sono stato al salone. ci sono andato con mio figlio.
quindi due generazioni: con buona approssimazione il passato e il futuro di quel che è o sarà il "motociclismo".
1. la passione: la moto è antitesi rispetto il virtuale, forme colori, rumori non possono essere sostituiti dalla presentazione virtuale, secondo tutte e due le generazioni sbagliano le case che disertano il Salone e se tra cinque anni, come qualcuno pensa, non esisterà più il Salone allora probabilmente non esisterà più neppure la moto, intesa come oggetto di passione ma sarà diventata qualcos'altro.
2. estetica: qui le due generazioni divergono anche se con tanti punti in comune. le forme "moderne" non mi emozionano, le sento destinate al tramonto o almeno al cambiamento più o meno rapido. il lavoro del designer si riconosce, alcune marche non riescono a dare una immagine di coerenza col marchio, inseriscono stilemi del design attuale, ma manca per così dire una coerenza generale. altre invece le vedi come prodotti in grado di invecchiare meglio. Il Salone ha la sua ragion d’essere perché vedi e confronti. Una su tutte: aspettavamo La Norden con grandi aspettative, ci ha deluso.
3. prestazioni: tutti vogliamo il massimo ma il giovane considera meno importante il valore assoluto dei cavalli. La moto di per sé genera soddisfazione e la generazione giovane è meno condizionata dal marchio o dal luogo di fabbricazione. il peso, invece, è importante.
4. elettrico: Non abbiamo considerato gli scooter perché non ci interessano.la moto inizia ad assumere forma e sostanza. Non può essere rifiutato a priori per motivi diciamo di “fede”. Ma le moto elettriche iniziano ad assumere una coerenza dal punto di vista del design, forse si inizia a trovare una “forma”. Resta da vedere autonomia e prestazione, ma in ambito urbano e di piccolo cabotaggio siamo quasi al dunque. oltre occorre attendere. abbiamo anche visto un'ibrido: come complicare una cosa semplice. da ultimo il fattore costo: già la moto è una passione costosa figuriamoci diventare elettrici.
5. accessori e abbigliamento: il Salone è una vetrina, puoi vedere e confrontare diversi prodotti, impossibile in negozio. Qui abbiamo avuto l’impressione che mancasse la voglia di esserci davvero. Per alcuni stand sembrava di essere solo a un mercatino.
Dunque è valsa la pena andare ad Eicma? Sì! anche se il Salone era “sottotono”. secondo noi l’assenza non fa “rumore” l’abbiamo percepita solo come disimpegno, distanza dall’utenza. Chi ha scelto di non esserci gode sicuramente di buona salute, ma per la generazione “giovane” solo l’assenza di Ktm è motivo di delusione, Bmw e Ducati, anche per il prezzo, non lasciano rimpianti. Per quel che vale: dare un segno di ripartenza avrebbe dato un valore “morale” all’impegno di portare in mostra i prodotti (e per loro scrivo prodotti e non moto). Per chi non subisce in modo particolare il fascino di un marchio (si può avere una preferenza ma non per questo essere ciechi) il Salone rimane il momento di confronto importante.
Scusate la lunghezza, ma era qualche anno che mio figlio andava al Salone con gli amici e questa volta ha voluto tornarci con me, come potete immaginare già questo basta.
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