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mototour 17-04-2009 22:25

4 8 5 8 0
 
Mandate SMS o chiamate da telefono fisso.
Così, giusto per non dimenticarsene.......:)

OroMatto 17-04-2009 22:52

Non tutti la pensano allo stesso modo...

15 aprile 2009

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi
raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la
mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il
contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso.
Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio
conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non
partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da
offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi
vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei
calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del
premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette
no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della
sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di
civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare. Non do un
euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo
dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di
cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi
slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa
Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità,
purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi
sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire,
stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una
compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I
pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco
tempo.

Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in
queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli
aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare
altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli
italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti
evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.

E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che
dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e
dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse
pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce
a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a
visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli
altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio
bisogno?

Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha
parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei
cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha
letto? Da quanto tempo l’aveva in mente? Il tempo del dolore non
può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato,
riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new
town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura
Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che
“in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva.
Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non
campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi
tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché
governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo
che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la
giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una
giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che
ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi
quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire
questo euro? Per compensare cosa?

A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel
terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni
terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico
versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo
tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San
Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non
puoi restare indifferente. Ma ora basta. A che servono gli aiuti se
poi si continua a fare sempre come prima?

Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un
euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una
delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un
tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in
edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi
requisiti di sicurezza per farlo. Ecco, nella nostra città, Marsala,
c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale,
che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in
scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di
cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro
d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una –
nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo
scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli
per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in
amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche
l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa
decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare
arricchire per tornaconto.

Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1
hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la
diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io,
con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il
rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se
qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non
comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche
che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti
hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà
criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta
all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre,
il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare
tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno.
Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per
aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un
anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni
europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E
ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.

Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia
rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il
mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia
dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non
sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa
nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’
esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come
si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel
frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come
Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli
ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno
fatti morire di noia.

Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico
il diritto di dire quello che penso.

Come la natura quando muove la terra, d’altronde.

Giacomo Di Girolamo

Da http://www.a.marsala.it (Di Girolamo e' il direttore di questo
giornale siciliano on-line)

Sullo stesso sito potete leggere (e inserire) risposte e commenti
all'articolo....

mototour 17-04-2009 22:58

Liberissimo di pensare sia tu che io.
Conoscevo quanto da te riportato, non cambia ora né cambierà il mio atteggiamento di fronte ad una tragedia e quando mi guarderò allo specchio, come faccio ogni mattina, mi dirò che forse non sono tanto bello (però piaccio....:lol:) ma che certamente sono e sarò sempre fedele ai miei ideali e soprattutto alla mia coscienza.
Per questo ho già fatto diversi sms e mi accingo a mandare quanto mi è possibile alla Protezione Civile, sarà una goccia nel mare ma sarò sempre fiero di avercela messa.


....e adesso, cari moderatori, evidenziate questo numero o questo thread, grazie.

mototour 18-04-2009 18:50

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