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Grazie Alex! Domani vado avanti e in serata posto il giorno piu' bello della vacanza... La capitale curda! :D
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WOW!!!
E' il primo 3D che leggo in QDE, e se le premesse son queste...! Complimenti per il viaggio e per il racconto. |
qde chiama milk.. comunicazione ufficiale: Ci hai lasciato a secco
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E come ritorniamo a csa noi???!!! :mad::mad: Non puoi lasciarci così!!!!:!::!:
Dai spero innanzi tutto che tu abbia risolto i tuoi problemi di lavoro.....però vai avanti eh...;) |
Eccomi! Ragazzi, non me ne vogliate, ma ci metto quasi 3 ore a scrivere un episodio... ;)
sabato 01/08/09: Diyarbakir – 0 km Eccoci qua, nella capitale storica del Kurdistan, teatro fino a poco tempo fa di manifestazioni e gravi scontri fra militari turchi e appartenenti al movimento del PKK (pekekè, come si pronuncia qua). Bene, dopo la nostra bella colazione, verso le nove e mezzo usciamo con borraccia piena, cappellino e lonely alla mano! Come prima cosa ci dirigiamo verso il quartiere del castello (Ic Kale) sulla collina più alta della città, a nord est, che guarda la vallata dove scorre il fiume Tigri. Appena arrivati all'Ic Kale, l'impressione non è delle migliori, gli edifici sono un po' fatiscenti e semi abbandonati e soprattutto non c'è un' anima. Sarà il caso? Non è per niente rassicurante... Neanche a farlo apposta ci viene incontro un ragazzo sui vent'anni tutto ben vestito, ma con dei sandali di pelle logora, che lavora per il Comune e ci invita a visitare il complesso di corti della fortezza con le sue mura, i palazzi, l'hamam, la moschea e il caravanserraglio. Noi gli mostriamo la cartina sulla nostra guida e vede che non c'è praticamente niente del castello, così molto gentilmente si offre di farci da guida e ci regala un opuscoletto turistico multilingua (tra cui l'inglese) molto ben fatto sulla città, ottimo! :) Visitiamo così tutto il complesso in completa autonomia, siamo solo noi tre; l'hamam è la parte più bella, tutto in pietra di basalto come le mura della città. Dall'angolo più a nordest delle mura saliamo su e immortaliamo la veduta sul Tigri, bellissimo... L'emozione della valenza storica di questi posti è troppo grande! Dopo aver visitato la moschea e il caravanserraglio, salutiamo la nostra guida e ci avventuriamo nelle viuzze più esterne al centro della città, lungo le mura. Passeggiando ci rendiamo conto veramente della povertà di questi posti, le case sono poco più che baracche scalcinate e i vicoletti ancora peggio; soprattutto vediamo tante donne che trafficano tra una casa e l'altra, tanti bambini e nessun uomo. Gli uomini infatti sono al lavoro e le donne esclusivamente dietro alla casa e alla famiglia. Mentre camminiamo un gruppo sempre più nutrito di bambini sotto i dieci anni, sia maschi che femmine, ci “ronza” intorno, alcuni di loro ridono e ci dicono cose incomprensibili, siamo ovviamente una novità e una attrazione, specialmente io con bermuda, cappello e Rayban... :) Però non mi sento per niente a disagio, anzi la prendo a ridere e mi metto a scattare foto; inutile dire che ho dovuto fotografarli tutti... ! :D Dopo aver passeggiato in questi vicoletti rientriamo verso il corso principale, Gazi Caddesi, e ci dirigiamo verso il quartiere storico centrale dove ci sono le due chiese in rovina, la Caldea e l'Armena, e quella ancora in uso di rito siriano ortodosso. Dopo aver vagato per le viuzze e aver sorseggiato un cay offertoci per strada da un gruppo di anziani signori venditori di sigarette di dubbia provenienza, veniamo distratti dal profumo di kebab e verdure arrosto che c'è nell'aria. Così decidiamo di rimandare la ricerca delle chiese a dopo pranzo e ci dedichiamo ad un'altra ricerca: quella di un buon ristorantino... :) Entriamo così nel piccolissimo ristorante di Suleyman, un giovane tutto vestito di bianco con tanto di cappa e zoccoli, sembra un dottore! :) Il locale è minuscolo, ci sono cinque tavoli da giardino, anche questi bianchi, ma soprattutto non c'è la cucina! Infatti i pasti arrivano da un altro negozio, o abitazione non lo sappiamo, e le carni vengono cotte in un piccolo braciere sulla strada. Prima di sederci, memori delle pide “salate” di ieri, chiediamo il prezzo per un piatto di siskebab (spiedini di pollo) e verdure grigliate con un ayran a testa: quindici lire per tutti e due (sette euro e ciquanta), perfetto! Così ci sediamo e nel giro di dieci minuti Suleyman ci porta due piattoni con pane tipo piadina, ma molto più buona, i due spiedini e le verdure grigliate. Ah, che buoni... Ormai non ci facciamo mai mancare niente, pranzo e cena sempre al ristorante! Ah, ovviamente a fine pasto arrivano due bei cay, gentilmente offerti dalla casa! :) Sono quasi le due del pomeriggio, siamo sazi e soddisfatti; decidiamo così di farci una passeggiata nel parco lungo le mura per poi andare un'oretta in albergo a riposare un po', a fare una pennichella insomma! :) Il parco principale di Diyarbakir all'ora di pranzo è un ritrovo per tante persone, specialmente in estate. Molti infatti si siedono all'ombra delle mura e degli alberi per stare in compagnia, fumare e bere cay sopra qualche kilim logoro di famiglia. Noi con la pancia bella piena e il solito abbiocco in arrivo, ci sediamo su una panchina a fare due chiacchiere e a stabilire un po' il da farsi nel pomeriggio. Dopo pochi istanti due bambine sui dieci anni si fermano davanti a noi sorridenti e ci fissano. Le salutiamo sorridendo e cercando di instaurare un dialogo, purtroppo non è facile, parlano solo curdo e turco. Alla fine diciamo loro da dove veniamo, ma la cosa più importante per loro è ammirare Silvia, sono completamente affascinate da lei e le dicono più volte indicandola: “Cok guzel”. Così immortalo il “trio” con due belle foto e le salutiamo. Non è però finita e mentre le due bambine se ne vanno, ne arrivano altre due che vogliono una foto, ovviamente con Silvia. C'è anche la madre, così prima di fotografare chiedo il permesso e la risposta è un sorriso che non lascia spazio a dubbi! :) Dopo questa piccola ma bella esperienza, ci incamminiamo nel parco: ad ogni passo tutti, uomini, donne e famiglie intere, ci salutano e ci sorridono. Una di queste famiglie ci invita a sederci con loro per bere un cay insieme. Sono curdi: tre uomini, due donne e otto bambine. Ci fanno sedere sul loro kilim, io in mezzo agli uomini in posizione centrale con tanto di cuscini per la schiena e Silvia accanto alla donna più anziana e alle bambine. Tutti insieme beviamo il tè sorridendo e parlando... Ehm, cercando di parlare. Infatti alla fine ci riduciamo ai gesti, visto che non ci intendiamo molto, ma questi pochi piccoli gesti valgono mille parole! Decido di fare una foto, il capofamiglia Mihittin è d'accordo, e così ci mettiamo tutti in posa. Prima di ringraziare e salutare, chiedo loro l'indirizzo, voglio spedire infatti le foto dall'Italia, sono stati troppo ospitali e gentili, è il minimo! Continuiamo la nostra passeggiata nel parco, incrociamo qualche altro ragazzino e un gruppo di uomini disposti in cerchio che sbraitano intorno a qualcosa... Galli! Galli da combattimento! Povere bestiole... Andiamo è meglio, visto che Silvia non regge questo genere di cose. Beh, dopo tutto sono usanze antiche che in molte parti del mondo esistono ancora e per quanto siano disumane sarà la naturale evoluzione sociale a far cambiare le abitudini, anche in un'ottica più occidentale di sostenibilità dell'ambiente. Ok, mi fermo! :) Arriviamo al nostro albergo per le tre e ci stendiamo un po' sul letto per riposarci. Dopo poco più di un'ora riusciamo e torniamo in centro, dobbiamo trovare le due chiese abbandonate e quella ortodossa! Così con la guida in mano mi metto a cercare tra i vicoletti che pullulano di gente che entra ed esce dai negozietti, venditori, bambini, anziani che fumano e bevono il tè... Mentre cerco di interpretare la mappina della città sulla guida, un giovane ragazzo sulla trentina ci saluta e ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto: si chiama Boz-o, è un barbiere ed ha un bell'atelier, dallo stile piuttosto moderno ed occidentale. Gli faccio vedere i nomi delle chiese che stiamo cercando e lui ci dice di seguirlo. Inizialmente non ci piace la cosa, è un tipo strano, abbastanza taciturno e dalla camminata un po' “strascicata”, mah... Dove ci porterà? Mi tengo a distanza... Dopo qualche minuto bussa ad un portone di legno e ferro di un edificio piuttosto vecchio. Un giovane ragazzo ci apre e ci fa entrare: davanti a noi c'è un bel cortile curato e l'ingresso della chiesa siriana ortodossa. Boz-o ci dice di andare e che ci aspetta fuori visto che è musulmano. Entriamo: la chiesa è minuscola, col soffitto basso e un po' buia, ma veramente affascinante, con larghi archi a sesto acuto, tutta piena di ornamenti e drappeggi sull'altare e le mura. Dopo qualche minuto usciamo e fuori troviamo la nostra strana guida che ci chiede quale sia la prossima tappa, ma noi diffidenti, ringraziamo e salutiamo. Mi metto a guardare la guida, ma non è facile con tutti questi vicoletti e mi rendo conto di quanto sia approssimativa la cartina della città. Così Boz-o si rifà avanti e gentilmente ci dice che ci accompagna alla chiesa armena in rovina, visto che sicuramente sarà chiusa e bisognerà chiedere al custode di mostrarcela. Iniziamo a rilassarci un po', avrà un atteggiamento strano, ambiguo ed eccessivamente pacato, ma è gentilissimo! Grazie a lui riusciamo ad entrare nella chiesa armena di Surpagab, chiusa e con il soffitto crollato. Sull'ingresso troviamo un bambino che Boz-o saluta affettuosamente e ci mostra la chiesa, le cappelle quasi intatte e ci racconta alcuni aneddoti in un inglese elementare, ma efficace! Ci accorgiamo che Boz-o è più rilassato e sorridente, ci dice che è sposato, che ha dei figli e che ama i bambini. Salutato il nostro piccolo amico, Boz-o ci porta a vedere una casa museo ottomana, anche questa chiusa, dove lui riesce a farci entrare chiedendo alla custode; ci avverte subito che dovremo lasciare cinque lire di mancia, ma va bene, non ci sono problemi. La casa è piccola, ma molto bella e nelle stanze l'arredamento e i suppellettili sono intatti. Nell'uscire il nostro amico, ormai ci rendiamo conto di essere stati un po' troppo diffidenti nei suoi confronti, si mette un po' a discutere con la signora custode. Alla fine capiamo che non vuole cinque lire, bensì dieci. Boz-o è un po' scocciato per noi, prova a trattare, ma la donna non cede... Così io pago, dopo tutto sono due euro e cinquanta in più. Una volta usciti, Boz-o mortificato si mette una mano in tasca per restituirci le cinque lire in più. E questo gesto ci ha conquistato! Ci siamo detti: “Che fessi ad aver dubitato di lui, è veramente in gamba, strano, ma in gamba”. :) Dopo questo giro turistico, il nostro amico barbiere ci invita al suo atelier per bere un cay e ovviamente accettiamo! Così nel giro di una mezzora, conosciamo i suoi due fratelli, un gruppetto di giovani clienti e praticamente tutti i negozianti vicini. Io e Silvia siamo al centro dell'attenzione e il gruppetto si mette a ridere e a scherzare con noi; Boz-o ci prende un po' in giro sul fatto che noi “avevamo paura” all'inizio e che ora siamo qua con lui quasi da un'ora! Effettivamente... :) Ci dice inoltre che è veramente felice di aver fatto la nostra conoscenza, che è un pacifista e che ama tutte le persone, diciamo quasi in un modo un po' “hippy”; si mette addirittura a pregare in terra in mezzo a tutti noi, rivolto ovviamente verso La Mecca, per ringraziare il Signore di questa esperienza... Pazzesco! :) Alla fine dopo tre o quattro cay dagli svariati gusti, ci facciamo delle belle fotografie di gruppo e ci scambiamo gli indirizzi email. Salutato Boz-o e la sua combriccola, andiamo a vedere la Ulu Cami, la moschea più antica e importante del centro della città. E' veramente stupenda, in stile più arabo che ottomano, con un cortile interno tutto circondato da colonnati a due piani e con al centro una fontana per le abluzioni rituali dalla forma conica. Una volta usciti, andiamo al negozio di tappeti di Sait, il signore che ieri avevamo incontrato per strada e che conosce un po' di italiano. Appena entrati ci fa accomodare e iniziamo a parlare del nostro giro parlando un po' in inglese e un po' in italiano. Insieme a noi nel negozio c'è una coppia di Polacchi, che sta girando in auto il Kurdistan: sono marito e moglie sulla cinquantina e stanno comprando tappeti! :) Ci mettiamo anche noi a guardare, Silvia si mette insieme alla signora polacca a srotolare decine e decine di tappeti, il più bello in assoluto, un kilim curdo iracheno di sei metri per tre di una settantina di anni sui colori bianco, azzurro e rosa, che spettacolo! Peccato che voglia quasi 2000 dollari... Ma credetemi, li vale tutti, mai visto niente di simile! Dopo il negozio di Sait ripassiamo per l'ennesima volta dal bazar, anche se ormai lo conosciamo quasi a memoria, ma è troppo bello, ogni negoziante o persona in giro ci ferma e ci saluta... :) Passiamo anche dal bazar dei formaggi, veramente caratteristico e da acquolina in bocca. Tra le viuzze di negozi, troviamo anche un venditore di tè: ha solo ed esclusivamente tè nero dello Sri Lanka. Infatti qui in Kurdistan non si trova il tè turco, ma solo quello asiatico. Figurati se i curdi si mettono a comprare tè dai turchi... :) Sono le sette di sera, decidiamo di fare un ultimo salto da Montana al suo negozio di tappeti per salutarlo. Fra una parola e l'altra mi cadono gli occhi su un servito in ottone antico molto bello che c'è in un angolino del negozio... E' mio, lo voglio! Ci chiede cento lire, ma chi se ne frega, è stupendo: completamente fatto e inciso a mano. Rientrando verso l'albergo ci fermiamo a mangiare un paio di siskebab lungo la strada dove un simpatico ragazzo ha il chioschetto e li cucina lì per lì. Ahhh, che bontà! Il tutto accompagnato dal pane a piadina e... Una bella brocca d'acqua fresca di rubinetto... Ma sì! :D Bene, è ora di rientrare in albergo, domani si va a Mardin, vicino al confine con la Siria e la stanchezza si fa già sentire. Oggi è stata una giornata memorabile, sicuramente la più bella fino ad ora! Diyarbakir e i suoi abitanti sono veramente fantastici, l'ospitalità e la gentilezza sono valori importantissimi per i curdi e qui a Diyarbakir, come a Dogubayazit, ce ne siamo resi davvero conto! http://farm4.static.flickr.com/3481/...581332fcc3.jpg http://farm3.static.flickr.com/2543/...f08c1c4bc9.jpg http://farm3.static.flickr.com/2608/...b8fc8dfab1.jpg http://farm3.static.flickr.com/2520/...d04e5fd516.jpg http://farm4.static.flickr.com/3527/...849b6e2b0b.jpg http://farm4.static.flickr.com/3530/...35851a49f3.jpg http://farm3.static.flickr.com/2463/...cbd3be8e3e.jpg http://farm3.static.flickr.com/2649/...05a958e1c2.jpg http://farm3.static.flickr.com/2645/...22f7cd8116.jpg http://farm3.static.flickr.com/2604/...3a1a476c2a.jpg http://farm4.static.flickr.com/3490/...fe3eddf7e6.jpg http://farm3.static.flickr.com/2514/...a6535aaf40.jpg http://farm3.static.flickr.com/2509/...c2a7484e27.jpg http://farm3.static.flickr.com/2610/...b5692905bb.jpg http://farm3.static.flickr.com/2592/...c4a3731d9d.jpg http://farm3.static.flickr.com/2593/...63b5bfd290.jpg http://farm3.static.flickr.com/2591/...8ee9306697.jpg http://farm3.static.flickr.com/2488/...cd81418384.jpg http://farm3.static.flickr.com/2601/...ff01c64a06.jpg http://farm3.static.flickr.com/2586/...79dd0181a9.jpg http://farm3.static.flickr.com/2659/...e7cb74d283.jpg http://farm3.static.flickr.com/2588/...f30d12d59c.jpg http://farm3.static.flickr.com/2605/...4a1969e238.jpg http://farm3.static.flickr.com/2467/...4ea097fb9e.jpg http://farm4.static.flickr.com/3508/...93c37e084d.jpg |
solo una cosa, ....... grazie! :cool:
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3 ore della tua scrittura servono a te per rivivere le emozioni e a noi per riempirci la testa di sogni
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Veramente bello!
Grazie per il tempo che ci dedichi. |
Ci hai fatto "penare" nell'attesa....ma ne vale sempre la pena leggere ogni tuo giorno....è 1 emozione continua. Alla prox...
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Grazie ragazzi, troppo buoni! :!:
A presto! ;) |
Toc toc....ehm è permesso?....No solo per dire che stiamo aspettando....di tornare a casa dal viaggio....non lasciarci in mezzo al guado!!! :mad::mad:
Dai un piccolo sforzo....:lol::lol: |
per natale torni a casa.... o resti ancora Diyarbakir
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Ragazzi, vi chiedo scusa lo so che mi odiate... Però sono veramente incasinato col lavoro e lo studio. Portate pazienza, ho scritto un po' della giornata di Mardin, vedo di finirla prima possibile e postare! ;)
PS vi comunico che da martedì darò lezioni di italiano al mio amico curdo Imdat e alla sua fidanzata Damla! :) PPS vi comunico inoltre che siamo stati invitati al loro matrimonio il 26 dicembre! :) |
Quando potrai, sarà un piacere continuare l'avventura!
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caro Milk nessuno ti odia da queste parti solo che il tuo racconto diventa un thrilling se non vai avanti.. come dice smile aspetto Posso dirti che mi fa piacere vederti incasinato col lavoro
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Che piacere leggere che sei incasinato col lavoro......ma per Natale ci fai un regalo eh? :lol::lol:
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complimenti!
Gran bel racconto...grazie x le tante info!
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complimenti, per il tuo viaggio, ma complimentoni per il tuo report. dettagliatissimo, nomi, città, veramente bello. Anch'io ho scritto un report, ma in confronto al tuo,:-p sembra un telegramma.:confused::confused:
Di nuovo complimneti, anche alla tua compagna. Stare un mese a fare il passeggero, è veramente incomiabile...:D:D:D se vuoi leggerlo, questo è il mio report:mad: scusa telegramma....:lol::lol: [http://www.quellidellelica.com/vbfor...45#post4382745 |
bello, complimenti!
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Eccomi ragazzi, ce l'ho fatta!!! Grazie a tutti per i complimenti, ma soprattutto l'attesa... :)
domenica 02/08/09: Diyarbakir, Mardin – 100 km La sveglia suona ad un'ora decente finalmente! Anche se oggi facciamo una tappa di trasferimento, sono solo un centinaio di chilometri, per cui possiamo dormire un po' di più... :) Così dopo la nostra bella e ricca kahvalti verso le dieci lasciamo il Kaplan e usciamo dalla stupenda città di Diyarbakir. Alla periferia facciamo il pieno di benzina che fa ancora piuttosto schifo alla nostra motina, sia la rossa che la verde; pazienza terrò più alto il minimo... La strada che va a sud verso Mardin e la Siria è quasi deserta ed è immersa in campagne veramente brulle e spoglie. Infatti la sensazione che abbiamo andando più avanti è di entrare sempre di più nel deserto siriano e fa parecchio caldo... Siamo però sempre più emozionati, stiamo praticamente entrando in Mesopotamia! :) Dopo poco più di un'ora arriviamo a Mardin dal lato nord, la parte più moderna. A prima vista ci sembra molto ricca come città, veramente impressionante! Molto più curata e tenuta delle altre viste finora. Il traffico è addirittura ordinato e l'asfalto quasi perfetto, da non credere... Entrati nel cuore della città iniziamo a salire sulla collina dove si trova la parte vecchia della città; qui ci sono il castello, il Comune, le moschee antiche più belle e il bazar. Anche il centro storico è ben tenuto, anzi ci sono diversi cantieri di ristrutturazione di edifici e strade. Qua mi sa che girano molti soldi... Ci sono infatti tanti alberghi e tutti di livello abbastanza alto. Mentre percorriamo il corso principale (Cumhuriyet Caddesi, che in turco significa Via della Repubblica) osserviamo in particolare gli edifici, tutti in pietra color miele, come descrive giustamente la Lonely. Verso mezzogiorno arriviamo all'hotel “Artuklu Kervansaray” dove passeremo la notte. E' un antico caravanserraglio in mattoni di pietra, completamente ristrutturato e trasformato in albergo. E' un quattro stelle ed è piuttosto caro, ma per una volta ce lo meritiamo, siamo sempre stati abbastanza parsimoniosi, che possiamo permetterci di sgarrare... :) Mentre parcheggio la moto sul piccolo spazio rialzato davanti alla hall dell'albergo, Silvia contratta il prezzo (non moltissimo per la verità, qui infatti non scendono più di tanto) e arriva a 110 lire compresa la colazione. Va benissimo, ci possiamo stare! Entrando nella hall ne ammiriamo la bellezza con la sua architettura in pietra antica. Vediamo però anche un sacco di turisti stranieri, americani e nordeuropei principalmente, tutti ben vestiti e lustrati... Siamo noi invece che con i nostri indumenti da moto completamente sporchi e puzzolenti diamo il vero spettacolo. Ma chi se ne frega, io sono stra gasato di essere arrivato fin qua in moto, vivendo fino ad ora l'esperienza più bella della mia vita, sia personalmente che motociclisticamente! :D Una volta assegnataci la stanza un bambino di dieci o dodici anni ed un fattorino si caricano in spalla tutte le nostre borse e ci accompagnano. Ah vedi cosa vuol dire ogni tanto spendere un po' di più? La camera è piccola, ma affascinante. L'unica pecca è l'aria condizionata, che non funziona benissimo e un po' di caldo lo si soffre. Pazienza, ora facciamo una bella doccia e poi fuori a cercare un buon ristorantino! All'una circa siamo pronti, prima di uscire però rinchiudo i vestiti da moto nel mobiletto, sono veramente sporchi e puzzolenti... Chissà domani quando li tirerò fuori... :D Sul corso principale troviamo un piccolo ristorante, dove con dieci lire a testa si mangia un bel piatto di kebab, verdure, pane e ayran. Il capocameriere parla italiano, ci saluta e ci spiega che Mardin è ormai diventata una delle città più turistiche dell'est della Turchia, sia per i Turchi che per gli stranieri e per questo motivo viene ben tenuta e... Finanziata! La cosa curiosa è che conosce l'italiano perchè lavora in un ristorante di Monaco, in Germania, dove il cuoco è italiano appunto; com'è piccolo il mondo! :) Prima di visitare il centro storico, decidiamo di andare a fare una pennichella in albergo, o meglio decido... Infatti Silvia vorrebbe già vedere tutto, ma io sono colto da una fase di abbiocco accompagnato da insofferenza per il caldo, divenuto abbastanza opprimente rispetto ai giorni passati... Così verso le quattro del pomeriggio siamo belli carichi e performanti per ammirare questa antica e splendida città. Appena fuori dall'albergo veniamo subito bloccati da due ragazzini che vogliono portarci in giro. Dopo aver cortesemente rifiutato, i due continuano a starci intorno, diventano anzi un po' strafottenti e ci prendono in giro per il fatto che dopo un po' facciamo finta di niente... Alla fine sono costretto a mandarli via a muso duro, quando è troppo è troppo! Finalmente possiamo riprendere il “tour” e con guida alla mano, ci incamminiamo. Il panorama che si staglia davanti a noi è veramente stupendo: il centro storico, tutto arroccato su questa collina, infatti guarda verso sud in direzione della Siria e dall'alto si scorge l'inizio dell'immensa distesa colorata di campi coltivati nella Mezzaluna Fertile, la Mesopotamia! Passeggiando su Cumhuriyet Caddesi, ci accorgiamo che il bazar nelle vie laterali purtroppo è chiuso, oggi è domenica dopotutto. Ad un certo punto un giovane ragazzo ci saluta e, vedendoci un po' arrancare con la guida, ci chiede cosa cerchiamo: la Sultan Isa Medresesi, l'edificio antico più importante della città. Il giovane, di nome Tunçay, si offre subito di accompagnarci per visitare i posti e noi accettiamo, memori della bellissima esperienza di ieri a Diyarbakir con Boz-o! :) Tutti e tre andiamo a vedere la Medresesi, con il suo stupendo portale, la moschea e i cortili interni e scattiamo fotografie un po' ovunque. Peccato per i troppi turisti presenti, beh forse ci siamo abituati male nei giorni scorsi nelle città poco turistiche dell'entro terra: da ora in poi infatti dovremmo trovarne sempre di più nei posti che visiteremo... :) Prossima “tappa”: la Chiesa Caldea dei Quaranta Martiri. Prima però beviamoci qualcosa, fa un caldo pazzesco e poi voglio offrire qualcosa al nostro gentilissimo amico! Prima di entrare nella chiesa Tunçay ci porta in casa di un suo amico cristiano ortodosso il quale ci fa accomodare nel salotto e ci offre del vino di produzione locale. Ringraziamo, ma rifiutiamo, fa troppo caldo e bere vino a stomaco vuoto non è fra le cose migliori da fare. Purtroppo non riusciamo a comunicare più di tanto, parla solo turco e dice poche parole... Meno male che ci sorride! Credo che abbia anche dato l'autorizzazione a Tunçay ad accompagnarci a vedere la chiesa. Infatti la prossima tappa è proprio questa: l'interno è molto particolare ed assomiglia moltissimo a quella di Diyarbakir di ieri, tutta piena di drappeggi. Ultima tappa, visto che poi abbiamo deciso di salutare la nostra guida e girare da soli, la Ulu Cami, una antica moschea selgiuchide irachena. Qui una piacevole sorpresa: ritroviamo i due signori polacchi incontrati ieri a Diyarbakir, li salutiamo e scambiamo due parole; loro vanno a Urfa e molto probabilmente ci incontreremo là domani! :) Salutiamo Tunçay e gli diamo cinque lire per il tempo dedicatoci. Dice però qualcosa portandosi la mano al petto, come se rifiutasse... Dopo un po' di gesti e continue incomprensioni capisco meglio: dice tristemente “baba” (papà) con una mano sul cuore e facendo il gesto di dormire... Ci sono, suo babbo è morto! Morale: vuole di più! Non so ovviamente se sia una balla o la verità, fatto sta che questa cosa ci spiazza un po'. Ci era sembrato onestissimo, addirittura aveva rifiutato la pepsi che gli avevamo comprato! Insistiamo però per le cinque lire, ma non si stacca, fa la faccia triste e ci segue. Alla fine gliene diamo dieci, potevamo anche desistere, ma la moto dopotutto è parcheggiata davanti alla hall dell'albergo, al sicuro, ma pur sempre all'aperto... E se domani mattina ci trovo qualche sorpresa? Ecco, abbiamo imparato la lezione: non fidarsi sempre è ingiusto, ma chiarire fin da subito le intenzioni, in questo caso economiche, è meglio! Ah Boz-o, fossero tutti come te... :( Verso le sei e mezzo del pomeriggio troviamo la coppia di polacchi e decidiamo di berci un çay in loro compagnia. Raccontiamo così la nostra “disavventura” e ovviamente ci dicono che bisogna sempre chiarire: “No money”! :( Salutati i nostri nuovi amici che forse ritroveremo a Urfa, ci mettiamo a cercare il ristorante per la sera. Decidiamo di andare al Cercis Murat Konagi, il ristorante più esclusivo (e caro) della città. Ma sì, oggi festeggiamo i nostri cinque anni insieme e non badiamo a spese! :) Qui troviamo solo turisti, turchi ed europei, nemmeno un curdo. Cavolo, mi mancano già con la loro cordialità e amicizia verso chiunque... Qui invece sono tutti un po' snob, tutti ad eccezione di una ragazza americana che Silvia ha conosciuto stamani nella hall mentre io sistemavo la moto all'esterno. Decidiamo di unire i tavoli, visto che lei è sola e insieme mangiamo e parliamo delle nostre vacanze. Si chiama Babette, fa la scultrice, è di New York ed è affascinatissima dal nostro giro, specialmente per il fatto che siamo in moto. Ma noi lo siamo ancora di più! Lei infatti sta girando da sola con i mezzi pubblici da un paio di settimane: prima Istanbul, poi la Cappadocia e quindi il Kurdistan, con Urfa, Mardin e domani Diyarbakir... Fantastico! Ovviamente si è spostata e si sposta con le dovute attenzioni e precauzioni: sempre con il velo a portata di mano e in alberghi di categoria superiore per evitare di incappare in spiacevoli incontri. In maniera intelligente insomma, non da sprovveduta! E devo dire che Babette c'è riuscita alla grande finora, facendo una bellissima esperienza di vita, turismo e cultura. :) Dopo un'ottima cena, riaccompagniamo Babette al suo albergo, ci salutiamo e rientriamo al nostro Caravanserraglio per una bella dormita. :) Domani... Urfa, la città di Abramo sacra per i Musulmani! Beh... Hosçakal! :) http://farm3.static.flickr.com/2663/...92cac08663.jpg http://farm3.static.flickr.com/2546/...2568a9f7c6.jpg http://farm3.static.flickr.com/2517/...4234da2208.jpg http://farm3.static.flickr.com/2577/...1ae23d134b.jpg http://farm3.static.flickr.com/2438/...d9c3a3c486.jpg http://farm3.static.flickr.com/2566/...5dd0ce1c39.jpg http://farm3.static.flickr.com/2437/...15629e2f9f.jpg http://farm3.static.flickr.com/2674/...65257127f8.jpg |
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