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Secondo me, Welby aveva deciso di dare un senso alla sua sofferenza intraprendendo la battaglia che tutti conosciamo. É palese che il diritto di rifiutare la terapia gli è stato negato come è palese che vi sia un incolmabile vuoto legislativo in questo delicato settore.
Sono certo che adesso le acque si smuoveranno e verrà fuori una legge che tenterà di fare chiarezza in questo campo. Testamento biologico piuttosto che eutanasia, diritti dei malati, etc... Una legge che magari sarà ricordata col suo nome: la legge Welby. |
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E' vero però che alcune cure mediche non si possono rifiutare, quelle obbligatorie per legge. Non era il caso di Welby. |
visto che lo desiderava sono contento x lui :roll: :roll:
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1) non si porrebbe la questione dell'eutanasia (moralmente controversa solo per gli umani) 2) non si porrebbe la questione della sua volonta' |
..................................... riposa in pace
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Vediamo di fare un po' di ordine, perche' le idee che vedo sono poche e ben confuse.
1) suicidarsi non e' vietato. Chiunque lo puo' fare, a meno che non sia fisicamente impossibilitato. Welby sarebbe stato impossibilitato, ma non era questo il suo caso: perche' lui non desiderava suicidarsi, ma semplicemente rifiutare le cure. Ripeto il concetto perche' sia piu' chiaro: -l'eutanasia e' un'azione che provoca la morte di un'altra persona -il rifiuto delle cure e' cosa completamente diversa. 2) Eseguire un qualsiasi atto medico-chirurgico su persona non consenziente (con consenso implicito in caso di incapacita') e' vietatissimo ed espone il medico che lo effettua a sanzioni penali. Ne consegue che a Welbyh sarebbe bastato diffidare (per poi denunciare) i medici che lo curavano "forzosamente" (lo scrivo tra virgolette perche' non credo che chicchessia gli abbia imposto alcunche'), per vedere svanire anche il solo ricordo di un camice bianco, dato che i medici pensano per prima cosa a pararsi il culo. Da quanto sopra, deduco che: a) non c'e' nessun vuoto legislativo nella questione del rifiuto delle cure. Se uno e' in grado di rifiutare le cure, lo puo' fare tranquillamente. Se non e' in grado, il problema non si pone. b) Se esiste un vuoto legislativo, esiste SOLO per quanto riguarda l'eutanasia... al di la' dell'aspetto legale , ce n'e' anche uno etico-deontologico, basti pensare che negli USA i medici non prendono parte alle esecuzioni capitali, se non per constatare il decesso... insomma se uno pretende che sia un medico a farlo fuori, ha sbagliato indirizzo: per quello ci sono i sicari... c) tutta la buriana collegata a Welby e' stata solo una ciarlatanata politico-mediatica, oltretutto fuori target, che non ha fatto altro che aumentare la confusione tra il concetto di rifiuto delle cure e quello di eutanasia. Detto questo, esprimo un pensiero a favore di Welby che per portare avanti una sua battaglia, ha comunque sofferto. Riposi ora finalmente in pace. |
In linea di principio:
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speriamo che Welyi muova qualcosa nelle carenze della legislative italiane... .........RIP.......... |
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Come firma una diffida uno che muove solo le palpebre?
Come firma un incarico ad un avvocato uno che muove solo le palpebre? Come firma una procura uno che muove solo le palpebre? |
Tu, all'otorino e al dentista, dai sempre disposizioni scritte?
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La volontà di Welby era chiara, nessuno l'ha messa in discussione, mi sembra.
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La forma scritta è imposta solo in alcuni casi, previsti dalla legge. La volontà di può esprimere in ogni modo, basta che sia chiara e accertata: da cui, anche, la firma elettronica: chi la scrive, l'interessato o il computer?? Non mi sembra questa la questione. Almeno, nel caso di Welby.
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Ma. Non mi sembra.
La questione, credo, non è il caso Welby, che è molto chiaro da tutti i punti di vista. La questione è che "aprire" su questo caso chiaro avrebbbe costituito un precedente per tanti altri casi per niente chiari. Per esempio: la moglie che dice .. ma .. me l'ha detto lui, di staccare la spina ... |
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In pratica, Welby ha chiesto, ed alla fine ha trovato un medico disposto ad aiutarlo (il quale gli ha persino somministrato dei sedativi per rendergli meno gravoso il trapasso). Nulla di illecito, nulla di che. E' una cosa che si fa da sempre, per questo che dico che e' stata una ciarlataneria mediatico-politica e per giunta fuori target. Ben altra cosa (cioe' eutanasia) sarebbe configurata da un paziente che senza cure non muore, ma soffre, e chiede di essere ammazzato da un medico. Mi rendo conto che la materia e' delicata, ma a rischio di sembrare insensibile, ci sono tanti viadotti da cui gettarsi e tanti spacciatori da cui comprare droga in quantita' letale e 100.000 altri modi per suicidarsi senza scomodare nessuno. |
"Quite frankly, in Italian hospitals therapies are suspended all the time, and this does not lead to any intervention from magistrates or to problems of conscience," he told reporters.
"According to Italian law, assisted suicide can carry a sentence of up to 15 years in prison." Il punto è come faceva notare qualcuno che le spine vengono staccate quotidianamente ma credo che Welby volesse fare rispettare legittimamente un su principio. Il problema mi resta pare sul fatto se la cosa viene considerata un rifiuto al trattamento sanitario oppure un intervento di assistenza al suicidio; la distinzione mi pare tutt'altro che banale. Da qui credo anche la necessità di chiarire l'aspetto legale. |
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