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Vecchio 13-12-2019, 18:34   #7
Antonio Tempora
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30/06
Yerevan-Sisian-Monastero di Tatev-Hotel Halidzor
Km.245 Tempo Totale H3,50 Media Kmh 67 Quota massima 2314



Ci svegliamo con il sole, Yerevan come Roma in certi giorni d’Estate ti regala delle “sgrullate” di pioggia che cominciano in tardo pomeriggio per l’accumulo di caldo-umido e terminano dopo un’ora o due.
Non facciamo colazione e caricata la moto salutiamo lo staff dell’albergo uscito a salutarci e partiamo per il SUD dell’Armenia quando sono le 08,30.
Usciamo dalla città sempre guidati da MAPS questa volta on-line grazie alla SIM acquistata la prima sera del nostro arrivo.
Senza traffico ma attraversando, anche in città, strade in rifacimento ci dirigiamo sulla M2 direzione Sud con il Monte Ararat sulla nostra destra.



https://youtu.be/v44dvHBCSrk

La M2 è a 4 corsie ed il fondo almeno nel primo tratto è migliore di quelli di cui abbiamo avuto esperienza fino ad ora, questo probabilmente perché passa accanto a luoghi frequentati da fedeli e turisti in visita come al Monastero di Khor Virap a cui passiamo vicino, anche per questo ai lati della strada sono frequenti bancarelle di generi alimentari con in vendita prodotti dell’agricoltura locale.



Passata ARENI la M2 devia verso EST dirigendosi verso la Regione del Sisian, cambia da 4 a due corsie facendo intravedere la costruzione della strada a scorrimento veloce che metterà in comunicazione questa regione Armena meno facile da raggiungere dove però ci sono luoghi di culto e turistici importanti, come il Monastero di Tatev, nostra meta giornaliera, il Nagorno Karabakh e la frontiera con l’Iran.
Anche se a due corsie il fondo della strada è accettabile e pur con le dovute precauzioni ci godiamo una bella giornata di “guida motociclistica” con variazioni altimetriche, bei paesaggi, scarso traffico, tempo buono, temperatura piacevole.










Superato il Passo Vorotan, il punto più alto del nostro viaggio, entriamo nella Regione del Sisian con il tempo che comincia ad annuvolarsi all’orizzonte ma che fino all’incrocio con la cittadina che dà il nome alla regione, superato un lago artificiale per lo sbarramento del fiume Vorotan che più a SUD si immetterà al fiume Aras le cui rive abbiamo seguito dopo l’ingresso in Iran nel 2017, si mantiene asciutto.







La strada scorre veloce, per quanto si possa percorrere velocemente una strada Armena, poi tutto di un tratto vediamo quella che all’inizio sembra nebbia ma che, come ci spiegherà più tardi il proprietario dell’Hotel Halidzor, è una cappa di nuvole che costituisce una tale costante in questa zona da essere menzionata come avvertimento meteo nei bollettini regionali.
Sta di fatto che all’improvviso passiamo da tempo bello a pioggia e nebbia con pochissima visibilità.
Riduco la velocità e mi metto in coda ad un pulmino turistico con cui a tratti ho condiviso fin qui il viaggio e che sicuramente, come infatti avviene, porta turisti in visita al Monastero di Tatev.
L’antiappannante del mio casco funziona benissimo, quello di Lilli no e come sempre, volendo sempre vedere la strada davanti a noi, si fa tutto il percorso sotto la pioggia con la visiera aperta nonostante i miei urli e strepiti per fargliela abbassare e non farle prendere freddo anche perché, non dimentichiamoci, siamo vicini ai 2.000 metri di altitudine.
Il pulmino mi fa da apristrada fino all’incrocio con la strada per Tatev e la famosa funivia, che coincide con il miglioramento del tempo e soprattutto della visibilità






Superiamo l’ingresso alla funivia che porta al Monastero di Tatev, che con i suoi km.5,7 è la più lunga funivia “vai e vieni” al mondo, e scendiamo verso il piccolo paesino di HALIDZOR dove abbiamo prenotato per la notte.



Il paesino ha l’aspetto delle borgate abusive che fiorirono intorno a Roma all’inizio degli anni ottanta, le strade sono in terra battuta piene di animali domestici e veicoli agricoli, nonostante la pioggia il fondo è asciutto e mi ci butto con andatura “allegra” anche per infondere un po’ di sicurezza a Lilli che su questo tipo di strade non si sente tanto sicura, le indicazioni per l’hotel sono chiare e seguo il tracciato per il paesino fermandomi su suggerimento del mio fidato co-pilota che scende per andare in avanscoperta verso l’ingresso del nostro albergo, cosa che faccio anche io per rendermi conto della manovra da fare per parcheggiare la moto che fermerò poi all’interno accanto al fuoristrada di Jivan, il proprietario dell’Hotel Halidzor.

https://youtu.be/ggKKySfrHps

Consiglio vivamente questo piccolo albergo a conduzione familiare a chi desidera visitare il Monastero di Tatev.
Se viaggerete in gruppo non preoccupatevi, c’è un altro ingresso sul retro da cui si accede all’ampio giardino interno dove si possono parcheggiare le moto in maniera comoda e sicura.
Le camere sono comode e pulite, la nostra, “Matrimoniale Deluxe” aveva una plafoniera che oltre la luce multicolore mandava musica esilarante (mi pento di non aver fatto un video) ma soprattutto i proprietari, marito e moglie, fanno dell’ospitalità e la cucina locale un punto di forza imperdibile.
Portiamo le borse in camera e mentre Jivan chiama il botteghino della funivia per prenotare due posti sua moglie ci prepara un caffè con pasticcini.




Il nostro anfitrione ci accompagna con il suo fuoristrada all’ingresso della funivia dove ci verrà a riprendere per un costo di circa €5, laureato parla un po’ d’Inglese ma ci si capisce benissimo anche con la moglie che, come la mia, l’Inglese non lo parla ma lo capisce.
Acquistiamo i biglietti e ci mettiamo in coda per la nostra corsa che partirà entro pochi minuti quando la cabina, la sola di questa funivia che infatti “Va e Viene”, arriva alla stazione.




Partiamo e devo dire che la vista della gola che supereremo con un paio di “balzi” è impressionante, si può anche raggiungere il monastero con una strada asfaltata che da lontano e naturalmente mentre non siamo in moto, Lilli giudica: “non è poi così brutta…”.

https://youtu.be/NlNZ4px5rz4

Comunque vale la pena prendere la funivia e si capisce perché sia ritenuta con orgoglio una delle più famose mete turistiche Armene, il viaggio è comodo e si ammirano panorami che, anche oggi che il tempo è nuvoloso, sono bellissimi e spettacolari.







Arrivati in cima ci dirigiamo verso il monastero superando le solite bancarelle di souvenir dove incontro con piacere e sorpresa uno dei motociclisti Polacchi incontrati al Lago Sevan!








https://youtu.be/WdurEmQ_zWE

La chiesa è molto bella e meta di fedeli devoti della Chiesa Armena che si fanno benedire, come faremo anche noi mettendoci in fila, da un prete sempre presente per la funzione benedicente.













All’esterno della chiesa c’è una colonna che è un po’ il simbolo di questo luogo in quanto, costruita intorno all’anno mille, con la sua base oscillante, avvertiva i monaci in anticipo dell’arrivo di schiere nemiche o di tremori dovuti ai terremoti.






Finita la visita torniamo alla base sempre con la funivia e troviamo ad aspettarci Jivan che ci riporta al nostro albergo dove la moglie ha preparato un sontuoso pranzo a base di carne di manzo stufata in umido, patate, riso, formaggio molle e duro, verdura bollita, insalata ma soprattutto la Vodka a 60° prodotta e venduta dai nostri anfitrioni.
Una vera pacchia gastronomica dopo una giornata caratterizzata dalla pioggia e nebbia dell’ultimo tratto arricchita dalla splendida ospitalità ed amicizia di Jivan e di sua moglie.







https://youtu.be/5_WvXs5SJec

Dopo il caffè fatto con la mia macchinetta che offro ed un bel sigarino che mi fumo ce ne torniamo in camera per un salutare riposino satolli di buon cibo ma con l’avvertimento di Jivan che a cena avremo il bis questa volta con carne e verdura allo spiedo!
Prima di andare aletto mi faccio una bella doccia che non avevo potuto fare all’arrivo visto che dovevamo affrettarci alla partenza della funivia e poi mi addormento accanto a Lilli che si gode prima di addormentarsi anche lei una puntata del “Posto al Sole” su RaiPlay



Mi sveglio e mi vesto scendendo in giardino dove Jivan è già al lavoro sulla nostra cena accendendo il fuoco nel suo camino, infilando pezzi di cipolle, pomodori, peperoni e melanzane (tutto come dice lui “organic”) allo spiedo per poi passare ad infilzare maiale ed agnello.







Naturalmente siamo ancora sazi del cibo mangiato a pranzo ma il cibo a tavola è talmente buono che mangiamo tutto senza troppo sforzo sorseggiando dell’ottima birra oltre alla ormai famosa e forte vodka che ci aiuta a digerire il tutto.
Impossibile descrivere il sapore delle verdure grigliate, provo la stessa sensazione avuta nel primo viaggio in Grecia del 2002 quando assaggiando pomodori e frutta riscoprii sapori della mia infanzia, quando il cibo non era prodotto in maniera “industriale”, riconoscendo consistenze e sapori ormai dimenticati.
La serata tra cibo, chiacchiere, risate scorre via piacevolissima fino al momento di salutare per la notte i nostri anfitrioni dando loro la buonanotte per rivederci la mattina successiva per la colazione e la partenza.
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Antonio Tempora
"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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