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Alessio gs 27-08-2018 08:34

Grazie della esaustiva risposta Massimo, aspetto trepidante il continuo del racconto...ciao...

GS3NO 27-08-2018 09:11

Quote:

Originariamente inviata da Massimo (Messaggio 9877852)
Rispondo a GS3NO

Caro Zeno, ti vedo bello sul pezzo. Considerami già invitato, però ti avverto che sono diventato vegano e astemio :-p.

allora siamo in due... ;)

Massimo 27-08-2018 10:50

PROLOGO – 31 LUGLIO 2018
Verona – da qualche parte sul cielo russo (zero km in moto)


La data della partenza programmata è arrivata, però non posso partire. Gravi problemi familiari da giorni me lo impediscono.


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Discuto a lungo con Alberto sul da farsi e l’idea di lasciar perdere ci sfiora. Poi all’ultimo Alberto, da buon friulano di cemento, decide di partire da solo. E così farà.

Alla stazione di Verona, dove arriva, gli consegno il cavetto con la presa di bordo, lo abbraccio e lo saluto.

Disorientamento e amarezza mi pervadono. Ma tengo le dita incrociate…

PROLOGO – 01 AGOSTO 2018
Da qualche parte sul cielo russo – Osh (zero chilometri in moto)


Alberto atterra a Osh e si stabilisce alla Zhukov’s Guesthouse. Altro non può fare che aspettarmi e fare un giro nei dintorni per ambientarsi… per quanto l’ambiente non sembri il massimo, almeno al primo impatto.


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Così decide di vedere il tutto da un’altra prospettiva e sale al Trono di Sulaymān (Salomone per noi), un’altura sopra la città e sede di un santuario musulmano. Immeritatamente patrimonio dell’UNESCO dal 2009, si ritiene che Sulaymān (per l'Islam un profeta citato nel Corano) sia sepolto qui.

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A parte l’obbrobrio cementifero, la vista consente di rendersi conto dell’estensione di questa anonima città ex sovietica, che conta la bellezza di 250.000 abitanti e un solo meccanico per moto.

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Nel frattempo ho cambiato i biglietti di andata, ma tutto è ancora per me incerto e campato in aria. Prego Maometto e tutti i talebani suoi fedeli di farmi partire… intanto per punizione arriva per Alberto il primo squaraus. Ben gli sta!

GIORNO 00 – 2 AGOSTO 2018
Verona – da qualche parte sul cielo russo (zero km in moto)

Alla fine ho deciso: la rischio.

Mentre un familiare entra in sala operatoria per un delicato intervento chirurgico al cuore, faccio il check-in aeroporto. Non è per nulla una bella situazione, credetemi. E se tornassi indietro mille volte non partirei.

Tre interminabili ore e mezzo mi separano da Mosca, dove farò scalo. Solo là avrò notizia che l’intervento è fortunatamente riuscito. Immaginatevi il viaggio, la tensione e tutto il resto, compresa l’eventualità di dover tornare indietro a paletta.


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Arrivo che è ormai sera. Pensavo di trovare l’aeroporto di Mosca deserto, e invece è stracolmo di gente di tutte le etnie che vanno e vengono a qualsiasi ora dalle periferie dell’impero russo. Non ci si muove, ma riesco a mangiare una pizza russa e a spendere un po’ di rubli avanzati ancora dal mio viaggio a Murmansk.

E’ arrivata la mezzanotte. Mi imbarco per Osh e mi addormento più sereno…

me'ndo 27-08-2018 17:28

ecco dormi bene che al risveglio vai avanti con la storia ... (ma brao pò)

ZUZZU 27-08-2018 23:42

Senti Massimo.......ma sei J.J. Abrams e stai scrivendo le puntate di Alias, Lost, ecc ecc?
E finisci con........mi addormento più sereno?
E noi che siamo qui a leggere?
Così non va bene........scrivi tutto e poi pubblica....così metti ansia:D:D:D

Alessio gs 28-08-2018 07:06

A me così a puntate piace....bello...ciao...

Massimo 28-08-2018 08:57

GIORNO 01 – 3 AGOSTO 2018
Da qualche parte sul cielo russo – Osh (7 km in moto)


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Atterro a Osh al mattino prestissimo e subito cerco l’ufficio della compagnia aerea per spostare anche il rientro di due giorni. Alberto ieri non è riuscito a farlo perché ha passato gran parte del tempo sul wafer.

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Gira che ti rigira mi fanno parlare con il responsabile dei servizi a terra della S7 Airlines che sa circa due (al massimo tre) parole in inglese. Mi accompagna agli uffici che però stanno in un edificio staccato dall’aeroporto piuttosto malconcio.

Alla fine non combiniamo niente: mi suggerisce di cambiare il biglietto presso l’agenzia ufficiale in città. Però si offre di accompagnarmi alla guesthouse, anche se non sa dove è.

Tutto però ha un prezzo e quello che ho dovuto pagare è stato molto "salato". Porca malora mi ha invitato a colazione, e già che c’era ha invitato pure i suoi amici!

Morale della favola mi trovo alle 9 del mattino (per me le 5), seduto su un tappeto a mangiare bistecca, patate fritte, verdure varie e una melma di frutta lasciata a macerare in non so che cosa. Provo a rifiutare garbatamente, ma proprio non c’è verso.

Era tutto pessimo e devo ancora digerirlo… comunque ho risparmiato i soldi del taxi, mettiamola così.

Arrivo ruttando alla guesthouse dove trovo Alberto risorto dalle sue ceneri. Partiamo subito per le incombenze urgenti: cambio dei soldi, cambio dei biglietti e ritiro della moto. Domani vorremmo infatti partire.

Nel frattempo giriamo per la città che conferma tutta la sua bruttura.

Però qui hanno la mania degli aerei, che piazzano nei parchi giochi…


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… e se li portano pure in giro sul portapacchi.

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Troviamo l’agenzia della S7 Airlines e cambiamo i biglietti. Quelli nuovi ci vengono rilasciati praticamente scritti con la biro. Mah, si vede che qua usano così…

Poi prendiamo un taxi e finalmente, guidando noi il tassista ignaro di dove deve andare, arriviamo da Muztoo.

La sede non è proprio il massimo: un cortile, un portico e una stanza destinati ad officina, e un ufficio. Non c’è nessuno, solo un motociclista cecoslovacco in giro in moto in solitaria da tre anni che sta facendo manutenzione alla sua moto.


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Ma in compenso c’è un frigo self-service pieno di birre e così ne approfittiamo per ingannare l’attesa.

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Arriva Oybek, il responsabile, e due meccanici sfaccendati e svogliati in ciabatte.

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Mentre preparano il contratto e i documenti necessari a svalicare in Tagikistan, noi ci dedichiamo al meticoloso controllo dei mezzi, che sono lì già belli che pronti per essere accesi… solo che non si accendono. Cominciamo bene!

Così controlliamo tutto il controllabile, cerchi, cuscinetti, catena, freni, carburazione, sospensioni. Cambiano pure la batteria ad Alberto e collegano le nostre prese di bordo. Durante l’operazione cade a terra la batteria della mia moto. Suggerisco e poi chiedo di sostituirla, ma mi rispondono “no problem” e mi garantiscono che non è necessario. Sarà…


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Dopo due ore di smonta e monta, regola e registra, le moto si accendono.

Si passa quindi al pagamento anticipato e alle firme.

Otteniamo di prelevarle oggi, anche se il noleggio parte domani e leviamo le ancore. Torniamo quindi da Zhukov, dove si sta davvero bene e lui è una splendida persona.


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E poi la sua guesthouse è un punto di riferimento per i motociclisti che vengono qui da tutto il mondo per fare il Pamir. Aggiustano le moto, ti prestano attrezzi, ma soprattutto sono una fonte inesauribile e attendibile di informazioni fresche fresche. Straconsigliato e molto utile direi.

Collego il GPS alla presa di bordo e non funziona. Controllo il charger e risulta morto. Strano, funzionava quando sono partito. Rismonto tutto e scopro che quel genio del meccanico inciabattato ha invertito i cavi bruciando il fusibile del caricatore. E sì che erano segnati con più o meno! La matematica non deve essere stata il suo forte alle elementari… ammesso che le abbia fatte.

Il fusibile (che è di quelli piccoli in vetro) non si trova, ma Stas ci salda un filo e tutto riprende a funzionare.

Alla sera cena fuori. Si mangia italiano, nell’unico ristorante italiano di Osh, che raggiungiamo in taxi. Nessun italiano in cucina, ma penne all’arrabbiata buone e pizza pure. E per stasera l’abbiamo portata fuori.

Domani si parte…

Smart 28-08-2018 12:31

complimenti, gran bel report

io l'ho fatto a luglio con "moto spedita" a Biskek ma seguo con interesse per confrontare le esperienze e punti di vista

Kunken 28-08-2018 15:35

Certo che se il buongiorno si vede dal mattino...ne leggeremo delle belle :)

sibilo 28-08-2018 16:01

Una vera avventura....complimenti per il report di viaggio e in bocca al lupo

samarcanda 28-08-2018 16:08

grande Massimo ben fatto ;) hai ammazzato un'altra bella :arrow::lol:
ti seguo con molto piacere :D

Unknown 28-08-2018 16:15

Prima di fare giri in "quota" nel senso di fare strade o gite sopra i 4000 consiglio di fare qualche dormita in rifugio sui 3500- 4000 m slm in patrio suolo per testare come si reagisce. Non tutti reggono la quota. Complimenti per il giro!!! [emoji7][emoji7]

Inviato dal mio SM-A310F utilizzando Tapatalk

Massimo 28-08-2018 19:07

Rispondo a Smart

Davvero grazie Smart per i complimenti. Fatti poi da te, che sei viaggiatore navigato, contano il doppio. Dove hai messo le ruote tu, io non riesco nemmeno a pensarci. Se trovi inesattezze nel racconto, fammi sapere, mi raccomando.

Rispondo a samarcanda

Giuliano, che dire? Sei stato la mia fonte di ispirazione. E ho ammirato molto il tuo tentativo di due anni fa.

Rispondo a geo650

Concordo con te. Ad esempio, sulle nostre Alpi, il test più alto è alla Capanna Regina Margherita, sul Monte Rosa, che si piazza a 4.554 metri. Salirci e restarci un paio di giorni sarebbe la prova del nove, giusto per testare la reazione del nostro fisico.

Io tuttavia non sono mai riuscito a fare questa prova preventiva. Per la mia scarsa esperienza, ho imparato che quel che frega maggiormente, almeno per il mio fisico, è la velocità di ascensione.

Bisognerebbe salire il più lentamente possibile e farsi un paio di giorni di acclimatamento in fondo valle (che in Pamir si trova già altino di suo, diciamo 3.200 metri). La lezione, come ho scritto, l’ho imparata a mie spese in Ladakh l’anno scorso, dove però si saliva ben più alti, fino a 5.360 metri.

Di solito prendo sempre il “diamox”, che è un blando diuretico, per allontanare i rischi dell’edema. Non so se funziona, però so che in quota mi ha sempre fatto un butto effetto: mani informicolate dal polso in giù. Per cui, dopo pochi giorni, ho sempre smesso di prenderlo.

Comunque il Pamir, a meno che non si soffra di malattie cardiovascolari o altre patologie particolari, non dovrebbe impensierire più di tanto: pian pianino, e con un po’ di giudizio, è alla portata direi di quasi tutti

essemme 28-08-2018 19:17

impossibile non farti i complimenti

Massimo 29-08-2018 09:03

PAMIR CON MOTO A NOLEGGIO (report, foto e video)
 
GIORNO 02 – 4 AGOSTO 2018
Osh – Sary-Tash (199 km in moto)

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Ce la prendiamo comoda perché tanto sappiamo che la strada è breve e ottima. Quindi partiamo verso le dieci del mattino e sbagliamo subito direzione. In pratica imbocchiamo in senso contrario quella che avremmo dovuto fare al ritorno.

Sono proprio rimbambito!

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Anzi, molto rimbambito perché me ne accorgo a 90 km a ovest di Osh. Quindi dietro front e ritorno al punto di partenza. La nostra tappa, quella giusta, inizia dunque alle 2 del pomeriggio.

La strada per Sary-Tash è davvero ottima come ce l’avevano descritta: asfalto perfetto e pochissimo traffico. Mano a mano che proseguiamo verso sud, la piatta steppa comincia gradualmente a farsi ondulata e a salire progressivamente di quota.

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Il paesaggio è quello tipico asiatico: montagne di terra secche incendiate, zero alberi e ciuffi di vegetazione sparsa buona solo per asini e capre.

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Siamo contenti e rilassati, e inizia il cazzeggio…

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Dopo un buon tratto di ambientamento al contesto asiatico di queste terre, il nastro d’asfalto sempre ottimo, inizia a guadagnare quota, con le prime curve, fino a raggiungere il Passo Taldy Ashuu a 3615 metri. In cielo è luminoso e terso. Meglio così…


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Le motorette vanno perfettamente e sul passo ci facciamo due foto, felici come le pasque.

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Il collegamento con il vicino passo successivo è anch’esso piacevole e curvoso. In pratica si scende di poco per poi risalire. Il paesaggio ci piace assai, ma ancor di più ad Alberto che, per non so quale deviazione mentale, ha una limitata autonomia su strada e quindi ha bisogno ogni tanto di deviare sulla terra nuda e cruda.

Ormai lo conosco e non mi stupisco più di niente.

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Proprio sul passo 40 Let Kyrgyzstan (3.550 m) si trova una yurta circondata dalle pecore, dalle quali emergono due bimbe che vogliono farsi fotografare. Le accontentiamo volentieri anche perché non abbiamo il coraggio di contrariare la più piccola, vista la faccia inquietante con cui ci esamina.

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Provo a fare il serio…

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… ma non ci riesco.

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Salutiamo le nostre piccole amiche e iniziamo la discesa verso Sary-Tash. Sta per calare la sera, le ombre si allungano e ‘ste montagne pelate si colorano di giallo. Alberto ha un altro attacco dei suoi, vede un campo e ci si infila dentro.

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Poi all’improvviso appare la catena del Pamir, o meglio la cresta di confine tra Kirghizistan e Tajikistan, dove si trova il Peak Lenin e che, dopo domani, dovremo oltrepassare per raggiungere il famoso altopiano. Mica son collinette appenniniche, le cime innevate raggiungono i 7000 metri!

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A Sary-Tash la strada si biforca e nel mezzo ci sta l’unico distributore. Sulla destra vicino ad un minimarket specializzato in biscotti e ferramenta varia, ci avvicina un vecchio con un pastrano che peserà più di lui. Ci dice che ha un hotel, con doccia calda e cena abbondante.

Non ci convince e così decidiamo di sondare quel che offre il mercato. Ma la musica è su per giù quella, dato che le alternative grosso modo si equivalgono per charme, comfort ed amenities. Alla fine della fiera cediamo e ci accomodiamo nel lussuoso Hotel Tatina, senza nemmeno averlo visto all’interno.

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Scopro poi che il lavandino sta in cortile, che il cesso (un casotto di fango con un buco sul pavimento) si trova nel recinto delle capre, mentre “the shower” (ospitata a fianco della stalla delle mucche) è costituita da un fusto di birra con dentro una resistenza da lavatrice, da cui esce l’acqua calda per caduta. La capienza è limitata per cui il sollazzo è breve.

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In compenso il parco veicoli, nuovo di stecca, è assai variegato e il contesto non è poi così male.

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La stanza è tutta intappetata, con tassi e volpi appese ai muri, ma i letti ci sono.

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Ci raggiunge anche il cecoslovacco che abbiamo incontrato da Muztoo e che domani proverà la Bartang Valley. Per cena ci arriva un pastone per cani a base di riso, mi dicono che si chiama plof. Altro non c’è, per cui con cautela lo affronto.

Lo stomaco sembra reggere e quindi vado a dormire soddisfatto ed eccitato: domani finalmente mettiamo le ruote sullo sterro…

rombodituono 29-08-2018 11:08

Bravo Massimo, mi piacciono i racconti ricchi di dettagli :-)
Sono stato in quelle zone 3 volte, una sola con moto a noleggio nel 2014 e per una serie di sfortunati eventi (vedi 3 moto su 3 k.o. dopo pochi giorni) mi sono ritrovato ad Osh a noleggiare una moto da Patrick Muztoo.
Premesso che lui è stato super-iper gentile (gli ho lasciato una moto di un suo concorrente e si è preoccupato a gratis di portarla a Bishkek al primo giro possibile, mi ha noleggiato una sua moto a fronte di un bonifico online fatto li su due piedi senza pretendere alcuna caparra aggiuntiva e in più mi ha permesso di lasciargliela a Bishkek senza costi di drop off), come hai scritto tu ad inizio post la moto che mi ha dato era una vera merda.
Una XT600 vecchia di almeno 10 anni, spompa di motore seppur regolarissima anche ad alta quota, TERRIBILE DI SOSPENSIONI tanto che su quei 20 km di brutto tole ondulè tra la frontiera kirgiza ed il passo Ak Baital ho temuto più volte di rimetterci i polsi. Per non parlare delle camere d'aria tipo carta velina inserite nelle gomme. E come dici tu, il tutto ad un prezzo non certo regalato.
Considerando che con 1200€ advfactory ti spedisce a/r la tua moto, mai più nella vita noleggerò una moto da quelle parti (perchè tanto ci tornerò sicuramente...mi è rimasta incompiuta la Bartang Valley)

ixus 29-08-2018 14:41

Ho noleggiato anche io da Mutztoo , un tenere 660 la moto andava bene e anche le sospensioni erano decenti ( hyperpro ) , peccato per le camere d aria scandalose, ho bucato non so quante volte l anteriore senza aver preso alcun chiodo o altro , mi sembra di capire che elemosina sulle camere d aria già da tempo .
Ma Patrich (ora non credo collabori ancora con questo gruppo ) , mi aveva fatto degli enormi favori in un momento di difficoltà in loco .
Rombo di tuono , la Bartang e' restata da completare anche a me , la faremo in sieme :)

rombodituono 29-08-2018 15:02

Volentieri! Nella Bartang l'unione fa la forza!

charlyno 29-08-2018 15:43

WOW !!! :!::!::!::!::!::!::!: Non aggiungo altro

Massimo 29-08-2018 19:30

Rispondo a rombodituono e ixus

Ora Patrick non c’è più. Si occupano di tutto George e Oybek, entrambi molto gentili, non c’è dubbio. Tuttavia le moto son quelle che sono, come anche da voi sperimentato.

Avessi avuto un XT, l’avrei sicuramente spedito, visto che come prezzo siamo lì. E concordo con voi che guidare moto di altri, soprattutto da queste parti, non si sa mai dove si va a parare.

Rombodituono, avevo letto le tue richieste di informazioni sulla Bartang (ne parlerò più avanti). A sentire i russi che ho incontrato, mi hanno detto che quest’anno si dovrebbe passare senza particolari difficoltà, ma – si sa - loro vanno dappertutto anche quando la strada non c’è, e bisogna prenderli con le pinze.

Le condizioni sono in ogni caso mutevoli. Indubbiamente si tratta di un percorso incerto. Credo per me troppo difficile.

Se andate, vi seguirò con il drone…:)


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