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Animal 03-07-2017 15:30

Quote:

Dubai-pneus
va che officina open space !!....

Fagòt 03-07-2017 21:46

14° giorno: Bandar Abbas – Sirjan 315 km.

Finalmente il cambiavalute ha aperto bottega e riusciamo a svuotargli la cassa di prima mattina. Certo è una bella soddisfazione girare con 12.000.000 di Rial in tasca ciascuno, mai visti tanti zero nel portafoglio anche se all’atto pratico si tratta solo di circa 300 euro.
Roby ha trovato le indicazioni su un forum per riuscire a fare tutte le pratiche da soli, si parte quindi decisi all’arrembaggio della dogana portuale, dopo essere passati dalla compagnia di navigazione per mostrare l’avvenuto pagamento a Sharjan e ritirare i documenti relativi.
Facciamo credo il primo step… al secondo già veniamo affiancati da un galoppino procuratoci dal funzionario doganale con cui ieri avevamo fatto due chiacchiere. Il nostro amor proprio non ne risente, anzi docilmente lo seguiamo da un ufficio all’altro, passando per lo sgabuzzino delle fotocopie, perché se gli emiratini erano esigenti in fatto di carte bollate i persiani sono della cosa i maestri in assoluto, la quintessenza della duplicazione e della timbratura infinita, del passaggio periglioso tra i banconi della dogana, dal ticket per accesso alle aree di deposito alla pesatura di motocicli e autovetture, passando per il magazzino che controlla che il funzionario precedente abbia fatto tutto in regola mentre il plico di carte che ogni volta torna nelle nostre mani o in quelle del galoppino cresce a dismisura. Alla fine saranno almeno 20/25 fogli + il carnet originale che pensavamo fosse l’unico documento necessario. Poco mancava che ci richiedessero perfino il libretto di uso e manutenzione del mezzo.
In Iran il tempo inoltre va di pari passo con i documenti e cresce in maniera esponenziale senza che tu possa fare nulla per mutare le cose. Una cosa da ricordare per i giorni futuri.
Alla fine sono ormai le 15.00 passate quando varchiamo la sbarra e l’ultimo funzionario, dopo aver esaminato tutte le copie prodotte, controllata la targa ed il telaio di ogni mezzo, messo una firma sul carnet, verificato il passaporto, ci augura un effettivo questa volta “Welcome to Iran”. Ci son volute solo 7 ore circa.

Facciamo il pieno e salutiamo gli svizzeri che salgono al nord verso l’Armenia, poi agguerriti come gli spartani di Leonida che vanno a combattere contro le armate di Serse, prendiamo la strada che sale verso Kerman. I nostri antagonisti hanno corazze di acciaio, si muovono pesantemente sul nastro di asfalto e sputano tremende nubi nere mefitiche che riempiono occhi e polmoni.

https://lh3.googleusercontent.com/2p...=w1153-h864-no

Sono tutti vecchi camion americani di quando i due paesi andavano d’accordo, o meglio di quando qui gli americani facevano quello di cui avevano voglia, e visto che a Bandar Abbas arriva il grosso delle importazioni, da qui partono per tutto il resto del paese, rendendo i primi 50/60 km di strada un inferno. A complicare la cosa il fatto che il paese è per lo più montuoso e un semplice trasferimento da una città all’altra implica sempre almeno un passo da fare, con relativa salita e discesa.

Ad un check prima di una galleria un militare mi ferma per chiedermi da dove vengo e quando riparto un’auto si avvicina per salutare e domandare dove stiamo andando. Non lo sapevo ancora ma gli occupanti saranno poi i nostri primi due angeli custodi iraniani.

Ci fermiamo per un chai in un villaggio lungo la strada statale e di nuovo l’auto si accosta a noi. Questa volta il giovane e la moglie scendono per salutarci meglio e alla nostra intenzione di proseguire verso Kerman, ci chiedono di fermarci prima, a Sirjan loro città natale, che la strada è ancora tanta e il buio scende presto.
Ci pensiamo strada facendo e all’entrata della città quando insistono perché noi si vada da loro a dormire accettiamo di buon grado, così verso le 19.00 entriamo nella casa di Mehdi, Marjam e della piccola Bahar. Ovviamente dopo aver fatto le presentazioni con i genitori di Mehdi, che oggi è il compleanno di sua madre e stasera si va tutti a cena nel miglior ristorante della città.

E’ solo il primo giorno in strada e sono già senza parole.

robi_pal 04-07-2017 13:05

Famigliola iraniana a Bandar Abbashttps://uploads.tapatalk-cdn.com/201...bb926af0fb.jpg

Antonio Tempora 04-07-2017 15:15

Ciao Diego
Ti seguo con passione anche perchè avendo risolto finalmente il problema del Carnet della moto, intestata a mia moglie, il 27/07 conto di partire con la mia partner di tanti viaggi per il sognato e programmato da 6 anni viaggio in Iran.
Ho appena chiamato il Consolato Iraniano a Roma che saputo che intendevo viaggiare in moto mi ha avvertito che da prima delle elezioni l' ingresso di moto è chiuso !
Anche l' agenzia da loro consigliata per l' "Invito", la Project , che dista pochissimo da casa mia, mi ha confermato l' impossibilità di un suo cliente, motociclista, ad ottenere il visto non poco tempo fa.
Ho fatto notare ad entrambi il fatto che siete transitati alla frontiera Iraniana provenienti dal traghetto e sono rimasti stupiti.
il consolato mi ha detto che forse la prossima settimana si sblocca tutto.
Hai avuto sentore di questo problema durante le pratiche doganali all' ingresso in Iran ?
grazie e Buon Proseguimento anche al tuo compagno di viaggio.

Fagòt 04-07-2017 18:15

Noi siamo stati a marzo, entrati il 10. Nessun problema al riguardo con il visto richiesto a Milano e che è arrivato a casa in 10 gg dalla richiesta.
Anche con i pochi militari incontrati e la polizia tutto tranquillo... per lo più mi han sempre fermato per fare due chiacchiere e una foto alla moto.

C'è da dire che mancava ancora molto alla data delle elezioni e poi ci son stati gli attentati di Teheran per cui può darsi che in questo clima abbiano un attimo ristretto gli accessi. Se hai bisogno possiamo chiedere agli amici iraniani che aria tira da quelle parti ora...

Antonio Tempora 04-07-2017 19:22

Grazie
Domani chiamo Eligio Arturi Di Mototuring e Venerdì vado in agenzia per richiedere il visto.
Se hai notizie fammi sapere.
Buona continuazione.
Antonio.

Fagòt 04-07-2017 21:42

15° giorno: Sirjan – Dusht- e Lut 385 km.

In una casa iraniana i cuscini e dei materassini imbottiti per ospitare qualcuno non mancano mai. Il tutto ovviamente adagiato su tappeti persiani che ricoprono l’intero pavimento.

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Dopo aver fatto colazione Mehdi ci regala 2 sim dati con cui restare in contatto e ci accompagna in un negozio di telefonia per ricaricarle e farle funzionare correttamente con i nostri cellulari. Insiste perché si vada a fare una gita ad un lago salato che dista solo una trentina di km. dalla città e non possiamo rifiutare.
Così un’ora dopo sbarchiamo in un paesaggio lunare, dove la prima tentazione sarebbe quella di appoggiare le ruote sulla distesa candida. Troppo presto, sotto la crosta di sale si cela uno strato di fango argilloso profondo almeno 15 cm. Per cui facciamo uno spuntino con frutta fresca e biscotti, che per gli iraniani ogni spostamento s’ha da fare con qualcosa da mettere sotto i denti.

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Vorrebbero tanto che tornassimo in città per pranzare con loro e partire nel pomeriggio e tocca insistere che vogliamo andare a Kerman per essere in serata nel deserto. A malincuore ci accompagnano fino all’inizio della statale che sale verso nord est e ci raccomandano di coprirci che la città è in “montagna” e fa freddo.
Come ieri in effetti lungo la strada saliamo di quota e tocca fermarci per un chai visto che le temperature si sono abbassate a poco più di una decina di gradi, poi una volta entrati in città, che sorge a 1700 metri di altezza, tocca spogliarci per fare quattro passi nel bazar millenario che si snoda tra le case fatte di mattoni e fango. Da qui passava la via della seta e questo era l’ultimo grosso centro prima del deserto e del vicino Pakistan.

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Riprendiamo le moto nel primo pomeriggio rovente e dopo alcuni km. di strada veloce prendiamo a salire sulle montagne con picchi da 3000 mt. che nascondono il deserto e creano una barriera alle torride temperature che in estate lo caratterizzano. Questo è il posto più caldo del mondo dove la Nasa ha registrato il record di 70,7°.
La galleria che bypassa la vecchia strada sterrata si trova a 2600 mt. e per alcuni istanti i 10° interni ci portano sollievo, prima che la ripida discesa verso Shadad ci riproietti nel clima desertico.

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Nell’oasi ci fermiamo per fare scorta di viveri e il pieno, visto che domani vorremmo raggiungere Gandom Beryan, letteralmente “Grano bruciato”, una distesa di pietre laviche adagiate su un piccolo altopiano che sovrasta il Dusht-e Lut e che secondo la leggenda deve il suo nome ad un carico di grano perso da una carovana di cammelli. Quando dopo alcuni giorni i mercanti tornarono sui propri passi lo trovarono abbrustolito dal sole.

Una ventina di km. e raggiungiamo quel che resta del “Desert camp”, un campeggio in disuso da circa 10 anni e che alcuni ragazzi stanno iniziando a ristrutturare. Qualche capanna “Baresti”, dei wc funzionanti… scegliamo di montare le tende sulla sabbia a ridosso di una cresta di argilla e sale. Il fondo è scuro e sotto i primi centimetri agglomerati dal vento e dall’umidità le ruote affondano nella sabbia tenera.
Notte di luna piena e dopo la cena io e la zia Roby ci concediamo una passeggiata romantica fino al piazzale centrale ricoperto di cemento. Stasera niente vita mondana, solo un dito di grappa. La scorta si sta esaurendo velocemente.

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robi_pal 04-07-2017 22:28

Un paio di immagini della serata al ristorantehttps://uploads.tapatalk-cdn.com/201...039e079fbf.jpghttps://uploads.tapatalk-cdn.com/201...0883a7c9d7.jpg

pony85 05-07-2017 17:26

sapevo che dovevo iniziare a leggere a report finito, ora sono già in crisi d'astinenza :lol::lol::lol:



Vabbè, vado a vedere a quanto stanno le F800GS su Moto.it :arrow::arrow:

robi_pal 05-07-2017 19:13

Un breve video della festa di compleanno

Ristorante

Autogrill iraniano
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Alloggio del gestore
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Il camping dall'alto
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Unknown 05-07-2017 19:38

Grandi!
Quest'anno sono in piena crisi d'astinenza da East Asia....

Inviato dal mio SM-A310F utilizzando Tapatalk

Fagòt 05-07-2017 23:45

16° giorno: Dusht-e Lut – Kerman 260 km.

Ieri sera il titolare del campeggio ci ha chiesto se volevamo fare colazione l’indomani e visto che avevamo già rifiutato la cena abbiamo acconsentito, così dopo aver fatto i bagagli ci avviciniamo alla grossa capanna che fungeva da salone per le comitive in transito.
Una grossa teiera giace sulle braci ardenti e la tavola è già apparecchiata in attesa delle uova strapazzate che arriveranno di li a poco.

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Quando chiediamo il conto ci rispondono che nulla è dovuto… il campeggio di fatto sarebbe chiuso, in cambio solo la richiesta di farci due foto e di poterle pubblicare sul sito a dimostrazione che presto tutto tornerà come una volta e già ora dei motociclisti europei godono dell’ospitalità iraniana. Come volevasi dimostrare, riesce difficile pagare anche il dovuto.

Chiedo info per arrivare a Gandom Beryan, visto che la traccia che avevo preparato partiva da Shadad e il gestore mi dice in effetti della possibilità di arrivarci poco più avanti da una sterrata ben segnata, ma al tempo stesso mi avverte che sarà impossibile raggiungere l’altopiano visto che l’oued sottostante è ancora pieno d’acqua. Si può forse arrivare a qualche km di distanza e vedere in lontananza le pietre nere che ricoprono l’altopiano. Ok andiamo per strada fino ai Kalut poi si vedrà.

L’asfalto passa a nord del Dusht-e Lut e termina dopo aver superato le alte dune di sabbia orientali nella città di Zabol, ultimo avamposto iraniano prima del confine pakistano. Sono solo 460 km. e un pensierino di arrivare fino là ce l’ho fatto per qualche minuto prima di scorgere le prime creste di argilla, sabbia e sale modellate dal vento.

Video Verso i Kalut

Video Kalut a panettoni

Arriviamo fino al punto dove la traccia in teoria scendeva dall’altopiano ed entriamo per qualche km. nel deserto. L’unica definizione che mi viene in mente è di un enorme parco giochi per scorazzare tra un rilievo e l’altro su un fondo sabbioso. Resterei qui per ore e da qualsiasi parte tu posi lo sguardo non puoi trattenerti dallo scattare una foto che cerchi di catturare la bellezza dei panorami che hai sotto gli occhi.

Video Kalut

Video Kalut 2

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https://lh3.googleusercontent.com/Wn...=w1153-h864-no

https://lh3.googleusercontent.com/SY...=w1153-h864-no

Torniamo sulla strada e procediamo ancora di qualche km. fino ad un oued ricoperto di sale, con il bianco che spicca sull’ocra\rosso del terreno circostante poi giriamo le moto di 180° e torniamo sui nostri passi per immortalare ancora e ancora questo spettacolo della natura.

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Senza troppa convinzione cerco il punto di inizio della sterrata che porta a Gandom Beryan e decido di passare oltre che oggi abbiamo parecchia strada da fare: dobbiamo risalire la montagna e prima di Sirch aggirarla da sud passando per Golbaf e Rayen, dopo di che puntare verso Shiraz.

Il lungo rettilineo che sale da Shadad offre un ipotetico ultimo sguardo e saluto al deserto sottostante e le due curve, destra sinistra immettono sulla piccola valle che poi porta a Sirch: pochi km. e devo prendere a sinistra. Guardo nello specchietto e dopo la seconda non vedo più le luci di Roby. La zia si sarà fermata a far foto e accosto per aspettarla. Un minuto mi basta insieme ad un oscuro presentimento, torno indietro di qualche centinaia di metri e le due Saipa bianche a bordo strada con gli autisti sul ciglio di un fossato che gesticolano verso di me gelano le mie più rosee aspettative. Trovo Roby e la sua moto riversi nel fossato pieno di grosse pietre.
Ci vogliono alcuni minuti prima che il mio “Roberto, Roberto!” ripetuto abbia effetto e si riprenda dallo svenimento… alla sua debole risposta chiedo se abbia dolore da qualche parte, visto che non voglio muoverlo incautamente poi provo a togliergli il casco da cui cola un sottile rivolo di sangue sulla giacca. Quello che vedo non mi piace per nulla, ma provo a tranquillizzarlo e farlo poggiare sulla schiena, mentre cerco di tamponare le ferite e fargli bere un goccio di acqua. Gli autisti delle auto mi urlano “Emergency” e riesco a capire che hanno chiamato il 115. Resta solo da aspettare l’arrivo dell’ambulanza che giunge dopo 15/20 minuti. Nel frattempo con l’aiuto degli iraniani capovolgo la moto e risalgo il fossato alto più di un metro e mezzo fino al punto in cui riesco a rimetterla in strada e mi metto a cercare sull’asfalto i segni della caduta. Nulla, solo una lunga striscia scura sulla destra, segno forse di gommatura da camion o residui di gasolio e la debole traccia dei tasselli del suo anteriore che anziché chiudere la curva puntano dritti verso l’esterno dell’asfalto e il fossato scolmatore delle piogge.
Gli infermieri tamponano con bende e garze e dopo avergli applicato un tutore al collo mi dicono che è necessario andare a Kerman per fare delle “Picture” alla testa. L’autista mi scrive il suo nome e numero di telefono su un pezzo di carta e mi dice di cercare il Bahonar Hospital. Col cazzo, io vengo dietro di voi. Lasciamo la moto a bordo strada e poco più avanti incrociamo il pick-up della polizia di Sirch che scende verso di noi: gli lascio le chiavi e mi metto dietro l’Hilux condotto da Hesan, il terzo nostro angelo custode iraniano. Poco prima della galleria tolgo la traccia dal gps che nulla sarà più come prima ormai.

All’una e mezza siamo in pronto soccorso e il triage mi fa capire che sarà in buone mani. Subito viene monitorato, spogliato, medicato ed inviato a fare una TAC. Qui oltre a medici, infermiere, caposala e receptionist per il check in, ci sono anche i barellieri ovviamente e ai familiari è richiesto l’aiuto per spingere la barella sgangherata insieme a loro. Così scendiamo al piano inferiore per eseguire l’esame e risaliamo dopo pochi minuti lastre alla mano. Non ci capisco molto, ma anche un bimbo di dieci anni non potrebbe non vedere la vasta emorragia cerebrale che interessa il lato sinistro e all’affermazione del medico “ We need to operate now!” rispondo con un laconico “Make it”. Poi vado da Roby e lo avviso della cosa, mentre cominciano a radergli i capelli e ad iniettargli la preanestesia.

“Nulla sarà più come prima” e mi accomodo nel box da un metro per due delle guardie di sicurezza del pronto soccorso. Mi tocca mettere mano alle cose di Roby e mi fa star male trafficare con il suo portafogli, passaporto, documenti vari… mettere i suoi indumenti insanguinati in un grosso sacco, con casco e zainetto… racimolare un po’ di controllo oltre che le sue cose. I poliziotti sono gentili e mi offrono subito un chai, poi mi chiedono se ho pranzato. Rispondo che non ho fame che sto bene così… niente da fare dopo mezz’ora mi portano un pranzo completo accompagnato da altro chai. Esco a fumare una sigaretta… “Nulla sarà più come prima”… solo tre ore fa eravamo schegge impazzite su due ruote libere tra le sabbie o sul grigio asfalto, i bisogni erano pochi… fare benzina, bere ogni tanto, mangiare quando capitava, fumare una sigaretta, fare una foto e decidere quando fermarsi… tutto il resto era già fermo.. le case, le persone affaccendate nelle loro mansioni, i paesaggi immutati e immobili nel tempo spazio… solo la nostra inerzia data dal mezzo più conducente stabiliva quanto veloci andare e quanta strada percorrere prima di esaurire la nostra energia cinetica.

“Nulla sarà più come prima” ed ora seduto sul marciapiede di fronte al pronto soccorso, sono esattamente dall’altra parte… con la mia sigaretta nelle mani mentre arrivano ambulanze, parenti si accalcano nel tentativo di entrare malgrado gli orari di chiusura, taxi sgangherati si fermano e ripartono trasportando tanta altre schegge impazzite che scivolano via mentre io resto immutato ed immobile. Una di queste si ferma e mi offre un succo di arancia…. mi ha visto arrivare prima.

Avviso la famiglia di Roby e leggo un messaggio di Mehdi che ci chiede come va. Alla mia risposta un suo perentorio “Parto adesso, tra due ore siamo lì”. Sirjan sta a 180 km da Kerman. Anche Hesam l’autista infermiere arriverà più tardi: torna su a portare l’ambulanza a Sirch e alle 15.00 finisce il turno. Il tempo di tornare giù dalla montagna.

Così alle 17.30 ci ritroviamo tutti di fronte al pronto soccorso… Hesam chiede in quale reparto sia stato portato e poi via di corsa al quartiere operatorio di neurochirurgia dove giungiamo mentre Roby sta uscendo. Di nuovo spingiamo la lettiga fino al reparto di terapia intensiva dove lo trasferiamo in un letto dotato di tutti i controlli possibili. Qui il medico mi chiede di svegliarlo e fare le solite prove: “Roby, zio pork… stringi la manopola e dagli del gas!”

Ci cacciano dopo qualche minuto che deve riposare e così usciamo con Mehdi che mi chiede se me la sento di guidare. Ha cominciato a piovere e teme sia pericoloso per me.
Tolgo la moto dall’angolo interno dietro il cancello ospedaliero in cui i poliziotti me l’avevano fatta mettere e recupero le cose di Roby. Pochi km. e siamo a casa di sua zia, che sta preparando la cena, stanotte dormiremo qui. Per ora mi basta solo togliere gli stivali, la tuta e scrivere ai suoi che è andato tutto bene: i medici non hanno voluto che restassi in reparto a vegliarlo perché l’accesso ai familiari è fortemente limitato, come tutte le intensive di questo mondo.

Animal 06-07-2017 01:34

Quote:

Vabbè, vado a vedere a quanto stanno le F800GS su Moto.it
non far salire troppo il prezzo.......io devo prima vendere la mia.... :-))

Quote:

piena crisi d'astinenza da East Asia...
mmm...io un giretto l'ho fatto ad aprile a "respirare" aria vecchia...... certe boccate di "ossigeno" (e cordite) non hanno prezzo.... ;-)

robi_pal 06-07-2017 18:14

Tutti noi sappiamo benissimo che ci assumiamo dei rischi abbastanza grandi ogni volta che saliamo sulla nostra amata moto.
Speriamo comunque che non succeda niente né a noi né a chi ci è vicino.
Purtroppo a me è successo, prima volta dopo circa 300.000 km in moto.
La fortuna, e ne ho avuta veramente tanta, ha voluto che avessi vicino le persone giuste al momento giusto: prima di tutti Diego, poi tutte le splendide persone iraniane e anche quelle che mi aspettavano a casa.
Lascio continuare il report a Diego che è sicuramente più adatto di me a scriverlo.
Metto le ultime foto scattate poco prima dell'incidente
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nathan 06-07-2017 18:31

Un brivido di paura mi è sceso lungo la schiena. Sono contentissimo di leggerti. Fagot :!::!::!:

Fagòt 06-07-2017 21:15

Roby... prendo in prestito un luogo comune: dio li fa e poi li accoppia. Non credo ci sia altro da aggiungere, salvo il fatto di avermi restituito la consapevolezza e la capacità di riuscire a condividere un "viaggio" con qualcuno. Cosa alquanto difficile conoscendomi.

Ci tengo a scrivere dei giorni a seguire, non per puro diritto di cronaca o per soddisfare la curiosità che può nascere da quello che ti è accaduto, ma semplicemente per il fatto che per me sono stati un "viaggio" dentro al viaggio... gli amanti di dati, tappe e foto panoramiche li troveranno sicuramente insipidi mentre alcuni, e qui spero di riuscire a rendere con le parole le emozioni vissute, potranno forse trovare l'impercettibile essenza stessa che spinge molti di noi a partire e al tempo stesso toccare quasi con mano la disarmante bontà d'animo del popolo persiano.

Fagòt 06-07-2017 22:45

17° giorno: Kerman

Finita la colazione saliamo in macchina e raggiungiamo l’ospedale. Oltre a Mehdi e Marjam viene con noi anche la cugina che conosce bene il nosocomio. A turno ci fanno entrare per salutare Roby che ha passato una notte tranquilla malgrado i continui bip dei monitor e tutte le cannule varie infilate nelle braccia.
Raggiungiamo la casa di Hesam e una volta caricato partiamo alla volta di Sirch per recuperare la moto che giace nella locale stazione di polizia. Niente da fare… prima di imboccare la statale a 2 corsie che scende verso Mahan una sosta per caricare viveri è obbligatoria: acqua, frutta, caramelle, biscotti… 60 e rotti km. son tanti e un buon iraniano non deve farsi trovare impreparato affrontando un viaggio del genere.
In caserma dopo i convenevoli l’ispettore vuole che io rilasci una dichiarazione sulle modalità dell’incidente al fine di stabilire che nessun altro mezzo fosse coinvolto. Diversamente la moto dovrebbe restare a disposizione fino alla chiusura delle indagini. Per cui descrivo a sommi capi quello che immagino sia accaduto, confermato dalla testimonianza di Hesan che ha parlato con i primi automobilisti soccorritori, scritto in farsi da Mehdi e firmato, dopo n copie del mio passaporto, di mio pugno e indice. Che la firma da questi parti non basta… una bella impronta digitale a suggello è meglio.

Copia, fotocopia e reale bollo, sembrerebbe tutto a posto. No mi spiace è meglio se passate dalla polizia centrale di Shadad per avere l’ok e prelevare il mezzo, quindi risaliamo in macchina e scendiamo di altri 30 km. La curva affrontata ora in discesa porta sul lato destro un grosso cartello giallo di pericolo con un’auto che sbanda e la scritta “Sliding”. Mi volgo indietro per vedere se ce ne sia uno uguale in salita, ma non c’è alcun palo prima di affrontare la esse.

E’ quasi ora di pranzo e Mehdi spinge sull’acceleratore per arrivare prima che la pausa della preghiera ci faccia attendere oltre il dovuto. Entrando i due uomini si fermano ogni volta che trovano un uscio e attendono con un lieve inchino che io varchi per primo la soglia… non essendo assolutamente abituato ho pensato si trattasse solo di cortesia, ma già a Sirch la cosa si era ripetuta più volte e qui ormai è assodato che si tratta di un atto dovuto. Impossibile opporsi… anche se mi fermo e gli porgo strada con la mano, restano comunque in attesa che io passi per primo.
Ci sediamo nella hall con 4 porte dalla scritte in farsi... nessun carattere occidentale che ti faccia anche solo capire se gli uffici siano della stradale, della penale, del civile. Fuori una di queste un giovane militare vigila la soglia chiusa in piedi aspettando che un altro giovane militare gli porti delle cartelle, poi un piccolo colpo sul legno sbiadito, la mano che apre la maniglia, un inchino e un secco colpo di tacchi prima di entrare.
Resto a guardare il ripetersi della scena per oltre mezzora finchè non viene il nostro turno e presentati dal giovane attendente entriamo anche noi nell’ufficio.
Un trentacinquino forse, alto, magro, barba e capelli neri finemente curati, occhiali dalla montatura leggera e trasparente, abiti eleganti, è chino sulla scrivania intento a leggere e firmare.
Mehdi e Hesam gli raccontano il perché della nostra presenza e rispondono con gli occhi bassi alle poche domande che l’ “entità” gli pone. Poi ad un certo punto escono sommessamente e ora tocca a me raccontare, con il mio inglese sciolto tipo “the pen is on the table…”, quello che è accaduto e perché vorrei portare la moto a Kerman.
Il giovane scribacchino ascolta con attenzione e terminata la mia esposizione mi liquida con un augurio per Roberto… la cosa più importante ora è la sua salute, per la moto non si preoccupi che ci pensa la polizia a tenerla in custodia e al tempo stesso lancia la voce all’attendente che battendo nuovamente i tacchi si prostra verso di lui allungando un’altra pratica.
Esco e chiedo agli amici quale sia la sua funzione: è il giudice distrettuale della regione di Shadad.
Torniamo quindi a Kerman con un nulla di fatto e la speranza di avere novità domani. Approfittiamo delle ultime 2 ore di Mehdi e Marjam qui in città perché devono rientrare assolutamente a casa, per cercare una camera per me. La zia mi ospiterebbe volentieri ma il Nowruz incombe e deve partire. Trovata la soluzione in un albergo a circa 3 km dall’ospedale facciamo un salto per salutare di nuovo Roberto che non si sa quando potranno ripassare da qui.
Alle 20.00 Hesam mi chiama e mi chiede di recarmi subito da Roby che sta arrivando la polizia per raccogliere la sua testimonianza. Entriamo con l’ispettore e di nuovo descriviamo, traduciamo, mentre Hesam riporta il tutto in farsi sulla deposizione firmata poi da Roberto che mi autorizza a condurre la sua moto. Domani potrò passare in caserma.

Non scoprirò mai il nome del giovane giudice, ma gli invio un profondo inchino.

Citron1971 06-07-2017 22:55

Letto e visto tutto, ho speso volentieri tutta la sera seguendo questo diario di viaggio, non saprei che altro dire, è un'esperienza che merita di essere vissuta, consci anche dei limiti che ognuno di noi ha, chi più chi meno, altro sarebbe superfluo, grazie di tutto, bye!!!



:hello2::hello2::hello2:

robi_pal 06-07-2017 23:03

A proposito di umanità persiana : l'infermiera che mi ha accompagnato a fare la TAC

https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...4f902f520f.jpg

Prima che mi sequestrassero il cellulare ....

Unknown 07-07-2017 14:45

Mitico Roby!😍
Per.quanto riguarda l'ospitalità.... io nelle mie puntate di lavoro (a breve penso/spero in moto ...) ho sempre avuto un riscontro che non ha paragoni con nulla ... tra Azerbaijan, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Siberia. Al limite della violenza... devi essere ospite! Io poi essendo donna preferivo essere ospite... ma in cucina come si usa lì, studiare le ricette e condividere con il poco russo che parlo le ricette, le esperienze di vita e lavoro ... a me piace stare in cucina e non era un problema a condividere con le donne del paese in cui ero ospite.
A fine cena tutti assieme e si parlava del lavoro che stavamo facendo.
Per me il problema era sempre la partenza .... e lì pronti via partiva la gara regali .... e i pianti ...


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