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nuovi materiali compositi!
entro pochi anni con i materiali compositi si sostituiranno la gran parte delle parti metalliche delle moto. Sara' il progresso piu' grande. Una factory americana ha realizzato un motore turbodiesel totalmente in materiali compositi tranne le molle valvole, le valvole stesse, e l'albero motore. Il peso e' risultato inferiore del 60%. La Messerschmidt (si, proprio quella), ha realizzato bielle e ingranaggi in materiale composito. La yamaha ha realizzato sperimentalmente un prototipo del modello cross 250 yz, senza badare a spese per vedere a cosa si puo' arrivare. LA moto finita pesa 50 kg (!!!!!!).
Il futuro e' questo, per il momento restano da risolvere i problemi legati alla produzione di larga serie, visto che questi materiali, sopratutto la fibra di carbonio, vengono assemblati a mano, le tecniche di incollaggio dovranno sostituire viti e bulloni in molti casi, occorre verificare nel tempo l'invecchiamento dei materiali e come reagiscono alle vibrazioni, se tendono a invecchiare, come sim propagano eventuali crepe. ma e' indubbio che si potranno fare praticamente tutti gli elementi strutturali.Tra poche decine di anni il concetto di "motopesanti" riferite alle attuali pachidermiche 750 e 1000 cc sara' completamente ridimensionato. ... ... ... ... ... ... articolo letto oggi.Su un numero di motociclismo del 1982. |
Tra il dire e il fare....
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negli stessi anni si sperimentava anche il motore con i cilindri in materiale ceramico, non richiedevano raffreddamento per cui il rendimento in teoria era elevatissimo. non ne ho più sentito parlare...
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una cross a 50 kg....
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...mah....
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Sono stati bravi a togliere 10 dal peso di quello che c'era, ma hanno aggiunto 30 con quello che non c'era.
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PS serio: è bellissimo rileggere le "previsioni" di tanti anni fa, a me danno la conferma che la vita poi procede per la sua strada indipendentemente dalle "sfere di cristallo" di ieri... |
Mi ricordo...
lo lessi a 3 anni... Facendo i conti prevedevo di comprarmi la moto di plastica appena presa la patente... Delusissimo... Inviato dal mio LG-D802 utilizzando Tapatalk |
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http://www.automobilismo.it/tecnica-...nio-auto-19757 |
c'era anche un articolo in altro numero sugli anti dive, che nel 1982 erano gia' molto evoluti. Ogni casa aveva il suo sistema e piu' di uno era sofisticato e funzionava veramente bene. Oggi si ottiene lo stesso effetto con le sospensioni attive, al tempo con circuiti idraulici, a volte in sinergia con i freni.
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...Il bello del conservare le riviste per molti anni.
Ma le mogli a volte non capiscono! 😄😄😄 Mauri - R1200RT |
Ne levi 50......poi ci metti radio, televisione, frigo, ferro da stiro, frullatore...che serviranno per forza, x andare al bar.....e i 50 kg li abbiamo ripresi.
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Permettimi di dire una cosa sull'antidive. Quella è stata solo una moda tecnica, presto caduta ulin disuso, visto che peraltro la sua adozione cozzava proprio contro la dinamica del motociclo... Per qualche anno ha funzionato a livello di marketing , soprattutto sulle ciclistiche di allora che erano molto più indietro delle attuali, rispetto ai propulsori. Poi le ciclistiche e gli pneumatici si sono evoluti e non c'è stato più bisogno di vendere fuffa
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Pensa solo alla necessità dei vari ammenicoli Euro 1,2, 3, 4 ecc. e la conseguente necessità di incrementare le capacità di raffreddamento, i catalizzatori ecc.
Già aver mantenuto i pesi uguali non è un risultato da poco... poi certo se non ci fosse un discorso di prezzo finale, una S 1000 Rr con materiali pregiati e senza dispositivi anti inquinamento potrebbe tranquillamente pesare 20 chili meno. E' solo un discorso di costi, non di impossibilità tecnica. |
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i divari di peso + fantascientifici erano quelli tra una SBK e la relativa versione da strada.
Quando a metà anni 90 per regolamento le bicilidriche potevano pesare 10kg in meno delle 4 cilindri la ducati riusci a tirare le 916 sotto i 130kg. Quella che si comprava con targa e fanali stava sui 205. |
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Anche il cerchio anteriore da 16 col posteriore da 18 oggi sembra una roba folle, ma per almeno un decennio le moto da corsa e le sportive al massimo livello erano cosi'.A ogni epoca le sue "primizie". |
Scusa l'ignoranza storica.. Ma come funzionava l'antidive idraulico? Su che moto era montato? Turistiche o sportive?
Il telelever è sicuramente una buona soluzione al problema, no?! |
era montato un po' su tutte le moto, sopratutto quelle di immagine tecnologica avanzata. Ce ne erano di diversi tipi ma in buona sostanza era costituito da circuiti idraulici che sentendo la frenata chiudevano valvoline che frenavano idraulicamente la forcella, come a dargli istantaneamente "tanti click" di freno in compressione. Ovviamente solo in frenata, per lasciare la forcella scorrevole in situazione di trazione.C'erano anche antidive meccanici, per esempio nelle garelli 125 da gran premio, con la pinza freno montata su un supporto che andava tramite un puntone a spingere sotto la piastra forcella. Le moto da gran premio erano tutte dotate di antidive, le sportive stradali anche, comprese se non sbaglio molte delle 125 spietate di cui si parlava in altro thread .
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Scusa ma di che anni parliamo?! Io che sono un '79 non ne ho mai sentito parlare, eppure di riviste ne ho sempre letto..
Non mi verrai a dire che la mia RS 125 aveva l'antidive a mia insaputa?! :rolleyes::rolleyes: |
vado a memoria, la prima applicazione su scala industriale di antidive idraulico fu sul suzuki katana 1100, poi una alla volta lo ebbero anche le altre jap. per un po' l'antidive risultava visibile per un accrocchio esterno visibile al piede delle forcelle, talvolta collegato anche alle pinze freno per far capire che c'era una frenata in corso, poi venne integrato all'interno delle idrauliche dei pistoncini forcelle e scollegato dal freno (in teoria avrebbe dovuto capire dall'affondamento repentino che c'era una frenata in corso). Tra i 125 ricordo avesse l'antidive esterno il gilera RV125.
come in tutte le applicazioni simili all'inizio, in fase "nuovo giocattolo" probabilmente si esagerò con l'intensità del sistema, poi si capì che era meglio non esagerare (stessa cosa che avvenne ad esempio con la progressività delle sosp. posteriori, con le valvole allo scarico e con gli antislittamento) penso che oggi quello che faceva l'antidive sia ottenuto semplicemente con l'idraulica della forcella ben studiata |
Potrei sbagliarmi ma mi sembra che la prima ad utilizzarlo sia stata Honda.
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@aspes le sospensioni attive di oggi, sono attive per modo di dire. Sono semmai reattive, con motorini che agiscono i clic. Un banalità tecnica, superata nel mondo auto già da anni con le magnetoreologiche. In ogni caso gli algoritmi sulle sportive attuali non tendono ad irrigidire più di tanto la compressione anteriore in fase di frenata, privilegiano differenti comportamenti in differenti situazioni di guida. La ciclistica di una moto è studiata di modo che in fase di frenata, con la massima escursione forcella, possa raggiungere i valori adatti a casa velocizzare la fase di inserimento, pur garantendo stabilità. Non far lavorare la forcella lungo la sua escursione è un controsenso tecnico. Inutile
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