![]() |
Il punto sull'abbigliamento OMOLOGATO
Se ne parla ( OT ) in diverse discussioni, (es. http://www.quellidellelica.com/vbfor...205089&page=22 ) ma data l'importanza dell'argomento ho pensato ad un thread apposito...
Quote:
da diversi anni l'Unione Europea ha messo a punto una serie di prove per l'abbigliamento dei motociclisti (prove di abrasione, scoppio, penetrazione... etc.), che le classificano come DPI (dispositivo di protezione individuale). Superare queste prove vuol dire ottenere l'Omologazione. La cosa non è molto nota, l'abbigliamento omologato in giro è poco, le grandi Case non ci tengono per niente a diffondere l'argomento, anche se loro stesse hanno partecipato ai tavoli per decidere le omologazioni. Anche tra gli utenti, c'è chi è ignaro, chi sorpreso, chi resistente, chi se ne fotte. Lo stesso per i negozianti, che ci propinano come "omologati", capi che non lo sono (o hanno di omologato soltanto le protezioni). Nel frattempo noi e i nostri amici continuiamo a morire sulle strade, forti delle convinzioni ataviche che "il grosso marchio fà abbigliamento di qualità" e "chi più spende meglio spende". Non che l'abbigliamento omologato faccia miracoli, sia chiaro: però dà indubbiamente l'aspettativa che le conseguenze di un incidente siano minori, dato che il capo è stato progettato e costruito con certi criteri. Scusate il sunto, -volutamente- superficiale.... Ma il punto è: perché BMW che fà ottimi capi, non compie un altro piccolo passo e non li OMOLOGA ???? :mad: |
cosi,non vende piu' la rally in cordura 500.:(
|
|
Provo a Dire la mia...
I traumi della strada per la maggior parte sono mortali per le forti decelerazioni da impatto a cui il nostro corpo è sottoposto in caso di incidente. Difficilmente si muore per una scivolata se non c'è impatto con un ostacolo. Infatti se guardate nelle competizioni la cosa principale è quella di avere vie di fuga... per diminuire la velocità del veicolo/uomo ed avere bariere a forte assorbimento di energia per dissipare quelst'ultima nell'impatto. Perciò io comincerei a parlare di guard rail che non rechino danni ai motociclisti, incroci più visibili, educazione stradale più incisiva. Ma la speriementazione costa e molto, ad esempio guardate quante strade di grande scorrimento non hanno nemmeno l'asfalto drenante!!! Non voglio uscire dal post ma qui in Italia spesso se pensa troppo alle rotonde e poco alla sicurezza passiva. Per finire credo che se si comincia a parlare di omolgazioni per l'abbigliamento tecnico, motococilistico in questo caso, sia comunque un passo avanti verso una sicurezza maggiore per noi motociclisti. Buon anno a tutti Max |
Quote:
|
Per me si porebbe anche fare...
Anzi direi che sarebbe una buona idea.. |
Quote:
Dainese, ad esempio, aveva risposto tramite un suo rappresentante, che l'omologazione è utile sì, ma loro danno la precedenza al comfort, ergonomia e quant'altro... :( |
Credo, ma è l'espressione di una mia convinzione, che le omlogazioni diventino una ghiotta occasione per alcuni "brand" che producono con i materiali e le regole "criteri d'omologazione" concordate in pool tra le grosse marche. I competitor minori restano fuori dal mercato "del prodotto omologato" almeno fino a quando le loro capacità produttive, finanziarie o le materie prime (materiali), possono essere reperiti più facilmente sul mercato.
|
Quote:
Se noi non ci rendiamo conto del problema e non cominciamo a pretendere nei negozi capi omologati, le aziende non si sveglieranno e ci dovremmo accontentare di scegliere tra quei 2/3 modelli attuali. Dipende da noi alla fine. Quote:
|
ciao Alexbull,
scusa ma non sono molto d'accordo: un prodotto omologato non vuole dire che e' piu sicuro di uno non omologato. quello che deve interessare a noi utilizzatori di abbigliamento per le moto e' che la giacca, i pantaloni, i guanti ecc ci proteggano nel modo piu efficace possibile non il certificato di omologazione. sono d'accordo con brontolo nel altro topic quando dice che un fattore di sicurezza e' anche la vestibilita' di un capo che puo' essere definita come una sicurezza attiva in quanto ti permette di muoverti meglio in moto e quindi reagire piu prontamente a una situazione di pericolo. |
Quote:
- La Cordura è molto diffusa ed è un materiale molto fragile... - Si sprecano le segnalazioni di capi -anche costosissimi- che si sfaldano dopo banali scivolate... anche quelli in pelle, che non dovrebbero aprirsi cosí facilmente... Puó succedere, come dici tu, che un capo non omologato sia sicuro... ma sarà al massimo l'1% dei casi. La maggioranza della "spazzatura" che paghiamo come oro, non potrebbe MAI superare i test europei di abrasione, perforazione, scoppio, stabilità e qualità delle protezioni, etc... Lo si vede subito dai materiali utilizzati, le cuciture etc.. Piccolo esempio, il paraschiena per primo a diffondersi sul mercato, di una marca leader in Italia: è risultato fuori range per le prove di assorbimento d'urto. Ed è omologato. Figuriamoci il resto della produzione! Non possiamo continuare con la "fiducia cieca" nel marchio: i dati (e la lista nera delle strade) dicono che la fiducia è mal posta. Per questo una piccola cosa come l'omologazione puó garantirci quello che le aziende trascurano: degli "standard minimi". Non vedo il motivo per rifiutare un "certificato" sulla sicurezza. Si tratta secondo me del minimo indispensabile. Poi ci deve essere senza dubbio ergonomia, comfort e praticità ma una cosa non esclude le altre... |
io , vista la volonta dei moderatori di tagliare i post che parlano di omologazione che non sono direttamente attinenti al post di apertura . porterei questa discussione in evidenza .
p.s. cosi' poi facciamo discussioni chilometriche su rev'it , streetguard , dainese e company ;) |
buona idea
|
C'è da considerare anche che i marchi che propongono capi omologati hanno comunque una gamma di offerte più ampia composta da capi che omologati non sono. E sicuramente i capi omologati hanno funzionato da richiamo anche per il resto delle proposte. Evidentemente i marchi più conosciuti non credono in questo tipo di investimenti perchè a livello di mercato non gli cambierebbe granchè. D'altronde hanno già le sponsorizzazioni dei piloti più famosi...
Considero quindi molto importante che i motociclisti "comuni" facciano sentire la loro voce per rendere quella delle omologazioni una realtà consistente e non solo un "curioso optional". |
Concordo con auguzt, per i top leaders è solo una questione di vile pecunia (lo dico senza polemica).
E' inimmaginabile che non conoscano le normative, nè vale come scusa il costo delle omologazioni: se se lo possono permettere aziende quasi artigianali come Halvarssons e Schott Leathers è impensabile che non possano essere affrontate senza patema sui bilanci da Dainese o Spidi, tanto per fare un esempio. A me resta il dispiacere di vedere aziende (che hanno fatto della sicurezza dei loro clienti una bandiera) aspettare che la domanda di capi omologati provenga dal basso anzichè promuoverla od investire in tecnologie - parlo dell'airbag per motociclisti - che saranno senz'altro utili ma la cui affidabilità ed efficacia è ancora tutta da verificare |
e' vero , chissa come mai il diavoletto si e' messo in testa di ignorare del tutto le omologazioni per quanto riguarda l'abbigliamento in tessuto (dove le lacune in fatto di sicurezza sono ancora enormi ) . anzi tende a sminuire e disincentivare la cosa . bo' ?
|
Il diavoletto?
Mi ricorda la Sony quando, da market leader, voleva imporre lo standard Betamax contro il VHS universalmente accettato dai concorrenti; sappiamo come è andata a finire. E' un esempio estremo, ovviamente. Ben vengano le innovazioni in tema di sicurezza (D-air e et similia) ma ignorare i benefici immediati che possono derivare al cliente (scongiuri d'obbligo) da un capo omologato, imho, mi sembra colpevolmente miope. |
personalmente ritengo fondamentale indossare abbigliamento omologato, i capi per il tempo libero provvisti di protezioni (che ci hanno venduto per abbigliamento tecnico) hanno risultati ridicoli nei test (cercateli in rete ) meno di 1 secondo la resistenza della cordura 500 nell'abrasione contro i 20 secondi della clover tekno omologata di livello 2 e i 30 secondi della spidi ergo 365 pro. Certo il marketing ci impone prezzi altissimi e certamente esagerati ma, dentro quei capi ci siamo noi, viaggiare sicuri non ha prezzo come è fondamentale guidare con il cervello sempre collegato.
|
clark, il fatto e' che noi spendiamo gia' un pozzo di soldi per l'abbigliamento non omologato
Personalmente anni fa mi sono svenato per un completo Spidi top di gamma ed i capi Bmw, Dainese o Revit di fascia alta veleggiano tranquillamente tra i 500 ed i 1000 euro. Tenuto conto che i capi omologati devono necessariamente essere di ottima qualita' per superare i test previsti dalla norma, trovo (e' solo una mia opinione, ovviamente) piu' giustificato il denaro per i secondi piuttosto che quello speso per i primi |
Da volontario del 118 che ha raccolto per strada parecchi motociclisti (in testa alla classifica quelli Ninja muniti) posso dire che i traumi peggiori non sono dovuti all'abbigliamento che si sfalda per sfregamento (forse questo è una prerogativa della pista, ma forse nemmeno tanto neanche là) bensì sono causati da urti contro parti fisse (l'urto contro l'asfalto, altri mezzi, rail, ecc).
Inoltre mi fà ridere vedere le prove di sfregamento su carta vetrata mentre sembra che nessuno si preoccupi di riparare la cervicale: la rottura di quella fà finire quasi allo stato vegetale, forse sarebbe meglio omologare qualche apparato che protegge quella parte come in F1 piuttosto che concentrare sforzi sulla carta vetrata. Quindi secondo la mia opinione la direzione in cui stà andando l'omologazione è sbagliato: dovrebbero studiare delle protezioni che attutiscono questi urti, analogamente a quanto fatto con le carrozzerie a deformazione controllata delle auto. Forse la Dainese con il suo airbag è l'unica che ha capito qualche cosa ... Ma forse costa molto meno omologare un tessuto, che esiste già ..., piuttosto che studiare delle protezioni ad assorbimento progressivo ecc ecc ... Le escoriazioni che provoca l'abrasione sono pochissima cosa in confronto ai traumi, fanno tanta scena perchè basta poco sangue per fare tanta "scena", ma si guarisce in pochi giorni e sopratutto senza interventi (ciclismo docet ... come dovrebbero andare ingiro i ciclisti allora ...?), pensate invece cosa comporta una lussazione ad una clavicola (senza arrivare all'estremo delle vertebre), cui il DPI livello 2 fà esattamente come l'abbigliamento (di qualità ovviamente) non livello 2 ... E' anche per quello che ho visto sulle strade che d'estate non mi pongo grossi problemi ad andare in moto (limitatamente ai piccoli spostamenti) con abbigliamento molto leggero ed alle volte con giubbotti senza maniche. Anche qui, suggerisco un attimo di riflettere con la propria testa prima di comprare in maniera impulsiva quello che ci propina il businessssssssssssssss magari a sostituzione di un ottimo capo di abbigliamento che abbiamo comprato nuovo poco tempo fà ... Per questi motivi IMHO questa è solo una questione di business e non di sicurezza (fermo restando che abbigliamento fatto male viene cassato da solo). |
Io sono infermiere e... ne ho viste tante. Probabilmente come te.
Rispetto la tua opinione ma non la condivido, assolutamente. Il punto principale che non mi trova d'accordo è il fatto che il tessuto "resistente" non ha come prima funzione quella di proteggere la pelle dall'abrasione ma quella di tenere il capo intero e le protezioni salde al proprio posto. La protezione dall'impatto puó avvenire solo se il protettore (compreso il paraschiena) è rimasto al proprio posto durante -l'eventuale- scivolata. Senza contare che una semplice abrasione puó complicare anche in infezione ed avere conseguenze permanenti. Oppure allungare il decorso di quella che poteva essere una guarigione "breve". Secondo me non vale la pena minimizzare la questione. Piccola esperienza personale: quest'estate mi hanno tagliato la strada e mi sono ritrovato la moto addosso: abbigliamento intonso, me la sono cavata con una contusione al piede (avevo gli stivali) ed ho zoppicato una decina di giorni.. Se non avessi avuto stivali ed abbigliamento protettivo una frattura al piede non me la toglieva nessuno e forse una contusione alla spalla. Poca cosa? Per me no. Poi ognuno fà le sue valutazioni. Io continuo ad usare gli stivali (e a benedirli) anche d'estate! :weedman: |
AlexBull, non dirmi che la Colver livello 2 "tiene" di più nell'esempio che hai fatto tu ad esempio della Rev'it Defender che non è omologata ... ovvio se me la paragoni con una giacca cinese da 40€ ... ma il confronto và fatto con pari qualità.
Discorso diverso fra l'usare o meno gli stivali ecc ecc, ma quello che intendevo in tutto il mio discorso è che si preoccupano di omologare quello che difatto è già molto buono e non obbligano a viaggiare con gli stivali, i guanti, ecc ecc, infatti uno può viaggiare con un DPI come giacca ma in ciabatte ... Non è il caso di intervenire PRIMA su altre cose quindi???????? Ma questo non è contemplato dal businesssssssssssssssssss ed allora ... via alta visibilità e DPI, tanto colore e tessuto c'è già, il resto (che si chiama vera sicurezza) implica investimenti non indifferenti e quindi non si fà. |
Andrew i requisiti richiesti ad un capo omologato come DPI non si limitano alla sole resistenze del tessuto alle prove previste per abrasione, scoppio e taglio ma riguardano anche le cuciture ed altri accorgimenti, tanto per fare un esempio.
Tu ed AlexBull portate l'esperienza sul campo. Sulle protezioni si sono fatti passi da gigante rispetto al passato quanto a capacità di dissipazione della forza d'urto e, spero, altri se ne faranno. Sottolinei, giustamente, il problema della cervicale finora più sensibile nel mondo del fuoristrada che in quello della strada; d'altro canto le varie aziende impegnate nel mettere a punto airbags per motociclisti veramente affidabili hanno bisogno di tempo. L'incolumità dei motociclisti è un problema della collettività (e diventa tale con li incidenti in cui sono coinvolti)e forse è un pò utopico aspettarsi che l'iniziativa dei progressi in tema di sicurezza dipenda solo dalle aziende (private) che lavorano con una logica di mercato (leggi: producono quello che il mercato richiede e che le fa guadagnare) |
condivido il fatto che un capo che non si strappa con facilità tiene anche le protezioni al loro posto, permettendo appunto di esercitare la loro funzione .
vero che la cervicale è ancora esposta. però esistono già da tempo dei collari protettivi e ora stanno arrivando gli airbag ( anzi sono già arrivati) . ma non facciamo quei discorsetti senza senso tipo dire che è inutile una giacca omologata e la zona collo esposta. una cosa non esclude l'altra. sopratutto non confondere protezione attiva con protezione passiva. il colore dei giubbotti interessa la sfera attiva ( evitare il fatto), la consistenza dei giubbotti ecc interessa la sfera passiva........... |
senza senso non saprei ...
il problema dei traumi cervicali mi sembra molto più grave di quelli che dovrebbero evitare i capi omologati, però quasi tutte le case sembrano ignorarlo |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 05:21. |
Powered by vBulletin versione 3.8.4
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Traduzione italiana Team: vBulletin-italia.it
www.quellidellelica.com ©