[Wotan]

Lo spirito della riflessione è proprio questo: penso di aver perduto il senso delle proporzioni e mi interrogo su quali sono davvero le mie necessità. E attenzione, tra le mie necessità ci sono anche l'ego, il piacere di guida e la possibilità di girare senza complessi d'inferiorità con amici che hanno moto da 110 CV in su, altrimenti prenderei un SH150 o al massimo un 300 e finirebbe lì.
So bene che la moto non si acquista sulla base di considerazioni soltanto razionali. Credo però che oggi siamo tutti un po' drogati, al punto di pensare che una moto che fa 0-100 km/h in 6 secondi sia lenta o che 150 CV siano indispensabili per viaggiare dignitosamente con passeggero e bagagli.
Il nostro sogno è la moto che sia comoda e stabile a 170 km/h, perché quella è spesso la nostra velocità autostradale, anche se il limite è 130, e questa a me pare una stortura.
Il nostro sogno è la moto che in sesta passi istantaneamente da 40 a 200 km/h, ed è chiaro che in questo modo non c'è limite a quello che si può desiderare, nessuna moto può essere considerata definitiva, perché è un risultato impossibile, e quando ne esce un'altra che lima di un altro secondo questo passaggio, ecco che nasce di nuovo il desiderio di cambiare.
Insomma, tutti diamo per scontato che "di più è meglio" e che "indietro non si torna", ma non è altro che il condizionamento indotto da due secoli di rivoluzione industriale e di mito della crescita perpetua.