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è bello vedere che ci si anima intorno ad una discussione sul senso del libro e che, prima di dire che sia bello o brutto, tutti abbiano letto lil libro.
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io credo che, come spesso accade, si faccia un gran chiacchierare e proiettare le proprie sensazioni interiori con quelllo che accompagna ciò che una lettura ci muove a livello interiore. Ma si è restii a farlo in modo diretto. Ci serve di attaccarci qualcosa, di agganciarlo a qualcosa. E nel farlo ci allontaniamo inevitabilmente dal quel contatto con quel qualcosa che la lettura ha innescato.
E' interessante per me, che il libro ho letto vent'anni fa la prima volta fino a circa la metà e successivamente l'ho riletto completamente circa sette anni dopo, notare ciò che resta nella memoria. Dei ricordi nettissimi, profondi e inequivocabili, di lettura che ha suonato corde profonde. E' molto difficile restare in ascolto delle note emesse, non siamo abituati all'osservazione e al riconoscimento di ciò che è. Cerchiamo sempre, nel dibattito, di chiarire e raccontare la sensazione con il supporto di rimandi culturali più o meno alla portata di tutti. Ma spesso ciò che è prescinde e rischia di sfuggirci tra le dita. Credo sia una cosa tipicamente maschile. Dare un nome alle cose, a tutti i costi. Esiste anche quello che si osserva e non si sa che nome dargli. A me personalmente dei rimandi culturali e filosofici di Pirsig importa meno di quanto invece ciò che dice ha contribuito a mettere in luce, dentro di me, le possibili note che sono in grado di suonare. sono suonato? E' come per l'arte, quando vai in un museo e ti fai il giro dela mostra di Rubens con la cuffia nelle orecchie. Quello che resta e ti muove sarà solo quello che sei in grado di vedere. Al momento. Non è che se qualcuno ti racconta cosa stai vedendo spiegandoti perché dipingeva quella roba e con quale tecnica o per quale commitenza allora puoi vedere Rubens. Io per esempio Rubens l'ho visto in un altro modo dopo che ho imparato ad osservare meglio la luce nel quotidiano. Ed è un esercizio che ho fatto a lungo prima di accorgermi di un cambiamento nella mia percezione della forma grazie a luce e ombre. Una delle cose che mi piacque del libro è la disinvoltura, dove per disinvoltura intendo l'essere diretti nella descrizione di un esempio, nel descrivere l'aproccio alla mecanica o l'attrazione per la forma soggiacente. Senza preoccuparsi di apparire meno 'veri uomini' perché il vero uomo ha un razionale distacco per nei confronti di ciò che risiede dentro ai carter in quanto dei pezzi di metallo che servono a far andare la moto. Se riusciamo, per un momento e in questo luogo di dibattito, a lasciare che si possano esprimere le sensazioni e i sentimenti allora ha senso parlare di lettura e di ciò che la lettura evoca. Nel confrontarsi davvero, anche con un libro di carta stampata, si possono acquisire nuove rotte inaspettate per la propria esistenza. o no? |
l'altro ieri a tavola con steeltwins gli raccontavo di come avevo sostituito da me la frizione, montando una sinterizzata fatta su misura per il mio K, e di come e con quale gaudio avevo constatato lo stato della coppia conica, delle crociere e dei millerighe. E ancora con quale cura e felicità avevo cambiato i cuscinetti sull'innesto del braccio sulla coppia, ingrassato l'ingrassabile, rimontato tutto eccetera eccetera. E la visione che mi accompagnava mentre svolgevo il lavoro era quella della funzione ripristinata volta alla durata dei componenti e la conseguente possibilità di viaggio.
Lui scuoteva la testa e mi diceva 'sei pazzo, secondo me i lavori è meglio farli fare a chi li sa fare quando si tratta di un mezzo sul quale poi mi siedo e vado a duecento all'ora su due ruote...' Io sono rimasto un po di merda non tanto per la mancanza di entusiasmo e di pacca sulla spalla ma perché è proprio il contrario di quello che provo io. Io mi sento molto più sicuro ora che il lavoro lho fatto da me che non prima che il lavoro lo faceva qualcun'altro. Riesco a non perdere il fascino onirico della meccanica e della funzione della medesima anche quando si svela chiaramente ai miei occhi messa a nudo dagli involucri che la contengono. E' come una rivelazione, ma riesco a vederla ancora come un tutto che permette poi che la sua funzione abbia luogo. E io sono in sella e vado. E' interessante notare, per me, come il mio K con 143.000 chilometri suonati vada liscio come l'olio e senza vibrazioni. O sono io che lo sento diverso perché tutto è stato rimontato con calma, la frizione centrata per bene, senza fretta e con amore? |
il bello è che volevo postare questo link:
http://www.gadling.com/2008/02/01/be...ntral-station/ di una cosa che trovo eccezionale e non sapevo dopve postarlo, perché non sia una cosa buttata li... allora la posto qui. e poi mi sono ritrovato a scrivere di altro. |
Che cosa spettacolare!
A volte mi faccio davvero tristezza; la prima cosa cosa che ho pensato è che noi italiani non riusciremmo mai a fare una cosa del genere. |
:D:D:D:D:D:D:D:D:D:eek:
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nemmeno noi europei.
e nemmeno loro del sol levante. è un fatto culturale. gli ammerecani sono disinibiti. leggeri come sono nella loro cultura recente. con tutti i pro e i contro del caso. è come per la stratificazione urbana, brownstones incastonati in mezzo ai grattacieli. o forse sono proprio diversi e basta. |
Gli ammerecani sono quelli del "come?" mentre noi europei siamo quelli del "perché?"...
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pensa che c'è una parte di cielo che appartiene al palazzo che ci sta sotto, e se uno vuole costruire accanto un palazzo più alto deve prima comperarsi la porzione di cielo del palazzo più basso.
sono loro che hanno inventato il tetris? |
cavalier condor-elli, è sempre un piacere.
sto lavorando per i tuoi fianchi della vespa rally... torna in patria a roma, lascia quella tetra città nebbiosa. con fedro, ovviamente. :lol: |
e tu ricordati di dare una pettinata al filo del dado del mozzo anteriore.
Non crederai che quella sia stata la soluzione definitiva? Non regge lo smontaggio e il montaggio un'altra volta. :wave: |
faccio di meglio: lo compro nuovo.
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Bravo.
meglio. |
tu sai di avere dormito a casa di un rifiuto di nome bubi?
http://www.quellidellelica.com/vbfor...18#post2625418 |
Mi avete convinto, sarà il prossimo libro che leggerò. Adesso ho appena iniziato Il cerchio Celtico di Larsson e quando l'ho finito inizierò sicuramente questo. ;)
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Quote:
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io ho dovuto leggerlo e poi leggerlo e poi leggerlo e poi leggero...e allora ho cominciato a capire....e poi l'ho letto e mi è piaciuto
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Quote:
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è uno dei libri più interessanti che abbia mai letto. L'ho letto tre volte. La motocicletta centra poco o nulla. Ha a che fare con il viadico, con l'esperienza del viaggio, un viaggio che i questo libro è quello del folle Fedro che ripercorre il suo passato portando dietro di sè il suo futuro, il suo progetto, suo figlio che verrà invece assassinato quando sarà più grande. Un viaggio nella storia della filosofia. Un viaggio dell'introspezione. Il viaggio che più si avvicina a quello del Motociclista quando è solo con la sua adorata moto che, com Fedro dice "ha un'anima".
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Nn aggiungo niente di profondamente saggio o cuturale, ma
pure a me e' piacciuto molto, appena riesco a trovare del tempo lo rileggo. |
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