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Vai vai...non vedo l'ora......peccato non esserci al raduno dei rimasti avremmo magari potuto conoscerci e scambiarsi opinioni....live. :D
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e allora andiamo.... vai milk... ti tocca ripartire per scriverne un altro..
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Nico!!grande davvero un bel diario(avevi il pc dietro?) e un bellissimo viaggio complimenti a te e Silvia, stare dietro per tutto quel tempo non è non è com guidare!!
bravi ps col desierto oscar è più incazzato eh!!;) |
Grazie a tutti, troppo buoni! ;)
Andre, non aveo il pc, lo sto scrivendo da quando sono tornato e utilizzo il presente, mi piace cosi'. L'hard disk e' la mia testa... ;) Proseguiamo... martedi' 28/07/09: Dogubayazit – 0 km Ah che bello... Oggi si dorme e ci preserviamo le chiappe! Ebbene si', niente moto! ;) Verso le nove e mezzo andiamo al negozio di Osman, dove accanto c'e' la fermata del dolmus che porta all'Ishak Pasa. Abbiamo infatti deciso di prendere questo mezzo per fare i sei chilometri di strada fino la'. Appena arrivati da Osman troviamo lui, Norman e suo fratello che ovviamente ci offrono un cay, ma non possiamo in quanto abbiamo il pulmino da prendere. Osman allora ci fa presente che non c'e' problema, il dolums ci aspettera', tanto finche' non e' pieno non parte. Ricordo, giusto per la cronaca, che si tratta di un Transit e che di norma ci sono otto posti a sedere piu' quello dell'autista... ;) Dopo una mezzora arrivano anche Milos e Jovana, beh e' ora di andare. L'autista infatti ci viene a chiamare e cosi' andiamo alla fermata. Pazzesco, il pulmino e' pieno di donne e bambini piu' l'autista e altri due uomini! Saliamo con i nostri amici di Belgrado e letteralmente ci strippiamo sui sedili in fondo; Silvia conta diciannove bambini e una decina di adulti. Partiamooo! :D Arrivati al parcheggio del palazzo scendiamo e salutiamo l'allegra combriccola: tutti sono completamente affascinati dalla nostra presenza, in particolare osservano e ridono dell'apparecchio ortodontico di Silvia. La vista sull'Ishak Pasa dal parcheggio e' notevole in quanto domina tutta la vallata della citta'. Con Milos e Jovana andiamo verso il palazzo, che dista mezzo chilometro e all'ingresso cerchiamo il custode per pagare il biglietto. Invece del custode troviamo un gruppo di operai che ci fa cenno di entrare liberamente: in questi giorni non si paga visto che ci sono i lavori per la realizzazione della copertura in vetro di tutto il palazzo per preservarne le parti a cielo aperto. Beh, un po' di fortuna non guasta! :) L'Ishak Pasa e' interessante, ma ci aspettavamo qualcosa di piu'; la parte piu' bella e' la sala da pranzo del pascia', dove colonne e archi sono estremamente curati nei particolari e con bassorilievi selgiuchidi, persiani e ottomani. Dopo una buona ora ad ammirare e a far foto usciamo e facciamo qualche parola con Milos e Jovana, godendoci il panorama. Insieme decidiamo di riscendere in citta' a piedi, dopo tutto sono solo sei chilometri e in discesa. A meta' strada pero' Milos si stufa e mentre passa un autocarro fa cenno col dito per chiedere un passaggio. Il proprietario si ferma e ci fa salire dietro sul cassone aperto; non appena riparte ci ritroviamo a tenerci stretti, in quanto la strada non e' il massimo e le scosse ci fanno fare dei bei salti! Beh, siamo a posto, abbiamo provato anche questa esperienza! :) Appena rientrati in citta', verso mezzogiorno, accompagniamo Milos e Jovana a comprare i biglietti dell'autobus per Erzurum; loro infatti hanno finito la vacanza e devono essere dopo domani a Istanbul per prendere il treno per Belgrado. Dopo varie contrattazioni Milos, che in questa cosa e' il numero uno, riesce a spuntare due biglietti a 40 lire passando da un autista all'altro come se niente fosse, dopo che il primo interpellato era partito da 60... Che grande, io contratto abbastanza spesso qui in Turchia, ma mai cosi' tanto e con tale scioltezza! :) Dopo esserci salutati e scambiati i recapiti con Milos e la sua dolce meta', andiamo a mangiare al ristorante Yoresek Yemek Evi, gestito da una cooperativa di donne curde con i mariti in prigione per terrorismo. Non si sa se tutti siano realmente terroristi del PKK, ma qua nella regione curda la polizia e l'esercito fanno repressione bruta di qualsiasi atto o cosa che anche soltanto richiamino l'etnia curda con il risultato che sono tutti infelici e fortemente aggrappati alla propria etnia e vivono ognuno per conto suo, senza un briciolo di integrazione reciproca... Peccato! Su questo credo infatti che ci sia da lavorare tantissimo in Turchia. Ma torniamo a noi... Dopo aver pranzato alla grande dalle donne, come dice Norman, andiamo a riposarci un po' in albergo. Verso le cinque torniamo al negozio di Osman dove troviamo suo fratello, Norman e un ragazzo americano in vacanza qua per fare trekking sull'Ararat. Tutti insieme ci mettiamo a guardare kilim e tappeti, uno piu' bello dell'altro. Ovviamente accompagnati da qualche bicchiere di immancabile cay! :) Alla fine decidiamo di comprare un piccolo tappeto di lana, realizzato recuperando una vecchia culla curda per bambini riadattata appunto a tappeto. Osman infatti lavora moltissimo con una cooperativa di donne curde che trascorrono l'inverno a tessere, cucire e sistemare tappeti. Quindi ancora piu' volentieri paghiamo l'importo ad Osman con il quale lui supportera' economicamente diverse famiglie povere. E dopo tutto per 200 euro ci possiamo stare alla grande! :) Tutti e due felicissimi andiamo col nostro bel tappeto in albergo a provare se entra nel borsone... Accidenti, non ci sta! :( Cosi' torniamo nuovamente dal nostro amico, il quale si impegna a spedircelo a casa quando vogliamo. Perfetto, per meta' agosto va bene, visto che rientreremo in quei giorni. A cena altra bella mangiata di kebab, formaggi, riso e verdure grigliate in un altro ristorante del centro. Ah che bonta'! :) Prima di andare a dormire scambiamo quattro chiacchiere nella hall dell'Isfahan con Sedef, il suo amico, un inglese e il gruppo di ragazze coreane, completamente affascinate dal nostro viaggio: in ogni momento del nostro racconto nella hall risuonava un coro stupito di 'Ohhhhhh!!!' :) Beh, oggi e' stata una giornata stupenda, sicuramente una delle migliori finora... :) Ah, ho imparato a dire grazie in curdo: spas! :) http://farm4.static.flickr.com/3460/...24d19cfd6f.jpg http://farm3.static.flickr.com/2643/...71604b9989.jpg http://farm3.static.flickr.com/2431/...2c9996d4ae.jpg http://farm3.static.flickr.com/2434/...c748e00b55.jpg http://farm3.static.flickr.com/2649/...e297b69764.jpg http://farm4.static.flickr.com/3534/...ef40c13559.jpg http://farm3.static.flickr.com/2581/...fb3d49f463.jpg http://farm3.static.flickr.com/2556/...5a0a67f26e.jpg http://farm3.static.flickr.com/2530/...41faaffe0d.jpg http://farm3.static.flickr.com/2502/...065233fc2f.jpg http://farm3.static.flickr.com/2656/...9630ec2737.jpg |
ma che spettacolo di viaggio!
penso di aver visto la tua moto diverse volte a Cascina ... non sai quante volte mi son chiesto di chi fossero quelle valigie d'alluminio... si vedeva che avevano voglia di viaggiare! complimenti! |
Grazie! Allora se qualche volta sei in zona possiamo beccarci per un giretto! ;)
Devo pero' sistemare un paraolio, ora sono ai box... :lol: |
:D:D....complimenti vivissimi davvero!
bel viaggio, belle foto, bel report... |
Quote:
oooooooooK! ...volentieri;) |
Vado avanti... :)
mercoledi' 29/07/09: Dogubayazit, Van – 180 km Oggi si riparte, lasciamo la nostra amata Dogubayazit verso le nove e andiamo a Van, dove staremo due notti. Dopo aver salutato e ringraziato Sedef, che ci ha fatto parcheggiare la moto nella hall, e tutti gli altri ragazzi che lavorano con lui all'albergo, carichiamo i bagagli e partiamo. Prima di uscire dalla citta' andiamo tutti bardati a salutare Osman e Norman al negozio e nel vederci confermano che non siamo normali! :) La strada per Van e' una sola e sfiora l'Iran, passando attraverso alti pascoli montani sui 2000 e passa metri di altitudine, ma il tempo e' stupendo con un bel sole e un cielo limpidissimo, quindi il tragitto si prevede stupendo. Appena usciti dalla citta' in direzione sud ovest, una sagoma ben nota mi compare nello specchietto retrovisore della moto... E' lui! Il Monte Ararat, l'Agri Dagi come lo chiamano qua! Finalmente riesco a vederne la vetta, dopo due giorni con il cielo coperto dalle nuvole. Mi fermo all'istante a bordo strada e lo faccio vedere a Silvia che subito tira fuori la fotocamera e immortala me, la moto e l'amico dal 'cappello bianco' con il suo fratellino (il piccolo Ararat) sullo sfondo! Uno dei momenti piu' belli fino ad ora in questa vacanza, forse il piu' memorabile a quasi 5000 km da casa: lo ricordero' sempre e custodiro' questa fotografia gelosamente, garantito! Approfitto per fare benzina, visto che 200 metri davanti a noi c'e' un benzinaio dove il ragazzo ci offre l'ennesimo cay e che noi ovviamente non rifiutiamo, ormai siamo 'cay addicted'... :) Al bivio per Van la strada inizia a salire parecchio, e' una statale deserta e l'unico a farci compagnia e' l'Ararat che domina sempre la vista. L'asfalto non e' male, solo un po' grossolano, ma si guida benissimo; la strada e' tutta un saliscendi di curve e il paesaggio e' costituito quasi esclusivamente da pascoli. Ogni tanto troviamo qualche villaggio curdo sperduto con le case di mattoni di fango e paglia, dove le persone vivono di pastorizia. Ci colpisce il fatto che quasi sempre troviamo dei bambini a fare da pastori ai greggi e alle mandrie. Abituati a salutare sempre tutti, ci rendiamo conto che qui non siamo molto graditi. Infatti nessuno risponde al saluto, anzi due bambini pastori sui dieci anni al massimo ci mostrano un dito dall'inequivocabile significato... Forse e' meglio lasciar perdere, non salutiamo piu' e' meglio. Continuando il tragitto verso Caldiran, una citta' vicina, notiamo in lontananza una coppia di ragazzini, ovviamente pastori, che corre verso la strada come per venirci incontro e vederci piu' da vicino, ma non per salutarci... Infatti nel giro di pochissimi istanti, mi vedo arrivare addosso un ramo d'albero di circa un metro, usato come bastone, lanciato da uno di loro con una mira da vero cecchino! Alzo d'istinto il braccio destro, tanto ho la protezione nella giacca e cercare di evitarlo con la moto sarebbe pericoloso, rischieremmo una caduta... Un vero missile, considerato anche che ho accelerato a piu' di 100 all'ora per cercare di evitarlo. Fortunatamente l'impatto avviene col cupolino della moto e non succede niente di piu'... Cavolo! In Italia altri amici motociclisti me lo avevano detto che qui nelle campagne piu' remote avremmo potuto trovare dei bambini pastori che prendono di mira le motociclette, anche se di solito con le pietre. Dopo questa spiacevole ma particolare esperienza, continuiamo il nostro tragitto e cerco di non farmi sentire troppo con la moto levando un po' di gas quando ci avviciniamo ai bambini pastori. Infatti ne troviamo tanti altri sulla strada e le probabilita' che ci lancino qualcosa sono piuttosto alte... Superata la citta' di Caldiran, che non e' altro che un villaggione di campagna, ci avviciniamo a Muradiye e quindi al lago di Van. Arrivati sul lago prendiamo la strada verso Van e dove la vetta innevata del monte Nemrut sulla costa settentrionale opposta alla nostra, domina il paesaggio. Anche qua la strada e' semideserta e enorme, al solito e' una superstrada a quattro corsie appena finita non si sa per chi, visto che ci sono poche auto e camion. Troviamo pero' una famiglia intera sopra una motocicletta tutta scassata con tanto di carrello appendice posteriore che ci saluta! :) Arriviamo a Van per mezzogiorno e in lontananza, entrando dalla periferia nord che rimane piu' alta rispetto al resto della citta', ci rendiamo conto di quanto e' grande e moderna rispetto agli ultimi posti visitati in questi giorni. Decidiamo di fermarci un attimo e prendere la guida alla mano per poter cercare un albergo in centro. Poco dopo ci troviamo nel caos cittadino, dove tutti guidano un po' come vogliono... Ma tanto anche io ormai ho imparato e guido alla turca! ;) Arrivati all'albergo che avevamo scelto, il Sahin, parcheggiamo per poi andare a chiedere prezzi e disponibilita'. Beh, nel parcheggiare ci rendiamo conto di essere una vera e propria attrazione per le persone intorno: ragazzi, uomini e anziani, nessuna donna. Tutti sono abbastanza cordiali e salutano, ma non ai livelli delle altre citta' e paesi visitati. Qui infatti rispondono ai miei saluti e basta e ci squadrano per bene. Silvia nota che non ci sono praticamente donne in giro, ma non se la prende, anzi dimostra di essere molto forte e fiera, dopotutto si e' sparata 6000 km da passeggero e non sa quanti di questi uomini farebbero altrettanto! Decido di entrare io nella hall per chiedere il prezzo di una doppia e del garage per la moto. Il portiere parla qualche parola di inglese giusto quello che mi serve e mi spiega che una doppia costa 50 lire. Provo a trattare un po', ma non scende e mi dice che il garage e' 'super'... Cosi' chiedo di vedere la stanza ed un fattorino mi accompagna al piano di sopra. La stanza e' grande e ci sono due letti, uno matrimoniale e uno singolo. Mi spiega a gesti che il grande e' per me e il piccolo e' per 'lei'... Pazzesco, mi viene da ridere e penso gia' a quando lo raccontero' a Silvia! :D Chiedo pero' al fattorino se c'e' una stanza piu' piccola e dopo qualche istante arriva un altro ragazzo dell'albergo che parla meglio l'inglese e che mi porta a vedere un'altra camera, piu' piccola e con solo un letto matrimoniale. Beh, potrebbe andare, sicuramente costa meno penso io... E invece quando chiedo il costo, il ragazzo mi 'spara' 55 lire! Ma come? Nella hall mi davano la grande a 50 e questo qui la piccola a 55? Faccio presente la cosa e lui testualmente: 'Mmm... Little fifty, big fiftyfive!'. Beh, sentendomi preso in giro, alzo i tacchi scocciato ed esco! Cerchiamone un altro va... Cosi' vado all'hotel accanto, il 'Guzel Paris', quasi gemello del precedente, dove sono tutti piu' cordiali e accettano la mia offerta a 90 lire per due notti con colazione e garage. Prima di confermare pero' vado a vedere la camera: e' identica alla prima dell'altro albergo, con un matrimoniale e un singolo... Per chi saranno rispettivamente? ;) Dopo aver visto la camera voglio vedere anche il garage, definito anche qui 'super'. Cosi' usciamo e un fattorino mi porta davanti ad una larga porta di ferro alta due metri scarsi alla base dell'edificio, apre e... Discesa vertiginosa e buio pesto! Il ragazzo scende e accende una fioca luce, che illumina il garage: uno spiazzo tutto sterrato ricavato nelle fondazioni dell'edificio e con la discesa ripidissima e sterrata! Beh se non altro e' sicuro penso io. Ma come scendo giu'? Non e' facilissimo con 300 chili di moto ed io sopra, anche per il fatto che in fondo alla discesa c'e' una curva secca a sinistra. Come faccio a frenare? Beh, mi viene un'idea e non ci penso due volte! :) Torno nella hall e confermo la camera, ma precetto due fattorini ad aiutarmi a scendere giu' nel garage a moto spenta: io salgo in sella e dispongo i due dietro a sostenermi nello scendere! Che risate, dopo neanche mezzo metro i due 'esplodono' e scivolano con i piedi! Cosi' urlo e chiamo il ragazzo di passaggio che assisteva divertito alla scena dalla porta del garage... Beh alla fine in tre piu' io in sella ce l'abbiamo fatta, moto parcheggiata! :D Torno all'ingresso da Silvia, che si era divertita nell'assistere alla scena, ma che era anche sbiancata dalla paura di una caduta rovinosa e andiamo nella nostra stanza, doccia e via a cercare un ristorantino in centro! Il centro di Van e' costituito da Cumhuriyet Caddesi, il corso principale, e da tante viuzze laterali. Questo corso e' veramente particolare per essere nella Turchia povera dell'est: i negozi sono in stile fortemente occidentale e cari! Sembra di essere in una citta' europea, se non fosse per le donne vestite con gli impermeabili lunghi e i foulard in testa. La maggior parte delle persone sono ragazzi giovani tutti vestiti e pettinati all'ultima moda. Gli sguardi su di noi sono pero' un po' troppo 'lunghi', siamo extraterrestri: io perche' in bermuda e cappellino in testa, Silvia perche' donna occidentale e quindi assolutamente da ammirare... Beh, cerchiamo di non pensarci piu' di tanto e cerchiamo un posto dove mangiare. Troviamo cosi' una via piena di ristoranti con i tavoli all'aperto dove i gestori e i camerieri urlano verso di noi per accalappiarci. Alla fine andiamo a sederci in uno di questi dove il menu' e' fotografico e dove dovremmo spendere circa 15 lire a detta del cameriere... Infatti sui menu' di tutti i ristoranti non c'e' nemmeno l'ombra di un prezzo esposto! Silvia al solito e' l'unica donna in questa via, a tutti i tavoli sono seduti solo uomini, beh pazienza ci stiamo abituando (ma le donne dove mangiano??). A tempo di record ci servono e non appena io finisco il mio piatto, mi chiedono subito se voglio un cay. Silvia mi guarda sbigottita, con la bocca piena e mezzo piatto da finire ed io faccio cenno al cameriere di aspettare. Dopo qualche istante, arrivano i cay ed uno finisce rovinosamente addosso a Silvia! Al ragazzino cameriere scivola il bicchierino, ma come se niente fosse, lo toglie e ne mette un altro sul tavolo andandosene... Cavolo che maleducato! Parecchio scocciati, Silvia e' infuriata, finiamo e ci alziamo per andare a pagare. E qua i nostri amici maschilisti di Van si sono ritrovati davanti una donna occidentale tutta infuriata che chiede loro 'discount' indicando i vestiti tutti sporchi di te'! Purtroppo sorridono facendo finta di niente e addirittura ci salutano. Beh, lasciamo stare... Questo inizio a Van non e' stato dei migliori, per ora sono quasi tutti una massa di cafoni guardoni e maleducati! Dopo una sosta in albergo per riposino e un po' di bucato verso le quattro del pomeriggio usciamo a fare un giro. Nel centro non c'e' molto da vedere, Van e' una citta' moderna e tutta di recente costruzione, non c'e' piu' un vero e proprio centro storico. C'e' soltanto il castello che decidiamo di visitare domani. Cosi' ci ritroviamo a guardare un po' di negozi e compriamo un CD di musica curda per il nostro amico Imdat in Italia. Passeggiando davanti alla vetrina di un negozio, il titolare ci invita a vedere l'interno e ci offre un te'. Noi accettiamo volentieri e scambiamo qualche parola in inglese: gli parliamo di dove siamo, del giro che stiamo facendo e ne e' molto contento, in quanto in questa regione non vengono molti turisti. E' curdo e ci spiega che Van e' una citta' dove vivono Turchi e Curdi insieme, percio' l'aria che si respira non e' delle migliori, in quanto i Turchi, in minoranza, snobbano e denigrano i Curdi, mentre questi stanno piu' nell'ombra cercando di vivere o come loro o in completo isolamento. Anche se ci sembra un uomo per bene, e' orgoglioso del PKK e ci chiede cosa ne pensiamo. Non e' facile rispondergli, pero' alla fine gli dico che ovviamente non e' giusto che i Turchi vogliano cancellare tutti gli usi e i costumi di questa etnia, ma anche che e' sbagliato rispondere usando la forza e il terrorismo. Lui annuisce ed e' d'accordo con noi, dopo tutto le cose stanno cambiando piano piano ed il terrorismo separatista sta crollando per passare ad un movimento di resistenza piu' intellettuale e democratico. Dopo un secondo cay lo salutiamo e lo ringraziamo della chiacchierata. Passeggiando in cerca di un ristorante per la cena, riflettiamo su quello che ci ha detto e ci rendiamo conto che in questa citta' effettivamente una via e' turca, come il corso principale, mentre un'altra piu' nell'ombra e' curda. Ed onestamente fra le due quella piu' vera e che ci piace di piu' e' quella curda. Anche se non e' facile distinguere tra le due etnie, i Turchi ci sembrano in generale piu' maleducati, strafottenti e che vogliono essere i superiori in tutto. Non e' facile da spiegare, ma le citta' che abbiamo visitato i giorni scorsi, quindi completamente turche, erano diverse e molto piu' accoglienti, qua sono piu' che altro i Curdi ad essere accoglienti e amichevoli. Dopo una buona cena in uno dei piu' rinomati ristoranti del centro, rientriamo in albergo e letteralmente crolliamo dalla stanchezza... Buona notte! http://farm3.static.flickr.com/2655/...b90ea0de12.jpg http://http://farm3.static.flickr.co...b90ea0de12.jpg http://farm3.static.flickr.com/2667/...552d89fcf2.jpg http://farm3.static.flickr.com/2440/...19f8690c28.jpg http://farm3.static.flickr.com/2583/...242a6155e1.jpg http://farm3.static.flickr.com/2502/...96852fc981.jpg http://farm3.static.flickr.com/2529/...9e26f06bd7.jpg http://farm3.static.flickr.com/2594/...faf9be9828.jpg http://farm3.static.flickr.com/2576/...d7bab190c7.jpg |
giovedi' 30/07/09: Van – 0 km
Siamo a meta' del viaggio, oggi niente moto, andiamo a vedere l'antico castello di Van sul promontorio in riva al lago a sei chilometri dal centro. Decidiamo di andarci a piedi e stare fuori fino a dopo pranzo, cosi' ci abbuffiamo con una bella kahvalti per fare scorta di energie! Durante la colazione viene a salutarci un cameriere che letteralmente ci tratta da super signori. E' infatti innamorato del calcio italiano e ci parla di tutte le squadre italiane, ha persino la foto di Pirlo come sfondo sul cellulare... No comment! :) Finita la colazione, verso le nove e mezzo usciamo e iniziamo la scarpinata fino al castello, anche per vivere un po' la citta' e le persone. Invece, niente di speciale: arrivati al castello dopo un rettilineo lunghissimo, monotono, su una strada trafficata e con enormi palazzoni anonimi e un po' fatiscenti, ci accorgiamo che il castello non e' altro che un ammasso di rovine e di sassi in cima ad una collina rocciosa. Non trovando l'ingresso con la biglietteria, alla fine chiediamo come fare per entrare ad un gruppo di donne e bambini li' vicino. Ci dicono di salire a piedi arrampicandoci fino alle mura... Con un po' di diffidenza ci arrampichiamo e troviamo un buco nelle mura: siamo dentro e in cima al castello! Con la nostra guida ci leggiamo un po' di informazioni a riguardo, siamo gli unici turisti, ci sono solo alcuni ragazzini che giocano e corrono sulle mura, completamente abbandonate e in stato di disfacimento... Cerchiamo di arrivare in cima alla torre piu' alta, ma da qua in cima non si puo', bisogna scendere e risalire dalle mura piu' esterne. Non mi fido pero', vedo alcune brutte facce e qualche 'branco' di ragazzini dagli sguardi poco raccomandabili... Decidiamo di andarcene, immortaliamo con foto e riprese solo la vista sul lago e sulla valle al di sotto della collina, dove un tempo sorgeva l'antica citta' di Van. Finalmente scesi da questo rudere incontriamo un vecchietto che passeggia, ci saluta calorosamente e ci spiega che ci troviamo in Kurdistan e non in Turchia, facendoci l'elenco di tutte le citta' curde: Mardin, Urfa, Diyarbakir, Erzurum, Van, Igdir, Antep... Simpaticissimo! :) Sono quasi le due e abbiamo voglia di mangiar qualcosa. Cosi' ripercorrendo lo stradone verso il centro, ci fermiamo quando troviamo un cartello 'Alabalik Lokantasi', un ristorante dove servono pesce. Il titolare e' un simpatico ragazzo curdo, probabilmente mio coetaneo, che ci offre l'unico piatto disponibile: trota di lago arrosto con spezie, verdure e riso! Beh, anche se il menu' e' un po' misero, la trota e' veramente ottima! :) E' primo pomeriggio e fa piuttosto caldo, cosi' rientriamo in albergo per un pisolino. Siamo piuttosto delusi da Van... Ieri e oggi non abbiamo visto niente di particolare, la citta' e' squallida e forse avremmo dovuto prendere la moto per andare a visitare il castello di Hosap o il sito di Cavustepe, a 25 chilometri ad est di Van, ma sinceramente non abbiamo avuto voglia anche perche' i giorni 'break', cioe' senza moto e centinaia di chilometri, ci servono... Pazienza, ci rifaremo piu' avanti! La sera decidiamo di cenare in un ristorante della Lonely, l'"Ikizler" in pieno centro, dove servono ottimi lamachun e pide. Non riuscendo pero' a trovarlo, chiediamo in giro e alla fine un gruppo di tre giovani studenti universitari si offre di accompagnarci in macchina. Io ringrazio e rifiuto, non mi fido... Con le facce che ho visto qua in questi due giorni voglio evitare rischi inutili. Dopo un po' che vaghiamo alla ricerca del locale li rincontriamo e alla fine decidiamo di fidarci: tutto a posto, sono gentilissimi e ci accompagnano al ristorante. Assistiamo solo ad un paio di manovre azzardate, come ad esempio una rotonda fatta per meta' contro senso con tutte le auto vicine a suonare il clacson e ad infamarci, ma va bene cosi' siamo in Turchia! :) http://farm3.static.flickr.com/2605/...5c5612d441.jpg http://farm3.static.flickr.com/2673/...3a9c16b4f6.jpg http://farm4.static.flickr.com/3480/...34a1952eb9.jpg http://farm3.static.flickr.com/2648/...48c98b093f.jpg http://farm3.static.flickr.com/2544/...bc08e2073c.jpg |
Milk ora il tuo report è alla stregua di un beautifull televisivo si aspetta solo la prossima puntata.. però ha due vantaggi la tua soap.. la prima è che non ci sono interruzioni pubblicitarie la seconda è che è meglissimo di beautifull anche se è beautifull.. azz mi sono incartato traduco tutto complimenti
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Oh....ma se facessi un libro illustrato?
Mettimi pure in lista...voglio essere il primo! |
Fabri, l'obbiettivo e' proprio quello... ;)
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Quote:
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Sto leggendo sempre con interesse, attenzione e curiosità il tuo viaggio.....ma se farai il libro sarà ancor meglio!!! Vai così! Alla prox puntata!:D:D
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PER PIACERE VAI AVANTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII III!!!!!
ORAMAI è COME UNA DROGA!!! Grazie, Max |
Eccomi! Ragazzi, scusate mi sto lasciando prendere la mano... Ormai sta venendo un poema!!! ;)
venerdi' 31/07/09: Van, Tatvan, Bitlis, Silvan, Diyarbakir – 400 km Direzione ovest, inizia il riavvicinamento all'Europa! Oggi ci faremo tutta la costa meridionale del lago di Van fino a Tatvan; poi andremo verso Bitlis, Silvan e quindi arriveremo a Diyarbakir, la capitale del Kurdistan! :) Sveglia alle otto e clima stupendo, ma andiamo con ordine... Colazione: beh ormai ci mangiamo praticamente tutto, dal salato alle verdure fino al dolce. Il cameriere di ieri, innamorato del nostro calcio, torna per salutarci e ci porta un vassoio pieno di fette di anguria tutto per noi... Che bravo! :) Finita la colazione, porto nella hall tutti i bagagli e vado alla reception per pagare e salutare. Ora bisogna pensare a tirar fuori la moto dal bunker! Con un fattorino vado al garage e sorpresa... Davanti al portone c'e' una macchina parcheggiata. Vabbeh, la faremo spostare. Unico problema: non si sa di chi sia! Dopo un po' di tentativi a cercare il proprietario, mi dicono che devo uscire sulla strada passando dal metro e mezzo che c'e' fra il portone e l'auto parcheggiata! E come faccio?! Vista la ripida salita sterrata devo andare deciso e piuttosto lanciato, non posso fermarmi e frenare per non andare addosso alla macchina, andrei in terra e ruzzolerei giu' indietro con la moto! Cosi', come ho fatto per scendere giu' l'altro ieri, decido di fare il bis! :) Vado tutto fiero nella hall per precettare stavolta minimo quattro fattorini. Me ne danno tre, ma io con lo sguardo ne adocchio altri due che vengono ad assistere. Cosi' in fondo al bunk... Ehm garage, mi piazzo di fianco alla moto per guidarla e frenare all'occasione e con i tre ragazzi dietro a spingere. Ovviamente, come io sapevo gia', non bastiamo! Scena da piangere dalle risate: un bestione da quasi 300 chili fermo in salita con quattro uomini che piangono dal ridere o dagli sforzi, non lo so! :D Alla fine una volta arrivati in cima tutti insieme vittoriosi ci guardiamo e abbracciamo: ce l'abbiamo fatta! Dopo i dovuti ringraziamenti e gli altrettanti saluti, carichiamo la moto, impostiamo il GPS e via verso Tatvan! L'uscita da Van e' abbastanza rapida e dopo aver messo benzina prendiamo la statale D300 che costeggia la riva meridionale del lago. Lungo questa strada troviamo tanti piccoli paesi, alcuni dei quali anche abbastanza attrezzati con degli stabilimenti balneari; la maggior parte pero' sono villaggi di pescatori. Ad una cinquantina di chilometri da Van, scorgiamo in lontananza l'isoletta di “Akdamar” con l'omonima chiesa armena; decidiamo tuttavia di andare avanti e non vederla, ci vorrebbe come minimo mezza giornata e non ce la facciamo. Forse l'avremmo potuta visitare ieri invece di stare tutto il giorno a Van, ma ormai e' andata cosi', pazienza! Dopo le foto di rito proseguiamo verso la nostra meta. Superato Tatvan verso le undici, ci lasciamo alle nostre spalle lo stupendo Lago di Van e prendiamo la E99 verso la vicina Bitlis. Questa citta' e' un paesone di montagna, che fa da vero e proprio crocevia, tutti passano da qui in quanto e' l'unica via per andare verso Diyarbakir; infatti troviamo parecchio traffico, tutto passa dal centro di questo paese: auto, furgoni, camion, autobus e... Una moto! :) In questo posto pero' nessuno saluta anzi, non ci guardano nemmeno tanto bene e un bambino addirittura ci “sputa” dal finestrino di un “dolmus”... Mi rendo conto che evidentemente qui in Kurdistan non tutti apprezzano l'adesivo con la bandiera turca che ho messo sulla moto... Lasciata Bitlis, i “giochi” si fanno parecchio impegnativi... La strada infatti e' pessima: come quasi tutte le altre percorse nei giorni scorsi nell'est della Turchia, anche questa e' in fase di allargamento “massiccio” della carreggiata. Beh, questa zona pero' e' parecchio montuosa e i cantieri sono dislocati su piccole strade di montagna fra curve, discese e salite! Mi ritrovo infatti a guidare quasi sempre su strade sterrate di montagna piene di sassi o ghiaione con tanto di traffico pesante e mezzi di tutti i tipi. Spesso sono anche costretto a fermarmi perche' non vedo niente davanti a me con il polverone alzato dagli altri e in altre occasioni invece trovo le strade bagnate e semi allagate dagli operai proprio per evitare i polveroni, con il risultato che io, in moto, scivolo con le ruote e devo tenere i piedi giu' per aiutarmi... Insomma, anche se ho una moto che mi permette tranquillamente di guidare in queste situazioni, dopo due ore e' veramente stancante considerato anche che Silvia, ad ogni scivolata evitata, si impaurisce sempre di piu'... :( Alla fine ce la facciamo e per l'una e mezzo siamo nei pressi di Baykan, un piccolo paese alla fine della regione montuosa di Bitlis e all'inizio della grande pianura del fiume Tigri. Il clima e' veramente splendido e iniziamo a sentire il caldo dei vicini deserti di Siria e Iraq. Nel giro di mezzora infatti la temperatura supera i 40 gradi, non posso neanche tenere la visiera del casco aperta perche' l'aria calda mi secca la pelle e le labbra... Cosi' ci fermiamo per mangiare qualcosa e riposarci un po' in una bella stazione di servizio in mezzo al niente prima della citta' di Silvan. Appena arrivati, completamente sporchi di polvere e fango, parcheggiamo la moto davanti all'ingresso del ristorante. Ci vengono subito incontro due camerieri che ci salutano calorosamente e ci chiedono da dove veniamo. Inutile dire che rimangono veramente folgorati dal nostro viaggio e ci fanno entrare orgogliosamente nel ristorante richiamando l'attenzione di tutti. Uno di loro e' il titolare e con grande felicita' ci stringe la mano (ho scritto bene: “ci stringe la mano”, anche a Silvia quindi), e' un curdo di Batman ed e' fiero di averci li' nel suo ristorante. Infatti ci da' il tavolo migliore al centro della stanza, dice a tutti i presenti (una trentina di uomini) chi siamo, cosa facciamo e da dove veniamo. Mette perfino l'aria condizionata al massimo! Io pero' sono completamente sudato dopo aver guidato per ore e sotto il sole a 40 gradi e chiedo di abbassarla che senno' “mi tronco in due”... :) Nel giro di pochi minuti ci porta praticamente di tutto: kebab, riso, verdure grigliate, ayran, pane, fagioli... E si mette a sedere accanto a me al tavolo. E' interessatissimo e vuole sapere tutto del nostro giro, ci consiglia vivamente Batman e Hasankeyf, dove c'e' uno splendido sito archeologico. Vedremo... :) Mentre mangio gli dico del mio amico curdo Imdat in Italia e alla fine decido di chiamarlo, cosi' si salutano e parlano un po' fra di loro. Terminato il pranzo con gli immancabili cay, il titolare e i camerieri ci salutano sempre piu' calorosamente, ci offrono la colonia per lavarsi le mani e ci accompagnano alla moto. Il capo mi dice con il tipico gesto: “Nicola, motor cok guzel!!!” (trad. : “Nicola, la moto e' proprio bella!!!”). Cosi' con la pancia piena e l'abbiocco in arrivo, alle tre del pomeriggio ci accingiamo a percorrere gli ultimi 100 chilometri fino a Diyarbakir sotto un sole sempre piu' cocente. Dopo una quarantina di minuti pero' ci fermiamo di nuovo per bere un po' d'acqua ad una stazione di servizio lungo la strada. C'e' anche un autobus GT fermo con tutti i passeggeri che pranzano li' vicino: sono Iraniani in viaggio verso Urfa, un gruppo di circa dieci uomini e quaranta donne vestite con il “Chador” islamico. Io e Silvia ci guardiamo e ci capiamo al volo: novantanove su cento tutte queste donne sono mogli e figlie di questi pochi uomini... Ovviamente appena parcheggiata la moto, saluto e vengo subito ricambiato. Addirittura un uomo che sta pranzando con la sua famiglia sul proprio tappeto mi invita a mangiare qualcosa con loro, ma io rifiuto anche perche' sono pieno! :) Silvia invece viene quasi fagocitata dalle donne, che la guardano incuriosite, le parlano e la “sgridano” non appena lei racconta loro del nostro viaggio: infatti per loro abbiamo fatto male a non andare anche in Iran! Beh, sara' per un'altra volta... :) Cosi' dopo un'altra buona mezzora di sosta, ripartiamo alla volta della capitale curda, ormai manca poco! :D Arrivati alla periferia di Diyarbakir, ad un posto di blocco della “Trafik Polis” ci fermano! Penso subito ad un controllo e invece... Multa! Eccesso di velocita': andavo a 114 dove c'era il limite a 70 km/h. Inizialmente con il poliziotto non ci capivamo, poi a gesti e indicando il tachimetro della moto, capisco... Ahime', l'ho beccata! Dopo tutto andavo davvero a quella velocita' sul lungo rettilineo di qualche chilometro fa... Pazienza, c'e' poco da contestare. I poliziotti molto gentilmente, lo sottolineo, mi chiedono la patente, il libretto e la “sigorta” (l'assicurazione) e mi compilano un bel verbale da 260 lire da pagare con calma quando torneremo alla frontiera. E anche questa esperienza e' fatta... :( Arriviamo finalmente a Diyarbakir per le quattro e mezzo. Neanche a farlo apposta entriamo nel centro storico circondato dalle mura medievali proprio dalla porta vicina alla via degli alberghi, “Inonu Caddesi”. Dopo un tentativo a vuoto al primo hotel, parcheggio in un vicoletto vicino dove ce ne sono altri tre: vado a sentire un attimo e lascio Silvia e guardia della moto, tanto c'e' un sacco di gente li' vicino. Ah, tutti a guardare noi e la moto ovviamente, siamo extraterrestri! Pero' ci guardano diversamente da Van, sono tutti molto sorridenti nei nostri confronti, ci salutano con grande piacere e mi dicono di andare a sentire agli alberghi li' vicino rassicurandomi per la moto e i bagagli. Vado all'hotel Kaplan, a 20 metri dalla moto e da Silvia e chiedo informazioni: vogliono 120 lire per due notti con colazione e garage (anche questo “super” ovviamente!). Io testualmente: “Ci penso un attimo, sento mia moglie!” :) Torno da Silvia, che di fatto qui in Turchia e' “diventata mia moglie” per evitare antipatie da parte delle persone piu' integerrime e religiose, e la trovo seduta al bar vicino in compagnia di simpatici signori che le hanno offerto un cay nell'attesa. Come ormai ogni volta, sono colpiti dal nostro viaggio, ma allo stesso tempo orgogliosi che siamo arrivati fino a qui nella capitale del Kurdistan! Vedendomi stanco, sporco e sudato, mi offrono un bicchiere d'acqua gelata, ma di rubinetto... Non ce la faccio, e' troppo invitante e la ingurgito... Alla faccia della diarrea del viaggiatore! :) Cosi' dopo due chiacchiere in compagnia, sposto la moto davanti al Kaplan e con Silvia entro nella hall. Alla fine, dopo varie trattative e per il fatto che siamo italiani, ci danno la stanza a 100 lire per le due notti. Si' qua, come in gran parte della Turchia adorano noi italiani e percio' ci fanno gli sconti! :) Una volta parcheggiata la moto nel garage (sotterraneo, ma migliore di quello di Van) e fatta una super doccia rigenerante, usciamo a fare due passi! :) Il centro e' vivissimo e brulica di gente che gira per negozi, questa volta molto piu' veri e tipici rispetto al centro di Van. Sui marciapiedi ci sono venditori ambulanti di te' e cola dai folkloristici vestiti sgargianti di colore rosso. Qui finalmente ci sentiamo osservati il giusto, con curiosita', non come a Van, dove ti squadravano per bene senza mai un sorriso... Vicino ad un negozio un signore ci ferma e ci saluta in italiano, o meglio quasi in italiano! :) Si chiama Sait, e' ovviamente curdo ed ama l'Italia e gli Italiani! Anche perche' gestisce un negozio di tappeti e antiquariato nella piazza centrale della citta' ed evidentemente “noi” siamo potenziali clienti... ;) E' molto simpatico, ci dice che sta dimenticando l'italiano e che gli farebbe piacere scambiare qualche parola con noi. Va bene, domani andremo a trovarlo al suo “Bazaar 21” cosi' guarderemo altri tappeti bevendo altrettanti cay, ormai ci abbiamo preso gusto! :D Continuando la nostra passeggiata arriviamo all'hotel “Buyuk Kervansaray”, un caravanserraglio del '500 tutto restaurato con hotel, negozi e ristorante all'interno. Mentre osserviamo il suggestivo cortile interno, un uomo ci saluta, chiedendoci la provenienza e ci invita a vedere il suo negozio di tappeti, abbigliamento e chincaglierie di antiquariato. Si chiama Mehmet, detto “Montana”, e' simpatico e gentile... Ma si', andiamo! E via di cay e chiacchiere!!! :) Mehmet, dopo aver visto che non siamo piu' di tanto interessati ai tappeti, ci chiede di parlargli dell'Italia. Cosi' gli spieghiamo che per la maggior parte degli italiani la Turchia si ferma in Cappadocia e sul Mediterraneo, in quanto questa regione e' considerata pericolosa per la guerra contro il separatismo curdo. Lui resta allibito, in quanto gli episodi terroristici sono sempre meno e anzi il turismo sta iniziando ad arrivare anche qua; addirittura ci dice che organizza regolarmente escursioni di gruppo per turisti da lui guidate nel vicino Kurdistan iracheno. Cavolo! Parliamo anche delle nostre prossime tappe e, sentendo che andremo in Cappadocia, decide di telefonare ad un suo amico italiano che vive la' per aiutare i turisti. Mi passa il cellulare... Si chiama Enrico, vive ad Uchisar e mi da' consigli sulle prossime tappe, ottimo! :) Salutato Mehmet, con la promessa di ripassarci domani, andiamo verso l'albergo. Decidiamo di mangiare con una bella pida e una “Cola turka”; cosi' ci fermiamo ad un piccolo ristorante vicino al “Kaplan”. Il posto non e' pero' dei migliori: il salone e' piuttosto sporco e ci danno una insalata che sembra un po' vecchiotta, e che quindi non mangiamo. Le pide invece sono ottime. Il problema si pone all'uscita, quando per due pide e due cole ci chiedono la bellezza di 17 lire!!! Dopo un po' di trattativa scocciata arriviamo a 15 lire... Abbiamo sbagliato, non abbiamo chiesto i prezzi prima di sederci, ma sapendo che una pida non costa di solito piu' di 4 lire, ci siamo fidati! Ecco, abbiamo imparato: chiedere sempre i prezzi!!! :( Verso le nove e mezzo siamo veramente cotti, cosi' rientriamo in hotel e andiamo a letto. Oggi e' stata una giornata ricca di esperienze, ma intensa e parecchio stancante. Ah, lezione di turco di oggi: “cucuk” significa piccolo, “buyuk” grande! :) Lungo la strada... http://farm3.static.flickr.com/2546/...0a7280c8ce.jpg http://http://farm3.static.flickr.co...0b56655973.jpg http://farm4.static.flickr.com/3478/...4bda5b4dc7.jpg http://farm3.static.flickr.com/2436/...18547b7529.jpg http://farm4.static.flickr.com/3043/...2f1b2a1bff.jpg http://farm4.static.flickr.com/3469/...e18c9f6d8a.jpg http://farm3.static.flickr.com/2569/...ef1c29364a.jpg Diyarbakir http://farm3.static.flickr.com/2598/...e2b901dc13.jpg |
Quote:
allora hai parlato sicuramente con il protagonista di questa clip :): http://www.raccontidiviaggio.com/far...i%20video.html |
Si' e' proprio lui! Infatti poi l'ho anche conosciuto, ma questa e' un'altra puntata... ;)
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Vai Nicola!!!! :D Altra puntata ed altra gustosa lettura! :lol::lol:
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