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ah...cosi' non è cinese ma coreana:cool: |
Bravo, le auto coreane di 30 anni fa te le ricordi?
Erano come le Great Wall o le DR :lol: Auto vendibili, a basso prezzo, esclusivamente con la formula 7 anni di garanzia e chilometraggio illimitato... :-o |
imho purtroppo ci asfalteranno.. che noi lo vogliamo o no..
un po ot ma domenica in autostrada a sud di milano ho visto una xpeng p7 con targa olandese. linea "un po' strana" ma non sembrava per niente male.. e sto marchio io non sapevo neppure che esistesse (ho dovuto cercare su internet una volta a casa).. |
Invece finiremo in guerra che lo vogliamo oppure no.
L'europa conta un cazzo....ma gli states non si faranno "asfaltare" di certo ;) E non si venga a parlare di debito, quando invaderanno taiwan probabilmente partirà la III guerra mondiale Ovest vs Est |
Non male e interessante il video sulla xpeng p7, ma il prezzo?
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Sono sempre stato convinto che la terza guerra mondiale sarebbe partita fra India e Pakistan. Ma anche la Cina ci sta mettendo del suo.
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Ma se "condividere" le ricchezze vuol dire che da domani devo lavorare nel "sistema" cinese, allora no, grazie. E, da quello che vedo, i Cinesi non sono capaci di lavorare assieme con dei sistemi "misti". Chiaro, rispettano le regole e le leggi dei paesi dove vanno a fare investimenti ma l'organizzazione aziendale è sempre assolutamente sino-centrica e non posso mai far a meno di pensare che se potessero, se avessero abbastanza peso contrattuale, porterebbero qui il loro modello di lavoro e non la il nostro. Detto altrimenti, trovo il regime Cinese decisamente molto aggressivo, economicamente quantomeno, e voglio evitare e/o ritardare il più a lungo possibile il rischio di diventare parte integrante di questo. La mia libertà di espressione, voto, parola, opinione valgono più di qualsiasi moto i cinesi potranno mai produrre, pure se me la regalassero. Mi piacerebbe sapere se chi non ci vede un problema con l'aggressività economica cinese ci sia mai stato, in Cina. O anche solo a Prato in Toscana. |
Nessuno di noi vorrebbe lavorare nel "sistema" cinese anche perché vorrebbe dire essere dei grandissimi lavoratori.
Con la mentalità e le abitudini che ci sono adesso (ringraziamo sempre il sommo per avere avuto il culo di averci fatto nascere e vivere in questa epoca ed in questa società) sarebbe per noi una cosa letteralmente inconcepibile. |
Secondo me questo problema non esiste, è solo virtuale e/o intellettuale.
Delle disponibilità economiche dei cinesi e della loro presunta aggressività di penetrazione nei mercati, ad oggi, in Italia, ne hanno beneficiato file interminabili di imprese fallite, decotte, strozzate. E non si tratta solo di settori strategici della manifattura, terra terra, anche di bar, ristoranti, lavanderie, barbieri, sartorie, centri benessere... Tutta roba, almeno qui in Italia, strafallita e con i relativi proprietarie/eredi, alla canna del gas pieni di debiti e dipendenze da alcol e droghe. L'alternativa ai cinesi sarebbe stata la nostra primazia economica parallela a quella industriale: la delinquenza organizzata. |
Ho visto come lavorano i cinesi in diversi contesti (Africa e anche EU) confermo che c'è poca possibilità di collaborare.
Dove stavo prima il DG era Cinese, ai primi problemi arriva una task-force di esperti dalla Cina, li mettono a lavorare al chiuso senza rapportarsi al resto dello staff (mai visti), dopo 1 mese tirano fuori il risultato e tu puoi fare solo qualche test e dare piccoli consigli di miglioramento ma senza intaccare la struttura. Il DG di fatto segue linea politica imposta da governo cinese. Loro fanno la guerra con i soldi, ti comprano (in Africa comprano il debito pubblico dei paesi) e poi se provi a metterti di traverso minacciano di toglierti il sostentamento, et voilà, gioco fatto Grazie alla globalizzazione, anche prodotti ti eccellenza costruiti fuori dalla Cina dipendono da componentistica cinese (chip) o comunque da materie prime che i cinesi si sono accaparrati in misura maggiore. A breve alcuni loro prodotti saranno gli unici disponibili a prezzi accessibili e in tempi brevi (crisi dei trasporti permettendo) e quindi saremo costretti a comprarli per forza di cose. Per finire, con la probabile crisi finanziaria cinese legata al mattone, provocheranno un altro sconquasso economico mondiale, ma loro tireranno dritto e noi ci leccheremo le ferite. |
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Che poi dei Cinesi in un paesino si siano sobbarcati il bar che nessuno voleva più per pigrizia, mancanza di spirito imprenditoriale o di sacrificio, non ci piove, tanto di cappello a chi se l'è preso. |
Ma va... semplicemente la richiesta del vecchio barista non trovava consensi tra i locals e, poiché pecunia non olet, hanno diligentemente venduto il tutto al cinese di turno che si presentava con la busta della spesa piena di 200 euro e tanto di lettera di ringraziamento...
Poi comunque ci sono gli stoici che non cederebbero a un cinese e si tengono il locale fino alla morte o lo svendono all'italiano di turno (con la speranza che poi questo non faccia il gioco delle 3 carte). Ma anche in un'ottica futura è cmq un ragionamento da perdenti. |
Paesino?
Red qui a Torino un buon 50% di bar che fino a 10 anni fa erano italiani ora sono cinesi, ed hanno già cambiato "famiglia" di gestori due o tre volte. Idem barbieri uno/donna, lavanderie, grossisti del tessile, manifattura sartoriale industriale ed artigianale... Dopo il the arabo di Porta Palazzo oggi a Torino al bar si beve il caffè cinese. E va bene a tutti, sono contenti tutti e girano un fiume di quattrini. Conosco eredi di gestori di bar che hanno venduto ai cinesi con pagamento cash. E non si trattava dei 1.000 eurozzi del cashback di Peppino Conte. |
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Seee , nel settore dell'impresa sono più i falliti e gli insolventi dei sani e solvibili. Dall'ambulante alla PMI tutta la stessa musica, visto che l'impresa, quella vera, industriale, è finita da un pezzo in patria. Festa in borgo con i prestiti Sace e i fondo perso di Peppino Conte, ottima alternativa ai cinesi con cash. Quando la corda tira e manca l'ossigeno, non esistono gli stoici. Cedono tutti. |
Chiaro. Concordo al 100% con quello che hai scritto nei tuoi post.
Ho scritto così solo per evidenziare l'eventuale eccezione che conferma la regola che è quella che hai (abbiamo) esposto. E' una battaglia persa in partenza perché cambia proprio il concetto di economia. Spesso il cinese che si presenta dal vecchio titolare del bar con la busta piena di contanti non è l'unico, ma fa parte di una congrega nella quale si accomuna e si accumula il capitale di molti e si fa l'offerta. Una cosa per noi completamente inconcepibile e con la quale chiaramente è facilissimo sbaragliare la concorrenza. |
Magari qualcuno ha voglia di leggere questo:
Haitiwaji, Gulbahar Sopravvissuta a un gulag cinese (Torino, Add, 2021) Per quasi tre anni Gulbahar Haitiwaji è stata privata della libertà e ha subìto violenza dalla polizia, centinaia di ore di interrogatori, fame, freddo, torture, sterilizzazione forzata e dodici ore al giorno di propaganda cinese, costretta in un drammatico programma di repressione e distruzione della minoranza musulmana degli uiguri. Nata nello Xinjiang, nella Cina occidentale, Haitiwaji viveva in Francia da dieci anni quando, una mattina del novembre 2016, è stata richiamata in Cina con il pretesto di chiudere alcune pratiche amministrative. Accusata di celare posizioni indipendentiste e attività terroristiche dietro il suo esilio in Francia, è sparita nelle viscere del terrificante sistema dei campi di concentramento ideati dal Partito comunista cinese per annientare il suo popolo. Più di un milione di uiguri sono stati deportati nei «campi di rieducazione» sulla base di infondate accuse di «terrorismo, infiltrazione e separatismo». Gli Xinjiang Papers, rivelati dal «New York Times» nel novembre 2019, denunciano e provano una repressione basata sulla detenzione di massa, la più devastante dall'era di Mao. Salvata grazie alle disperate trattative della figlia e all'ostinazione del ministero degli Affari esteri francese, Haitiwaji è la prima sopravvissuta ai campi cinesi a testimoniare. La pubblicazione di questo libro comporta un terribile rischio che lei e la sua famiglia hanno deciso di assumersi perché la sua voce essenziale raggiunga l'Occidente e ne scuota l'indifferenza. |
Amen.
E questo è il sistema che finanziamo ogni volta che compriamo qualcosa di Cinese. Se posso, evito. Ci sono ambiti dove non posso più, perché la Cina ha un effettivo monopolio, che ritengo sia stato un errore concedere. |
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Dai barbieri cinesi ci vanno tutti, pensionati a basso reddito, disoccupati, casalinghe e tutto il ceto medio e gli stranieri. Non c'è alternativa, si salta direttamente alla griffe al quadruplo delle tariffe... Toglierli, ora, sarebbe un suicidio politico per chiunque dovesse sceglierlo. |
Al pari degli immigrati che:
1) Raccolgono i pomodori nei campi 2) Puliscono la merda di vacca nelle stalle 3) Lavorano nei macelli 4) Puliscono il culo agli anziani tutti lavori che oggi qui nessuno vorrebbe più fare e che senza dei quali si fermerebbe mezza economia. Tutti lavori opportunamente mascherati da una certa classe politica per fare presa sulle menti deboli, per strumentalizzare ed evidenziare esclusivamente gli effetti negativi delle immigrazioni, instillare odio e ottenere facili consensi. Altro che Cina e gulag... |
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