dice: se chiedi il prezzo, vuol dire che non te lo puoi permettere. E io ho DECISO che tutto quello che riguarda la Moto me lo POSSO permettere. E fanculo a tutto il resto.
Quando ho deciso di acquistare il “parabrezza Confort” per la mia RS, sono andato e l’ho ordinato.
Non ho chiesto il prezzo. Quando è arrivato, l’ho pagato.
Capisci che tipo di “rapporto” ho con la Moto??
Per rispondere al tuo questito, ti dirò che non ho tenuto conto dei rifornimenti nella “discesa” a Lecce (anche perché sono partito da Padova con piu’ di ½ serbatoio), perché ho compiuto “divagazioni”, ma ricordo benissimo che nella “risalita” diretta fino a Padova, a Ostuni ho fatto il pieno, e poi ho fatto 3 fermate per rifornimento, tutte da 20-21 Euro a pieno (mi fermavo all’accensione della riserva)
Quindi, 4 pieni per 864 Km (secondo Autoroute Europa); non so quanto sia il pieno, e quindi non so il chilometraggio/litro. Ma “a spanne” mi sembra che siano circa 12 Km/l; alla velocità di trasferimento tenuta, direi che è un ottimo risultato. Se volevo fare 20 Km/l mi compravo una SR 500 Yamaha… ;-)
L’autonomia data dal serbatoio per me è perfetta: a 200 all’ora fai i 200 km di autonomia in un’ora, e quindi una sosta è “consigliata”, perché guidare a quella velocità è psicologicamente stancante, per il traffico, che se anche scarso, devi “mirare” con largo anticipo, e prevedere tutto… molte centinaia di metri davanti a te.
A velocità piu’ “codice”, il chilometraggio si allunga, ma io al massimo ogni ora e ½ una sigaretta me la devo concedere: sennò che piacere è viaggiare???
Simpatica la “scenetta” proposta da Huey, del tipo in giardino in sella alla moto che dice alla moglie: scendo tra 2 giorni, e accende il ventilatore…
Però, non corrisponde alla guida in autostrada.
O meglio, non in tutte le autostrade, e non in sella a qualsiasi moto.
Se la tua idea di Autostrada è la Padova – Bologna, rettilineo di 100 Km, tutti in piano, in sella ad una moto che ti permette una velocità di 130 all’ora di crociera (scarso motore, o scarsa protezione aerodinamica), sono certamente d’accordo con te: è una noia mortale, tanto vale stare in giardino (a parte il parte le sensazioni fisiche che comunque vivi in sella: io ho fatto il giro della Grecia, partendo da Padova, in sella ad uno scooter Aprilia Sonic 50, insieme ad amici in sella allo Scarabeo (sempre 50), e mi sono divertito tantissimo, anche viaggiando a 60 all’ora…).
Ma la stessa autostrada, fatta 200 all’ora, assume una “sensazione” molto diversa: non tanto di “guida pura” (perché è un rettilineo), quanto di “vissuto”: invece che una palla motale infinita, è una mezz’ora che scorre veloce… e si arriva rapidamente alla Raticosa…
Ma ci sono alcune autostrade che non hanno nulla da invidiare al piacere che regala un percorso misto in montagna; la Napoli-Bari, ad esempio. Il tratto appenninico sono 150 chilometri di curvoni in successione, variazioni altimetriche, e, almeno quando l’ho fatto io, sabato mattina, completamente deserta.
Certo, se hai in “mano” una moto da 140/150 all’ora, è divertente, ma nulla piu’.
Ma se sei in sella ad una moto che a 200 all’ora apri il gas e senti ancora una spinta sensibile, allora un tracciato del genere non ha nulla da invidiare (in termini di divertimento di guida), alla “mitica” Raticosa-Futa, o a qualsiasi passo dolomitico (paesaggio incluso).
Anzi: sai benissimo che se molti sanno fare la curva secca a 90° con le pedane in terra, pochi ne trovi che si infilano su un curvone a 200 all’ora senza “alleggerire”. E in curvone autostradale stai in piega anche 10 secondi, molto spesso imposti l’entrata ma non vedi l’uscita, ma il gas devi tenerlo aperto… l’unica “sicurezza” è che sai non ti verrà incontro nessuno, ma quando la moto comincia ad allargare, devi trovare il modo di “tenere” la traiettoria senza chiudere il gas, altrimenti son dolori…
Incredibile la stabilità della 1200 RS. Una volta “accordata” di sospensioni (originali: credetemi, vanno bene, e io ci lavoro nel campo delle sospensioni…), sul veloce ha una precisione che commuove. Non tentate di irrigidirla, però, come spesso vedo fare (alta velocità=rigidità di spospensioni, soprattutto idrauliche: errore grossolano, le sospensioni devono lavorare…).
Su un curvone nei pressi di Benevento (ricordo la città solo perché ho avuto, in gioventù, una ragazza originaria di lì…), messa giù la moto sui 180 all’ora, ho visto che il fondo presentava, verso la corda, una successione di dossi pronunciati e “lunghi”, quindi ancora piu’ pericolosi… perdinci, qui si mette male, ho pensato (… non proprio perdinci, ma avete capito…). Ovviamente non ho “toccato” nulla, solo ho trasferito il peso sulle pedane, per abbassare e accentrare i pesi verso il baricentro, e “mollato” la presa sul manubrio. (in pratica: fare forza sulle pedane come a volersi alzare dalla sella, ma basta “alleggerire” il peso sulla sella con il culo che la “sfiora”; togliere qualsiasi forza sul manubrio: le mani restano a “collare” sulle manopole, pronte a stringere, ma non “impugnano”. La moto la stringete con le caviglie, il vostro assetto in sella è tenuto dagli addominali)
Preoccupato invano: la moto ha assorbito “pari” la sequenza di sconnessioni, e non ha sgarrato di un metro, nemmeno oscillazione allo sterzo. Con una supersportiva stradale (le conosco bene), avrei avuto grossi problemi (ovvio, sono piu’ rigide…).
Il giorno dopo, risalendo da Ostuni, nel lungo tratto deserto fino a Pescara, trotterellavo sui 180 (perché questa velocità??? Se fate i calcoli, siete entro i 40 all’ora del ritiro patente, e ve la cavate con poco più di 100 euro di multa, e la sottrazione di 2 punti… una volta tanto ci puo’ anche stare…), quando, per gesto automatico, ho staccato il braccio destro e l’ho posato sopra la borsa da serbatoio (lo facevo spesso con la K 75, a 140 all’ora mi annoiavo…).
Come ha scritto MarioAdventure “alla fine sei solo con tutto il corpo nel tuo casco, guardi ciò che ti circonda, canticchi, parli tra te e te, ma più di ogni cosa pensi, e pensi…”, e nei miei pensieri, il “pilota automatico” che inserisco (è perfetto, dopo 30 anni di guida, a volte è molto piu’ “preciso” di me, perché sfrutta automatismi e mappe motorie costruite in anni di esperienza alla guida) esegue attentissimo il suo lavoro. Ha inserito la moto in un curvone a sinistra (quindi, con la mano interna alla curva staccata dal manubrio, e la spalla sx “alta”…).
Nei pensieri della mia Mente, persa chissà dove, sento una vocina lontana che dice: “Uè, razza di scimunito, vogliamo mettere quella manina santa sul semimanubrio, che siamo su un curvone, o improvvisamente sei diventato focomelico??? E pure stupido??? Guarda che oggi è domenica, e io sono al bar “Heaven” insieme agli altri Angeli Custodi che ci raccontiamo le tavanate che voi fate, e i miracoli che siamo costretti a fare… non mi scassare con le tue bischerate in moto, e lasciami in pace almeno oggi…”
Ormai in piega, un brivido mi è sceso lungo la schiena, i peli sugli avambracci mi si sono rizzati. Non ho mosso un muscolo...
Beh, la RS non si è scomposta, forse avrà solo pensato: “… pischello, con chi credi di avere a che fare…”.
Tra i mille modi che ci sono per andare in motocicletta, e le mille motivazioni piu’ o meno recondite di ognuno di noi, io “riunisco” tutto in 2 grandi “famiglie”: conoscere qualcosa di diverso da noi, o vedere il paesaggio cambiare intorno a noi, e sentire noi che cambiamo con lui.
A seconda dei nostri periodi, delle esigenze della nostra Anima, tutti e due questi aspetti del Viaggiare in Moto sono validi.
Nei miei 2.000 chilometri d’un fiato, ho fatto strade collinari “tutte pieghe”, ho attraversato Firenze e le sue stradine secondarie, ho viaggiato nelle campagne solitarie a 70 all’ora e lanciato il mio cavallo a briglia sciolta in autostrada, felice di correre nel vento della sera.
Ho anche commesso la cretinata di ingarellarmi con un Bentey Continental GT sul filo dei 220/230 (non dico dove…), che oltre ad essere una Automobile veramente veloce (poi a casa ho controllato: ha un motore V12 da 6.000cc e 560 cv…), era condotta da un Driver con le palle: sui curvoni teneva giù il piede, e ne ho visti pochi in giro guidare come lui. Ho dovuto tirare fuori la lingua, ma quando si trova uno che guida bene, è un piacere seguire le sue linee, e sgroppare insieme…
Ore non resta che raccontarvi l’incontro molto particolare avvenuto in una area di servizio;
entrando in corsia di decelerazione, ero dietro di qualche centinaio di metri ad una moto molto bassa e lunga, inconfondibilmente Guzzi; pensavo fosse uno dei tanti Bikers con la tuta di pelle sgualcita, e ho parcheggiato a fianco, pronto a scambiare 2 chiacchiere e berci un caffè.
Invece…
(alla prossima puntata…)
Ultima modifica di blacktwin; 13-04-2006 a 22:55
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