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Danielz77 17-01-2020 13:03

Vorrei aggiungere che ancora oggi la gomma riparata è montata sul KTM ne abbiamo parlato proprio ieri al bike expò di Verona .... quella gomma si è sparata Caucaso (nella parte centrale) e Sardegna nella parte della spalla ahahahaahha

Tbilisi è MERAVIGLIOSA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! una delle grandi sorprese della Georgia. Emanuela si è letteralmente innamorata di Tbilisi e ci siamo ripromessi di tornarci in una maniera o nell'altra. Città giovane, frizzante, piena di musica e vita. Ripercorrere con la mente i momenti passati è davvero piacevole.

Danielz77 17-01-2020 13:06

07/06/2019
Oggi sveglia alle 07 e colazione. Siamo stanchi e sia io che Emanuela non sentiamo la sveglia; siamo in ritardo!! Zeno ci frusterà probabilmente. Fortunatamente ormai abbiamo una certa “velocità” e recuperiamo nei tempi. Oggi sarà una giornata speciale. Direzione Russia per la volta di Alaverdi. Un complesso monastico antichissimo; qui i monaci facevano il prezioso vino e la cattedrale che ci si presenta è enorme!! In cima un affresco del Cristo risalente all’anno 1000 D.C. Il circondario è stupendo. Dal patio del sito è possibile vedere la catena montuosa che separa il territorio Georgiano da quello Russo. Per i georgiani i russi sono ancora nemici e quella è terra di confine.
Da qui avremmo potuto prendere la famosa strada militare georgiana ma in sede di programmazione del tour Zeno ha preferita tagliarla. Scelta azzeccata. Dopo la splendida Alaverdi ci dirigiamo a Gremi. Dopo un paio di ore e pioggia arriviamo a Gremi parcheggiamo e attacchiamo gli adesivi del Caucasian Marathon sui cartelli saliamo sulla fortezza risalente al XVI sec. D.C. visitiamo le stanze, le cappelle e ci godiamo gli splendidi affreschi. Guardando l figure mi sono spesso chiesto come mai i volti dei santi fossero spesso cancellati. Ebbene durante le incursioni da parte dei musulmani gli stessi depredavano i luoghi di culto e cancellavano il viso dei Santi, oltremodo, spesso davanti l’entrata dei monasteri vi si trovava un grande scalino e una porta risicata per non permettere agli invasori di entrare in chiesa con il proprio cavallo e dissacrare il luogo.
Terminata la visita a Gremi ci dirigiamo verso Sighnaghi detta la città dell’amore. La strada che porta al paesello è collinare, curve ed ottimo asfalto ci permettono di pennellare voracemente le curve. Il paese è piastrellato da grandi ciottoli, Emanuela da buona campana direbbe da “Pesconi”; sono le 15 circa e ci fermiamo a mangiare un boccone in un ristorante. Il paesaggio è piacevole, l’aria buona. Intorno le 16.30 riprendiamo le moto ma qui capita un inconveniete. Augusto ha la gomma a terra. Ci armiamo per sistemare il foro che più che altro sembra una crepa. I vermicelli ed il compressore non sono sufficienti, la gomma perde, si sta facendo sera e siamo nel nulla. Anna sale in sella con Paolo e ci dirigiamo verso un gommista segnalato da Zumo …..in Zumo we Trust e troviamo un gommista. Probabilmente non aveva mai sistemato una gomma di moto. Qui socializziamo con le persone presenti, faccio presente al gommista che la riparazione non può farla con i vermicellim bensì deve smontare la ruota e vulcanizzarla dall’interno. Ci viene in aiuto Google translator di Zeno e la mia gestualità siculo/campana/trentina. Capisco che per farci dei nuovi amici bisogna portarla in birra….chiedo a Paolo di andare al market di fronte e prendere quanta più birra possibile. Zeno offre un sigaro toscano e siamo ormai tutti amici. Si ride e si scherza senza nemmeno capire una parola. Alla fine la gomma è riparata da questo uomo sporco dal lavoro di fatica e dal sudore della giornata. Qui la gente è poverissima. A questo punto chiedo quanto avremmo dovuto dare per il lavoro e il gommista fa cenno “nulla” mettendosi un pugno sul cuore e ci invita a rimanere a cena per una grigliata. Questo è il georgiano, questa è la gente vera che si incontra. Dobbiamo rifiutare perché c’è ancora molta strada per tornare a Tbilisi e domani sarà una lunga giornata, si va in Armenia. Probabilmente tutti saremmo voluti rimanere in compagnia di quella gente; questa semplice esperienza ha fatto riflettere tutti ne sono sicuro. Che splendida giornata. Torniamo in albergo, cena veloce e poi a nanna. Siamo molto stanchi i km si fanno sentire sulla schiena e prendo qualche OKI.

augusto 17-01-2020 13:38

Giusto! Un grosso grazie alle nostre femmine per aver collaborato positivamente in tutte le fasi di questo viaggio. E fra qualche mese si replica!
Solo un sigaro??? Il fusto di birra erano 5 litri, cmq.


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GS3NO 17-01-2020 13:38

alcune ricostruzioni della tappa odierna


GS3NO 17-01-2020 15:54

4.8 Tbilisi - Sevan - Jermuk
 
4.8 Tbilisi - Sevan - Jermuk

DAY 7 - 8 giugno 2019
KM Percorsi: 3694
KM Tappa: 408

Lo sapevamo già da mesi. Quella di oggi sarà una delle tappe più dure di tutta la Marathon... e come lo sarà...

Lasciata di Tbilisi la frontiera georgiano Armena di Bagratashen la si raggiunge velocemente.

https://lh3.googleusercontent.com/nt...=w1648-h925-no

-> https://www.youtube.com/watch?v=7SObInE-Uj0 <-
:lol: Purtroppo mi sono scordato di stoppare la telecamera e la fine è lunga :lol:



Sebbene non ci sia stato traffico e neppure coda, alla frontiera abbiamo speso due ore per le pratiche doganali, e la cosa incredibile è stato che il grosso del tempo è stato perso per il carnet de passage. Sì il carnet de passage. Fortunosamente, a differenza delle auto, le moto non hanno da pagare il valore del mezzo.


Appena superata la frontiera ci si rende subito conto che la manutenzione stradale è molto diversa da quella georgiana. Mediamente le strade in Georgia non sono pessime, mentre quelle armene si sono dimostrate sin dai primi metri più difficoltose, alzi ostiche.


Dopo una decina di chilometri, la M6 da mal asfaltata diventa completamente divelta a causa di lavori di ammodernamento: era praticamente una pista sterrata di circa 50 km.


Il mio pensiero era per Marianna che sicuramente stava soffrendo le buche e per quelli del 17 che sicuramente erano in difficoltà.

Tra traffico e polvere arriviamo al bivio per il Monastero di Alaverdi. Sì è omonimo di quello georgiano sebbene il nome ufficiale sia Monastero di Sanahin ma essendo in località Alaverdi è conosciuto solo con quel nome.


Per allentare un attimo le tensioni di quelli del 17 ci siamo presi un caffè chiacchierando delle bellezze stradali armene. Dopo aver ripreso il sorriso ci siamo concessi la visita; più che un monastero è un complesso monastico di diversi edifici di cui il nocciolo è del X secolo. Uno dei pezzi più preziosi è il “Khachkar” la croce di pietra che esiste solo nell’arte ecclesiastica armena.

Siamo ripartiti discendendo la stessa strada malconcia ma asfaltata che abbiamo percorso all’andata fino all’incrocio con la pista M6. Quasi 40 km di pista ci separavano all'incrocio della M8 che ci avrebbe condotto fino a Sevan.


Arrivati al lago Sevan, ci siamo diretti verso il promontorio in cui c’è il famoso monastero, ma l’abbiamo trovato chiuso. Un po’ abbacchiati ci siamo diretti verso un posto di ristoro. Qui la carovana si è spezzata: dopo alcune considerazioni sulla situazione del manto stradale, Emanuela e Daniel si sono giustamente diretti ad Yerevan, mentre il resto della compagnia aggiunto Jermuk. La strada che costeggia il lago è tutta un rattoppo, un buco e gli avvallamenti rendono la guida molto più simile ad uno sterrato che ad una strada di alto traffico come mostrato dalle carte stradali. Il lago sevan è circa 3 volte il lago di Garda ed è ad una quota di circa 1500 ed ha tutte le caratteristiche di un lago alpino, soprattutto il colore: azzurro chiaro e torbido.


Superato il lago, la strada s’inerpica sulle montagne e appena ci alza un po’ di quota si apre un altipiano a più di 2000 m con paesaggi tipici caucasici mozzafiato con le cime ancora innevate a poca distanza. Quando l’altopiano finisce di fronte a noi si apre una vallata asiatica. Si vede la strada che inizia a scendere e seguire il fianco della nodoso della montagna. La vista dal primo tornante è semplicemente indimenticabile ed offre uno degli scorci più suggestivi che la carovana ha visto vino a quel momento.


Continuiamo a serpeggiare assieme alla strada che scende veloce e sinuosa finì a fondo valle che si interseca con quella che arriva “dritta” da Yerevan. Dall'intersezione in direzione sud, verso l’Iran, la strada si incunea in un Canyon rosso che lascia un solco anche nelle nostre memorie. Poco dopo abbiamo imboccato la deviazione che sale verso Jermuk. La strada non è delle migliori ma gli scorci che si aprono profumano di vastità.


Arrivati a Jermuk ci siamo diretti velocemente verso l’Hotel. L’idea era quella di farci un paio di bagni termali per riscaldarci e rilassarci ma alle 18:30 erano già chiusi e la cena servita a tavola. Così doccia e dritti a mangiare.

Jermuk offre poco, è un paese di chiara fondazione sovietica a circa 2100 m slm costruito sulle delle sorgenti termali. Durante l’Unione Sovietica, Jermuk è stato espanso con strutture ricettive di pregio, volte soprattutto ad ospitare i potenti e facoltosi moscoviti. Ad oggi molti di questi hotel sono stati rinnovati, nonostante sia palese la loro architettura sovietica, per accogliere il sempre crescente numero di turisti che fa domanda di un soggiorno spa a prezzi accessibili.
Dopo cena siamo usciti per fare due passi, ma la temperatura invernale ci ha costretti ad un rientro rapido e il grosso piumone del letto ha conciliato il meritato riposo.

Danielz77 17-01-2020 18:06

08/06/2019 "LA DISFATTA DEL 17"
La tappa di oggi prevede circa 410 Km e l’entrata in Armenia. Prendiamo la E001 e via direzione sud per Haghpat, l’Alaverdi Armena. Ci mettiamo quasi due ore per passare il confine georgiano/armeno. Qui bisogna fare un carnet per le moto senza pagamento di fidejussioni, fare le dovute assicurazione e cambiare un po' di moneta. L’aria cambia. L’armenia sembra più orientata al residuale russo. I georgiani chiaramente odiano e si distaccano dal vecchio regime, mentre l’Armenia a primo impatto sembra ancora russa. Lo noto dalle divise dei militari e dall’atteggiamento. Le forze di polizia georgiane sono molto più “americanizzate”, a partire dalle splendide divise e distintivi alle auto. L’Armenia già entrando si vede che è molto più indietro. Superato il confine inizia per me un calvario. La strada inizia ad essere priva di asfalto e i trammi migliori sono pieni di buche che appaiono all’improvviso. Ho chiaramente delle difficoltà con la mia splendida K. Arriviamo ad Haghpat con chiara difficoltà da parte mia, sono stanco. Visitiamo Haghpat, il colore del monastero è più scuro e le raffigurazioni sono chiaramente più spartane, più antiche. Il sito è bellissimo. Le finestre del monastero creano all’interno dello stesso dei giochi di luce inaspettati. Usciti dal sito ci rinfreschiamo un po' e iniziamo il percorso che ci porterà a Tatev. La strada non migliora, anzi, peggiora. Sono davvero stanco e anche Emanuela inizia a capirlo. Facciamo una pausa sullo splendido lago di Sevan. Inizia anche a piovere e ancora mancano 200 Km.
A questo punto noto che il mio limite, il mio livello di attenzione è arrivato al minimo; decido di non proseguire e di dirigermi verso Yerevan dove ci saremmo incoNtrati con il gruppo dopo 24 ore. Mi è costato molto lasciare i miei compagni di viaggio ma ho dovuto farlo. Non vedrò Tatev e Khor Virap e chissà se mai le vedrò. Le strade armene ci hanno sorpreso e ancora dobbiamo fare i conti con qualcosa di ancora peggiore come già immaginato il 05/06 durante la cena a Tbilisi…. la M1!!
Prendo l’autostrada che dal lago mi porta a Yerevan, non ho il navigatore quindi accendo lo smartphone per arrivare in albergo, avevo scaricato Osmand e le mappe off line prima di partire, meno male!!!
Arrivo alle 19 circa in albergo, lo stesso albergo che avevamo prenotato per la nostra permanenza a Yerevan; fortunatamente c’è posto quindi anticipo di un giorno il mio soggiorno. I mie compagni di viaggio ancora non si son fatti sentire. Verso le 20 arriva il messaggio nel gruppo che mi avvisa che tutto è andato bene e che ho fatto bene a non proseguire. Pazienza mi rode il culo ma sono certo di aver fatto la cosa giusta. L’albergo “Elysium Gallery” fa un po' cagare ma è in centro ed il parcheggio è perfetto. La sera io e Emanuela usciamo per fare Yerevan by night. La città è bellissima e artificiale. Sostanzialmente la parte bella è Tashir street piena di negozi occidentali e veramente curata. Andiamo a cena. Ho voglia di carne e andremo a mangiare un hamburger in una catena famosa dove gli hamburger sono ottimi ma anche cari…. Mio padre direbbe che ho pagato una polpetta 10 euro… in effetti non ha tutti i torti. Dopo cena passeggiamo per il centro; la città è piacevole, musica e giovani in giro. La polizia sempre presente e mai invadente. Ci piace! Torniamo in albergo e dormiamo fino alle 09:30.

GS3NO 17-01-2020 18:19

Come dissi sul momento, per quanto rode il culo la sicurezza va sempre davanti a tutto. Daniel ha fatto la scelta migliore per se e per Emanuela. È vero che di sterrato non ne avremmo più trovato fino al rientro in Georgia ma le strade sono in uno stato infame e con un K sarebbe stato poco sicuro aver fatto altri 600km circa.

A Daniel va tutto il mio rispetto per aver saputo rinunciare per la propria incolumità a discapito della voglia di voler proseguire.

Grande Daniel!!!!

Danielz77 17-01-2020 18:32

Quote:

Originariamente inviata da GS3NO (Messaggio 10219149)
Come dissi sul momento, per quanto rode il culo la sicurezza va sempre davanti a tutto. Daniel ha fatto la scelta migliore per se e per Emanuela. È vero che di sterrato non ne avremmo più trovato fino al rientro in Georgia ma le strade sono in uno stato infame e con un K sarebbe stato poco sicuro aver fatto altri 600km circa.

A Daniel va tutto il mio rispetto per aver saputo rinunciare per la propria incolumità a discapito della voglia di voler proseguire.

Grande Daniel!!!!

Grazie Zeno. Mi riservo di andare a Tatev quando ANDREMO in Iran come tappa tecnica con un bel 21 :-)

augusto 17-01-2020 23:01

Vi garantisco che quando Daniel diventa così esplicito è perchè gli rode il culo davvero!
Questa è la prima tappa WOW! dove avere un endurone paga. Ogni volta che ci fermavamo la Manu mi diceva quanto Daniel si lamentasse nell'interfono.
Benvenuti in Armenia, fa l'omino della frontiera, piccolo paese dalle grandi montagne.
E dalle strade inesistenti, bisognerebbe aggiungere.
Dispiace per i paesaggi che vi siete persi, ragazzi! Wow! Ma la strada, da prima di Jermuk a Tatev e ritorno, era veramente inaffrontabile. Scelta saggia.
Per mesi ci siamo interrogati sull'opportunità di fare un viaggio del genere con una moto coi semimanubri: Georgia si, Turchia si, Armenia no. Quello era il momento giusto per mollare.

GS3NO 20-01-2020 10:01

4.9 Jermuk - Tatev - Khor Virap - Yerevan
 
4.9 Jermuk - Tatev - Khor Virap - Yerevan

Day 8 - 9 giugno 2019
Km percorsi: 4102
Km Tappa: 378

La tappa odierna era una delle più dure: circa 400 km e due visite importanti, ognuna delle quali avrebbe richiesto almeno un’ora e mezza se non più. Questo è uno di quei giorni in cui la colazione deve imprimere gioia alla giornata e quindi ci si alimenta al meglio delle possibilità e si ingerisce la carica caffeinica degna della seconda tappa “Marathon” consecutiva del viaggio.

Si caricano le povere moto che hanno domito "alla ghiaccio" nel vero senso della parola, il termometro indica 8 gradi.


Rapidamente discendiamo da Jermuk fino al bivio che abbiamo imboccato in direzione contraria la sera prima. Svolta a destra verso l’Iran e riding mode: “PASSO MARATHON”.


I primi 10 km sono dentro ad un canyon scavato dal fiume Darb è rendono la guida molto piacevole sebbene le condizioni della strada rimangono orribili. Capimmo che per tutta l’Armenia le strade sebbene asfaltate sono devastate ed erose. Quando il canyon finisce, la strada sale verso il passo Voratan e il traffico di camion, autobus e furgoni trasformati a piccoli bus è importante. Questa è una delle due strade che dalla Russia scende in Iran.


Il passo Voratan è a quota 2400 m e poco dopo c’è la deviazione che porta in Nagorno, ma non c’è nessun cartello stradale che ne indichi la direzione. Questo per significare quanto la Repubblica del Nagorno sia considerata alla stregua di territori occupati.


Pausa benza e dal GPS è chiaro che Tatev è ancora lontano... che strada però, sebbene il manto stradale sia infame è stupenda, la strada che per una miriade di anni collega la Russia europea all'Iran. Paesaggi unici che segnano.


Si deve poi svalicare ancora un secondo passo a quota più o meno simile a quello precedente e durante la discesa, quasi in prossimità di Goris, c'è la svolta per la H45.


Mi sono segnato questo waypoint: 39°26'24.1"N 46°19'20.2"E. E' il mio punto più orientale mai raggiunto via terra. E' come essere a Nassiria in Iraq o Riyadh In Arabia Saudita. Non ci cado più al pensiero che feci altre volte. Non ci cado più al pensiero che feci altre volte. Non ci cado più al pensiero che feci altre volte. No... anche sta volta ci sono caduto: sta volta sono veramente andato lontano dal vialetto di casa.


Si sale ancora poco di quota per poi discendere verso il ponte del diavolo; appena svalico appare in lontananza, ma favore di sole, il mitico monastero di Tatev in tutto il suo magnetico fascino. E’ lì, statuario, sul ciglio del dirupo che domina la valle sottostante; la vista è un qualcosa di una bellezza unica.


Arriviamo a Tatev quando è ancora tutto chiuso.


Cerchiamo un baretto per bere un caffè e la proprietaria non si capacita di come potevamo essere già lì partendo da Jermuk.


Ma questo è il PASSO MARATHON… In ogni modo visitiamo Tatev e poi mi continuo sulla H45 per arrivare al punto panoramico da cui tutti scattano le foto più belle del monastero.


L’idea originale era quella di continuare sulla H45 fino a Syunik per poi ritornare verso nord tramite la M2. Il cuore rimpiange di non averlo fatto, ma la testa diceva che non era cosa, sia come chilometraggio totale sia per le strade che avremmo dovuto fare: 50km di sterrato carichi in 2.

Tatev. Il monastero fu fondato nel IX secolo nel luogo in cui la tradizione vuole che nel I secolo fu sepolto uno dei discepoli che accompagnarono S. Taddeo in Armenia. La posizione strategica lo ha reso inattaccabile dai nemici - e nella zona ce n’erano tanti… - e anche per questo lo rese sede vescovile. Pare - e purtroppo non posso essere più specifico - che già nel IV secolo esistesse un santuario che cominciò ad attirare i pellegrini. Nel 844 il vescovo Davit esortò i principi di Syunik a donare i terreni per costruire il Monastero come lo conosciamo oggi. Le prime costruzioni iniziarono nel 895 e ne succedettero altre fino al 1087. Di qui molte vicissitudini con aggiunte di edifici, invasioni e riduzioni di proventi dai villaggi, persecuzioni ma che mai nessun invasore fu in grado di attaccare il monastero ma solo di contenere la sua influenza culturale.

FINE PRIMA PARTE

GS3NO 20-01-2020 14:03

PARTE SECONDA.

Lasciata Tatev ma non il passo marathon, abbiamo dovuto ripercorrere la stessa strada dell’andata fino ad Areni. Di solito odio andare e tornare per la stessa strada, questo è stato uno dei motivi per cui non ho messo nell'itinerario la strada militare georgiana. Ma in questo caso specifico mi sono dovuto ricredere... sarò ripetitivo ma è stata una strada del cuore.


Qui qualche video non montato della strada. Mi spiace ancora per l'audio reale
-> https://youtu.be/lgQBIZTB8T8 <-

-> https://youtu.be/Wf_T_J0-TTQ <-

-> https://youtu.be/TBBN46JSTd4 <-

-> https://youtu.be/CyjGWQ3RbQs <-
Appena fuori Areni abbiamo fatto pausa pranzo in un supermercato :confused: Di meglio non c’era. Una delle giovani commesse dell’esercizio commerciale era affascinata delle moto e si è precipitata a farsi le foto sul mezzo dell’unico single del gruppo...


Lasciato il piazzale del supermercato e le conquiste di cuore armene, la strada corre veloce verso occidente attraveso un ambiente meraviglioso e semidesertico fino al monastero di Khor Virap.


Khor Virap è nostra la seconda visita importante della giornata. Come tutti i monasteri armeni, anche quello di Khor Virap è in una posizione panoramicamente stupefacente. È uno dei monasteri più fotografati e mostrati in tutta l’Armenia. Sorge alle pendici del monte Ararat che svetta sullo sfondo regalando viste senza uguali. Da solo potrebbe meritare il viaggio, ma se unito a Tatev trasforma la giornata in una di quelle che rimarranno nella memoria per sempre.


Khor Virap. In armeno vuol dire Fossa Profonda e sorge sul luogo dove San Gregorio Illuminatore fu imprigionato per tredici anni, dopo i quali Gregorio, battezzando il re Tiridate III, fece dell'Armenia la prima nazione cristiana al mondo.Nel tardo III secolo, quando il cristianesimo si stava diffondendo in Armenia, il re Tiridate III perseguitava in modo accanito i cristiani e condannò San Gregorio a morire in un pozzo nel luogo in cui poi sarebbe stato edificato il monastero. L'agiografia vuole che San Gregorio visse miracolosamente per 13 anni e venne liberato per cura il re Tiridate III dalla pazzia. Davanti a ciò il re si convertì. Correva l'anno 301 d.C. e fece dell'Armenia il primo stato cristiano del mondo.

Storia, leggenda, agiografia o mito o un mix di tutto rende questo monastero un posto ancora più magico di quando già di per sè lo è per la posizione. Inoltre molte coppie poco prima di sposarsi o subito dopo vengono in pellegrinaggio qui, e ne ho trovata una che per forza doveva farmi delle foto... e come non dare soddisfazione ad una coppia agli albori della loro vita assieme?


:lol:

Lasciamo il monastero diretti a Yerevan per riuscire ad andare in Hotel, doccia e cena. Arrivare in hotel non è stato poi tanto facile per via dei lavori in corso e navigare a vista in città con palazzoni non è proprio cosa facile soprattutto con 400km sulla groppa.


augusto 20-01-2020 17:02

Trovarsi catapultati a Yerevan dopo essere stati per tutta la giornata su altopiani meravigliosi, a cercare di riconoscere, fra i tanti, il pastore errante dell'Asia di Leopardi, non è cosa da poco.
La città si riscatterà lasciandosi scoprire poco a poco, ma le strade percorse nella seconda tappa marathon sono davvero state strade del cuore. E un pezzo del nostro cuore è ancora là.
Che spettacolo portare mia moglie e la sua moto fin là! Spettacolo!!!

GS3NO 21-01-2020 14:37

4.10 Yerevan e i dintorni di Yerevan
 
4.10 Yerevan e i dintorni di Yerevan

DAY 9 - 10 giugno 2019
Yerevan

Km percorsi: 4480
Km tappa: 0
Sveglia ad orario vacanziero e colazione alle 09:00 e dopo aver ben riempito le panze e saturato il picco caffeinico si parte. Giornata plumbea… grigia… senza moto…


In ogni modo cerchiamo la Cascade e imbocchiamo la Northern Avenue: la via dei negozi e dei palazzoni. Durante l’epoca sovietica, i palazzi di tufo e quelli ottocenteschi hanno lasciato il posto a questi che possiamo vedere oggigiorno. La Cascade fu iniziata in epoca sovietica poi abbandonata e ripresa dal magnate americano di origine armena Cafesjian. Sto tizio sta finanziando molti lavori in Armenia come l’autostrada che da Yerevan arriva al lago Sevan. Ovviamente ci sono le scale mobili che salgono, ma noi siamo della filosofia: ci sarà pure una via che non fa nessuno e ci porta su… la trovammo e “non voglio che mi si dica grazie per questo”. Però dall’alto della Cascade la vista è di quelle che non lascia indifferenti. Scendiamo dalle scale mobili e vediamo la raccolta di opere d’arte moderne che ne caratterizzano i vari “scalini”.


CAFFE! CAFFE!!! Qui si dimentica del mio bisogno di tenere alto il livello di caffeina nel sangue! Ho dei compagni di viaggio troppo sciagurati, pensano solo a visitare. :lol:

Tra le varie visite quella a cui tenevo di più era chiusa: la grande biblioteca di Matenadaran in cui sono custoditi 17.000 manoscritti, di uno che fa troppo ridere: “Chi non si prenderà cura di questo santo libro, avrà l’eredità di Giuda e Caino”. Era un tantino permalosetto l’autore… non volevo! giuro!!! ma il cervello mi gioca spesso brutti scherzi e mi è toccato farmi sta domanda: “ma poi quale Giuda? Giuda Iscariota o Giuda Taddeo?” Lo so, lo so… domanda retorica ma se l’autore fosse stato un sovversivo religioso occultato alle genti? Un celato instauratore di un ordine nuovo e segreto che addita al povero Giuda Taddeo la colpa del mondo? Che ne sappiamo… In un certo senso la domanda mi ha fatto ridere però, l’idea che si riferrise a Giuda Taddeo Lebbeo - per gli amici l’Ebreo pure! -... sarebbe materiale per inventarsi una storia per quei libri che andavano di moda alcuni anni fa…


Anna ci teneva a vedere la casa museo di Martitos Saryan; e meno male che qualche acculturato nel gruppo c’è. Mentre andavamo verso il museo mi sono fatto un’altra domanda: “Ma che minchia c’hanno con Verona sti caucasici???”


in ogni modo arrivamo a caso di Martitos e visitiamo le opere esposte. Non lo conoscevo ma alcuni quadri per me hanno colto in pieno le atmosfere aremene, un’interpretazione di un armeno dell’Armenia è importante averla. A dimenticavo, sto gran maleducato di Martitos non c’ha neppure offerto il caffè a casa sua.



Dopo le visite a Piazza Lenin - pardon della repubblica come la chiamano adesso - ci siamo diretti alla Moschea Blu. Certo che neppure gli islamici hanno molto spirito di iniziativa per i nomi. Uno sforzicciolo in più se lo potrebbero permettere.



Dopo pure la visita alla deludente cattedrale di San Gregorio abbiamo rincasato, la sera avevamo una cena al “Lavash”. Cena bellissima resa ancora più bella con i commensali... che team che siamo!

Il Lavash è il pane tipico, guai assaggiarlo poi ne resti folgorato. E’ molto simile al pane arabo e viene usato nella cucina tradizionale per raccogliere il cibo e portarlo alla bocca. Con la mano destra si strappa un lembo e si raccoglie il boccone. Questo avvicina questo avamposto di cultura cristiana all’oriente, a me diverte molto mangiare con le mani, l’importante è trovare il sapone prima però.

Onestamente, dopo Tbilisi, da Yerevan mi aspettavo di più. Ci sono molti musei, vero, ma non ha la stessa vita frizzante della capitale georgiana. Mentre a Tbilisi per un weekend in aereo ci tornerei, a Yerevan non lo so. Non è scatto l'amore... ma è anche vero che venivamo dalla parte d'Armenia più bella di cui non è possibile restarne indifferenti.


Danielz77 21-01-2020 15:15

09/06/2019
Smaltita la delusione del giorno prima e dopo aver fatto colazione ci immergiamo in quel di Yerevan senza moto per concederle un meritato riposo. La città anche di mattina è viva, giriamo centri commerciali tralasciando le mete culturali e turistiche al momento in cui ci raggiungeranno gli altri. Ci viziamo tra dolci, sfizi e caffè. La sera intorno alle 18 arrivano in albergo anche gli altri. Mi racconteranno di Tatev e della strada faticosa, siamo quasi al confine con l’Iran e a cena con Zeno ed Augusto immaginiamo un utopico prossimo tour in piena terra persiana. Giriamo la città di nuovo tutti insieme.
Faccio una considerazione. Forse sarebbe stato più corretto spezzare la tappa di entrata in Armenia e levare un giorno a Yerevan.
Yerevan non è Tbilisi (dove tornerei anche subito) e si gira in fretta.

10/06/2019
Oggi dedichiamo la giornata tutta a Yerevan. Facciamo le vie principali, il teatro dell’opera dove fanno la famosa danza delle spade e visitiamo anche il museo dedicato a un grande armeno, un tipo raffigurato ovunque pure sulla moneta locale, Martyros Saryan. Arriviamo a piedi nel museo ad egli dedicato. Deve essere stato un grande uomo. Gli armeni tengono molto alle loro figure, la loro storia passata e la loro identità. Poi visitiamo la famosa fontana/scalinata. Facciamo tutta la strada a piedi in salita e poi scendiamo ….. dalle scale mobili!!! (a saperlo prima). La giornata passa così tra le vie della capitale armena e qualche piatto locale. La città è davvero viva ma fuori dal centro la povertà è tangibile.
Sensazioni..... non credo che ritornerei a Yerevan se non per una tappa tecnica. Non mi ha lasciato particolari emozioni come è stato per Tbilisi ad esempio. Diciamo che in un giorno la giri a piedi o con i mezzi e puoi godere delle sue principali attrazioni.... ma nulla di WOW

GS3NO 21-01-2020 16:08

4.10 Yerevan e i dintorni di Yerevan
 
4.10 Yerevan e i dintorni di Yerevan

Day 10 - 11 giugno 2019
I dintorni di Yerevan

Km percorsi: 4480
Km tappa: 108
La mattina sveglia ancora per arrivare a far colazione alle 09:00 del mattino per poi partire. Caffeine Check..... PASSED. :lol: si parte in direzione Ovest per Etchmiadzin. In poco tempo si arriva abbastanza facile. Parcheggio alla zingara e via alla visita.
Etchmiadzin è il centro nevralgico della religione cristiana armena e la sede del Catholicos armeno. La traduzione del nome è "il luogo dove discese l'Unico Figlio",


Secondo la tradizione armena, San Gregorio ebbe una visione di Cristo che scendeva dal cielo e colpiva il suolo con un martello d'oro per mostrare il luogo dove sarebbe dovuta essere costruita la Cattedrale. La cattedrale ha dei lavori di restauro e quindi non è visitabile ma ci sono altre cosuzze interessandi da sbirciare e curiosare.


Nel sito sono presenti alcune chiese e altri edifici sacri; tra quelle, la più importante è la cattedrale madre, e tra, questi, quello principale è la residenza pontificia. Ebbene sì, il Catholicos ha pure il titolo di Pontefice Apostolico Armeno. Nella Residenza sono contenute alcune requie estremamente importanti per i fedeli: due pezzi della vera croce, uno dell’Arca di Noè e la punta della spada di Longino (ma di questa ce ne sono 4 e solo una può - nel caso in cui si creda - essere quella vera).


Ok, ma ora un caffè?


Sullo sfondo, come in molte altre zone finora visitate, il monte Ararat è sempre imponente e visibile; per il popolo armeno il monte Ararat gioca da sempre un ruolo di primo piano e, di riflesso, il frammento dell’arca ha assunto un valore popolare molto elevato. Purtroppo non trovo la foto della reliquia dell'arca di Noe. Certo un bel posto che va visto soprattutto se consideriamo il genocidio perpetuato dai turchi nei confronti degli armeni ma non lo si deve paragonare al Vaticano.

Usciamo dal vaticano armeno e saliamo in sella per visitare un altro luogo molto caro agli armeni la cattedrale di Zvartnots.


Lasciata Etchmiadzin si deve ritornare sui nostri passi fino a quando il cartello stradale ben indica il sito. Ingresso con la moto :lol: ma senza sgasare o fare cinghialate però. Augusto fa da apripista e lui è civilizzato

Cattedrale di Zvartnots sebbene sia crollata, le sue rovine hanno un fascino indiscutibile. Sorge a nord del monte Ararat e, anche in questo caso, lo si scorge in ogni punto.


Per me fu la prima volta che vidi un colonnato circolare in un contesto cristiano, e ciò mi convinse pensare che fosse una costruzione zoroastriana trasformata poi in chiesa. Beata ignoranza... invece è sempre stata cristiana e fu costruita attorno al 640 per custodire le spoglie di San Gregorio l’Illuminatore in seguito spostate a Yerevan.

Il cielo è sempre più grigio e qualche goccia inizia a tormentarci anche oggi. E quindi è giunto il momento per visitare un sito "pagano"
.

Le altre due attrazioni turistiche sono nella parte orientale di Yerevan: Garni e Monastero di Geghard. Adesso il tratto di strada che dalla cattedrale di Zvartnots arriva a Garni è principalmente urbano, quindi non mi sono preso la briga di controllarlo metro per me, e accidenti a me perchè siamo finiti così :lol:


Sentivo le bestemmie in armeno di quelli del 17 :confused: ma io mi chiedo... come si fa avere un 17? neppure al posteriore va bene! :lol: :lol: :lol:
Garni. Il tempio di Garni è l’unico tempio ellenistico completamente intatto - sebbene rimesso in piedi con le pietre originali - del mondo classico.


Fa parte di una struttura più ampia chiamata la Fortezza di di Garni, il cui nucleo più antico risale al VIII secolo a.C. Il tempio fu costruito con pietra scura, il che lo rende ancora più speciale nel suo genere, ed eretto in una posizione elevata che domina la valle del fiume Azat. Queste sono tutte peculiarità che lo rendono sicuramente un sito archeologico da visitare.


Finita la visita al sito ci siamo diretti con un certo “petittu a pettu di cavaddu” verso l’unico posto in cui ci potesse sfamare, sfamare… qualcuno è entrato affamato ed è uscito uguale, per altri fu servita un falciato del campo antistante spacciata come insalata.

https://lh3.googleusercontent.com/1H...H=w560-h746-no
Povero augusto! vorrei porre l'accento sull'espressione a dir poco perplessa di Daniel.

La strada H3, che da Yerevan conduce a Garni, prosegue fino a quando la gola del fiume Azat si chiude e non si può proseguire oltre. Ovviamente siamo stati capaci di evitare la pioggia quasi per tutto il giorno e immancabilmente arrivò al punto da farci fermare sotto un caseggiato in cui qualcuno s'addormentò sulla sedia :violent1:

https://lh3.googleusercontent.com/ME...D=w560-h746-no
Daniel di nuovo perplesso si stava chiedendo con chi cazzo è partito

Ma arriveremo comunque alla nostra ultima meta.
Monastero di Geghard. L’H3 dopo Garni è s’incunea nella valle del fiume Azat e la strada è caratterizzata dalle pareti rocciose che la chiudono.


Alla fine della vallata appare all’improvviso dietro all’ultima curva il monastero di Geghard. Come tutti gli altri monasteri visitati, anche quello di Geghard è per lo più un insieme di edifici racchiusi dalle mura di cinta; ma questo ha un carattere unico che lo differenzia nettamente dagli altri. Per prima cosa manca la corrente elettrica e con essa l’illuminazione a cui siamo abituati noi. Gli edifici e le loro stanze sono illuminate solo dalle candele e dal pozzo di luce aperto al centro delle cupole. Oltretutto la nostra visita è durante una giornata plumbea e a tratti piovosa e quindi l’assenza di illuminazione artificiale rende il lugo quasi surreale.
Il gioco dell'alternarsi in modo netto di luce e della sua assenza crea suggestioni e induce al rispetto per questo luogo. Unito al contrasto visivo luce/buio si è anche stimolati dal rumore dell’acqua che scorre su una parete all’interno del monastero; non si vede, ma si sente. Luce, buio, suono e odore di cera, forse chi ha costruito tutto ciò ci sapeva fare per mettere il fedele che entrava nella chiesa in uno stato d’animo particolarmente predisposto allo spirituale..

Terminata la visita usciamo e al parcheggio le femmine hanno una discussione con una signora che vendeva pane e si sono stramaledette a vicenda... lezione imparata: mai lasciare le femmine di due tribù distinte avere contatti senza la presenza di esemplari maschili. Cose da pazzi! Saliamo sulle moto e direzione hotel, dove anche oggi rientriamo belli stanchi e domani sveglia ore 06:00 e partenza non oltre le 06:30... domani sarà dura e lo sappiamo già da una settimana quando Daniel era in contatto con dei motociclisti che hanno percorso la M1 un mese prima di noi.

paulposition 21-01-2020 16:11

complimenti per il Report, ma soprattutto per il viaggio!!!! :!:

metto in evidenza per un pò. ;)

Danielz77 21-01-2020 16:35

Quote:

Originariamente inviata da paulposition (Messaggio 10221512)
complimenti per il Report, ma soprattutto per il viaggio!!!! :!:

metto in evidenza per un pò. ;)

grazie mod.

e si ...... la prossima tappa era quella più temuta!!!!!! la M1 = Mortacci1 per gli amici.
Riguardo la discussione delle "femmine" fuori dal monastero.... non ho capito ancora che cavolo è successo. Credo volesse pagato il parcheggio. Ma si sa noi siamo il Caucasian Marathone mica Telethon!!!!! SODDI A NUDDU!!!!!!!!!!!!!! Come si dice a Trento.

GS3NO 21-01-2020 16:58

Quote:

Originariamente inviata da Danielz77 (Messaggio 10221530)
grazie mod.

Grazie pure da parte mia.

Quote:

Originariamente inviata da Danielz77 (Messaggio 10221530)
e si ...... la prossima tappa era quella più temuta!!!!!! la M1 = Mortacci1 per gli amici.
Riguardo la discussione delle "femmine" fuori dal monastero.... non ho capito ancora che cavolo è successo. Credo volesse pagato il parcheggio. Ma si sa noi siamo il Caucasian Marathone mica Telethon!!!!! SODDI A NUDDU!!!!!!!!!!!!!! Come si dice a Trento.

In realtà la vecchina ti ha guardato desiderosa d'affetto e da lì è nato il putiferio... :love3:

Danielz77 21-01-2020 17:45

Quote:

Originariamente inviata da GS3NO (Messaggio 10221545)
Grazie pure da parte mia.


In realtà la vecchina ti ha guardato desiderosa d'affetto e da lì è nato il putiferio... :love3:

Chissà quante parolacce ci ha detto. Poi ricordi c'era il figlio che la prendeva a parole....insomma boh chissà cass è successo dovremmo tornare e levarci la curiosità.

GS3NO 22-01-2020 10:34

4.11 Yerevan - Vardzia - Akhaltsikhe
 
4.11 Yerevan - Vardzia - Akhaltsikhe

DAY 11 - 11 giugno 2019
KM Percorsi: 4588
KM Tappa: 316

E così venne quel giorno che destò preoccupazioni tra quelli del 17; durante tutto il viaggio, nelle occasioni in cui il discorso usciva, cercammo sempre di abbassare l'ansia, ricordando che dopo aver fatto la M6 - che dal confine Georgiano arriva a Sevan - non serve aver paura. E in effetti è vero... più o meno quello è...

Durante i giorni pregressi i contatti di Daniel riportavano sempre la seguente frase: "Non c'è la strada". Ora, questo può creare ansia, lo capisco. Soprattutto per chi ha una moto sportiva e il mio punto che ribattevo a Daniel era: "Figa! se passano i camion come fa non esserci la strada! non potrà essere peggio della SH74!".

:lol: Sono un SH74 survival :lol:
San Balaban ci proteggerà

Sbrandati alle 06:00 dalla sveglia scendiamo per il caffè in autogestione rapido, carichiamo le moto e si punta verso nord ovest e la M1. La M1 lascia Yerevan e risale l’Armenia verso la Georgia nella parte occidentale dei due paesi. La strada è soggetta ad un pesante ammodernamento su entrambe le sponde della frontiera, il lato armeno è paradossalmente più organizzato e sebbene ci faccia fare alcuni zigzag alla fine è una strada bella, veloce, panoramica e tenuta molto meglio di tutte le altre finora percorse. Inoltre con il sole della mattina di giugno è meravigliosa. Credo che una volta terminata sarà un’arteria fondamentale per i commerci tra Turchia, Georgia, Russia e Armenia.


I paesaggi che attraversa sono montani ma molto lontani da quelli alpini o appenninici a cui siamo abituati. Le vette sono vicine e innevate anche a giugno e i campi fioriti vicino alla strada fanno un forte contrasto. Vi posto qui le riprese fatte durante l'avvicinamento alla frontiera georgiana... :happy6:
-> https://youtu.be/2FFdfpury5I <-

-> https://youtu.be/r1000x0g_38 <-

-> https://youtu.be/LjGZ82WOYGg <-

-> https://youtu.be/oW3JJ4Ii4TA <-

-> https://youtu.be/v3vLOY43lss <-

-> https://youtu.be/-QqxluLGiJs <-
Come si vede dalle riprese, fino alla frontiera ci si arriva molto agevolmente e una volta in frontiera se non si ha sfiga si passa abbastanza agevolmente :lol:


Le pratiche vanno lisce quasi per tutti, vero Daniel? :lol: vabbè tanto ce lo siamo messo via che sono sempre quelli del 17 che dobbiamo aspettare :lol:

https://lh3.googleusercontent.com/C7...m=w532-h946-no
Queen punta l'orizzonte e aspetta la strada bella:-p

Una volte attraversata la questione si fa interessante per chi può scaramuzzare liberamente tra sassi e buche, ma il pensiero per Daniel e Paolo resta.
-> Uscita dalla frontiera - con Marianna che mi urla di andare più piano :lol:
https://youtu.be/nPAMTvqE0zo <-
Per 15 km la strada è in completo rifacimento, a tratti una buona pista sterrata ma in altri si devia per i campi limitrofi trasformati in strada dall’incessante passaggi di mezzi di ogni tipo.
-> https://youtu.be/MMcQzSJVYOY <-
Quelli del 21 hanno aiutato Daniel facendo da spola per trasportare Emanuela per quanto possibile.Per una K è dura... tanto dura... ma complimenti a Daniel per la pazienza e l'applicazione del "CALMA E GESSO".
-> https://youtu.be/8QWVtkRq9LI <-

-> https://youtu.be/_CTeLcPMmQA <-

-> Finalmente su prova accellerare un po'... mi va bene per qualche secondo poi richiamato all'ordine :confused: - https://youtu.be/xkxTYIbon3M <-

Questi le riprese fatte da Emanuela sul K1200 S Enduro
-> https://youtu.be/xUluxtJLPBE <-

-> https://youtu.be/Y2uDCD1fwq0 <-

-> https://youtu.be/e0C-dkxoOik <-
Quando i lavori finiscono siamo molto più agili e puntiamo a Vardzia, ma prima pausa pranzo sotto la fortezza di Khertvisi.
-> appare dietro la curva: https://youtu.be/Wz3SHge81JA <-

FINE PRIMA PARTE


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