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4^ Tappa di 7
Da : Bucarest (ROU) A : Chisinau (MOL) Km. tappa : 638 Km. progressivi : 2640 L’uscita da Bucarest è veloce nonché facilitata dalle ottime indicazioni stradali. Mi immetto sulla A2 direzione Costanza ma all’altezza di Slobozia esco e prendo la bella statale. Molto meglio, meno monotona anche se è da dire che l’autostrada è gratis. Almeno credo – in quanto come in Bulgaria, la vignetta non l’ho pagata – sebbene nessuno sia stato in grado di dirmi se le moto siano esenti. In ogni modo devo dire che alla Romania l’ingresso nell’UE ha “fatto bene”; complice forse particolari sovvenzioni o la necessità di doversi adeguare agli standard imposti, le condizioni delle strade sono eccellenti. Ottimo asfalto e, come già accennato, indicazioni stradali esemplari. Le varie arterie (autostrade, strade statali, provinciali e comunali) sono chiaramente indicate da cartelli di vario colore. Lo stesso vale per le stazioni di servizio; spesso ubicate nel nulla, sono tuttavia confortevoli e dotate di tutti i servizi (in alcune vi ho trovato anche la rete Internet wireless gratuita). Il raffronto tra quanto sopra e le numerose Dacia (quella vecchia, pre-Renault per intenderci) che circolano ancora, è quindi stridente. Come pure i tanti carretti di legno trainati da cavalli che però – con l’ingresso in UE – sono ora dotati di catarifrangenti e luci di posizione. Il conduttore è anche obbligato ad indossare il giubbetto riflettente giallo. Che forse da solo è costato un mese di fieno per il povero cavallo. Mi pare quindi di trovarmi in un Paese a due velocità dove talvolta il risultato è stridente. Enorme industria nei pressi di Slobozia (ROU), cosa producesse non lo so, ma non mi pare nulla di buono sentita la puzza |
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Il confort delle stazioni di servizio in Romania. Anche il gancio per “parcheggiare” il proprio beneamato cane. Se poi si pensa al fenomeno del randagismo...
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Giungo velocemente sul delta del Danubio nei pressi di Tulcea e punto a nord-est verso Smardan dove una comoda chiatta (17 leu) mi traghetta dall’altra parte del Danubio a Braila. Nei periodi di bassa stagione – i tempi di attesa sono più lunghi. La chiatta parte solo quando è piena.
Incontro una coppia di spagnoli su BMW 1200 R che mi dicono aver percorso le nostre Alpi, aver raggiunto prima Budapest (che non gli è piaciuta…?.?.?) e poi Bucarest. Parlando del mio viaggio, scopro con stupore che gli amici iberici disconoscono l’esistenza di uno Stato che si chiama Moldavia, convinti che il nome si riferisse esclusivamente alla omonima regione della Romania. Ho come la sensazione non avessero pianificato il viaggio con i dovuti accorgimenti. Mi rimetto in moto e raggiungo Galati e di li la frontiera con la Moldavia. I controlli per uscire dalla Romania sono stranamente lunghi (se confrontati all’ingresso) – il giovanissimo poliziotto si prodiga nel controllo del passaporto, della carta di circolazione, della carta verde (… ma se sono in uscita dal Paese!!!). Poi, inspiegabilmente, inizia a registrarmi sul terminale del computer ma viene redarguito dal suo Capo che gli fa notare che io sono italiano, membro della UE. Tante scuse e mi lascia andare – non prima di rivolgermi le solite domande sullo Zumo (!). |
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L’ingresso in Moldavia (a Giurgiulest) è stile “far-west”, ognuno si organizza come può.
La frontiera è delimitata dal fiume Prut ed occorre accalcarsi su di uno stretto ponte in ferro arrugginito (speriamo regga). La fila è interminabile, almeno 70/80 macchine sotto il sole cocente – non conoscendo la reazione dei moldavi e non riuscendo a vedere dove la fila termini , decido di aspettare, valutare la situazione e (per una volta) … “non fare l’italiano”. Passano 15 minuti e siamo ancora fermi, mezz’ora ed ancora nulla. Ma non si va avanti? All’improvviso il coas! Tutti saltano su in macchina e si lanciano all’impazzata verso lo stretto ponte. E io? – faccio lo stesso … riesco a scavalcare almeno 40 macchine. Nessuno si lamenta, uno con un Mercedes vecchio di 30 anni mi taglia la strada e a momenti mi butta per terra. E’ una lotta senza quartieri e non si guarda in faccia a nessuno. Riesco ad oltrepassare il ponte e scopro che subito dopo tocca rifermarsi – praticamente l’accesso alla dogana viene filtrato a non più di 20 veicoli alla volta – ecco spiegata la lunga attesa. Dietro di me il caos. Ovviamente tutti quanti si sono intasati sul ponte e non vanno avanti, ma non fanno neanche passare coloro i quali sono in uscita dalla Moldavia e sono in ingresso in Romania. Tra questi una coppia ucraina su un Carotone 990 diretti in Bulgaria e che non riesce a passare per il ponte ostruito, complice anche le enormi valige Zega. Impreca. In russo. Ingresso in Moldavia (fiume Prut); tutti in fila ordinatamente – o quasi. Il ponte è a doppio senso di circolazione e lo Sprinter ha bloccato l'uscita dalla Moldavia per oltre un'ora! |
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Altra mezz’ora di attesa e finalmente si accede alla zona doganale dove i controlli sono lunghi e meticolosi. Viene anche verificata la corrispondenza del numero del telaio sulla carta di circolazione (solo in occasione delle frontiere dove occorre presentare il carnet i controlli sono così accurati).
Fila al controllo passaporti, fila alla dogana, fila per pagare la “una tassa” di 2 €, e fila ancora per ritirare il passaporto. Che nel frattempo spero nessuno se lo sia perso nel caos generale. Nessuno parla una parola di inglese e non capisco quello che mi viene detto – ma sono tutti gentili ed alla fine capisco. Alla fine quasi 2 ore di attesa per entrare in Moldavia. Si è fatto tardi e mancano oltre 220 km. per raggiungere Chisinau dovendo percorrere strade che so non essere delle migliori. Avrei potuto entrare in Moldavia molto più a nord ad Albita (dopo Husi) – ma mi sarei perso buona parte del territorio moldavo. Ben presto mi accorgo che le condizioni delle strade si rivelano essere ben più peggiori di quanto avevo sentito dire. Un susseguirsi di buche, crateri e – talvolta – vere e proprie voragini. Ovviamente il tutto non segnalato. La pioggia dei giorni precedenti ha peraltro lasciato in mezzo alla strada numerosi detriti. Moldavia, le strade |
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Ingresso a Chisinau (MOL)
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Proseguo verso nord ed attraverso Cahul, Leova, Cimislia, Hancesti e finalmente arrivo a Chisinau alla folle media di 55 km orari. Di più non si poteva.
Mi metto alla ricerca di un albergo, lo trovo giusto in centro. Niente acqua calda, lenzuola pulite ma letto da rifare. In compenso Chisinau è bella da visitare a piedi – con quei suoi vialoni alberati e tanta gente a passeggio. Complice forse il sabato sera, ma c’è molta gente in giro per le strade. Vengo colpito subito dalla bellezza delle donne. Molte di loro potrebbero fare le mannequin. Andiamo a letto che è meglio. Chisinau (MOL), il Parlamento |
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Camera d'albergo a Chisinau (MOL) tre stelle in pieno centro cittadino
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5^ Tappa di 7
Da : Chisinau (MOL) A : Cluj Napoca (ROU) Km. tappa : 551 Km. progressivi : 3191 Partenza molto presto per rientrare in Romania. Mi appresto ad uscire da Chisinau ma vengo subito fermato dalla polizia (a bordo di una Lada di oltre 20 anni) che mi contesta di aver percorso il viale di fronte al Parlamento nella direzione vietata. Gli faccio notare che non c’è nessuno divieto e che mentre parlano con me altre macchine percorrono il viale nella stessa direzione. Gli spiego che mi devo dirigere a ovest, verso il confine con la Romania. Decidono dunque di scortarmi – facendomi peraltro percorrere il viale nel senso che volevo io. Poco dopo, superato l’incrocio per Tiraspol accostano, mi augurano buon viaggio e non prima di essersi accertati che avessi compreso la giusta direzione da prendere, se ne vanno. Capisco dunque che il loro interesse era quello di non farmi andare (o quanto meno scoraggiarmi) verso Tiraspol, “capitale” della auto-proclamatasi Repubblica della Transdnistria. Non potendomelo impedire, hanno quindi cercato di “mettermi sulla retta via”. Mi viene in mente il film Rambo quando all’inizio della trama Stallone viene “invitato” dal poliziotto di turno a “lasciare la città” e viene accompagnato oltre il ponte che delimita la contea. Rambo tornerà indietro ed innescherà una sequenza di fortunati films. Io – che Rambo non sono – tiro dritto verso la Romania. Un solo giorno trascorso in terra moldava, appena 400 km percorsi – ma credo di poter affermare che la Moldavia offra veramente poco. La visita della Transdnistria non credo avrebbe aggiunto molto al mio breve viaggio. La strada che da Chisianau porta al confine è leggermente migliore rispetto a quanto visto sino ad ora. Attraverso velocemente Straseni, Calarasi, Ungheni e mi appresto a riattraversare il fiume Prut nei pressi di Sculeni per (ri)entrare in Romania. |
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Alla frontiera moldava una piacevole sorpresa. Una poliziotta estremamente gentile si incarica di seguire tutte le (rapide) pratiche per uscire dal Paese. Pago la solita tassa e mentre sono in attesa vengo fatto accomodare su di una panchina all’ombra. Dopo 10 minuti mi viene riconsegnato il passaporto e augurato buon viaggio. Osservo la poliziotta e noto che il trattamento a me riservato è diretto a tutti coloro che escono dalla Moldavia. La signora è disarmante; si sposta da una parte all’altra, si occupa di uno e poi dell’altro, controlla l’operato dei suoi sottoposti, risponde al telefono e si intrattiene con i turisti. Che dire! una piacevole sorpresa.
La frontiera Rumena mi accoglie con un caloroso “Welcome in European Union” ed una bella poliziotta che, in un ottimo inglese, mi augura buon viaggio. Mi rimetto in moto con l’intenzione di fare più strada possibile – compatibilmente con il gran caldo. Direzione Oradea al confine con l’Ungheria. Ingresso in Romania, proveniendo dalla Moldavia |
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Attraverso velocemente la bellissima Iasi, apprezzo il maestoso Palazzo di Cultura e mi butto in mezzo i Carpazi Orientali nella speranza di trovare un po’ di refrigerio.
Ritrovo con piacere le belle strade rumene e mi dirigo verso Targu Frumos, Pascani, Targu Neamnt, Toplita, Reghin e giungo a Cluj Napoca dove passerò la notte. Devo dire che questa parte dei Carpazi (quella orientale) non mi ha entusiasmato particolarmente. Forse mi aspettavo di più o forse mi sarei dovuto tenere più a nord. Ma il tempo è tiranno e tra due giorni devo tornare al lavoro. La sera rifletto su quante macchine con targa italiana abbia incontrato in Romania ma anche in Moldavia. A differenza dell’Albania (dove le macchine sono quasi certamente di provenienza illecita) – credo si tratti di immigranti che risiedono stabilmente in Italia e che ora trascorrono le vacanze nella loro terra di origine. Se dovessi azzardare una cifra – direi che per ogni 10 macchine incontrate, almeno una era con targa italiana. Mi viene anche in mente che nessuno usa il clacson e che – tutto sommato – la guida è prudente e rispettosa del codice della strada. Tutti indossano la cintura di sicurezza e non usano il cellulare mentre sono alla guida. Credo sia solo questione di tempo – poi si “europeizzeranno” anche loro. Iasi (ROU), il Palazzo di Cultura |
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La sera visito la bella Cluj Napoca, capitale storica della Transilvania. L’influenza ungherese la si avverte. Nei primi del 900 la città era abitata praticamente solo da ungheresi – oggi la percentuale è scesa a meno del 15%.
Apprezzo la Chiesa Ortodossa di Theotokos e il Teatro Nazionale e mi incuriosisce una statua con Lupa Capitolina e targa con sopra inciso “Alla città di Cluj – Roma Madre – MCMXXI”. Scoprirò poi che si tratta di una delle cinque statue donate dallo Stato Italiano alle città di Bucarest, Timisoara e Targu Mures in Romania e Chiusinau in Moldavia – volte a ricordare il legame storico di queste con l’antica Roma nonché “l’unità dei Romani e la loro latinità”. Che strano, la statua è stata donata nel 1921, fosse stata donata l’anno successivo (il primo anno dell’era fascista) sono sicuro che non l’avrei trovata al proprio posto Cluj Napoca (ROU), Teatro Nazionale |
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Cluj Napoca (ROU), Chiesa Ortodossa
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Cluj Napoca (ROU), Lupa Capitolina
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6^ Tappa di 7
Da : Cluj Napoca (ROU) A : Budapest (HUN) Km. tappa : 497 Km. progressivi : 3688 Partenza sul presto per poi poter passare il più tempo possibile a Budapest. La strada che mi porta ad ovest, verso il confine ungherese è bella e veloce. L’asfalto è nuovo di pacca e contrasta con le casupole ai lati della stessa. Entro in Transilvania e dopo aver raggiunto i 700 mt. di altezza, inizio a scendere dolcemente verso Oradea. Visto il traffico, decido di superare il confine più a nord rispetto a Oradea (precisamente a Valea Lui Mihai) – così da trovarmi, una volta entrato in territorio ungherese, in direzione di Debrecen da dove parte l’autostrada per Budapest. L’ingresso in Ungheria è veloce (almeno per gli “europei”) – l’uscita dalla Romania non è neanche presidiata. Entro in autostrada e dopo aver pagato la vignetta al primo distributore (taglio minimo 4 giorni per 5 €) mi fiondo verso Budapest. Budapest (HUN), Accademia delle Scienze |
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Budapest (HUN), Castello di Vajdahunyad
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Budapest (HUN), Chain Bridge
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Non credo di affermare nulla di nuovo nel dire che Budapest è bellissima; si gira comodamente in bus e metrò, le indicazioni turistiche sono sufficientemente chiare e poi con il Danubio di mezzo, l’orientamento è sempre garantito.
Complice il caldo, e la lunga passeggiata per le strade di Budapest – la sera sono cotto e crollo a letto. Budapest (HUN), Danubio dall’alto |
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Budapest (HUN), Piazzale degli Eroi
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