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Camilleri, Andrea - "La concessione del telefono"
La concessione del telefono
Andrea Camilleri Sellerio editore Palermo ISBN 88-389-1344-7 pp.269 prezzo (il mio esemplare L.15.000), credo che ora costi una decina di euro. Un libro che sorprendentemente non ritrovo tra quelli già recensiti qui, quindi mi permetto di segnalarlo come posso. Libro sempre piacevolissimo, a tratti spassoso, a mio avviso un piccolo capolavoro tra gli scritti di Camilleri "non Montalbano". Racconta una complicata storia con la tecnica dell'alternanza tra "cose dette" (dialoghi riportati al modo di un copione teatrale) e "cose scritte" (documenti citati e a volte riportati in finto originale d'epoca), storia che non posso sintetizzare qui, ma che ha come spunto iniziale una richiesta di allacciamento telefonico avanzata nella Sicilia di fine ottocento da un piccolo commerciante. Di passo in passo entrano in campo piccoli mafiosi, ottusi burocrati statali, carabinieri e questurini, donne focose, in un turbinio continuo di colpi di scena degno di Deaver che non impedisce a Camilleri qualche riflessione (facilmente attualizzabile) sullo Stato e la sua organizzazione. Vale veramente la pena! |
Quoto. E' un gioiellino, di quelli che ti fanno passare per scemo in quanto la gente ti vede ridere da solo.
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Ce l'ho a casa, ancora da leggere.
Mi fu consigliato da un lettore del Corriere della Sera quando fu pubblicata una mia lettera da Beppe Severgnini nella sua rubrica "Italians" del giovedì sulle difficoltà burocratiche che dovetti affrontare per avere una licenza per il wi-fi. Come dire: i tempi cambiano, la burocrazia resta. |
Se ancora non l'hai letto, fallo: garantisco che ne vale la pena! ;)
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Veramente bello, ma io sono di parte Camilleri mi piace molto anche quando scrive di Montalbano
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grande libro, inoltre a me piace di più il Camilleri storico piuttosto che il montalbanista :)
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strepitoso....
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consiglio vivamente anche "la stagione della caccia" e " il birraio di Preston " :)
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su questo stile (cose dette e cose scritte) leggete pure LA SCOMPARSA DI PATO'
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Sottoscrivo, e segnalo sempre sul filone storico di Camilleri "La mossa del cavallo", "Un filo di fumo", "La scomparsa di Patò", "La presa di Macallè"
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che bello li ho letti tutti
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Forse sono io che ho un umorismo diverso o la mia ostilità verso gli autori italiani contemporanei è troppo acuta, fatto sta che è l'unico libro di Camilleri che ho letto e l'ho trovato inutile. Quello che aveva da raccontare avrebbe potuto essere condensato in dieci pagine e non ne avrebbe sofferto.
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beh, pure i Promessi Sposi (opera che a me non piace affatto) si possono raccontare in dieci pagine, ma ovviamente non sarebbe la stessa cosa... ;)
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Non è la stessa cosa. Confrontami l'umorismo di un Marcovaldo con quello della Concessione. Per me ogni pagina del primo è preziosa, mentre del secondo ho scoperto che avrei potuto benissimo farne a meno ;-)
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Chiara, molto dipende da COME SI E' QUANDO si legge un determinato libro.
Io ho letto il Marcovaldo in un periodo nel quale non ero evidentemente ricettiva alle atmosfere e sfumature di Calvino, e m'era riuscito oltremodo noioso, nonchè indigesto. A distanza di parecchi lustri una rilettura me l'ha fatto vedere sotto una luce diversa, e la sgradevole prima impressione è quasi del tutto sfumata... |
Ti posso assicurare che anche a distanza di anni la Concessione non riuscirà mai a farmi cambiare idea :-D Poi, i gusti sono gusti.
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