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I Flintstones.
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maglietta e bermuda spesso anche io in estate, ma scarpe tecniche. Sembro un pagliaccio. Poi per le forature noi regolaristi eravamo "furbissimi", mettevamo due camere d'aria nella stessa ruota con le valvole agli estremi opposti. Se foravi a casa tornavi lo stesso gonfiando di piu' quella superstite. PEr i cavetti quando sono diventato piu' ricco me li portavo dietro e li cambiavo per strada in pochi minuti. PRima tornavo lo stesso con qualunque cavetto rotto. Una volta....con la fiat ritmo, mi si stacco' il leveraggio dell'acceleratore, per tornare a casa ho girato a manetta la vite del minimo che restando sopra i 2000 giri mi consenti' di tornare a casa.
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Cellò tutte tranne il senza casco.
Mai andato senza. Io ci aggiungo anche l’accensione a spinta perchè spanata la leva del kick quando mi han detto cosa costava me la son tenuta spanata. Accensione spintronica. Opscional. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
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I veri pro si portavano la sigaretta mezza fumata da accendere in fretta e furia all'arrivo per dimostrare che ti stavano aspettando da minuti |
Provate quasi tutte pure io ...si divertente raccontarlo dopo ma in quei momenti erano solo parolacce e frustrazione..rimpiango solo le moto sportive a due tempi ma pure la vespa px la comprerei domani se la rifacessero tale e quale..bastavano pochi cavalli e l' emozione era la stessa per me anzi di più
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C'era pure chi prendeva le corone con i denti consumati a uncino in una direzione e le girava in senso opposto. Catene fatte di tre o quattro giunte di catene diverse erano normali...marmitte fatte di due o tre saldate insieme pure. Infilare il pistone di una moto nel cilindro di un'altra una pura formalita, le tolleranze si misuravano a mm, i travasi si allargavano a lima (poi passai al flessibile) e la chiave dinamometrica era un oggetto sconosciuto che i piu' tecnici nominavano nel silenzio religioso degli astanti che pensavano a un antico attrezzo di tortura usato nel medio evo. Se dicevi "allargare le luci" i piu' pensavano ai fanali. Mio fratello ricordera' pure che andavamo a prendere le gomme nelle discariche e cercavamo di rivenderle....:lol: |
Qualcuna devo averla comprata io...riparati i tasselli mancanti con la gomma liquida... per un poco ha tenuto
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Siete grandi! É un piacere leggervi!
Sul serio... |
Avevo questo benelli da bambino. Era di mio nonno. Come si vede dalla foto la pedivella dell'accensione è rigida e non snodabile. Mi cadde per terra e si spezzò il millerighe dell'albero a raso.
Se dicevo ai miei che avevo rubato il motorino e lo avevo rotto si sarebbero incazzati. Allora tornai a casa, notai che l'albero era passante e usciva dall'altra parte dove c'era la molla di richiamo della pedivella. Era un albero cilindrico con un foro per fissare la molla. Presi un pezzo di tubo zincato da 1/2" (di quelli da idraulico), ci feci un foro per fissarlo al buco sull'albero e saldai sul tubo una pedivella fatta con in tondo pieno da 12 mm. Da allora l'accensione è stata sull'altro lato. È ancora nel mio garage e la pedivella autocostruita funziona ancora.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...6cb4b58994.jpg |
E' questa la stanza dei vdm?
ah ah ah ah ah caro aspes, i morsetti nel tempo si sono evoluti, dentro ci hanno messo una pastiglia ed il filo si tranciava molto meno.. |
Qui abbiamo bambini che saldano pedivelle autocostruite da un tondino..
E nonni che non gli fanno un culo cosï.. Tzè. Tingavert ce lo puppa! Hahaha! Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Fatto tutto un alba-ivrea senza frizione causa cavo rotto. Era domenica...
Non lo ricordo con tutta sta passione... È vero che una volta in movimento non è un grosso problema (a salire, a scendere un poco si...) e fanculo al quickshifter *ma* partire non era per nulla divertente. A ogni stop l'umiliazione di partire a spinta e poi hop! dentro la seconda e via. Tutto il viaggio fatto avvicinandomi a ogni stop e semaforo ai 2 all'ora per cercare di evitare in ogni modo di fermarmi. Per non parlare del terrore nellavvicinarsi a stop in salita... Sarà, ma preferisco le moto attuali con cavo frizione che non si rompe. Anche perché con nessuna delle mie moto attuali potrei partire a spinta e poi hop! la seconda, morirei o senza fiato oppure nel momento in cui metto la seconda, si spegne la moto, e mi cade addosso... |
Per me invece è normale fare 70.000km col cbf1000 senza 1 problema tecnico 1.. Manco una lampadina bruciata od una gomma buca..
Però io sono giovine.. [emoji16] |
quando in pista da cross col ktm 125 cadevo succedeva di rompere la leva frizione, o peggio il braccialetto, che nel magura era piu' fragile della leva, per quello che lasciavamo il braccialetto un po' mollo. Comunque quando restavo senza frizione perche' rompevo leva o braccialetto i tempi cronometrici miglioravano....bisognava tenere in coppia un 125 da cross senza poter sfrizionare...qualcuno sa cosa vuol dire...entrare a vita persa ovunque.
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Motoretto, Benelli a tre marce con comando al manubrio. l'aveva un mio amico
Io avevo il DEMM ,sempre con comando al manubrio. Ovviamente ipertruccato. E il cavo della frizione mi si è rotto non molto tempo fa al K100. A circa 80 km da casa. Sono comunque riuscito a fare rientro. L 'esperienza con il DEMM in gioventù è servita. Era normale che si strappasse il filo del gas e tirarlo con le mani, o rompere il cavo della frizione o delle marce. Era normale anche andare senza casco in moto, anche se in extraurbano spesso lo indossavo. Ammetto, non sempre. Il primo casco serio è stato un Bieffe, erano gli anni 80:) |
tutto tranne rotture di catena e scarpe, ma il top durante una Cavalcata delle Valli Bergasche a Clusone se non ricordo male, in piena foga agonistica ( a manetta) con un Kram.It 250 si spacca il cavo dell'accelleratore in 5° o 6° piena nel sentiero rimanendo bloccato tutto aperto, minchia che adrenalina, quasi meglio di una ciulata, poi sono riuscito a fermarla, solo perchè era una enduro stradale e aveva il bottone di spegnimento.
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@alessio 61 anche il mio amico aveva il demm, era del padre.
Ricordo che al benelli e al demm abbiamo fatto di tutto. Ci siamo davvero divertiti. Da lì è nata la mia passione per i motori, tanto da arrivare a laurearmi in ingegneria meccanica con specializzazione sui veicoli a combustione interna ed esterna. Ricordo che nel gruppo di amici eravamo in 5. C'era il mio benelli, il demm, una vespa px, un nuovissimo motron gto e il primo vero scooter moderno, un peugeot metropolis. Mi ricordo le prese per il culo al proprietario del metropolis: all'epoca era un aborto che non andava manco a calci. E pensare che poi sono diventati tutti così |
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Comunque io mi sono anche fatto un ritorno da sciare con la vecchia 124 senza frizione .... ripartire ai semafori era un divertimento, specie per i " bobbisti " che scendevano a spingere per risalire al momento giusto mentre io mettevo la marcia sperando di indovinare.. |
Motoretto, il Metropolis.. :)
Paternatalis, mi hai fatto ricordare che il cavo della frizione alla macchina si è rotto anche a me. Per tornare a casa ai semafori o quando dovevo fermarmi e ripartire, inserivo la prima a motore spento, quindi giravo la chiave e avviavo.. La macchina era una Kadett, la mia prima auto, ereditata da un parente. Un modello vecchio già allora, era il 79. La macchina aveva l'impianto elettrico a 6V. Per alimentare la radio avevo piazzato una batteria a 12V. nel bagagliaio, che saltuariamente ricaricavo. CHe ricordi..;) |
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