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Maurizio P. 19-05-2007 17:13

Lo Zen e........
 
1 allegato(i)
Riletto dopo vent'anni, ancora staordinariamente bello. Buona lettura.

LO ZEN E L'ARTE DELLA MANUTENZIONE DELLA MOTOCICLETTA
di Robert M. Pirsig

Allegato 21824


"Questo romanzo è una Grande Avventura, a cavallo di una motocicletta e della mente, è una visione variegata dell'America on the road, dal Minnesota al Pacifico, e un lucido, tortuoso viaggio iniziatico.
Una mattina d'estate, il protagonista sale sulla sua vecchia, amata motocicletta, con il figlio undicenne sul sellino e accanto a lui un'altra moto con due amici. Parte per una vacanza con "più voglia di viaggiare che non di arrivare in un posto prestabilito". Ma fin dall'inizio tutto si mescola: il paesaggio, che muta di continuo dagli acquitrini alle praterie, ai boschi, ai canyons, i ricordi che dilagano nella mente, la rete tenace dei pensieri che si infittisce intorno al narratore. Per lui, viaggiare è un'occasione per sgombrare i canali della coscienza, «ormai ostruiti dalle macerie di pensieri divenuti stantii». E altri pensieri crescono come erbe dalla cronaca del viaggio: l'amico si ferma, ha un guasto, impreca, non sa cosa fare. E il narratore si chiede: qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa? In che misura ci si deve occupare della manutenzione della propria motocicletta?
Mentre guarda smaglianti prati blu di fiori di lino, gli si formula già una risposta: «Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore». Questo pensiero è la minuscola leva che servirà a sollevare altre domande subito incombenti: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos'e la Qualità? Perché non possiamo vivere senza di essa?
Come un metafisico selvaggio, come un lupo avvezzo a sfuggire alle trappole dei cacciatori, che in questo caso sono le parole stesse, il narratore avanza con la sua moto per strade deserte o affollate, seguito dal fantasma di Platone e di Aristotele, e soprattutto dal «fantasma della razionalità», invisibile plasmatore della motocicletta e di tutto il nostro mondo. Ma nella sua ricerca una voce si incrocia con Ia sua, quella del suo Doppio, Fedro, che anni prima aveva pensato quelle stesse cose e, dietro di esse, aveva incontrato la follia. Tutti e due vogliono testardamente risalire a quel punto, oscuro e lontano, in cui «ragione e Qualità si sono staccate».
Giunti a quel punto, apparirebbe evidente, luminoso, che «la vera motocicletta a cui state lavorando è una moto che si chiama voi stessi»."

Huey 19-05-2007 17:15

..mai riuscito ad andare oltre tre quarti.....:( :( ...e mi spiace.

ITALO 19-05-2007 17:20

Quote:

Originariamente inviata da nemo (Messaggio 2016210)

Andava di moda anche "L'insostenibile leggerezza dell'essere".

E' quello che ha scritto il Grande Capo dopo che ha superato i 100 Kg ?!?

Huey 19-05-2007 17:21

L'insostenibile leggerezza dell'essere a me è piaciuto molto. Ma era un periodo che ci stava un libro così, anzi, lessi tutto quello che Kundera aveva pubblicato alla data del 1990 in un paio di settimane.........

rasù 19-05-2007 17:23

pirsig buono, kundera nobuono.

oedem 19-05-2007 17:25

bel libro, letto un annetto fa e molto apprezzato :D

Mauro62 19-05-2007 17:33

bisogna leggere anche lila, praticamente è il seguito.

nossa 19-05-2007 18:05

Ho sempre dimenticato di continuare la lettura, mai oltre la metà...
E mi sono sempre addormentato con Matrix, Il Signore degli Anelli e altri straquotati film, bo....:rolleyes: :lol:

steu369 19-05-2007 18:05

a noi che leggiamo solo topolino non piace,,,non abbiamo pazienza,non lo capiamo...sono solo seghe,brucimoli sti libri,:mad: vuoi mettere qui quo qua ?:lol:

Lecter 19-05-2007 19:05

Secondo me Pirsig si sniffava anche gli stivali da moto.
Non ho mai capito cosa ci si trovi di così straordinario in questo libretto. Tutti ne parlano, molti lo comprano, pochi finiscono di leggerlo.

Huey 19-05-2007 19:12

Eh...però...c'è un pò di timore nel segare mostri sacri come Pirsing ed il suo libro vero?

Vogliamo liberarci dai dubbi di non essere abbastanza IN che ci hanno attanagliato yutti questi anni? si? ok, vado....

IL LIBRO DI PIRSING, NELLA SECONDA PARTE .....E' UNA CAGATA PAZZESCA !!!!!!!!!


aahhh....sto meglio, erano anni che me lo tenevo dentro. :lol: :lol: :D :D

abii.ne.viderem 19-05-2007 19:16

fantastico outing, huey!
(ne ho una lista così di cose che non si possono dire perché non fa fino...)

liz 19-05-2007 19:21

la seconda parte è l'unica che meriti.

varamukk 19-05-2007 19:33

Quote:

Originariamente inviata da Mauro62 (Messaggio 2016242)
bisogna leggere anche lila, praticamente è il seguito.

Sottoscrivo...

E' inevitabile che un approccio unicamente "motociclistico" porti alla conclusione che il libro sia di una noia mortale ma c'è una nota dell'autore che recita:

"Quanto segue è basato su fatti realmente accaduti. Benché molto sia stato cambiato per finalità retoriche, nella sua essenza deve essere considerato realtà. Tuttavia non va in alcun modo assimilato al vasto corpo di dati relativi alle pratiche ortodosse del buddhismo Zen. E neppure va associato troppo strettamente con la realtà pratica delle motociclette."

Il titolo completo dell'opera è "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", sottotitolo "Indagine sui valori"...

Date le premesse, è chiaro che se noi andiamo a saltare da un paragrafo all'altro per seguire le descrizioni del viaggio senza riflettere sulla funzione che queste hanno nel racconto (il mondo delle percezioni), è molto meglio andarsi a leggere qualcos'altro...

Lo sforzo di Pirsig è stato di usare un approccio Occidentale (cioè razionale positivista) per costruire un ponte verso la filosofia Orientale del "Tao Te Ching"...

Non è il caso di discutere se sia riuscito o meno nell'impresa tentata tra l'altro da filosofi ben più accreditati, ma bisogna considerare l'epoca in cui è uscito il libro (1974), quindi successivamente ai movimenti sociali del '68...

Quindi un libro dalla lettura impegnativa e fuorviante se affrontato con un'aspettativa "ristretta", analogamente ad altri libri come "Lo Zen e il tiro con l'arco" o "Lo Zen e l'arte di disporre i fiori"...

Tornando a quanto scritto da Mauro62, la quantità enorme di lettere spedite da lettori di tutto il mondo, con richieste di spiegazioni (inevitabili, visto che non tutti avevano il background culturale per capire profondamente il pensiero di Pirsig), spinse l'autore a scrivere un secondo libro "Lila" sottotitolo "Indagine sulla morale" nel quale l'autore si imbarca nell'impresa titanica di costruire una Metafisica della Qualità... E' ovvio che la comprensione del secondo libro è impossibile se non si è letto il primo più di una volta...

Anche in questo caso, stabilire se ci sia riuscito o meno è impresa ardua... aspettiamo il terzo... ;)

p.s. ho scritto di getto, mi scuso in anticipo per eventuali inesattezze...

Nicholas 19-05-2007 19:35

letto anni fa...ne ho un vago ricordo

varamukk 19-05-2007 19:37

1 allegato(i)
...Dimenticavo questa...

jjerman 19-05-2007 19:39

pesante
pesante
pesante
:sign11:

Calidreaming 19-05-2007 19:46

bellissime le prime pagine che farei imparare a memoria a ogni motociclista il resto non son mai riuscito a leggerlo ... sicuramente è colpa mia neh ;)

però preferisco long way round o io elefante ecc. ecc.

Maurizio P. 19-05-2007 19:49

Quote:

Originariamente inviata da nemo (Messaggio 2016210)
in effetti dicono tutti sia un libro intelligente, specie quelli che non l'hanno letto.
Andava di moda anche "L'insostenibile leggerezza dell'essere".

Nelle case degli italiani ci sono tante librerie piene di libri mai letti, i telecomandi delle tv invece sono lucidi dall'usura.
La prima edizione italiana de "L'Insostenibile Leggerezza dell'Essere" è del Marzo 1985, in questo lasso di tempo gli editori hanno continuato a fare il loro mestiere. Per qualcuno.

condor 19-05-2007 19:50

x maurizio:

quando parte con la solfa di quando sbrocca ho fatto fatica ad andare avanti.
Lila l'ho incominciato e mai finito.

C'è da dire che il concetto di forma soggiacente è assolutamente vero. Come l'analisi dell'ordine e dell'ordine mentale quando racconta dell'officina del casinista.

La prima volta l'ho letto 25 anni fa.

Hai letto 'Parole nel vuoto'?

varamukk 19-05-2007 19:54

Mitica la parte sulle trappole per l'Enthousiasmos...

Maurizio P. 19-05-2007 20:11

Quote:

Originariamente inviata da condor (Messaggio 2016460)
x maurizio:

quando parte con la solfa di quando sbrocca ho fatto fatica ad andare avanti.
Lila l'ho incominciato e mai finito.

C'è da dire che il concetto di forma soggiacente è assolutamente vero. Come l'analisi dell'ordine e dell'ordine mentale quando racconta dell'officina del casinista.
La prima volta l'ho letto 25 anni fa.
Hai letto 'Parole nel vuoto'?


Non è per niente un libro facile, ho faticato anch'io, ma oggi ha un sapore diverso e come ha detto giustamente Varamukk non va mai dimenticato il periodo di grande fermento culturale in cui venne scritto.
Nella lettura come nella musica sono un vero masochista, mi inerpico in percorsi intricatissimi ma poi compenso con cose più leggere come la biografia dei Ramones di Arcana.
Ultimo libro letto con grande interesse (personale, eh?) per la sua attualità "Perchè Non Possiamo Essere Cristiani (E Meno Che Mai Cattolici)" di Piergiorgio Odifreddi.
Non ho letto "Parole nel Vuoto" ma già dal titolo mi sembre estremamente attuale, (anche da queste parti ;)) chi l'ha scritto?

condor 19-05-2007 20:14

Un pazzo furioso che mangiava roastbeef e che per prendere le distanze, all'inizio del secolo, pubblicava una rivista che si chiamava Das Andere...
Un architetto viennese Adolf Loos.
Mi distende leggerlo e mi rassicura.

varamukk 19-05-2007 20:59

Quote:

Originariamente inviata da abii.ne.viderem (Messaggio 2016395)
fantastico outing, huey!
(ne ho una lista così di cose che non si possono dire perché non fa fino...)

Tipo la corazzata Potemkin..? :lol: :lol: :lol:

bobino 19-05-2007 21:31

Quote:

Originariamente inviata da liz (Messaggio 2016407)
la seconda parte è l'unica che meriti.

Secondo me è più bella della prima, ma tutto il libro è un affresco appassionante.

Certo, è un libro che prendendo spunto dalla moto affronta problemi ben più profondi in maniera spesso complessa
Se un lettore si aspetta un semplice diario motociclistico resta senz'altro deluso. Io lo ho letto "alla cieca" e son rimasto tutta la notte in piedi per terminarlo.

A mio parere un capolavoro del novecento


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