Quellidellelica Forum BMW moto  il più grande forum italiano non ufficiale

Quellidellelica Forum BMW moto il più grande forum italiano non ufficiale (http://www.quellidellelica.com/vbforums/index.php)
-   Da Walwal (http://www.quellidellelica.com/vbforums/forumdisplay.php?f=15)
-   -   azienda italiana espatria - SUOMY (http://www.quellidellelica.com/vbforums/showthread.php?t=398174)

Panda 19-09-2013 08:42

azienda italiana espatria - SUOMY
 
anche suomi passa la dogana


diventerà cinese

La globalizzazione ha influenzato il mercato mondiale anche per quanto riguarda le due ruote e tutto ciò che gravita intorno alle moto; aziende italiane acquisite all’estero come Ducati e Bimota, ora dirette rispettivamente dalla Germania e dalla Svizzera, ed aziende estere cedute ad italiani come ad esempio la londinese Matchless, acquisita dai fratelli Malenotti. Risulta evidente l’importanza degli investimenti - che vengano o meno dal nostro “Bel Paese” - per la salvaguardia ed il miglioramento di marchi italiani storici che altrimenti avrebbero avuto un futuro difficile ed incerto.
Ultima azienda a seguire la scia delle cessioni all’estero è stata Suomy di Lurago d’Erba, fondata nel 1997 da Umberto Monti e rinomata per la produzione di caschi ma non solo, è stata recentemente ceduta al fondo Sk Sport. A questo proposito la precedente proprietà ha dichiarato in un intervista:
“Noi eravamo interessati ad una collaborazione ma loro no, volevano acquistare un marchio importante nell'ambito motociclistico; abbiamo ceduto anche a causa della crisi…” “Per ciò che concerne la produzione verrà affidata ad un nostro partner indonesiano la commessa dei caschi scooter di fascia media e bassa ma all'Italia resterà quella delle linee alto e top di gamma; queste attività saranno comunque gestite dal nostro gruppo, il Suomy Motorsport (di cui ora Monti è CEO ndr.).”

Ecco il comunicato ufficiale che dà la notizia.
Il prestigioso marchio Suomy, famoso nel mondo per la sua attitudine sportiva e per aver equipaggiato e protetto campioni del calibro di Max Biaggi, Loris Capirossi, Troy Bayliss e molti altri (per un totale di 20 titoli mondiali conquistati, ndr), cambia nazionalità e si trasferisce ad Hong Kong.
Un fondo d’investimento privato ha acquisito la titolarità del marchio per tutto il mondo ad esclusione dei settori sci, bicicletta e cavallo.
Sebbene il marchio sia volato oltreoceano, il DNA di Suomy resta e resterà made in Italy.
Il management che ha portato Suomy a questi altissimi livelli di popolarità rimane il medesimo e la sede operativa rimane non solo in Italia ma sempre in Lurago d’Erba.
Questo grande apporto di capitali, da investire sul marchio Suomy, porterà in brevissimo tempo al rientro nelle competizioni motociclistiche ad altissimo livello ed ad un veloce ed attento sviluppo della gamma attuale di prodotti, al fine di poter coprire tutto il mercato motociclistico e non solo quello delle super sportive dove ora Suomy è leader.
Una grande opportunità da giocarsi in un mercato globale sempre più competitivo che vedrà sempre più l ‘italianità’ di Suomy affermarsi nel mondo.

LA STORIA … IN BREVE

Suomy nasce nel 1997 come azienda produttrice di caschi racing ed è proprio dalle gare che trae il maggior know-how utile allo sviluppo dei prodotti.
Nel 2000 firma un importante accordo di partnership con Ducati ed entra da protagonista nel mondo della Superbike e nel 2001 raggiunge con Max Biaggi i più alti livelli del motociclismo nella MotoGp.
Nel corso degli anni Suomy viene ampliata e nasce così il “Suomy Planet”.
L’estensione del marchio porta l’azienda ad essere presente in settori diversi come quello della profumeria, degli articoli di pelletteria e valigeria, dell'abbigliamento bambino, degli accessori per la scuola, dell'orologeria e dell'abbigliamento sportivo e tecnico.
Nel 2008 Suomy realizza i primi negozi monomarca all’interno dei maggiori outlet italiani ed all’estero vendendo tutti i tipi di prodotti legati al marchio.
Nel 2009 Umberto Monti crea la Suomy Latino America in collaborazione con un partner argentino; si tratta di una “sister company” che produce localmente caschi in materiale termoplastico utilizzando stampi provenienti direttamente dagli stabilimenti italiani Suomy.
Il 2010 è l'anno della vittoria in Superbike con Max Biaggi e del rientro nel Motocross con il casco Mr Jump che trova spazio fino in Mx1 ed Mx2.
La storia recente vede l'azienda sempre profondamente impegnata nel "racing" come nella ricerca di migliorie rivolte a tutti i prodotti del marchio Suomy

Superteso 19-09-2013 08:43

La lista si allunga....


 🐾

RedBrik 19-09-2013 10:34

un'altra azienda dalla quale non comprerò più, a meno che non abbassi i prezzi del 50%.

Son contentissimo di pagare, se c'è qualità e manodopera italiana. Se manca uno di questi due elementi, il mio portafoglio improvvisamente fa molto lo stizzito.

RedBrik 19-09-2013 10:56

mi sta benissimo che un'Azienda come la Bimota si faccia comprare, se ha bisogno di capitali.

Mi sta anche benissimo che la Ducati sia venduta da un fondo di investimento all'Audi, tanto non era di proprietà italiana da un po'.

Non capisco invece proprio per niente aziende come la Bialetti, la Loro Piana, la Dainese, e la Suomy ora, che vanno bene, che vendono a prezzi "premium" e che quindi immagino riescano a macinare guadagni e che - per evidente smania di fare ANCORA più soldi - delocalizzano per risparmiare due lire.

Ecco, se questo è il fine, allora continuo a comprare da loro se mi abbassano i prezzi. Altrimenti vuol dire che - oltre a creare un danno alla società economica italiana - mi stanno pure prendendo per il culo.

verci 19-09-2013 11:28

Dainese aveva delocalizzato da tempo immemore.

Se volete roba italiana 100% i costi sarebbero tripli o più di quello che già si paga ora.
I guadagni non ci sono più in Italia, o meglio... non sono più possibili in Italia.


Chi può se ne va, chi non può morirà. Legge di mercato, preparate la valigia oppure allenate lo stomaco a restare vuoto. Altre alternative non ci sono. Prima si capisce, prima si agisce di conseguenza.

matteo10 19-09-2013 11:35

Quote:

Originariamente inviata da RedBrik (Messaggio 7651432)
...Non capisco invece proprio per niente aziende come la Bialetti, la Loro Piana, la Dainese, e la Suomy ora, che vanno bene, che vendono a prezzi "premium" e che quindi immagino riescano a macinare guadagni e che - per evidente smania di fare ANCORA più soldi - delocalizzano per risparmiare due lire...

Mi dai i dati di bilancio 2010-2012 di Suomy che ci do un'occhiata volentieri?

Lu.K 19-09-2013 11:50

è purtroppo storia di tutti i giorni, noti o poco noti che siano i marchi.

ed anche aziende che apparentemente hanno sede in Italia, spesso hanno delocalizzato la produzione in altri Paesi (ora va abbastanza di moda la Bulgaria, dove l'imposizione diretta per le società è del 10%).

anche Paesi "avanzati", come Svizzera, Germania, Austria, ecc., offrono incentivi non da poco, quando si "pianta" ex novo un'azienda.

una recentissima sentenza europea, oltretutto, ha stabilito che, in caso di trasferimento della sede societaria all'interno della UE, non ci può essere alcuna tassazione, dato che non c'è alcun realizzo di beni (l'Agenzia Entrate, ovviamente, ha sempre sostenuto il contrario).

in realtà il problema non consisterebbe tanto nel fatto che alcune aziende se ne vadano dall'Italia, ma in quello che non ne arrivano...
l'Italia non è attrattiva, da questo punto di vista e più che impedire lo "spostamento" di chi ha sede qui, si dovrebbero creare le condizioni favorevoli per attirare capitali e quindi aziende.

se un'azienda trasferisce la produzione all'estero, lascia i dipendenti disoccupati (che quindi non saranno più consumatori) e costringe per di più lo Stato ad erogare cassa integrazione. un doppio danno con effetti a cascata.
esempio di incentivo: non sarebbe preferibile sgravare il costo del lavoro per rendere meno appetibile il trasferimento? (mantenendo lavoratori occupati che alimentano i consumi e sgravando le casse statali dalla C.I.)?

e per chi vuole investire non sarebbe interessante sapere che si può "concordare" (tax ruling) il proprio regime fiscale per 5/10 anni, e che nella fase di avvio la tassazione è particolarmente leggera?
sono solo esempi eh!

Mansuel 19-09-2013 11:57

Quote:

Originariamente inviata da RedBrik (Messaggio 7651432)
la Dainese, che vanno bene, che vendono a prezzi "premium" e che quindi immagino riescano a macinare guadagni e che - per evidente smania di fare ANCORA più soldi - delocalizzano per risparmiare due lire.

Ma infatti la Dainese la sta pagando tutta questa politica di produzione.
Ho capi Dainese "vecchi" che sono immortali, dopo cadute e riparazioni sono ancora lì a fare il loro dovere.
Un mio amico ha la roba "nuova" che gli si smonta nel normale uso dopo pochi mesi.
Ed ogni volta non manca di farmelo notare perché ero stato io a consigliargli Dainese...

RedBrik 19-09-2013 11:58

Quote:

Originariamente inviata da matteo10 (Messaggio 7651536)
Mi dai i dati di bilancio 2010-2012 di Suomy che ci do un'occhiata volentieri?

onestamente non li ho.

Loro Piana in compenso aveva un utile pre-imposte del 20% del fatturato, quindi non aveva nessun bisogno di farsi comprare.
http://qn.quotidiano.net/economia/20...ro-piana.shtml

In situazione simile era la Bialetti, ricordo di aver letto i dati su un'articolo di La Stampa dell'epoca.

Non so come fosse messa la Suomy, ma so che sono disposto a pagare per qualità e per un prodotto fatto in Italia, con dipendenti pagati il giusto e in regola. E non è che i loro caschi fossero "fuori mercato" come prezzo, tale da non poter giustificare un rpezzo più alto, se la tecnologia è al livello per giustificarlo. Un Arai è ben più caro, eppure vendono benissimo.

Chi dice che è impossibile si guardi intorno. La Brembo produce in Italia e non mi sembra sia destinata al fallimento. La Fiat produce la Panda in Italia, che vende, e non la vende in perdita, ad un prezzo ragionevole per ciò che è il prodotto. La Indesit? Vero che non naviga nell'oro, ma la produzione in Italia c'è. I vari produttori di scarpe, mobili, cucine, divani?

Insomma, la differenza è tra chi sa fare impresa e vende, anche a prezzi cari, perchè ha un certo contenuto, e chi invece sa limare sui costi facendo produrre oggetti sviluppati qui, con decenni di esperienza, a degli indigeni coperti di foglie di fico.

Nel lungo periodo, la seconda strategia non credo pagherà.

Alk 19-09-2013 13:09

cazzarola!!! uno stabilimento suomy è praticamente a fianco a casa mia, il primo paese fuori casale monferrato...

auguzt 19-09-2013 14:02

Quote:

Originariamente inviata da Panda (Messaggio 7651074)
...Per ciò che concerne la produzione verrà affidata ad un nostro partner indonesiano la commessa dei caschi scooter di fascia media e bassa ma all'Italia resterà quella delle linee alto e top di gamma; queste attività saranno comunque gestite dal nostro gruppo, il Suomy Motorsport (di cui ora Monti è CEO ndr.).”

Quindi a, meno che non compri lo "scodellino" o il jet da scooter, compri roba fatta in Italia. E' la società che mette la sede all'estero, e aggiungo io, per presunti motivi di pressione fiscale.

verci 19-09-2013 14:38

la società per cui lavoro (multinazionale americana) ha aperto la prima sede europea in italia, che tutt'ora resiste.

in italia l'imposizione fiscale è del 58% circa.

Da un po' di anni si sta spostando tutto in svizzera, nel canton ticino. La tassazione CH in totale è del 27%.


La sede italiana chiuderà entro 2 anni, 200 persone a casa. A meno che non vogliano spostarsi in svizzera.


un esempio che mi tocca da vicino, un esempio tra tantissimi.


In italia non si produce più, non si produrrà mai più se non piccole produzioni artigianali destinare a scomparire nel tempo.

cocmas 19-09-2013 14:50

le motivazioni per cui un'azienda si trasferisce all'estero sono molte: fiscalità, burocrazia asfissiante, corruzione, incertezza del diritto ed ultimo anche costo del lavoro. benchè se ne dica, il costo del lavoro in Italia è la causa meno importante che guardano le multinazionali. Il problema sono gli altri sopra. Per un inglese od un americano la nostra burocrazia è folle, pazzesca, al limite della demenza. Se caschi in mano al funzionario cretino di turno, per costruire una fabbrica ti fanno impiegare otto anni, quando è in piedi sei già fuori mercato.
La tangente è un'altra causa, la corruzione in Italia ha raggiunto vette incredibili, ce lo dicono organismi internazionali. In Italia infine la tassazione reale è del 70%, in Inghilterra per esempio del 33%, in Serbia addirittura lo stato ti incentiva ad aprire fabbriche, sei esente tasse per 5 anni. Incertezza del diritto, poi, siamo cavillosi e lo stato ci mette otto anni di media per darti ragione o torto. In Italia lo stato tutela i delinquenti, tutti garantisti, ma la parte lesa? Ora vogliono una nuova amnistia, e poi chiamano gli americani ad investire? auh...diventeremo la cenerentola dell'Europa, i meglio se ne sono andati. Ricordiamoci sempre che un imprenditore non è un missionario....

Mansuel 19-09-2013 15:14

Quote:

Originariamente inviata da verci (Messaggio 7651517)
Dainese aveva delocalizzato da tempo immemore.

Se volete roba italiana 100% i costi sarebbero tripli o più di quello che già si paga ora.
I guadagni non ci sono più in Italia, o meglio... non sono più possibili in Italia.

Questo è l'alibi che usano i produttori che giustificare le loro discutibili scelte.
Ci sono esempi di made in italy a prezzi più che abbordabili, per precisa scelta.

3alista 19-09-2013 15:14

Io sono emigrate dall'Italia alla Svizzera in tempi non sospetti (2004) ma il motivo fondamentale e' la burocrazia.

Abitavo dove neanche c'era l'ADSL dove a nessuno fregava un tubo, uno studio professionale dove 2 persone lavoravano solo per fare fatture (non piu' di 60 per anno) e preparare tutto per il commercialista.

Quando sono arrivato in CH non mi sembrava vero, per cambiare la patente la si spedisce per posta anche se l'ufficio e' a 4 km e in 36 ore hai la nuova patente svizzera!!

Da allora sono stato fortunato a trovare la via giusta e sopratutto le persone giuste , ma impiego circa 200 persone in giro per il mondo che fanno cose diverse tra loro ma di rientrare in Italia non se ne parla. L'arroganza la supponenza, il leccaculismo e l'inefficenza e' dilagante radicata e non cambiera' mai: vorrei molti piu' Nick Sloane (personaggi come lui si trovano normalmente in giro) e meno Schettini....

Da ora fintanto che io non vedro' un barlume di speranza in italia a lavorare non ci torno, ma ho paura che ormai il tarlo del furbinismo abbia intaccato le travi portanti.

Sono stato a Roma qualche giorno e camminando in centro, nelle zone della politica ho visto SOLO autoblu, arroganti figuri che si facevano scarrozzare.... sono andato ad un incontro per avere informazioni su un bando di concorso e mi hanno detto testualmente che tanto sapevano che avrebbe vinto trick&track spa.......

Inutile dare colpe ai politici che NOI abbiamo votato, non ce li hanno votati I Germanici, li abbiam votati noi, la colpa e' nostra non dei politici.

Tiriamoci su le maniche e produciamo, io sicuramente tornero' in italia, oggi avrei lavoro diretto per una decina di persone e indiretto per un altro centinaio ma perche' dovrei farlo oggi? Io ho pagato le tasse all'italia per 11 anni e quando mi sono trasferito per riavere gli acconti ho dovuto aspettare 5 anni!

Che tristezza...

Poz 19-09-2013 15:24

Non conosco il motivo di tale scelta.
Posso però pensare che la si stava preparando da tempo: mi risulta che già l'anno scorso avessero venduto la sede storica di Inverigo (Lurago d'Erba è un errore), capannone ed uffici.

Lu.K 19-09-2013 15:28

Quote:

Originariamente inviata da Mansuel (Messaggio 7652203)
Questo è l'alibi che usano i produttori che giustificare le loro discutibili scelte.
Ci sono esempi di made in italy a prezzi più che abbordabili, per precisa scelta.

Sì, ok, ma il mercato è libero, il denaro circola liberamente, l'imprenditore sceglie liberamente dove stabilirsi.....
E altrove, mica tanto lontano da noi (si vedano anche i vari esempi nel 3ad) stendono tappeti rossi ai nuovi investitori, e assistono quelli già presenti.....

bigbe@r 19-09-2013 15:29

Quote:

Originariamente inviata da RedBrik (Messaggio 7651432)

Non capisco invece proprio per niente aziende

no partita iva no parti:lol:

Flying*D 19-09-2013 15:47

Quote:

Originariamente inviata da auguzt (Messaggio 7651985)
E' la società che mette la sede all'estero, e aggiungo io, per presunti motivi di pressione fiscale.

No capisco perche' continuate a dirte che la societa' si trasferisce all'estero quando e' chiaramente scritto

Quote:

Un fondo d’investimento privato ha acquisito la titolarità del marchio per tutto il mondo ad esclusione dei settori sci, bicicletta e cavallo.
sono i nuovi proprietari che scelgono la sede...

cobra65 19-09-2013 16:38

Mah, io credo che fondamentalmente gli imprenditori, (specialmente quelli piccoli) ne abbiano un po' piene le palle di pagare le tasse che pagano in Italia per poi essere comunque trattati da approfittatori e da evasori, e vivere presi per le palle dalle banche...e poi per che cosa??? Io personalmente non mi ci metterei nemmeno a fare impresa in Italia ... così come non riconosco piu' diritti ad uno stato che non paga i suoi debiti ...

Superteso 19-09-2013 16:43

Tra non molto penso che per forza di cose, la costituzione vada riscritta.
L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro....

Non sarà più così...


 🐾

3alista 19-09-2013 16:43

... poi mi chiedo: ma se un'amministrazione non paga, perche' non si possono sequestrare I palazzi? Godrei come un riccio a sequestrare il parlamento....

Dfulgo 19-09-2013 16:49

Quote:

Originariamente inviata da 3alista (Messaggio 7652409)
... poi mi chiedo: ma se un'amministrazione non paga, perche' non si possono sequestrare I palazzi? Godrei come un riccio a sequestrare il parlamento....

...con la giustizia (si fa per dire eh) italiana, ti ci vogliono più di dieci anni per farti pagare da un Pinco Pallino qualsiasi (se ci riesci), figurati dallo stato...

:(

...poi parlano di "attirare capitali dall'estero" :lol::lol::lol:

manco a Zelig :mad:

3alista 19-09-2013 17:02

Una volta ho venduto in Italia un carico di acciaio con lettera di credito.
Il Gaglioffo, non vi dico dove per non sembrare razzista, ha ottenuto dal tribunal un sequestro della LC "inaudita altera parte" solo per il fatto di aver riscontrato delle anomalie sul carico . Con il ricatto di mantenere Fermi 5 milioni di € ho scontato 90'000€ perdendoci ma liberando la linea di credito per alter cose... UNO SCHIFO!!! infatti non vendo neanche piu' un chilo in Italia, manco morto. Io credo che per un New Deal Italiano l'unica speranza sarebbe o una Guerra o una dittatura che in 5-6 anni risistemi un po' tutto anche se immagino non sia una soluzione politically correct (mi spiace ma devo essere sincere)

Lu.K 19-09-2013 17:23

Di oggi:

http://www.corriere.it/economia/13_s...3db882d4.shtml

A parte accorgersene con una ventina d'anni di ritardo, magari tra un po' capiranno anche che non è come in campagna elettorale, dove basta millantare e promettere.....


Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 05:12.

Powered by vBulletin versione 3.8.4
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Traduzione italiana Team: vBulletin-italia.it

www.quellidellelica.com ©