![]() |
Quote:
|
Bravo Antonio, report come sempre dettagliatissimo e pieno zeppo di informazioni pratiche, complimenti anche alla sig.ra Tempora, ho girato per anni da solo ma da 4 anni la ma compagna mi segue dappertutto e, al prezzo di piccole modifiche al mio stile di viaggio, mi diverto di più.
|
18/08 Tabriz – Barzagan – Passaggio Frontiera – Erzurum
Km.613 In Moto H.7,12 Media Kmh.85,10 Quota media 960 Quota max.2181 Sveglia alle 06,30, check-out alle 07,30 con partenza alle 08,30 ed uscita da una Tabriz che di prima mattina non presenta il traffico caotico del resto del giorno. La tangenziale che attraversa la città ci porta con rapidità fuori città e le indicazioni stradali, al solito chiare e precise, ci indicano la direzione verso la frontiera con la Turchia. A Bazargan facciamo l’ultimo rifornimento e ringraziamo il benzianaio che come sempre ci ha fatto saltare la fila facendoci fare subito il pieno. Arrivati alla frontiera ci sentiamo come a casa, il timore provato all’ ingresso è sparito e conoscendo oramai la strada saliamo in fretta la collina che separa il centro abitato di Bazargan dagli uffici di frontiera fermando la moto davanti alla garitta di un gendarme che si offre di controllare moto e bagagli. Troviamo una delle persone che ci avevano aiutato nel disbrigo delle pratiche doganali d’ingresso e concordato il suo compenso, 20 euro, consegniamo passaporti e Carnet de Passage. Tutte le procedure vengono svolte in maniera ancora più veloce che l’andata e noto che anche i camionisti sono assistiti da “consulenti” al pari del mio che “ungendo” con mance i vari funzionari, disbrigano velocemente tutte le pratiche. Usciamo dal cancello Iraniano salutando questo meraviglioso paese ed entriamo in Turchia sentendoci come tutte le volte “come a casa”. Mettiamo l’orologio indietro e contando sulla rapidità delle pratiche doganali Turche penso di poter finalmente fare la deviazione e visita al Ishak Pasha Palace che non avevamo potuto visitare nel 2005 perché la strada era chiusa e all’ andata perché eravamo troppo concentrati a passare la frontiera. Consegno i passaporti al gendarme per il controllo e dopo averli girati e rigirati si rivolge serio e pronuncia la parola che in 5 passaggi in frontiera Turca non avevo mai sentito pronunciare: “PROBLEM”. In pratica manca il timbro di uscita che, per troppa confidenza, avevo dimenticato di controllare avessero messo, veniamo accompagnati al posto di comando dove un giovanissimo ufficiale controlla i nostri passaporti e ci chiede come abbiamo fatto ad uscire dalla Turchia. La loro preoccupazione per i “Foreign Fighters” che entravano legalmente in Turchia per poi sconfinare i Siria illegalmente è molto grande e il Carnet de Passage non aiuta molto dato che è timbrato in Farsi e le date sono secondo il calendario Islamico. Ho di riserva la prova fotografica scattata di fronte al cancello bianco Iraniano con quello marrone Turco già aperto fatta con il telefonino con i “metadati” comprovanti la data ma non ce ne è bisogno: soddisfatta l’indagine di controllo registrano l’ingresso “Illegale” e con un sorriso ci accompagnano a finire le procedure doganali. http://imageshack.com/a/img924/9530/hTMhgW.jpg Usciamo dopo quasi un’ora quando la previsione era di pochi minuti, Lilli non è molto contenta dato che venire portati in un posto di guardia e fatti sedere in silenzio davanti a dei gendarmi non è una cosa piacevole, nonostante la loro cortesia, quindi rinuncio ancora una volta alla visita mettendo lo Ishak Pasha Palace in coda con il Mausoleo di Oljatu ed altri, fortunatamente pochi, siti non visitati nel corso di tanti viaggi, dirigendomi per la stessa strada fatta all’andata verso Erzurum. Superiamo velocemente Dogubeyazit con il Monte Ararat coperto questa volta di nubi sulla nostra destra. http://imageshack.com/a/img923/1166/QPfF2l.jpg http://imageshack.com/a/img923/5637/2XJiuo.jpg http://imageshack.com/a/img924/2603/qE4KJv.jpg Come all’andata attraversando il passo ad oltre 2000 metri becchiamo la pioggia, questa volta per 30 minuti, giacca e pantaloni reggono bene e non ci bagniamo troppo asciugandoci rapidamente al sole che ci accoglie una volta giunti in pianura. La N100 è davvero bella, Lilli si gode il panorama e confessa di sentirsi molto rilassata e contenta di godersi tranquilla campagna, monti e fiumi che scorrono lungo il nostro tragitto. Il fatto è che questa è la 5 volta che attraversiamo la Turchia, un paese dove ci sentiamo veramente a casa e dove non ho nemmeno bisogno di impostare il GPS per trovare la rotta giusta. Tempo bello e temperatura ideale anche perché viaggiamo su un altopiano e la nostra destinazione è in montagna a più di 1850 metri. Ci fermiamo per l’ultimo pieno della giornata e gustiamo il CAY che ci offrono al solito con un sorriso. Arriviamo ad Erzurum e con il solito taxi arriviamo al Kervansaray Hotel dove parcheggiamo la moto davanti all’ingresso. http://imageshack.com/a/img922/5189/HRLMKY.jpg Il manager parla Turco e Francese, io rispondo in Inglese ma ci capiamo benissimo, ci portano le borse in stanza e ci accomodiamo. Camera piccola ma pulita così come il bagno e WI-FI che va come una freccia, costo B&B €33,00. Doccia e sigarino affacciato alla finestra poi finalmente in maglietta e bermuda usciamo per una passeggiata. Lilli si sente assurdamente a disagio senza il suo foulard in testa, io invece sono contento di sentire “fresco alle gambe”. Erzurum si rivela una bella e vivace città, camminiamo fino al centro dove in piazza troviamo un piccolo mercatino e nonostante l’ingombro dei nostri bagagli in moto, acquistiamo mandorle e nocciole in una bancarella. http://imageshack.com/a/img922/6579/q81fNy.jpg http://imageshack.com/a/img924/7977/IlaMq8.jpg http://imageshack.com/a/img924/2003/xZIqL8.jpg La Yakutye Madrasi è molto bella ed accanto ha una piccola ma frequentata moschea. http://imageshack.com/a/img922/7718/1kv2oX.jpg http://imageshack.com/a/img923/5909/LMUiVz.jpg http://imageshack.com/a/img924/7743/qWweDZ.jpg http://imageshack.com/a/img923/9325/VTJhhE.jpg http://imageshack.com/a/img922/6300/7mlDtf.jpg http://imageshack.com/a/img924/5742/pqgMgD.jpg http://imageshack.com/a/img923/8687/mRinP8.jpg http://imageshack.com/a/img923/9615/6zs5qU.jpg http://imageshack.com/a/img923/3561/3iuHLH.jpg http://imageshack.com/a/img922/6150/swZYEk.jpg http://imageshack.com/a/img922/4803/r6N8Xv.jpg http://imageshack.com/a/img923/858/E1qPQQ.jpg http://imageshack.com/a/img922/3475/Uelt61.jpg http://imageshack.com/a/img922/2301/Ke1VR5.jpg http://imageshack.com/a/img922/9894/BqEIKo.jpg Lilli si innamora di una piccola capretta portata a spasso e a pascolare dal suo padrone sui prati che circondano la piazza centrale di Erzurum. http://imageshack.com/a/img923/9393/BVsuQU.jpg Quindi, seguito il suggerimento avuto dalla bancarella dove avevamo acquistato la frutta secca, ci rechiamo finalmente a mangiare il primo Kebab da quando siamo transitati in Turchia. http://imageshack.com/a/img924/9504/M9vshK.jpg Il ristorante si affaccia proprio sulla piazza, abbiamo difficoltà con la lingua ma alla fine ci facciamo capire ordinando un Kebab in piatto per Lilli ed uno classico avvolto nel pane sottile per me. http://imageshack.com/a/img922/8489/SxfRaJ.jpg http://imageshack.com/a/img923/9697/Q6bWXm.jpg Sono così buoni che ne ordiniamo altri due che ci finiamo in un attimo, concludo con un Turkish Coffee e poi pagato il conto scendiamo per la trafficatissima, sia di macchine che di negozi pieni di merce e di clienti percorsa all’andata, tornando in albergo. Saliamo in camera e di nuovo in finestra, dopo aver lavorato un po’ al Lap-Top, mi fumo il sigarino al fresco serale di questa località famosa per i suoi resort sciistici prima di metterci a dormire. http://imageshack.com/a/img923/5434/dq1u7W.jpg http://imageshack.com/a/img923/258/En8z1s.jpg |
ora continua con il report ritorno?
|
Quote:
|
Grande Antonio !
|
bel racconto e bel giro
|
Che bel viaggio :eek:
|
19/08 Erzurum – Urgup Km.714
In moto H.7,46 Quota Media 980 Quota Max 2114 Sveglia alle 06,00, preparo il caffè, faccio le borse che al solito Lilli si incarica di portare alla moto dove le carico. Pago il conto e facciamo colazione e Lilli, contrariamente alle sue abitudini, si mangia un po’ di pane e marmellata ed addirittura un uovo sodo a riprova che la strada verso casa fa lo stesso effetto agli uomini ed ai cavalli: mette fame e fretta ! Usciamo facilmente da Erzurum e seguendo il GPS imbocchiamo la N100, già percorsa all’andata, ad una velocità di 120 Kmh impensabile in altri tempi, con le pattuglie stradali alla fine di ogni lungo rettilineo con i radar, visto che, ricordo, il limite di velocità per le moto è inferiore ai 90Kmh. Alla fine veniamo fermati ad un check-point ma è solo un controllo dei nostri documenti, veloce e cortese. La gendarmeria è rintanata nelle caserme, ognuna delle quali è protetta da un blindato e sacchetti di sabbia, le pattuglie con i radar sono così poche che quasi non danno preoccupazione ma lo sguardo è sempre vigile per scovare le auto “civetta” che segnalano i veicoli ai posti di blocco. Ad Erzurum abbiamo saputo dell’attentato a Barcellona, il prossimo che mi dice: ”Ma non è pericoloso viaggiare in Iran?” lo mando a quel paese ! La strada è molto bella sia per il fondo stradale che per i panorami, un vero piacere per la guida anche grazie alla temperatura per niente soffocante. Superata Erzincan all’incrocio per Sivas prendiamo la N200 che per i primi Km.100 è tale e quale le strade percorse in Turchia nei 2004-2005 con fondo sconnesso, a volte scuro-bituminoso e scivoloso, a due corsie. In compenso il panorama ripaga dell’andatura più bassa e la maggiore attenzione alla guida così come le variazioni altimetriche e le tante curve che seguono il tratto montagnoso che separa Erzincan da Sivas. Questa è la conferma che un viaggio in Turchia non delude mai dal punto di vista motociclistico per la varietà dei paesaggi che si susseguono da Ovest ad Est con montagne, fiumi, laghi, variazioni altimetriche ed anche splendide viste sulle coste del Mediterraneo e del Mar Nero. Dopo 320 chilometri e 3-1/2 ore di moto ci fermiamo per il pieno e la pausa pranzo. Nel ristorante attiguo al distributore ordiniamo un kebab di pollo con pane fresco ed insalata che mangiamo con gusto combattendo contro un nugolo di api che però non sembrano battagliere ma solo curiose. http://imageshack.com/a/img923/8475/jOAJLB.jpg http://imageshack.com/a/img924/2696/9jSNy2.jpg Concludo con un buon Turkish Coffé ed un sigarino, la sosta è stata davvero rinfrancante e ripreso il cammino la strada migliora tantissimo diventando a 4 corsie più simile ad un’autostrada che ad una strada nazionale. Lilli si gode rilassata il panorama, io la guida specie durante gli attraversamenti dei paesi dove è bello, dopo l’esperienza iraniana, trovare guidatori che si fermano ai semafori e rispettano le precedenze! Come ci avviciniamo alla Cappadocia il tempo comincia ad annuvolarsi ma fino all’ultimo rifornimento non prendiamo pioggia. Vicino al distributore c’è uno splendido campo di girasoli, il fiore preferito, con il tulipano, di Lilli a cui faccio un omaggio floreale che lasciamo in temporanea custodia a Bibo. http://imageshack.com/a/img922/2743/sTsG49.jpg http://imageshack.com/a/img922/117/0ZH4CW.jpg http://imageshack.com/a/img923/8444/KsmTXi.jpg Siamo a 40 chilometri da Urgup ed è la terza volta che visitiamo la Cappadocia. Ricordo ancora l’emozione della prima volta, anche questa sognata per tanti anni. Ero sul letto della Clinica Villa Stuart, 04/06/1998, che chiedevo al Prof.Mariani dopo l’operazione al mio piede destro, fratturato in Marocco durante un viaggio in enduro 3 giorni prima, “Potrò andare in Turchia ad Agosto?”, la sua risposta affermativa era solo una pietosa bugia conoscendo la lunghezza della rieducazione…. http://imageshack.com/a/img922/3555/QcVdiM.jpg Nel 2004 e 2005 eravamo sempre stati di base a Goreme, nell’Ataman Hotel dove il proprietario, il signor Ataman, che aveva studiato Storia dell’Arte a Perugia, ci aveva dispensato preziosi consigli per la visita a questa splendida regione. Questa volta su consiglio del mio amico Paolo Volpara, residente in Turchia da tanti anni e conosciuto nel 2005, dormiremo ad Urgup in quello che Paolo ha descritto come il più bel Cave Hotel della Cappadocia: l’Esbelli Evi Hotel. Dopo una piccola spruzzatina di pioggia arriviamo ad Urgup dove Lilli vedendo le “Case Troglodite” sulla collina, pensa che quella sia la nostra destinazione ricominciando con il mantra delle “strade di montagna”, alla fine dopo aver telefonato a Suha Ersos, il proprietario, seguite le sue indicazioni arriviamo di fronte all’albergo dove parcheggio Diavolina davanti all’ingresso. http://imageshack.com/a/img924/1585/UJrw2U.jpg http://imageshack.com/a/img924/4030/gNYGYu.jpg http://imageshack.com/a/img923/2251/r5c7po.jpg L’accoglienza è più che amichevole, ci fa lasciare i caschi all’ingresso e dopo averci illustrato la terrazza con il magnifico panorama e l’angolo bar con una ricca dotazione di bevande alcoliche e analcoliche a nostra completa e gratuita (?!) disposizione, ci accompagna attraverso scale, terrazze e giardini alla nostra stanza. Più che una “suite” è una vera residenza con giardino ed ingresso carrabile privato, cucina abitabile, un bagno dove occorre il GPS per quanto è grande, stanza “segreta” che mostra come si viveva nelle tipiche case scavate nella roccia vulcanica, con gli spazi per gli animali domestici e quelli per la macinatura e la pigiatura dell’uva da vino, camera da letto matrimoniale e salottino con TV satellitare. http://imageshack.com/a/img922/7855/IGCCfu.jpg http://imageshack.com/a/img922/2396/jz48md.jpg http://imageshack.com/a/img922/9695/mvEgIj.jpg http://imageshack.com/a/img923/9625/72TLHi.jpg http://imageshack.com/a/img923/5019/es2kZx.jpg http://imageshack.com/a/img922/4646/KvTgTH.jpg http://imageshack.com/a/img923/6028/lxzm40.jpg Non chiedo nemmeno il costo della stanza perché siamo troppo affascinati dal luogo e poi chi se ne frega se una volta si fa una pazzia, per questo posto ne vale sicuramente la pena. Mi faccio una doccia lunga e guduriosa e poi stappate due birre fresche dal nostro frigorifero, ci mettiamo in giardino a brindare al nostro viaggio finalmente con una birra alcolica dopo quasi 20 giorni di forzata astinenza. http://imageshack.com/a/img924/3319/oDHjgU.jpg Dopo un breve riposino venuta l’ora di cena saliamo alla terrazza superiore dopo aver trovato la strada tra le varie tipologie di stanze affacciate sulla collina su cui sorge l’hotel che non è dotato di ristorante se non per la splendida prima colazione che Paolo mi ha decantato. Incontro Suha con il quale faccio una breve chiacchierata in Italiano che parla perfettamente, come Inglese e Francese bevendo un Campari con Lilli. http://imageshack.com/a/img924/1166/sv0NFp.jpg Ci dice, con nostro grande rammarico, che il signor Ataman è morto pochi anni prima dopo una lunga malattia e che l’Ataman hotel ha cambiato proprietà. La notizia riempie sia me che Lilli di tristezza e malinconia. Usciamo dall’hotel e scendiamo a piedi, l’Esbelli Evi è sulla collina che domina Urgup di fronte a quella scavata dalle numerose abitazioni troglodite, verso il ristorante consigliatoci. Il ristorante ha una bellissima vista ed offre un menù a prezzo fisso davvero buono con varie specialità tra cui un buonissimo spezzatino di fegato d’agnello che io, amante del fegato, gradisco in modo particolare. http://imageshack.com/a/img922/1011/M3fizj.jpg Birra Efes a Go-Go, sigarino con Turkish Coffé e poi ritorno al nostro albergo dove in compagnia di Suha mi fumo un altro sigaro con un bel Chivas on the Roks. Ritorniamo in stanza e ci abbandoniamo al “sonno dei giusti” |
20/08 Urgup - Esbelli Evi Hotel – Giornata di Sosta e Visita
Splendida dormita nel nostro grande e comodo letto, mi faccio la barba e preparo il caffè in cucina servendolo sul tavolo fuori nel nostro tavolo. http://imageshack.com/a/img924/2642/GacI5P.jpg Salgo poi da solo in terrazza dove consumo una splendida prima colazione con pane appena sfornato, formaggio fresco, yogurth, marmellate varie, frutta fresca e scelgo dal menu portatomi da uno dei camerieri una omelette al formaggio. La giornata è soleggiata e la vista sulla collina bucata dalle caverne adibite a casa è bella e rilassante. Dopo aver fatto un po’ di lavoro al laptop connesso al Wi-Fi dell’hotel ordino un’altra omelette e con fichi, pesche e pane con marmellata scendo da Lilli che si sbafa tutto fuori dalla nostra stanza. http://imageshack.com/a/img923/1057/APQ39u.jpg Salutiamo Suha che porta in visita alla Valle di Ilhara una coppia di suoi amici che soggiornano qui in albergo ed usciamo in passeggiata. La mia intenzione era di prendere la moto e girare senza meta verso Goreme ma Lilli mi convince a starcene ad Urgup in relax e dato che le prossime 3 giornate saranno a “Lunga Percorrenza” accetto il suo desiderio. http://imageshack.com/a/img922/1655/BLs7rl.jpg http://imageshack.com/a/img922/7130/W6MQMm.jpg Il paese è piccolo ma è meta di un turismo ormai di massa, come tutta la zona, dove i Giapponesi e Koreani sono in maggioranza ma anche il turismo locale non manca. Compriamo un po’ di souvenirs e scattiamo un po’ di foto sia al sito che a una coppia di sposi con lei molto carina e lui capitano marittimo da poco tornato con la sua nave a Genova. http://imageshack.com/a/img923/6222/09mVYH.jpg http://imageshack.com/a/img923/1559/Gxcngz.jpg http://imageshack.com/a/img923/2289/ZTy4Jv.jpg http://imageshack.com/a/img923/1217/4KEi72.jpg http://imageshack.com/a/img922/1082/zwcJ59.jpg http://imageshack.com/a/img923/1922/a42Uve.jpg http://imageshack.com/a/img922/8471/r1yXuf.jpg http://imageshack.com/a/img924/5239/ibqjgD.jpg http://imageshack.com/a/img924/2664/SmYmZ7.jpg Una foto la scattiamo anche di fronte ad un manifesto con il panorama dei "Camini di Fata" di Zelve dove mi sono fatto fotografare da Lilli nel 2005 http://imageshack.com/a/img922/8936/ZAlCE5.jpg http://imageshack.com/a/img923/4160/msqabK.jpg Stiamo in giro fino alle 12,30, fa molto caldo ma tornati in albergo ci mettiamo al fresco della nostra bellissima stanza che, essendo scavata nella roccia, ci permette di riposare al fresco. Approfittiamo della TV satellitare per guardarci RAI 1 e nel primo pomeriggio, in maglietta e bermuda, salgo in terrazza e mi faccio una chiacchierata con Suha che mi racconta un po’ della sua vita, del fatto che è laureato in legge come suo padre ma non ha mai esercitato, di come è stato convinto dai suoi amici ad acquistare la prima casa e poi le altre che compongono l’albergo, di come abbia deciso di trasferirsi qui da Istanbul per iniziare l’attività di albergatore in questo albergo che oltre che molto bello come struttura è anche arredato con molto gusto. Parliamo del nostro comune amico Paolo Volpara e quando accenno al fatto che avremmo lasciato l’indomani per dirigerci verso Edirne e che avrei voluto saldare il conto questa sera per poter partire di mattina presto mi sento dire:” Ma voi non dovete pagare, Paolo mi ha detto che sarebbe arrivato un suo amico fraterno e voi siete miei ospiti, potete rimanere anche una settimana senza dover pagare”. Io rimango a bocca aperta e non so come ringraziare e quando chiamo al telefono Paolo mi sento dire che non è la prima volta che accade quando lui manda suoi amici in questo albergo! Lasciato Suha torno da Lilli e rimaniamo in relax in giardino fino alle 20,30 quando usciamo per andare a cena nello stesso ristorante di eri sera. http://imageshack.com/a/img923/5992/A4Et4O.jpg Questa volta non ordiniamo il menù fisso ma ci concentriamo sui piatti che ci erano piaciuti di più tra qui le melanzane, che qui in Turchia cucinano in tutte le maniere e tutte buonissime, con pomodoro e formaggio che ricordano da vicino uno dei miei piatti preferiti: La Parmigiana di Melanzane. Dopo l’ottima ed abbondante cena (€53,00) cena torniamo all’hotel dove troviamo Suha con i suoi amici con cui ci sediamo a chiacchierare in Inglese. Scopro di avere in comune i gusti musicali e dato che l’amico di Suha suona il Sax Tenore gli cito sia i Colosseum, gruppo rock progressive inglese dei primi anni settanta, con il mitico Dick Heckstall-Smith capace di suonare due sassofoni contemporaneamente nella “Valentine Suite” https://www.youtube.com/watch?v=cKFrsm4wqpg e Michael Breker leader degli Steps Ahead, purtroppo scomparso pochi anni fa, e del mio pezzo preferito “Self Portrait” https://www.youtube.com/watch?v=ZG1PxCy2Zlk Di entrambi ho sia il vinile originale che i CD masterizzati. Dopo questa bella chiacchierata salutiamo la nostra bella compagnia e torniamo al nostro appartamento con Lilli che si mette a guardare la televisione ed io a fumarmi un ultimo Toscanello al Caffè sotto una bellissima notte stellata. Domani ci aspetta una lunga giornata di moto fino ad Edirne |
21/08 Urgup – Edirne Km.1036
In moto H09,36 Media Kmh 108 Quota media 400 Quota max. 2000 Lasciamo il bellissimo Esbelli Evi dopo aver salutato il nostro generosissimo anfitrione Suha che contravvenendo alle sue abitudini si sveglia presto per salutarci alla partenza dopo la nostra prima colazione. http://imageshack.com/a/img922/6874/yWehkU.jpg Prendiamo la strada verso Ankara che passerà accanto al Tuz Golu, il lago salato che abbiamo costeggiato almeno due volte nei nostri passati viaggi in Turchia. Procediamo sulla nazionale a 4 corsie a velocità sostenuta vista la assenza di traffico ma soprattutto di pattuglie di polizia. Il tempo è bello con un po’ di vento laterale ma avvicinandoci ad Ankara il cielo comincia a rannuvolarsi e superata la capitale comincia a piovere. Al casello autostradale mi fermo ed indossiamo i completi giacca-pantalone Kway che non indossavamo dal 1999 in Bretagna e da allora ci avevano seguito in ogni viaggio. La pioggia aumenta di intensità, l’autostrada sale di quota fino ad oltre 2000 slm, la visiera del casco comincia ad appannarsi e per vedere qualche cosa la devo alzare, per fortuna l’autostrada è a 3 corsie per lato e non c’è molto traffico anche perché i conducenti delle macchine paiono in difficoltà sotto la pioggia battente ed il forte vento. Fa pure freddo e non sembra di stare ad Agosto, la moto procede bene e le Tourance danno un senso di sicurezza avendole sperimentate sotto la pioggia ed a pieno carico altre volte. All’orizzonte si vede il chiaro del cielo sgombero di nuvole e tra lampi e tuoni superiamo Bolu con la pioggia che da battente diventa sottile e poi a tratti per cessare del tutto dando finalmente spazio al sole caldo. Ci fermiamo a fare sosta e pieno in un bel distributore dove ci togliamo i Kway che dimostrano di aver retto bene i quasi 190 chilometri di pioggia. Certo un po’ d’acqua è entrata dal colletto e dalle chiusure lampo ma le giacche ed i pantaloni non sono zuppi ma solo un po’ bagnati a “chiazze” e dopo un po’ di esposizione al sole caldo del mezzoggiorno tutto ritorna come prima. Ci mangiamo due bei toast ed un the caldo zuccherato anche per me che non metto zucchero nemmeno nell’espresso e rinfrancati dalla pioggia rirendiamo il viaggio. L’autostrada scorre veloce ben oltre i limiti concessi e giungiamo nel pomeriggio ad Istanbul con l’autostrada che al solito è usata come tangenziale rendendo il traffico caotico ed intasato. Contravvenendo le indicazioni del GPS seguo le indicazioni di un cartello che indica EDIRNE e mi trovo a percorrere un nuovo tratto autostradale, sicuramente costruito per evitare il congestionamento dovuto al passaggio vicino ad una città di quasi 15 milioni di abitanti, passiamo lo Stretto del Bosforo per un ponte diverso da quello più famoso, non c’è traffico ed il GPS non conosce la strada essendo più recente dell’ultimo aggiornamento, comincio a sentire odore di fregatura ed infatti alla fine mi ritrovo con la strada che finisce per lavori in corso e con una deviazione mi riporta sul vecchio tracciato dove solo grazie alla gentilezza di un camionista che allarga per farmi passare indicandomi il cammino, riesco a superare un blocco autostradale dovuto al traffico congestionato. Dio Piacendo superiamo Istanbul e nuovamente veloci sull’autostrada oramai sgombera del traffico congestionato, arriviamo ad Edirne nel tardo pomeriggio trovando facilmente il nostro albergo: Hilly Hotel, posizionato a breve distanza dall’uscita autostradale in ottima posizione per chi è in transito da e per la Turchia percorrendo l’ ”Autostrada Balcanica”. Parcheggiata la moto veniamo accolti molto bene dalla reception che ci fa trovare in camera insieme alle nostre borse, una bibita fresca ed un vassoio di frutta mista. Camera standard con bagno pulito ed efficiente, B&B + Cena €84,00. Docciati e vestiti scendiamo al ristorante dove ceniamo serviti in maniera professionale e gentile come si conviene ad un hotel di categoria frequentato più da viaggiatori in affari che da famiglie con la vicinanza all’autostrada che ne fa un ottimo punto di sosta. Mi fumo un ultimo sigarino in Turchia che con questa abbiamo visitato ed attraversato per la quinta volta, domani riprenderemo la strada percorsa, in senso inverso, nel 2007 per il viaggio Siria-Giordania: l’ “Autostrada Balcanica” attraverso Bulgaria-Serbia-Croazia-Slovenia. |
Antonio, a parte il sigaro :lol:, invidio tutto quello che avete fatto!:!:
Lo conservo come ispirazione per un viaggio futuro, e grazie anche alla presenza di tua signora, riuscire a trasmettere lo stesso entusiasmo a mia moglie! ;) |
22/08 Edirne – Slavonsky Brod Km.916
Partenza 08,15 – Arrivo 19,00 (Aggiungere H1,00 per guadagno su fuso orario) - Media Kmh 104,00 Frontiere: Turchia – Bulgaria – Serbia - Croazia Ci svegliamo in una giornata uggiosa con una leggera pioggia, la stessa che ci aveva accolti ieri sera al nostro arrivo solo che stavolta decidiamo di indossare subito i Kway prima di partire. Per la prima volta in tanti anni carico la moto con la pioggia, ho sempre affermato di non provare fastidio a guidare la moto con la pioggia, il vento invece, specie quello forte laterale a raffiche, non mi piace. Comunque non scende a catinelle ma è solo una leggera pioggerellina di nessun fastidio. Arriviamo alla frontiera che è a pochi chilometri dal nostro Hotel e saltando la lunghissima fila di auto turche che rientrano dalle vacanze per tornare nei paesi, soprattutto Germania ed Olanda, dove emigrati lavorano, procediamo alla timbratura dei passaporti questa volta attenti al famoso “Timbro di Uscita”. Continua a piovere in maniera sottile ma fortunatamente siamo su una nuova autostrada, nel 2007 questo tratto era ancora in costruzione e da Plovdiv alla frontiera si percorreva una strada nazionale reduce dal periodo in cui la Bulgaria era uno dei satelliti dell’Unione Sovietica. Asfalto nuovo e sufficientemente drenante da poter tenere una buona velocità, superata Plovdiv siamo sulla “vecchia” autostrada e l’asfalto torna ad essere quello conosciuto 10 anni prima: corrugato ed ondulato per il passaggio di mezzi pesanti. Ci fermiamo a fare il pieno ed abbiamo due sorprese: il costo della benzina, superiore ai 2 euro al litro e l’arretratezza dei servizi offerti. Ci sediamo a prendere un the caldo, dato che oltre la pioggia fa anche freddo, ed al posto dei tovagliolini di carta ci danno un rotolo di carta igienica del tipo “crespatino” che usavo durante il servizio militare nel lontano 1974. Il tempo è tornato sereno dato che ci siamo lasciati la perturbazione alle spalle, non ci togliamo le protezioni anti pioggia, fa freddino ed avere un’altra protezione fa anche piacere e riprendiamo l’autostrada. Arrivati a Sofia approfittiamo della nuova tangenziale che evita di passare per il centro della città come fummo costretti a fare nel 2007, evitando così lunghe code e perdite di tempo. Superata Sofia l’autostrada finisce e si riprende la “vecchia” E80 che ci porterà di fianco al tratto ancora in costruzione finito il quale sarà possibile collegare Italia-Ungheria-Austria ai principali paesi Balcanici oltre che alla Bulgaria e Turchia. Con la moto riusciamo a superare le file che si creano a tratti per il traffico di auto e camion ed arriviamo senza difficoltà alla frontiera Serba che trovandosi in un piccolo canyon circondato da montagne amplifica le code provocate dalle macchine degli immigrati Turchi. Saltata al solito la fila grazie alla cortesia di una funzionaria, anche molto carina, sbrighiamo le formalità doganali, davvero minime, entriamo in Serbia e qui la strada attraversa paesaggi montani davvero belli rendendo la guida molto piacevole. Devo fare benzina ma non si vede un distributore e le indicazioni chieste lungo la strada non aiutano, fortunatamente la velocità lasciata l’autostrada è scesa molto e di conseguenza i consumi, ma dall’ultimo pieno sono passati quasi 380 chilometri e viaggiando a pieno carico i consumi sono sempre stati nell’ordine dei 17-18 kml. Finalmente, passato uno dei tratti più belli della strada, con sole due corsie scavate nella roccia che ricorda un po’ la “Strada della Forra” sul Garda, troviamo un piccolo distributore gestito da una simpatica signora che in un perfetto inglese ci conferma che non avremmo trovato altra benzina prima di Nis! Superata Nis la N80 ritorna autostrada a 4 corsie, ci fermiamo ad un distributore per la pausa pranzo, c’è il sole ma la temperatura è di circa 23 gradi comunque finalmente ci togliamo i Kway indossati ad Edirne. Ce la prendiamo comoda dato che passando la frontiera Serba abbiamo guadagnato un’ora, mangiamo con gusto un’ottima cotoletta di pollo con patatine fritte al ristorante del distributore facendo una chiacchierata con una simpatica coppia Serba “meno giovane” di noi con la quale ci troviamo d’accordo sul fatto che la Serbia debba essere considerata una nazione Europea a tutti gli effetti. Fuori dal ristorante osserviamo una coppia, marito e moglie, di ciclisti backpackers che si spartiscono un melone bianco, sono stanchi ma felici e come me si collegano al Wi-Fi gratuito offerto dal distributore. Riprendiamo la strada che ci porterà diritti, dopo il passaggio frontiera, in Croazia e quindi alla nostra meta finale di questa giornata. Ultimo pieno e poi usciti dall’autostrada, seguendo le indicazioni del casellante, arriviamo dopo pochi chilometri al Garten Hotel che non si trova a Slavonsky Brod ma in un piccolo paese a poca distanza. Le indicazioni sono precise e parcheggiata la moto sotto la pensilina davanti all’ingresso di fianco alla macchina del proprietario mi reco al suo ufficio per in check-inn. http://imageshack.com/a/img922/996/qTfEmP.jpg In uno stentato inglese il proprietario mi dice che non ha alcuna prenotazione pre-pagata e che dovrò saldare la mattina dopo alla partenza. No mi preoccupo più di tanto, sono 27 anni che mi occupo di carte di credito nel settore Recupero Crediti e so come gestire un addebito sulla mia carta non onorato dall’esercente. Ci trasferiamo alla nostra stanza di questo albergo dalla architettura caratteristica che ricorda un po’ un parco divertimenti a tema. La nostra camera è piccola ma pulita e fatta la doccia mi metto fuori a bere una birra e fumare un toscanello al caffè. A cena mangiamo al ristorante dell’albergo dove conosciamo la moglie del proprietario, simpatica e gentile nei modi, che mi assicura che il voucher del sito di prenotazione è stato recepito e che non ci dovevamo preoccupare di quanto asserito da suo marito che non si occupa di amministrazione e prenotazioni. Cena a base di arrosto misto dove finalmente il maiale la fa da padrone, birra e gelato come dessert. http://imageshack.com/a/img923/4062/ls6foz.jpg Siamo molto stanchi e ce ne torniamo presto in camera, fa anche freddino e non sembra proprio di stare in estate, così mi fumo un ultimo sigarino in camera con la porta aperta per fare uscire il fumo e poi a nanna. Domani ultimo “tappone” e si ritorna a casa ! |
Complimenti Antonio, a te, alla tua Signora e non ultima complimenti anche alla moto.
Immagino che siate rientrati in Italia da Trieste o da Gorizia, una domanda per cortesia, com'è la strada dal confine italiano a Nis? Vorrei andare in Grecia quest'estate. Grazie. |
La strada è ottima.
Tutta autostrada e da Udine puoi arrivare a Nis in un giorno anche considerando che si perde un'ora con il fuso orario. Da Nis si arriva in Grecia con circa 600 chilometri di autostrada. Oramai i Tir percorrono questa tratta piuttosto che prendere il traghetto che, per chi come noi parte da Roma, è ancora il mezzo più rapido: 2 giorni invece di 3. Ciao |
Solo una correzione. Da Udine a Nis (Serbia) non ce fuso orario. Poi Romania, Bulgaria, Grecia +1
|
Grazie mille Antonio e ftp!
|
23/08 Slavonky Brod – Frontiera Slovena – Frontiera Italiana – Roma
Km.1086 Partenza H 08,20 Arrivo H 19,30 Media Kmh 113 Sveglia alle ore 06,00 chiudiamo le borse e carichiamo la moto per poi andare al ristorante a fare colazione. Si vede che siamo sulla strada del ritorno, la tensione è calata ed anche Lilli mangia sbafandosi metà della mia omelette al formaggio. La proprietaria del Garten Hotel salutandoci ci regala un vasetto di miele locale decorato di “smiles” dicendo che è da parte del marito…..Vano tentativo di farlo passare per simpatico, siamo stati comunque bene e ritorneremo se faremo di nuovo questa strada da e per la Turchia. Prendiamo l’autostrada che non lasceremo, passando tre frontiere, fino a Roma. Fa freddino e i cartelloni luminosi indicano la temperatura esterna che si mantiene sui 19 gradi. Passiamo la frontiera Croata ed entriamo in Slovenia, ieri al distributore dove avevamo fatto l’ultimo pieno avevo acquistato la “vignetta” che verrà controllata al volo al primo casello dopo la frontiera Slovena. Il paesaggio Sloveno è bellissimo e ricorda molto quello ammirato durante la nostra vacanza in moto a Cortina nell’Agosto 2011. Usciti dall’autostrada facciamo l’ultimo pieno in “terra straniera” quindi rientrati continuiamo il nostro percorso fino al fatidico cartello TRIESTE. Rientriamo in Italia dopo 27 giorni di viaggio e percorriamo il tratto percorso tante volte per le nostre vacanze Cortinesi riconoscendo i tratti distintivi come i Pini Marittimi sulla Padova-Rovigo, le curve sulla Bologna-Firenze e la Val di Chiana che è la terra natale della mia famiglia (Bettolle), cosa che mitica la monotonia del percorso autostradale con un traffico nel nostro senso di marcia molto scorrevole mentre su quello opposto si notano file ed incolonnamenti fin da Firenze direzione Nord. La fatica si fa sentire e le soste tecniche per sgranchire le gambe e far riposare il sedere e le ginocchia indolenziti si fanno più frequenti. La media tenuta è alta ed alle 19,00 usciamo dal casello Roma Nord arrivando in una specie di “trance” a casa alle 19,30. Mia cognata Anna ci accoglie festosa di rivederci, scarico la moto sotto casa e poi la porto in garage dove la parcheggio nel box accanto a Golia, il mio GS1100 del 1994 che con i suoi Km127.000 da 12 anni è fermo in attesa di essere reimmatricolata. Faccio una foto al contachilometri e poi guardo la mia Diavolina: è sporca, il becco si è rotto e staccato dalla sede ma con una vite ritornerà come prima, i faretti a led non funzionano, ma è sicuramente un contatto elettrico, gomme ancora con un margine di usura dopo quasi Km12.000, nessun danno e già pronta a ripartire dopo un piccolo tagliando già prenotato fra un paio di settimane, una grande moto con i suoi quasi Km160.000 ! Torno a piedi a casa nel caldo-umido di Roma rimpiangendo già il caldo secco Iraniano. Mi faccio una splendida doccia e stappata una “vedova” mi gusto con Lilli l’ottima Parmigiana di Melanzane alla Molisana (ragù di macinato, melanzane fritte senza panatura, uova sode, parmigiano)cucinata da mia cognata. Domani sarà sicuramente più buona e soda, ora sembra un po’ “sfatta” ma il sapore è ottimo https://imageshack.com/a/img924/5416/9R7e35.jpg https://imageshack.com/a/img924/6282/Ryv65x.jpg Lilli dovrà lavare il nostro BIBO che tra pioggia, polvere e smog, merita anche lui una bella pulita ! https://imageshack.com/a/img922/3029/QL8nse.jpg https://imageshack.com/a/img923/505/fioMnX.jpg Metto le zampe sul tavolino ed accendo la pipa, il viaggio è finito ma non la voglia di ripartire ! Commento al Viaggio Come commentare un viaggio cominciato a programmare 9 anni fa se non con l’affermazione che si è trattato di un “Sogno Realizzato”? Tutte le ansie e le preoccupazioni create dalla complicata fase organizzativa si sono dileguate con il passaggio frontiera dalla Turchia in Iran, così veloce e semplice da renderci conto di essere finalmente in Iran dopo quasi due giorni ! Il viaggio dal punto di vista di sicurezza, dello stress e dell’impegno alla guida è stato uno dei più facili e piacevoli di quando viaggiamo in moto: molto meno impegnativo di Siria-Giordania del 2007 e persino del Marocco dello scorso anno, non contiamo la Turchia perché oramai in quel paese dopo tante visite ci sentiamo come a casa. La “serenità” di mia moglie Lilli ha contribuito molto a rendere il viaggio più piacevole ed agevole anche se qui e là il ricordo della stupida caduta dello scorso anno il primo giorno in Marocco si è fatto sentire, ma viaggiare con la donna che oltre che la mia vita ha diviso 200.000 dei 300.000 chilometri percorsi in moto dal 1991 resta sempre la parte più piacevole di ogni viaggio. L’ IRAN ci ha conquistati non solo per la bellezza del paese ma soprattutto per quella del popolo Iraniano così generoso, gentile, ospitale fin dal primo saluto dei poliziotti all’uscita dalla frontiera, un saluto che ci ha accompagnati per tutto il viaggio: ”Welcome in Iran !”. A loro dedichiamo questo video che ho postato a tutti gli indirizzi WhatsUp ed Instagram dei nostri nuovi amici Iraniani con cui ancora chattiamo. https://youtu.be/JWrw4jT9Bbs Per chi è appassionato come me di storia ed architettura l’Iran non potrà che affascinare per la bellezza dei suoi palazzi, moschee e siti archeologici tra cui spicca la straordinaria Persepoli. Strade ottime e ben segnalate anche in inglese, paesaggi un po’ monotoni con pochi percorsi “curve e tornanti” ma non si fanno 4000 chilometri per cercare di piegare la moto in curva, per quelle basta rimanere a casa propria dove Muraglione, Stelvio e centinaia di percorsi tra Alpi ed Appenninni la fanno da padrone. Benzina a soli 10 centesimi fa di ogni pieno una guduria, cibo ottimo a tutti i livelli, alberghi per tutte le tasche con quelli di lusso a prezzi da tre stelle italiani. Regole di comportamento religiose, così temute alla partenza, rivelate nella realtà accettabilissime con le donne Iraniane che sfoggiavano abiti dove il solo velo indossato “morbido” sulla testa lasciando scoperti frangia e coda dei capelli accanto a quelle più tradizionaliste in Chador, lasciava capire che ci trovavamo in uno stato Teocratico Islamico proiettato verso il futuro grazie ad una popolazione giovanissima e collegata con Smatphones e PC al mondo esterno. L'aiuto di Payam, Sepideh ed Ahmid, con il giornaliero contatto con WhatsUp, si è rivelato prezioso nel prenotare gli alberghi e risolvere piccoli inconvenienti linguistici Abbiamo lasciato l’Iran con lo stesso senso di malinconia provato all’uscita dalla Turchia nel primo viaggio del 2004. La nostra Diavolina è stata eccezionale in tutti i suoi componenti, ammortizzatori e gomme in primis, pioggia e vento non l’hanno fermata e ci ha riportato a casa dopo quasi 12.000 chilometri senza problemi. Tornare a casa dopo un lungo viaggio fa sempre piacere, rivedere le persone care, riprendere le proprie abitudini e routine, tornare alla vita quotidiana scaricando fatica e tensione che un lungo viaggio comunque provoca. Ma dopo pochi giorni la febbre del viaggio torna e basta una foto od una semplice cartina geografica per guardarci negli occhi e chiederci dove andremo il prossimo anno e quando ripartiremo. Perché alla fine è bello tornare a casa ma quando si è in viaggio felici di percorrere in moto strade in paesi lontani e sognati si ha la sensazione espressa dalle parole della colonna sonora del video riassunto di questo viaggio, con il mitico gruppo dei Blind Faith: “Can’t Find My Way Home” https://youtu.be/2n7zHDaCqQs Un saluto a tutti |
Grazie Antonio per aver condiviso con noi la tua bellissima esperienza. Leggendo talvolta mi hai davvero trasmesso qualcosa di positivo. Complimenti a te e alla tua signora. Spero un giorno di poterti conoscere chissà da qualche parte :-) Saluti Daniel
|
Bravo Antonio e Signora. Letto e stampato il Vs. report. Avevamo intenzione di andare anche noi l'anno prossimo in Iran, ma abbiamo optato per la Russia.
Lo custodirò e al momento opportuno sicuramente ci tornerà utile. Grazie. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 02:53. |
Powered by vBulletin versione 3.8.4
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Traduzione italiana Team: vBulletin-italia.it
www.quellidellelica.com ©