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Motociclismo non è certo "l'altro consumo"!
Sull'onda di un mio 3d di prima delle ferie estive "No more Cinese Please" (mio almento su costosi abbigliamenti Italiani fatti in Estremo oriente), ho mandato una lettera a Motociclismo che appare a pagina 12.
La risposta è stata mooolto dalla parte dei produttori e non del consumatore. Cioè la risposta è stata "per mantenere la competitività, i produttori sono costretti a produrre in paesi più economici"!! Il mio commento è: ma la competitività verso chi, visto che la produzione e distribuzione di prodotti di abbigliamento motociclistico è in mano agli italiani? La cpmpetitività tra di loro può essre a rischio! Per me l'unica giustificazione è la ricerca di aumento di profit! L'esempio è che le giacche moto ora costano dai 300,00 euro in su (Dainese arriva tranquillamente a 500,00!!). Questi prodotti costavano, ai tempi della lira 300,00lire, vale a dire meno della metà! Ribadisco, le riviste italiane dedicate al motociclismo sono più impegnate a mantenere ottimi rapporti con i produttori, che a dare un giudizio obiettivo e di supporto al consumatore. Questo è tutto...volevo solo sfogarmi vista la "brutta" risposta del giornale più letto da noi (a parte "Pianeta bicilindrico" ovviamente). |
Hai ragione. Difendono gli inserzionisti. E gli inserzionisti fanno soldi a palate rispetto a qualche anno fa, grazie alle produzioni a basso costo, anche se oggettivamente (e piu' in generale) il prezzo di molti beni di consumo e' generalemente diminuito.
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E' vero che una giacca adesso costa di più ma ha anche tante cose in più rispetto 7 anni fa. Il fatto di produrre dove conviene è una legge di mercato e ne beneficia sicuramente anche il consumatore.
Se leggo made in Italy comunque ne sono soddisfatto anche se a volte basta mettere una cucitura in più fatta in Italia per potrelo scrivere. |
è vero che ha molte cose in più, ma non si giustifica il maggior prezzo ad es. di una giacca bmw rispetto ad una dainese o peggio spidi ecc...
insomma tutte fatte in cina ma la bmw costa 40% in più. è qui che mi innervosisco. se mada in cina deve essere più economica. mi spiego: comprerei volentieri una giacca Bmw, cara arrabbiata se vedessi scritto made in italy. quel 40% in più di prezzo sarebbe in parte dovuto al fatto che ho dato da mangiare ad operai italiani. quindi visto che non si trova più nulla o quasi made in italy non facciamoci abbindolare dal marchio. valutiamo bene il prezzo e le caratteristiche. |
Tourer le riviste vivono di pubblicità.....non c'è speranza in una loro piena obbiettività nei giudizi ;)
Per quanto riguarda il "made in cina" c'è solo da aspettare che esploda il loro mercato interno, dopodichè non avranno tempo per produrre anche per noi! |
Tourer, il primo competitor di una azienda, è l'azienda stessa. Ogni anno bisogna aumentare i margini perchè diversamente andrebbe a diminuirli. Tautologico!
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Ecco la mia lettera a Motociclismo che ho appena..
inviato. Vediamo se rispondono.
Caro Motociclismo, a pagina 12 di Motociclismo di Ottobre, avete risposto alla mia lettera riguardante i prodotti Italiani con etichette “MADE in ASIA”. La presente è sia per ringraziarvi dell’attenzione, sia per esprimervi che la vostra risposta non mi ha proprio soddisfatto. E devo dire che, letta pure da amici e parenti, non ha soddisfatto nessuno. Pensavo di ottenere da voi una risposta un po’ più “dalla parte del consumatore”, non è stato così. Mantenere la competitività, dite voi: Ma rispetto a chi, visto che il marcato dell’abbigliamento motociclistico è in mano ai produttori italiani? Io sono più propenso a pensare che la ragione principale sia l’aumento di “Profit”. Vorrei puntualizzare che ormai è difficile acquistare una Giacca a meno di 350,00euro (in molti casi si arriva a prezzi intorno ai 500,00euro!!) Prima dell’avvento dell’euro, si compravano i Top di gamma a circa 380.000 lire! Quindi il contenimento dei costi il consumatore non lo vede proprio. Capisco che dobbiate mantenere ottimi rapporti con i “Produttori”, che ormai sono il reale guadagno di un giornale con le loro pubblicità, ma forse un po’ più di riguardo per il motociclista non farebbe male. Leggo ogni tanto riviste francesi, e devo dire che là è un po’ diverso. Il motociclista è difeso a spada tratta, con rapporti di qualità/prezzo e commenti anche veramente pesanti su alcuni prodotti immessi sul mercato. Scusate la mia puntualizzazione. Comunque non preoccupatevi! Continuerò a leggere Motociclismo che reputo la migliore rivista italiana, nonostante ogni tanto qualche delusione c’è. Saluti Roberto Ramorino – Pianello del Lario (CO) |
è una legge di mercato...dove la manodopera costa troppo non si produce(leggi europa e in generale ovest del mondo) ciò che necessita di largo impiego di manodopera...
non vale solo per il made in italy che dici di non trovare, ma anche per francia, g.b. ecc... potrebbe stare bene a qualcuno avere made in italy e pagare il 40% in più ma a pochi probabilmente... ed è ovvio che ti rispondano spezzando una lancia a favore dei produttori...come è ovvio che non stronchino mai una moto o altro...non sopravvivrebbero... in linea generale i giornali, poi, sono le uniche aziende che vanno avanti annche in perdita, cioè anche se li comperano in pochi...perchè per la proprietà sono comunque "remunerativi" date che diffondono un'"idea" o una pubblicità... :) |
Enno' non ci siamo ! :mad:
Avresti dovuto scrivere: "Continuerò a leggere Motociclismo che reputo la migliore rivista italiana, dopo Pianeta Bicilindrico..." |
Tutto quello che dite è giusto, anche le giustificazioni, ma pantalone paga.
Approposito! Ieri ho comprato pantaloni Dainese "Top". Mi vergogno a dire il prezzo...non avevo pantaloni con protezioni ed allora già che c'ero.... |
e allora non ti lamentare però... :confused:
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E comunque io i radiatori costruiti nei Paesi dell'EST in casa mia non li monterò mai !!!
Viva l' Italia ! |
complimenti per la lettera!!
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Grazie. |
una copia anche per me...
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... ho scritto per un giornale di pesca per circa 6 anni, le logiche che sottostavano al 75% degli articoli presenti sono (almeno erano) le stesse ...
invece di una ditta di abbigliamento, c'erano produttori di canne, accessori, ma non cambiava assolutamente nulla: di fatto molti articoli erano pubblicità mascherata! |
Ciao Turer,
capisco il tuo sfogo, ma, per fare certi ragionamenti un azienda che produce e commercia bisognerebbe dirigierla. Impossibile fare i ragionamenti che fai tu da fuori. Non so che lavoro fai, se sei un dipendente che tira lo stupendio o un dirigente che deve lottare per far quadrare i bilanci, ma se le aziende spostano le produzioni all'estero è perchè i costi di TUTTO in Italia, come in altri paesi di Europa sono Esagerati. La maggior parte dei costi della mia azienda (tranne gli stipendi) negli ultimi anni sono aumentati mediamente del 30-40 %, chiaramente raddopiati dal dopo Euro. |
Quote:
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Chiaramente Motociclismo non è una rivista dalla parte del consumatore (altre lo sono. In Sella, tradizionalmente lo è, anche se non è una gran rivista). Però, sostanzialmente, se Dainese vende giacche da moto a prezzi esorbitanti, è perchè il pubblico è disposto a comprargliele e, se vende a prezzi esorbitanti giacche fatte in Cina, è percè il pubblico è disposto a comprargli, a prezzi esorbitanti, giacche fatte in Cina.
Se non sei d'accordo con l'andazzo, usa il tuo potere di consumatore. Anche senza andare a comprare la giacca al Lidl, ma scegliendo prodotti di marche note e senza sorprese (ad es. Ixs), si può risparmiare anche la metà. Oppure si possono comprare prodotti fatti sicuramente in Italia (mi pare che Giudici, ad es, faccia tutto in Italia). DogW |
non discuto la scelta di un produttore di produrre dove costa meno, ci mancherebbe altro.
discuto il fatto che poi il prodotto finale a noi costa uguale, anche se lui poi riduce il costo di 10 volte. deve esistere una proporzione, sennò è concorrenza sleale. altrimenti si decide di caricare di dazi i prodotti così poi costano come a farli in europa e poi vediamo. i cinesi non pagano i nostri affitti, la vita in cina non costa come in italia, per un dipendente. io compro roba fatta in cina, è impossibile evitarlo dato che ormai è TUTTA fatta lì, però compro roba che costa effettivamente meno, traendone i vantaggi come cliente finale. esempio... decathlon... tramite il suo marchio riduce i costi... nike fa roba identica... ma costa il doppio... nike si può andare a fottere. se compro nike vado negli outlet dove la roba va a costare come al decathlon..... idem per tutte le altre marche... levi's ecc.ecc. |
Le giacche costano 300€ perché è il prezzo giusto, non c'è relazione col costo di produzione. Se le stesse giacche le vendessero a 150€ i clienti si insospettirebbero e le riterrebbero "a priori" di bassa qualità.
Una giacca BMW deve costare 500€, anche se il fornitore in Cina gliela fattura 30€, semplicemente perché una giacca premium price BMW DEVE costaare così. Non capisco però come i guanti ProWinter costino solo 90€... Qualcosa non torna... |
un cliente che ragiona così è FESSO.
ed è giusto che venga inculato da chi vende. ma girando per i negozi... di vari settori tecnici... spesso mi accorgo che chi vende... patate o scarpe è uguale... quindi siamo messi proprio male. |
frenco ti sei dimenticato le faccine...
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Frenco, scherzando hai detto una cosa che capita spesso.
Alcuni beni e molti servizi hanno un prezzo figurato, qeusto rpezzo figurato è via via andato crescendo, con un'impennata in seguito all'entrata dell'euro. La totale mancanza di concorrenza, almeno in Italia, ha portato i valori economici in gioco per alcune di quelle cose (rogiti, parcelle di professionisti, scarpe di marca, case, etc etc) a cifre senza alcun riscontro con il reale valore. |
Quote:
Non che io diriga... anzi. Però prima di prendere un giudizio di parte sull'argomento, andiamo almeno a vedere i bilanci e tentiamo di capire quali e quanti costi concorrano alla produzione di un singolo oggetto. I costi variabili diretti incidono solo in parte sul costo finale del prodotto. Quanto sia questa parte, poi dipende dal mercato in cui si opera. Certo è che non sono gli unici a incidere, mentre sono spesso gli unici che possono essere ridotti. In soldoni, preferisco che l'azienda 'X' a pari guadagno produca la mia giacca a basso costo, ma che spenda per ricerca e sviluppo, test, ingegnerizzazione del prodotto che sono cose che "pesano" comunque sulla giacca stessa, piuttosto che produrre in Occidente, lesinando sull'innovazione e/o sulla tecnologia. A meno che non si creda che c'è "spazio" per fare entrambe le cose, il che è decisamente ottimistico. Le uniche aziende che hanno in teoria questa possibilità sono quelle che fanno prodotti di nicchia o comunque 'high end', ma anche lì non avendo grandi volumi devono per necessità di cose aumentare i margini per coprire i costi indiretti, il che riporta al punto di partenza. Giusto per dire che non è così semplice come sembra.... |
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