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https://youtu.be/askePCSn_tQ Che bello dev’essere stato il medioriente in quegli anni… Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
I viaggi mi emozionano tutti, sia quelli di una volta, alla cazzara, sia quelli di adesso, fin troppo programmati.
Però effettivamente il problema (per me) è riuscire a limitarsi, con 'ste nuove tecnologie. E' una bella comodità avere molte informazioni, ma finiscono inevitabilmente per diventare troppe, e quindi paradossalmente a crearmi stress, anziché levarmelo. Ho sempre paura di perdermi qualcosa di fondamentale in un posto dove magari non capiterò mai più. Questo - in senso più ampio - è uno dei motivi per cui preferisco non avere uno smartphone: so già che finirei con l'abusarne :mad: Non so però dire quanto i viaggi di una volta fossero realmente più poetici, e quanto - invece - incida la nostalgia per la gioventù e la sua spensieratezza. |
C'è da fare un distinguo.
Se la tecnologia serve per fari scoprire luoghi che mai avresti scovato (posso assicurarvi che ci sono indigeni che ignorano l'esistenza di certi posti pur avendoli sotto al naso) ben venga. Io prima dell'avvento di internet per un viaggio mi documentavo tramite libri, riviste, documentari, ora lo faccio tramite il web, in fondo è la stessa cosa, poi si partiva senza tanti problemi e ansie, lingua compresa. Quello che proprio non riesco ad accettare sono le tabelle di marcia alla Furio o la continua ricerca di recensioni o consigli pur per trovare un tabacchino. Se sono rilassato in spiaggia o in un bosco a passeggiare o in moto a farmi 2 pieghe l'ultima cosa che voglio è star a prenotare il ristorante. |
Personalmente trovo che la fase di pianificazione sia parte integrante del piacere di viaggiare ..
Scegliere la meta, cercare i posti interessanti o le strade curvose.. su Gmaps ho oltre un centinaio di posti salvati come "da vedere".. Poi sul momento decido.. Mi lasciano un po' lì quelli che chiedono le tracce da seguire ciecamente o che pianificano minuto per minuto.. ed anch'io ho i giorni contati, non è che posso scialare.. Lo zingaro quando gli gira, gira! (cit.) |
Partito con amica 1980 ...ducati scrambler usata...senza cartina geografica...senza tenda solo sacco a palo in due...meta MAROCCO...via Francia poi Spagna...pochi Traveler's chequein tasca...dopo due mesi e mezzo siam tornati . Pesavo meno 8 kg
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Anche per le attività nel sacco
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Magari l'amica era "ingrassata", contestualmente
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ricordo ridendo quando ho preparato il mio primo "lungo viaggio".
Avevo il benelli magnum 50 (e gia' se ne vedete una foto ridete pure voi), il mio amico di ogni avventura il boxer di suo fratello. Avevo 14 anni e l'esperienza fatta montando e smontando biciclette fin dai 9 anni mi suggeriva di attrezzarmi per bene. Poi sfogliando motociclismo vedevo cosa facevano i piloti della regolarita', per cui il benelli preparato era finalmente dotato di attrezzi pari a una officina attaccati con elastici e nastro adesivo da tutte le parti del telaio. Il grande giorno arriva, la meta e' in effetti lontana...........Recco. Guardatevi la distanza da chiavari per capire l'epicita' del viaggio per due quattordicenni !:lol: il lato avventuroso fu quando ci fermo' la polizia e riuscimmo a fatica a convincerli che non eravamo scassinatori da appartamento. Per il resto con i 50 l'avventura era sempre tornare a casa senza aver strappato un cavetto, divelto la catena o sciolto il tubetto della benzina (anzi no , quello diventava di marmo). Per i cavetti acceleratore si tornava col moncherino tirato a mano, per i freni tanto c'era l'altro, per la frizione si cambiava senza. Un rimedio c'era sempre, finche' un giorno ho strappato i cavetti di entrambi i freni contemporaneamente. E non e' uno scherzo... |
In quel caso rimaneva sempre la suola delle Superga da inserire a blocco fra gli steli forcella e schiacciare sulla ruota, come sulle bici.
Infatti avevamo tutti una striscia centrale della suola che si consumava in un attimo. Ma bisognava asportare il parafango, cosa che su tutte le bici era istantaneo in quanto considerato una vergogna. |
ah ah io primo viaggio superare il turchino per portare nella casa di campagna il califfo K
vi fu anche un cambio candela e rifornimento a rossiglione |
'azz, il Turchino!
Il passo del Turchino... La prima volta che ci sono passato mi sono chiesto: "Ma dov'è il passo?" Un pacco, più che un passo! |
Mi catalogo tra i superstiti e non credo per capacità
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Beh, i vecchi son tutti superstiti.
Qui dentro è pieno, di superstiti :lol: |
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Faccio notare che la differenza di impostazione dei fratelli era gia' evidente, io aquiletta modificata per fare "cross" (telaio spaccato in atterraggio da un gradone...), lui fighetto con la saltafoss con la sella lunga e forse molleggio (non ricordo bene...):lol: state all'occhio perche' forse e' in arrivo il secondo fratello (stavolta non ho sbagliato), pare stia comprando una r1250rs ...e allora si che ci si diverte ! |
la Saltafoss :eek:
L'ho venduta al volo per 5000lire, ne valeva almeno dieci volte tanto, perchè non avevo i soldi per andare a vedere la Samp. Il biglietto di gradinata costava 2200lire, mi ci venne fuori anche un super panino alla farinata in Borgo Incrociati e con il resto mi sono sentito molto ricco per un paio di giorni. |
uguale Aspes.....Monza Rapallo in vespa 50. Il casco non era ancora obbligatorio e mio padre non mi avrebbe mai lasciato andare senza indossarlo. Partimmo in due, io in vespa e il mio amico con un Gilera 50 T , lui senza casco. Io mi vergognavo come un ladro. Fu in viaggio incredibile, bellissimo , indimenticabile. 7 h , con tanta acqua sui Giovi e tanti problemi da risolvere, in primis fare miscela.
Che storia ....................... |
una volta sono andato a vedere una gara di regolarita', ho preso tanta acqua che entrato in casa ho letteralmente strizzato le mutande. Ero rimasto pure senza miscela e me la sono travasata da un amico con la bottiglietta di un succo di frutta...
ma avevamo tanta voglia che quando dovevo prendere la moto (50 peraltro...) scendevo le scale correndo. |
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Negli anni '80 giravamo l'Europa con le fotocopie delle cartine (quelle rimanevano rigorosamente a casa), il percorso segnato in pennarello rosso e le località da attraversare sottolineate in verde.
Morini 125H, Aprilia Tuareg, Kawa 400Z. Telefonate a casa quando trovavi una cabina. Bei ricordi. |
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