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a parte il barba pero' non vedo risposte ai miei quesiti del post 51.
Andando alla radice del problema, perche' in europa il rapporto conce-case e' concepito in maniera cosi' "rigida"? mi sembra che le case usino i conce come ammortizzatori delle proprie magagne (vedasi gamme con 8 chiodi e 2 moto richiestissime) , dando in cambio delle esclusive che peraltro vengono vanificate dalla ricerca del prezzo anche fuori provincia. Ma a questo punto perche' non sparigliare e adottare un sistema libero come quello americano? perche' i sistemi europei sono cosi' protezionistici , di cartello e anticoncorrenziali? |
Aspes per normativa europea i concessionari possono, se vogliono, essere multimarca. Il fatto è che però nessuno puo vietare alle case di chiederti, per darti la concessione, di avere X metri quadri, la Y corporate image, Z metri quadri e dotazione di officina ecc. A quel punto l'investimento è tale che è difficile tenere piu marchi. Si aggiunga inoltre che per la concentrazione di marchi che c'è in Europa chi ad esempio diventa concessionario VW in teoria è già concessionario di 7 0 8 marchi diversi come Skoda, Seat ecc.
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qui a genova dalle finestre di dove lavoro c'e' un grande concessionario ford,jeep etc.
Adesso e' anche volvo, o perlomeno magari sono conce diversi che han deciso di condividere i locali per dividere le spese. |
aspes, io so come funziona in Opel, ero quello che ordinava le macchine nuove, tra le altre cose.
Tutti i mesi arrivava una bella lista, personalizzata per ogni concessionaria, nella quale ti dicevano, per esempio, di ordinare tot Agila, tot Corsa, tot Meriva ecc. Questa lista teneva conto della potenzialità del punto vendita, del fatturato, e anche della situazione economica generale. Gli allestimenti e i colori erano a scelta e c'era comunque un minimo margine di trattativa con Opel Italia, nel senso che se il conce aveva in giacenza troppe vetture del tal tipo era possibile ridurre il numero minimo d'ordine per quella linea. A parte venivano ordinate le vetture dei clienti, già vendute, con allestimenti e colori scelti, da scalare dal numero di vetture da farsi mandare. In pratica tutte le auto in esposizione in concessionaria o in deposito erano mandate di default dalla casa madre. C'è da dire una cosa... tutto ciò non era affatto imposto... Se raggiungevi l'ordine da loro consigliato avevi diritto ad alcuni contributi (leggi ulteriori sconti), altrimenti ciccia. Chiaro che rinunciandoci diventavi meno competitivo sul prezzo di vendita... In cinque anni, per un totale di 60 ordini (cadenza mensile) sarà capitato due volte di rinunciare al numero minimo. L'idea che mi sono fatto è che le concessionarie monomandatarie sono in tutto e per tutto alle dipendenze della casa madre, il margine decisionale per l'imprenditore è veramente minimo. Basti pensare alla finanziaria, con un agente praticamente a tempo pieno in ogni salone, di proprietà della stessa casa automobilistica... |
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